Roma come Verona. Al voto la mozione contro l’aborto
Giorgia
Meloni copia e incolla la mozione della Lega di Verona e la presenta a Roma. Lunedì
22 ottobre in aula Giulia Cesare si voterà anche per la proclamazione di
Roma “città a favore della vita” e per finanziare le associazioni pro-life. Non
una di meno chiama in Campidoglio.
Come riporta in un post Non Una di Meno (vedi sotto), il testo è infatti esattamente quello votato a Verona e propone di:
– proclamare Roma città a
favore della vita e di inserire nello statuto comunale tale principio;
– attuare politiche che rimettano al centro la famiglia e la natalità;
– finanziare i centri e le associazioni per la vita;
promuovere o sostenere progetti finalizzati a informare sulle alternative all’aborto.
Lo Stato di agitazione permanente, partito con il grande corteo veronese contro la mozione leghista, sarà la cornice della mobilitazione che a partire da Non Una Di Meno-Roma si sta lanciando per presidiare il Campidoglio lunedì 22 ottobre dalle 14 e per tutta la durata della seduta del consiglio.
– attuare politiche che rimettano al centro la famiglia e la natalità;
– finanziare i centri e le associazioni per la vita;
promuovere o sostenere progetti finalizzati a informare sulle alternative all’aborto.
Lo Stato di agitazione permanente, partito con il grande corteo veronese contro la mozione leghista, sarà la cornice della mobilitazione che a partire da Non Una Di Meno-Roma si sta lanciando per presidiare il Campidoglio lunedì 22 ottobre dalle 14 e per tutta la durata della seduta del consiglio.
In
caso di approvazione, gli effetti della mozione li pagherebbero le donne già
gravate dal tasso altissimo di obiezione di coscienza (nel Lazio siamo all’80%)
e da servizi socio-sanitari pesantemente compromessi nella qualità e nella
quantità dal commissariamento.
Non
è un caso, ad esempio, che proprio ora si riattivi una rete delle assemblee
delle donne dei consultori a Roma. Alla minaccia concreta di un
ridimensionamento del servizio si affianca la sempre più netta estromissione
delle assemblee delle donne dai consultori. A fronte di questa gravissima
violazione, le donne si stanno organizzando e non saranno disposte ad accettare
che riconoscimento politico e risorse vengano diretti a servizi contro la
libertà di scelta e la salute sessuale e riproduttiva, così come previsto nella
mozione contestata.
Nel Lazio il tentativo di garantire e finanziare la presenza di associazioni anti-abortiste nelle strutture pubbliche fu avanzata con la proposta di legge regionale di Olimpia Tarzia – tra i fondatori del movimento per la vita – e fu respinta da una grande e ostinata campagna che mise insieme una rete amplissima di organizzazioni e collettivi femministi, operatrici socio-sanitarie, sindacati. Oggi si ripropone la stessa operazione, in termini precipitosi e senza alcuno spazio di reale dibattito.
Nel Lazio il tentativo di garantire e finanziare la presenza di associazioni anti-abortiste nelle strutture pubbliche fu avanzata con la proposta di legge regionale di Olimpia Tarzia – tra i fondatori del movimento per la vita – e fu respinta da una grande e ostinata campagna che mise insieme una rete amplissima di organizzazioni e collettivi femministi, operatrici socio-sanitarie, sindacati. Oggi si ripropone la stessa operazione, in termini precipitosi e senza alcuno spazio di reale dibattito.
La
mozione, presentata anche a Ferrara, si sta di fatto
utilizzando come strumento per disseminare la ripresa della campagna contro
l’aborto, ma è anche il terreno su cui si riarticola territorialmente la
saldatura tra formazioni politiche di destra e organizzazioni anti-abortiste e
ultra-cattoliche, a partire dal nodo molto materiale dei finanziamenti
pubblici.
Giorgia
Meloni coglie al volo l’occasione per riprendere la rincorsa sempre più
affannata della Lega, offrendo il proprio gruppo consiliare per questa
operazione, pretestuosa quanto opportunistica.
A
Verona è stato il Pd a sfaldarsi sul voto della mozione, con la capogruppo
Carla Padovani che ha garantito un irrilevante quanto pesante voto favorevole
alla mozione del leghista, misogino e omofobo, Zelger e di Bacciga, il
consigliere che ha accolto le femministe in consiglio comunale con il saluto
romano.
A
Roma la mozione sarà un banco di prova per la maggioranza Cinque Stelle,
chiamata a votare su una delle tante questioni su cui il movimento non ha una
posizione condivisa...
Giù
le mani dai nostri corpi!
Lunedi 22 ottobre anche il
consiglio comunale di Roma discuterà e voterà la mozione contro l'aborto
approvata a Verona poche settimane fa. il testo,
presentato dal gruppo di Fratelli d'Italia è infatti esattamente lo stesso e
propone di:
- proclamare Roma città a favore della vita e di inserire nello statuto comunale tale principio
- attuare politiche che rimettano al centro la famiglia e la natalità
- finanziare i centri e le associazioni per la vita
- promuovere o sostenere progetti finalizzati a informare sulle alternative all'aborto.
- proclamare Roma città a favore della vita e di inserire nello statuto comunale tale principio
- attuare politiche che rimettano al centro la famiglia e la natalità
- finanziare i centri e le associazioni per la vita
- promuovere o sostenere progetti finalizzati a informare sulle alternative all'aborto.
Fatta fuori dal governo
dagli ex alleati della Lega, Giorgia Meloni non trova di meglio da fare che
replicarne le iniziative.
Ma come abbiamo già fatto a Verona, le donne non stanno a guardare.
Lunedì 22 ottobre alle 14 saremo in Campidoglio per impedire che questa mozione passi.
La città femminista, le nostre pratiche di autonomia e solidarietà, i nostri corpi, i nostri desideri non sono negoziabili.
ci volete ancelle, ci avrete ribelli!
Ma come abbiamo già fatto a Verona, le donne non stanno a guardare.
Lunedì 22 ottobre alle 14 saremo in Campidoglio per impedire che questa mozione passi.
La città femminista, le nostre pratiche di autonomia e solidarietà, i nostri corpi, i nostri desideri non sono negoziabili.
ci volete ancelle, ci avrete ribelli!
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