28/02/23

Asili Taranto. La Cisl cerca di boicottare le assemble per lo sciopero dell'8 marzo

Abbiamo, come Slai cobas e Usb, avviato da oggi un giro di assemblee negli asili, per informare le lavoratrici della vertenza che abbiamo aperto con Comune e Ditta, su aumento dell'orario, del salario e difesa della salute e sicurezza, e che vedra' insieme a un Tavolo gi convocato in prefettura, lo sciopero delle lavoratrici e lavoratori che si terra' l'8 marzo. 

Stamattina ci è pervenuto questo messaggio mandato dalla Cisl alle lavoratrici degli asili loro iscritte:

"Ragazze ascoltate ho saputo che le iscritte cobas e Usb verranno nelle strutture a parlare con voi in orario di lavoro. È vietato fare sindacato in orario di lavoro.
Il 2 Marzo andranno alla Magicondo e Fantasia.
1 marzo e il 2 alla Vasto e Bruno ciari.
Verranno a fare proselismo sindacale riempiendovi di chiacchiere, per farvi partecipare al loro sciopero. Poi in orario vostro nn hanno il permesso di entrare nelle vostre strutture e parlare con tutte ci possono essere lettere di contestazione di non autorizzazione.
Se hanno chiesto assemblea ..... è per i loro iscritti. Noi non abbiamo chiesto nulla.
Perché la ditta verificherà chi ha dato autorizzazione.
Per non trovarvi in situazioni nn accettate vi prego di nn farvi influenzare.
Perché le problematiche dell'appalto con il comune sono alla nosta attenzione. Credo di aver chiarito. Nn cadete nelle trappole del proselitismo. Buon lavoro. Alessio cisl".

Quanto scrive Alessio Carpignano della Cisl oltre che totalmente falso, è un evidente azione antisindacale, che punta a impedire il libero esercizio di assemblee e sciopero e a screditare Slai cobas e Usb. Pertanto, oltre le iniziative sindacali che stiamo gia' prendendo, denunceremo anche legalmente questa O.S.
 
LE ASSEMBLEE SI POSSONO FARE NELL'ORARIO E SUL POSTO DI LAVORO (art. 20 dello Statuto dei Lavoratori); TUTTE LE LAVORATRICI E LAVORATORI HANNO DIRITTO DI PARTECIPARE, tutte, sia che sono iscritte ad altri sindacati o non iscritti a niente; L'ORA DI ASSEMBLEA E' RETRIBUITA REGOLARMENTE A TUTTI I PARTECIPANTI; NESSUNA AVRA' LETTERA DI CONTESTAZIONE PERCHE' SIA L'ASSEMBLEA CHE LO SCIOPERO SONO AUTORIZZATI

Evidentemente questa giusta e necessaria lotta sta dando molto fastidio alla Cisl, che usa aperte falsita' per boicottare le assemblee e impedire alle lavoratrici di partecipare alle assemblee. Questo se da un lato dimostra che questo sindacato non conosce neanche lo Statuto dei Lavoratori, dall'altro dimostra che teme che le lavoratrici aprano gli occhi. Dato che finora solo Slai cobas e Usb con la mobilitazione (presidi,scioperi, incontri con Ditta e Comune) hanno ottenuto risultati (riconoscimento giuridico ed economico dell'ausiliariato, lavoro di un mese nella sospensione estiva e nei giorni di natale, pagamento integrale delle sostituzioni, ecc.), la Cisl e gli altri sindacati confederali, non hanno mai chiesto nulla e non hanno mai ottenuto nulla per migliorare la pesante condizione delle lavoratrici. E ora cerca, con gli imbrogli, di ostacolare la mobilitazione che stiamo facendo.

QUESTA SPORCA E FALSA MANOVRA DIMOSTRA SOLO CHE LA CISL HA PAURA DELLA NOSTRA BATTAGLIA! E' QUINDI UN BENE, VUOL DIRE CHE STIAMO INCIDENDO.

Partecipiamo tutte e tutti alle assemblee! Stiamo portando avanti i nostri interessi e bisogni, da troppi anni negati.

LAVORATRICI SLAI COBAS SC TARANTO

LAVORA, TACI O TI SPARO. ECCO I NUOVI PADRONI

Da Skatenati Electrolux

 Cornuda (TV) padrone di una piccola media impresa punta la pistola in reparto contro una operaia che chiedeva di essere pagata.

La mancanza del necessario conflitto, diffuso, sostituito dalla scuola di sudditanza e reverenza "al sior Paron" suggerita dai più ai dipendenti, non porta più ne benessere e non ha mai portato emancipazione e dovuto rispetto, ne dignità. È una sciocchezza imperdonabile di dimensioni immane non voler prenderne atto della deriva presente quasi ovunque nelle imprese contro i lavoratori, in particolare verso le operai. è grave negare, far finta, per non voler rendersene tutti conto.

27/02/23

La strage di Crotone - Piantedosi Maledetto!

Piantedosi: «La disperazione non giustifica i viaggi a rischio». MALEDETTO!

«La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vita dei propri figli». Lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, rispondendo ai giornalisti dopo la strage di migranti in Calabria".

"Resta fondamentale proseguire in ogni possibile iniziativa per fermare le partenze e che non vengano in alcun modo incoraggiate traversate che, sfruttando il miraggio illusorio di una vita migliore, alimentano la filiera dei trafficanti e determinano sciagure come quella di oggi"... Il governo è impegnato "a impedire le partenze, e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione agli stati di partenza e di provenienza"

Il capo dei sommozzatori: "Non ci si abitua mai ai corpi dei bambini"

«Sa qual è la verità? Che non ci si abitua mai. Eppure, in quasi 25 anni di lavoro presso i sommozzatori dei Vigili del fuoco ho visto tante tragedie. Ma quando vedi quei corpicini senza vita di bimbi così piccoli... Sono immagini che ti colpiscono sempre al cuore. Anche ieri è stato così. Tanti bambini morti, come quei gemellini, neonati. Una tragedia». David Morabito è il capo del Nucleo Sommozzatori dei Vigili del fuoco della Calabria. Da ieri non si ferma un momento per la ricerca di dispersi o eventuali superstiti in mare. «Ma ormai è davvero difficile...», dice con un soffio di voce. Da questa mattina alle sette, Morabito è di nuovo sul posto, sulla spiaggia di Steccato di Cutro, nel crotonese, dove ieri mattina una imbarcazione con almeno 180 migranti a bordo si è letteralmente spezzata in due, facendo cadere in acqua, a poco meno di un centinaio di metri dalla riva, tutti i migranti a bordo.

Molti erano già deceduti

Quelle famiglie spezzate Le urla dei sopravvissuti: «Dove sono i nostri figli?»

«Dove sono i nostri figli? Siamo venuti fino a qui per vederli morire. Non si può resistere ad un dolore così intenso» grida qualcuno dei sopravvissuti. Gli operatori di Medici senza frontiere: «Ci sono tanti nuclei familiari e ognuno ha perso qualcuno». Chiedono di potere telefonare ai parenti rimasti nel Paese di origine. «Vogliono dire di essere ancora vivi. O anche, purtroppo, comunicare che un figlio, un familiare, non c'è più». Le vittime minorenni hanno un'età compresa tra gli 8 mesi e i 13 anni.

26/02/23

25 febbraio a Niscemi/No Muos le precarie Coop Sociali in lotta a Palermo. COMBATTIAMO UNITE contro la vostra guerra imperialista sfruttamento doppia oppressione... Verso l'8 marzo/sciopero delle donne


La guerra imperialista, i profitti sono dei padroni capitalisti e dei governi borghesi al loro servizio, come in questo paese del nero governo Meloni ancora più guerrafondaio
Distruzioni, violenze, morti, costi economici e sociali sono nostri! 
NOI NON CI STIAMO!
Combattiamo unite CONTRO! 
Verso l'8 marzo/Sciopero delle donne




24/02/23

ASSASSINI!!


La Corte di Cassazione ha deciso di lasciare Alfredo Cospito al “41 bis”! 
La Cassazione, Nordio, Meloni hanno deciso che Alfredo Cospito deve morire!
Dal Corriere della Sera:"Appena appresa la notizia, i manifestanti del sit-in per Cospito, in piazza Cavour, dove si trova la sede della Cassazione, hanno urlato «assassini». Aggiungendo: «Saranno responsabili di tutto quello che succederà».

LA MOZIONE DECISA DALL'ASSEMBLEA DONNE/LAVORATRICI 
DI IERI SERA

Noi Donne/lavoratrici sosteniamo e siamo in tutte le manifestazioni per Alfredo Cospito.

Denunciamo che l’’unico scopo di questo Stato è di “tagliare” le teste di quei detenuti, detenute politici rivoluzionari che con la loro battaglia pongono la questione che questo Stato borghese capitalista deve essere rovesciato,

Dietro la tortura verso Cospito e altri detenuti politici rivoluzionari c’è il tentativo di impedire che ci siano lotte che partendo dalle esigenze concrete, quotidiane, immediati, si sviluppino contro questo sistema sociale che da a noi crisi, guerra, carovita, attacco ai nostri diritti sul lavoro, salario, peggiora la sanita’, la scuola, i servizi sociali, aumenta contro le donne la violenza, i femminicidi e l’humus sessista/fascista.

In un provvedimento che confermava il 41bis per Nadia Lioce è stato scritto: “Vanno valutate con la massima prudenza le temporanee escluse del fenomeno brigatista che suggeriscono di non escludere l possibilita' di una ripresa della lotta armata nel medio e lungo periodo, anche in considerazione di un panorama complessivo di scontri sociali, di un sempre crescente divario di condizioni di vita e di scarse occasioni di lavoro"

Ebbene si’. E’ questo Stato, questo governo che pongono la necessita’ di una lotta più generale, di una lotta per farla finita realmente con una situazione cosi’ barbara.

Dietro e insieme alla repressione verso i prigionieri politici avanza la repressione verso le lotte proletarie, verso chiunque osi denunciare questo Stato, governo, il fascismo che avanza.

La battaglia per Cospito per la difesa dei detenuti politici, quindi, tocca tutte, tutti noi!

Fuori subito Alfredo dal 41bis! Salvare la sua vita!

Noi donne/lavoratrici rilanciamo la battaglia anche per Nadia Lioce, unica donna prigioniera politica rivoluzionaria da 18 anni nella tortura del 41bis nel carcere de L’Aquila

Solidarietà alla Preside attaccata dal nero ministro Valditara - Assemblea Donne/Lavoratrici


Come Assemblea donne/lavoratrici condanniamo fermamente l’aggressione fascista contro gli studenti del liceo Michelangiolo di Firenze

Esprimiamo solidarietà alla Dirigente Scolastica del Liceo Da Vinci di Firenze minacciata di sanzioni disciplinari dall’infame ministro dell’istruzione Valditara, che ha totalmente cancellato dalla sua nera mente di avere giurato sulla Costituzione per il suo mandato, per la lettera scritta agli studenti in cui si condanna il grave accaduto e in cui si fa presente l’importanza di conoscere la storia e i valori profondi dell’antifascismo.

Da fascista qual'è, Valditara non ha perso tempo a coprire/minimizzare l’attacco fascista agli studenti, definendo la lettera della Preside «impropria, nessun pericolo di fascismo», delegittimandola pubblicamente.

Un ministro ignobile che attacca gli studenti che lottano contro l’alternanza scuola lavoro che li uccide e che in questa fase deve essere anche al servizio della guerra imperialista, un ministro che dalla sua poltrona d’oro, come servo dei servi, deve agire per fare avanzare rapidamente il processo di adeguamento della scuola alle esigenze del sistema capitalistico, il processo di irreggimentazione degli studenti in primis ideologicamente:  la prima circolare che mandò agli studenti era una becera esaltazione del capitalismo, quel capitalismo che oggi produce sempre più guerra, miseria, sfruttamento, oppressione, repressione, attacco al lavoro, alla scuola pubblica, ai diritti più basilari…, una circolare per attaccare in modo mirato e falso l’esperienza dei paesi socialisti e rivendicare di fatto l'ideologia fascista. 

Mentre a rimanere in silenzio è la Presidente del consiglio Meloni, troppo impegnata a sponsorizzare attivamente la guerra interimperialista, al fianco di governi come quello di Zelenski con i nazisti dentro!

Ma la Preside, ha risposto alle accuse del Ministro in modo fermo “…Perché sorprendersi delle mie parole e non invece del silenzio rispetto al pestaggio selvaggio di studenti operato per motivi politici? Abbiamo studiato. Siamo in una scuola. Abbiamo una sufficiente cultura per chiamare le cose con il loro nome. Il fatto che siano le mie parole a creare scalpore non può non farci riflettere..."

E’ necessario, urgente e non rinviabile unirsi, organizzarsi per lottare a 360 gradi contro l’onda nera che questo governo Meloni vuole fare avanzare in ogni ambito, a partire da quello ideologico/culturale.

Assemblea Donne/Lavoratrici 

23/02/23

Asili Taranto: Stamattina un passo avanti, ma non ci fermiamo: CONTINUA LO STATO DI AGITAZIONE E L'8 MARZO SCIOPERO!


Comunicato

Lo stato di agitazione e l'annuncio dello sciopero negli asili ha gia' ottenuto che la Ditta si stia preoccupando e sia passata dal NO di questi mesi alla disponibilita' a trattare su salario/contrattazione aziendale, questione attrezzature/salute e sicurezza e un'organizzazione dell'attivita' lavorativa che rispetti le esigenze delle lavoratrici e lavoratori.

Questa mattina per dare effettive risposte a questo ha chiesto un rinvio dell'incontro il prefettura. Pertanto l'incontro in prefettura si terra' il 6 marzo alle 12.

Nel frattempo:

- Continua lo stato di agitazione in tutti gli asili, che significa rallentare il lavoro (con l'appello a tutte e tutti a farlo, coordinandosi con le rappresentanti degli asili dello Slai cobas e Usb);

- faremo nella prossima settimana assemblee dalle 12,30 alle 13,30 in ogni asilo, con un calendario che comunicheremo successivamente. Le assemblea sono pienamente legittime e tutti possono partecipare (anche se iscritti ad altri sindacati o non iscritti a niente)

- l'8 marzo è sciopero (probabilmente il primo sciopero); tutte e tutti lo devono fare. Concorderemo per quel giorno con la Ditta una presenza molto minima per i "servizi minimi essenziali". La riuscita dello sciopero è molto importante per i risultati della nostra lotta. Faremo noi un comunicato ai genitori per informare dello sciopero e dire che stiamo lottando anche a loro, per un miglior servizio ai bambini,

Ora è un momento buono per noi, in cui non dobbiamo mollare, essere compatti. Stiamo vendendo che solo la nostra mobilitazione paga. Dobbiamo lottare fino ad ottenere realmente risultati, senza farci intimidire da direttrici, copperative, dalla Nobile, ecc. Perchè più Comune, Ditta, Direzioni scolastiche si arrabbiano più vuol dire che stiamo incidendo.

Infine, lunedi' 27 prepareremo un esposto/denuncia contro la Nobile Patrizia per la sua continua attivita' discriminatoria, antisindacale, di interesse privato. Noi non vogliamo più che sia lei la referente. Tutte le lavoratrici che hanno da segnalare comportamenti della Nobile, lo possono comunicarealla RSA Enza.

QUESTA SERA, NELL'ASSEMBLEA DONNE/LAVORATRICI ON LINE NAZIONALE CON INIZIO ALLE 17, FAREMO CONOSCERE A LIVELLO NAZIONALE LA NOSTRA LOTTA, E CI UNIREMO ALLE ALTRE LAVORATRICI IN LOTTA.

INVITIAMO TUTTE E TUTTI A COLLEGARSI. IL LINK è: https://meet.google.com/fdd-atkx-bzc

22/02/23

Verso 8 marzo: Milano, Taranto . Domani ore 17 assemblea telematica Donne/Lavoratrici

MILANO
Continua la campagna per e oltre l'8 marzo. Stamattina a Milano volantinaggio e banchetto all'Istituto dei tumori per dare voce a chi non ne ha, come la stragrande maggioranza delle lavoratrici, in particolare nella sanità.
Un invito a partecipare alla nostra assemblea tematica di donne/lavoratrici di domani, GIOVEDI' 23 ORE 17 (link: https://meet.google.com/fdd-atkx-bzcdove potremo scambiarci idee ed unirci su argomenti scottanti come la guerra e la lotta delle coraggiose donne iraniane, pensare cosa possiamo fare insieme per cambiare tutta la nostra vita.
MFPR Milano

TARANTO
Con i carichi di lavoro da fare in pochissime ore le lavoratrici degli asili non ce la fanno più, e il salario non basta neanche per sopravvivere!
Il lavoro aumenta, le condizioni di lavoro attaccano la salute e il salario diminuisce!
SCIOPERO 8 marzo! E se non ci sono risposte ancora sciopero!
Lavoratrici Slai cobas e Usb Taranto

FOTO DI MILANO:


Nell'anniversario di questa maledetta guerra inter imperialista partecipiamo alle mobilitazioni nelle varie citta'

portando le nostre parole d'ordini e riprendiamo la raccolta firme sui posti di lavoro, nei quartieri sulla MOZIONE

"Noi donne/lavoratrici condanniamo questa guerra scatenata solo per difendere e allargare gli interessi imperialisti della Russia del neo zarista Putin da un lato e il dominio imperialista di Usa/Nato dall’altro. Siamo contro questa guerra per il profitto dei padroni del mondo, per l’accaparramento delle fonti energetiche, materie prime, nuova spartizione dei territori.

Noi donne siamo al fianco delle donne, delle masse popolari ucraine sotto le bombe o in fuga con i loro figli, o che vedono i loro uomini andare a combattere e morire per invasori e predoni imperialisti.

Le guerre imperialiste per le donne significano sempre lutti, violenze fasciste, stupri degli eserciti, sciacallaggi, distruzione delle nostre vite.

Ogni arma, ogni soldato per questa guerra imperialista per le donne significa più violenza, più oppressione, non certo difesa e liberazione.

Noi donne NON CI STIAMO! Le guerre e i profitti sono loro, i morti, le distruzioni sono nostre.

Denunciamo e lottiamo contro il governo Meloni che manda sempre più armi, mezzi militari al governo ucraino, come una servetta degli interessi Usa/Nato e a sostegno dei propri padroni italiani, mentre chiede a noi sacrifici con carovita, aumento di bollette, benzina, e attacca sanita', scuola, servizi sociali, scaricando soprattutto su noi donne i costi. 

Il miglior sostegno che possiamo dare alle donne e al popolo ucraino è lottare contro il nostro paese imperialista.

Noi donne non vogliamo essere “vittime” o oggetto di lamenti ipocriti da parte di governi, Stati, che calpestano e violentano quotidianamente le nostre vite.

Noi donne vogliamo essere in prima fila anche in questa lotta, portando il nostro grido: Combattiamo, unite siamo una forza!

21/02/23

Ricordiamo a tutte l'Assemblea Donne/Lavoratrici telematica di giovedi' prossimo

Dalle lotte delle proletarie, operaie, lavoratrici, precarie...
dal nuovo percorso delle Assemblee operaie
dalle mobilitazioni contro la guerra e al fianco della rivolta in Iran delle donne
dalla manifestazione nazionale del 26 novembre, dalle prime trincee contro il governo Meloni: "Dio, patria e famiglia"
all'8 marzo e allo sciopero delle donne
Quali le ragioni in questo anno.

Colleghiamoci, partecipiamo, organizziamoci! 

23 FEBBRAIO DALLE ORE 17,00

Assemblea donne/lavoratrici 

16/02/23

"Puglia, sempre più donne vittime di violenza economica"

Questa è una delle tante facce della condizione di oppressione delle donne. La risposta è la lotta unita delle donne.
Colleghiamoci, organizziamoci! 

23 FEBBRAIO DALLE ORE 17,00
Assemblea donne/lavoratrici  

Le donne sono private di autonomia finanziaria. Riguarda oltre il 40% delle denunce.

(dalla GdM) 

In Puglia, secondo l’ultimo focus dell’Ufficio statistico della Regione Puglia, la violenza economica è stata denunciata dal 46,8% dei casi e risulta essere la terza forma di violenza subita dalle donne dopo quella psicologica e quella fisica.

Maltrattamenti economici da parte del coniuge: in Puglia come nel resto d’Italia, sono sempre più le donne costrette a subire i ricatti economici del marito. La violenza economica è un fenomeno subdolo, sempre più diffuso, la Convenzione di Istanbul approvata dal Consiglio d'Europa nel 2011 la include tra le quattro forme di violenza di genere insieme a quella fisica, sessuale e psicologica.

« Gli autori di violenza prima psicologicamente e poi economicamente entrano nelle tasche, nei conti correnti, nelle eredità e nei patrimoni delle donne allo scopo di controllarle e di esercitare un abuso di potere. Gli effetti di queste condotte sulla donna sono di totale privazione della sua autonomia, ingenerando un forte senso di inferiorità ed inadeguatezza nel fare fronte ai suoi ed altrui bisogni». Il Fenomeno della violenza economica (che colpisce il 26,4% delle donne in Italia), purtroppo, sta degenerando e peggiorando col passare del tempo. Certo, in alcuni casi può riguardare anche gli uomini: in generale, ma non sempre, riguarda il coniuge più «debole» dal punto di vista economico, ad esempio privo dello stipendio e di entrate personali. Talvolta, però, anche il coniuge che lavora e ha un suo reddito può essere costretto a mettere tutto il denaro nelle mani dell’altro, che ne dispone a suo piacimento ed in modo inadeguato ai bisogni del partner e della famiglia.

15/02/23

A Tunisi: Incontro su la situazione del femminismo algerino ma anche quella a livello regionale maghrebino (Marocco, Algeria, Tunisia), ed internazionale


Info: da compagno di proletari comunisti Italia

La Fondazione Rosa Luxembourg ha organizzato a Tunisi un incontro dal titolo: "Algerine, dalla rivoluzione nazionale alla rivoluzione femminista", ospiti due figure storiche del femminismo algerino: Wassyla Tamzali avvocato e Fatma Oussedik sociologa e docente universitaria.
Entrambe si sono confrontate evidenziando accordi e differenze, rispondendo alle domande della rappresentante della fondazione tedesca, infine hanno risposto ad alcune domande del pubblico.
Tanti i temi trattati relativi non solo circa la situazione del femminismo algerino ma anche quella a livello regionale maghrebino (Marocco, Algeria, Tunisia), ed internazionale.
La questione principale su cui le due militanti femministe si sono trovate d'accordo e che ha rappresentato un po' il filo conduttore dell'incontro, è stata la denuncia di un certo femminismo para-istituzionale egemonizzato dalle ONG (si è parlato continuamente di ong-zzazione del femminismo), con la conseguente perdita della centralità politica e ideologica della strategia del movimento femminista che invece si è piegato a logica istituzionali internazionali.
La Tamzali ad esempio lo ha toccato con mano "dal ventre della bestia" avendo lavorato in commissioni femminili in seno alle Nazioni Unite, e ha rilanciato: "in Algeria il femminismo è più forte che nei paesi vicini", e nonostante ciò "adesso siamo in una fase di decadenza politica", invece "all'inizio eravamo marxiste e socialiste, avevamo un'ideologia e quindi un'alternativa politica di cambiamento, mentre adesso, anche i militanti all'opposizione hanno perso qualsiasi progettualità".
Fatma Oussedik dal canto suo ha sottolineato come questa "ong--zzazione" del femminismo, colpendo la politicizzazione del movimento, ha fatto perdere di vista "i rapporti sociali del sesso", che "non devono essere mascherati dalle identità sessuali", ma ha ribadito, bisogna comprendere il giusto rapporto tra i fenomeni e la loro base materiale che li produce, derivanti dai rapporti di produzione.
Un altro grande tema non poteva non essere l'impatto che l'Hirak (il grande movimento popolare algerino sviluppatosi tra il 2019 ed il 2020) ha avuto sulla società algerina ed il ruolo del movimento femminista al suo interno.
Le due femministe si sono qui confrontate con due visioni parzialmente diverse: la Tamzali pensa che nell'Hirak non si sono risolte due questioni importanti per l'Algeria ovvero la questione delle donne ed il ruolo che spetta loro nella società algerina ed in secondo luogo la questione della laicità, mentre secondo lei: "l'avvenire del nostro paese è legato alla questione delle donne" in forme maggiori rispetto a paesi europei quali Francia, Italia o Spagna.
Di contro Fatma Oussedik ha espresso il proprio disaccordo su tale analisi affermando che "in due anni di Hirak abbiamo invece affermato l'esistenza del movimento femminista "pur essendo "un episodio della nostra lunga storia".
Effettivamente l'Hirak ha visto imporsi al proprio interno la presenza delle donne, inizialmente osteggiate da alcune componenti maschili del movimento stesso, ma non arretrando e continuando ad affermare la propria presenza costante sul percorso delle settimanali manifestazioni del venerdì all'ingresso dell'Università di Algeri 1.
Wassyla Tamzali si è quindi corretta subito dopo specificando che nell'Hirak erano presenti innanzitutto i giovani, una forza dirompente che sembrava sopita e che invece ha rioccupato la scena sociale e politica, secondariamente i lavoratori tramite il sindacato paraistituzionale, in cui c'è da considerare che una buona fetta di proletari sono influenzati dall'islamismo (e questa è una contraddizione con cui anche la componente femminista si è scontrata/confrontata) ed in terzo luogo la presenza femminista. Quest'ultima, secondo la Tamzali, non ha tradotto la propria radicalità in azioni altrettanto radicali anche se è entrata in dialettica con la seconda componente, quella dei lavoratori, provocando anche risultati inediti: aneddoto di un'assemblea di piazza organizzata dal Collettivo Maghrebino Uguaglianza (la sua organizzazione) in cui un lavoratore fermatosi ad ascoltare ha provato ad interrompere una ragazza che stava parlando, le donne lo hanno riportato all'ordine dicendogli: "falla finire e poi ti diamo la parola". Una volta datogli il microfono il lavoratore è scoppiato in lacrime; "perché piangi? Hai il microfono, dì quello che volevi dire", il lavoratore rispose: "piango perché è la prima volta che qualcuno è disposto ad ascoltarmi". Quindi l'Hirak ha posto questioni profonde inerenti anche all'organizzazione e protagonismo dei lavoratori.
Infine secondo la Tamzali, nei paesi "cosiddetti arabo-musulmani" si pone anche una questione giuridica nel lungo percorso della liberazione delle donne, nonostante dei passi in avanti siano stati fatti dall'indipendenza algerina ad oggi.
Fatma Oussedik pur essendo sostanzialmente d'accordo ha aggiunto un altro elemento di riflessione ricollegandosi alla questione giuridica, che quindi dovrebbe afferire maggiormente con lo "spazio pubblico", ora il problema secondo la Oussedik che in questo tipo di società viene a mancare la libertà anche nello spazio privato: "non abbiamo neanche lo spazio privato!" e pone come esempio il mese di Ramadhan in cui da un lato la donna in digiuno è obbligata a cucinare per il resto della famiglia, inoltre all'interno della famiglia si dispiega un controllo "di tutti verso tutti" ed il digiuno diventa praticamente un obbligo.
L'islamismo è fenomeno complicato e ancora una volta bisogna ricercare il rapporto tra il fenomeno sovrastrutturale e la struttura materiale che lo produce: l'islamismo anche in Algeria è cambiato ed è stato modificato dal fenomeno dell'urbanizzazione, della scolarizzazione di massa che hanno provocato una riduzione del nucleo familiare, una modifica nelle abitudini di consumo, una mercificazione generalizzata: tutto ciò ha modificato gli islamisti stessi, le loro abitudini e modi di vita.
Altro tema affrontato è stato il rapporto tra Hirak e progettualità politica per l'Algeria: l'Hirak rivendicava democrazia, ma democrazia non coincide con "democrazia rappresentativa" o con la sola pratica delle elezioni, ricorda la Oussedik: "nell'Hirak stesso la democrazia rappresentativa non ha funzionato... non si è stati in grado di eleggere un rappresentante del movimento durante due anni, al contrario ha funzionato la democrazia partecipativa che ha fatto scendere in piazza milioni di persone ogni settimana per due anni".
A tal proposito ricorda la Tamzali che l'8 marzo 2019 scesero in piazza in tutta l'Algeria 20 milioni di persone facendo coincidere uno dei venerdì di protesta con la giornata internazionale della donna: "com'è possibile che dopo quella giornata non siamo riusciti ad incidere e a cambiare l'Algeria?".
Sulla falsariga di questa domanda, durante il dibattito, una femminista tunisina ha ricordato che nel 1985 si tenne l'ultimo Simposio Femminista Maghrebino dal titolo: "Quale Femminismo?", oggi è questa ancora la questione sia per superare l'influenza negativa delle pratiche paraistituzionali egemonizzate dall'ONU e da governi dei paesi imperialisti sia per superare la frammentazione e ricomporre il femminismo maghrebino, africano e internazionale che è stato diviso anche a causa della chiusura delle frontiere tra paesi del Maghreb ed Europa da un lato, ma anche tra gli stessi paesi del Maghreb (ed evidentemente il riferimento è per Algeria e Marocco).

13/02/23

Il lavoro del Mfpr dentro e fuori l'area di Nudm

MILANO. Report dalla compagna del MFPR dell'assemblea di Nudm
Sabato 11 febbraio si è tenuta l'assemblea convocata da NUDM Milano con all'odg l'organizzazione dell'8 marzo.
Lo scopo della convocazione è stato quello di prendere o riprendere i contatti con tutto ciò che succede in città, per loro ammissione, e riprendere un lavoro che si era "affievolito" durante la pandemia.
Noi siamo state invitate direttamente e quindi, nonostante l'impegno importante per la manifestazione Cospito e 41 bis, si è deciso di partecipare.
Il mio intervento, come MFPR e lavoratrice delle Poste impegnata nell'assemblea donne/lavoratrici e attivista sindacale da molti anni, si è concentrato sulle donne proletarie, che si trovano ad affrontare delle condizioni di lavoro sempre più precarie a causa dei continui cambi appalti, e accordi sindacali al ribasso dove ogni firma è un diritto perso, peggiorano le condizioni degli ambienti di lavoro, aumentano vertiginosamente i ritmi di lavoro che provocano sempre più incidenti, infortuni e il peggioramento delle condizioni di salute con un aumento di malattie professionali che non vuole riconoscere nessuno.
Ho sottolineato che anche le impiegate o donne impegnate nella scuola o in lavori impiegatizi (vedi le Poste) non se la passano troppo bene, dal momento che devono fare i conti con una proletarizzazione che non riconoscono o hanno difficoltà a digerire, ma che le vedono strette in una morsa di impegni e cose da fare, un vero e proprio furto del tempo, che viene sottratto e non riconosciuto perché si gioca sul senso di responsabilità e si fa leva sulle capacità individuali, una competizione che le annienta.
L'individualismo fa bene al capitale, la lotta insieme e solidale spaventa il capitale, e le donne se si uniscono fanno paura perché se decidono di scioperare o di lottare non si preoccupano solo del lavoro, ma parlano e si confrontano su tutti gli ambiti della loro vita
A chi diceva nell'assemblea di aver visto poco le lavoratrici in piazza, ho spiegato che le operaie quando scioperano spesso decidono di presenziare i cancelli del posto di lavoro, per farsi vedere, per aiutarsi nella lotta, come le operaie della Beretta oggi e, per esempio, qualche anno fa siamo state siamo state davanti ai cancelli della DHL perché molte operaie fecero sciopero ed era importante essere lì per la riuscita dello sciopero.
È importante impegnarsi per la riuscita dello sciopero perché per le operaie è un momento di lotta reale e concreto, quindi è bene pensare ad un appuntamento in piazza ma che possa essere un reale incontro tra donne che lottano insieme.
Ho raccontato come stiamo lavorando, ed ho invitato tutte sia all'assemblea nazionale anticapitalista del 18 febbraio a Roma e sia all'assemblea telematica delle donne/lavoratrici del 23 febbraio.
Ho informato che allo sciopero generale possono aderire tutte ed è stato proclamato da tempo dallo Slai cobas per il sindacato  di classe.
Le più giovani si sono rese disponibili per ragionare ad un modo per la partecipazione di lavoratrici nel corteo studentesco della mattina (vedremo)
Una partecipante anziana nel movimento ha fatto notare che bisogna pensare alle donne che non possono scioperare, tipo badanti, ecc.
Certo, va bene considerare tutto e tutte, ma se si vuol fare male al capitale lo sciopero generale deve essere vivo e concreto e questo in tutti gli ambiti.

PALERMO. Lettera del Mfpr alle compagne di Nudm di Palermo
Vi ringraziamo per l'invito all'assemblea di oggi.
Vi rigiriamo l'indizione dello sciopero dell'8 marzo 2023 che come Slai Cobas per il sc abbiamo fatto unitamente alla piattaforma delle donne/lavoratrici. 
Tale indizione è stata già fatta secondo un duplice aspetto:
uno di natura più tecnica in quanto la Commissione di garanzia in questi ultimi anni a partire dal 2020 ha posto in atto una serie di ostacoli e ostruzionismi burocratici ma di fatto anche politici/ideologici per impedire lo sciopero e/o escludere settori di lavoratrici dallo esso, tentativi che abbiamo sempre rimandato al mittente, subendo anche repressione, sanzioni di 5mila euro, ma abbiamo resistito e lo sciopero delle donne dell'8 marzo è stato ogni anno difeso, rivendicato,  affermato;
uno di natura sindacale/politico/ideologico di classe nel senso che lo Slai Cobas per il sc non si limita e non si è mai limitato  a proclamare lo sciopero dell'8 marzo come un fatto meramente burocratico o per il fatto che il movimento Nudm chieda la copertura sindacale della giornata per le lavoratrici, donne, lavoratori che vogliano scioperare, ma sostiene/lavora attivamente per questo sciopero, e sin dal 2013 in cui per la prima volta fu promosso nazionalmente dalle compagne del Mfpr in unità con le tante lavoratrici e donne che a livello internazionale iniziarono a lanciarlo e a farlo;  sciopero delle donne negli anni successivi il movimento Nudm ha assunto e questo lo abbiamo ritenuto un fatto giusto e positivo.
Lo Slai Cobas per il sc  lavora in funzione dello sciopero dell'8 marzo in tutte le sedi dove organizza donne lavoratrici, precarie, disoccupate ma anche verso settori che non organizza direttamente portando il messaggio dello sciopero, affinchè si scioperi realmente dai posti di lavoro/non lavoro per estendersi a tutti gli ambiti di doppia oppressione che la maggioranza delle donne subisce in questo sistema capitalistico e imperialista, vedi oggi la questione della guerra. 
Una proclamazione che non si contrappone alla eventuale indizione di altri sindacati di base, ma auspichiamo che avanzi un percorso in cui si comprenda e si affermi lo sciopero delle donne non come come un normale sciopero di settore/categoria ma come una necessaria arma di fase che guardi a tutta la condizione di sfruttamento e oppressione a 360 gradi delle lavoratrici, delle donne proletarie, legata ad una condizione sociale, politica/ideologica non statica ma che si aggrava, ancor di più oggi con il governo reazionario, sessista, moderno fascista della Meloni che vuole fare del moderno medioevo delle donne (la cui personalità giuridica si deve annientare mentre si deve affermare quella del feto/non persona, vedi le ultime proposte di legge) una normalità. 
Occorre una nuova sfida/rottura contro padroni, governo, questo Stato borghese. Dalle lotte immediate ai "bi/sogni" della maggioranza delle donne/lavoratrici per cui "tutta la vita deve davvero cambiare", che non hanno niente da conservare in questo sistema capitalistico ma hanno ogni catena da spezzare perchè siano in prima linea nella lotta per un vero cambiamento sociale. 
La piattaforma che abbiamo posto a base della proclamazione dello sciopero dell'8 marzo è frutto di tutto questo.
Come lavoratrici stiamo delineando il percorso che ci porterà allo sciopero dell'8 marzo, nel corso del quale ci sarà anche il 23 febbraio una nuova assemblea telematica nazionale donne/lavoratrici a cui parteciperemo e a cui vi invitiamo. 

La lettera delle compagne di Nudm di Palermo
L’8 marzo 2023, per il settimo anno consecutivo, sarà ancora una volta sciopero femminista e transfemminista transnazionale, in uno scenario profondamente mutato rispetto al primo sciopero chiamato da Non Una Di Meno l’8 marzo 2017. Oggi ancora una volta ci rivolgiamo allə tantissimə delegatə e lavoratrici che in questi anni hanno fatto proprio lo sciopero transfemminista, e a quellə che per la prima volta vorranno organizzarlo, certə che per noi tuttə il prossimo 8 marzo sarà l’occasione per affermare con forza la nostra comune pretesa di libertà e autodeterminazione, contro la violenza patriarcale e la povertà, le discriminazioni, lo sfruttamento.
In questi anni con lo sciopero femminista e tranfemminista abbiamo inteso fare della lotta contro la violenza patriarcale una leva potente di rivolta e cambiamento radicale, interrompendo la produzione e la riproduzione sociale, gli algoritmi del sistema di sviluppo e consumo, le tirannie dei generi e dei confini. Abbiamo voluto tracciare linee di contrasto nette e inequivocabili contro tutti gli assi di oppressione che gravano su di noi, innescando una conflittualità sistemica finalizzata ad aggredire tutti i gangli del sistema di subordinazione patriarcale che attraversa l’intera società, dalle case, ai luoghi di lavoro, alle istituzioni, ai tribunali, ai media. Politicizzare la violenza patriarcale facendone una questione pubblica e non più solo privata restituisce allo sciopero la potenza di un processo espansivo e inclusivo di lotta, fatto proprio ad esempio dalle donne in Polonia, diffuso oggi in Iran anche attraverso lo sciopero generale di dicembre, contro l’oppressione patriarcale istituzionalizzata, per far sentire la forza collettiva di chi non accetta più quella tirannia, la povertà e lo sfruttamento che sorregge.
Sappiamo che riappropriarci della pratica dello sciopero, per lə tantə che fanno lavori precari, sottopagati, in nero, non riconosciuti, senza orari, che non riescono a pagare le bollette, che sono schiacciate ogni giorno tra il carico di lavoro in casa e fuori casa, è una sfida, un processo di lungo periodo, ancora difficile ma a cui non siamo disposte a rinunciare. Siamo convintə che questa sfida la possiamo raccogliere insieme, con la partecipazione di tutte le lavoratrici, lavoratorə, delegatə che stanno lottando in questo momento per il salario, contro le molestie e il razzismo sul posto di lavoro, e per non dover sostenere da sole il lavoro domestico e di cura. Siamo convinte che anche i sindacati, sia quelli che negli anni passati hanno aderito allo sciopero sia quelli che non lo hanno fatto, non possano e non debbano sottrarsi a questo impegno.
*Per questo crediamo che sia necessario un confronto con tutte le realtà sindacali presenti nella nostra città utile a costruire insieme lo sciopero femminista e transfemminista.*
*Sietə tuttə invitatə all’assemblea cittadina che si terrà il prossimo sabato 4 febbraio alle ore 18 presso la sede dell’Uaar (Via Matteo Bonello, 39).

12/02/23

23 febbraio Assemblea Donne/Lavoratrici telematica

dalle lotte delle proletarie, operaie, lavoratrici, precarie...
dal nuovo percorso delle Assemblee operaie
dalle mobilitazioni contro la guerra e al fianco della rivolta in Iran delle donne
dalla manifestazione nazionale del 26 novembre, dalle prime trincee contro il governo Meloni: "Dio, patria e famiglia"
all'8 marzo e 
allo sciopero delle donne
Quali le ragioni in questo anno.

Colleghiamoci, partecipiamo, organizziamoci! 

23 FEBBRAIO DALLE ORE 17,00

Assemblea donne/lavoratrici 

Alfredo Cospito trasferito all’ospedale San Paolo di Milano. Scontri alla manifestazione di Milano (dal blog proletari comunisti)


Dal report "a caldo" dei compagni di proletari comunisti di Bergamo/Milano:
"Corteo combattivo, circa un migliaio, che si è trovato subito di fronte un massiccio spiegamento di forze dell'ordine; il corteo ha proseguito con interventi e determinazione fino a uno sbarramento di scudi della polizia per tentare di impedirne l’avanzata verso un grande incrocio per il centro.
Sono seguite non azioni per disperderlo viste le forze ma di inseguimento con tentativi di chiuderlo in più punti, per fermare gruppi di manifestanti, ma senza riuscirci, visto che il corteo ha tenuto fino alla fine anche grazie al prodigarsi dei compagni di mantenere unito la testa e la coda del corteo e quindi la sua compattezza fino alla fine sui Navigli.
Nel corteo diffusione volantino, bandiere e striscione su "Meloni-Nordio…estendere le mobilitazione".
Mentre alla partenza nella piazza lasciato lo striscione del Soccorso Rosso proletario: "Fuori Cospito dal 41bis solidarieta'".

da Osservatorio repressione

Alfredo Cospito, in sciopero della fame da 115 giorni, è stato trasferito questo pomeriggio dal carcere di Opera all’ospedale San Paolo di Milano, in una delle stanze riservate ai detenuti in 41 bis. Alfredo sembrerebbe essere stato ricoverato nel reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale milanese su indicazione dei medici. Secondo il medico di parte rischia un edema celebrale.

Le critiche condizioni di salute di Alfredo Cospito erano state già segnalate da Andrea Crosignani, medico di parte che lo aveva visitato proprio questo sabato mattina nel carcere di Opera. “Pesa 71 chili ed è a rischio di edema cerebrale e aritmie cardiache potenzialmente fatali.” E’ quanto ha riferito Crosignani all’avvocato Flavio Rossi Albertini dopo la visita effettuata oggi. Ma Alfredo “è determinato ad andare avanti con la protesta. E’ lucido e cammina sulle proprie gambe. Anche se ho cercato di convincerlo a riprendere il potassio per ridurre il rischio di queste aritmie. I parametri tengono ma basta poco perchè la situazione precipiti senza dei segni particolari di allarme”.

Intanto sempre a Milano centinaia di persone sono partite in corteo da piazza XXIV Maggio per sostenere Alfredo Cospito, l’esponente anarchico detenuto nel carcere milanese di Opera in regime di 41bis, in sciopero della fame ormai da 115 giorni. Si sono verificati momenti di tensione con la polizia, con almeno quattro cariche.

A mantenere accesa la protesta anche la linea dura da parte del Ministro della Giustizia Nordio. Sono state rese note le motivazioni del rigetto alla revoca del 41 bis firmato dal Ministro della giustizia. Nordio ha sostenuto nel suo diniego che lo sciopero della fame di Cospito sia una forma di protesta violenta perchè ha detto ‘il corpo è la mia arma’. “Il corpo di Alfredo Cospito è divenuto il catalizzatore che serviva all’azione strategica del detenuto che chiedeva unità di intenti e obiettivi pur lasciando a ciascuna formazione la libertà e l’autodeterminazione in relazione alla tipologia di atti da compiere” ha sostenuto Nordio aggiungendo che “le condizioni di salute di Cospito non sono tali da incidere in maniera significativa sulla sua rilevante pericolosità sociale e non sono idonee a giustificare l’adozione del domandato provvedimento di revoca anticipata del regime differenziato previsto dal 41bis”.

09/02/23

E’ partito il 6 febbraio il corso di Formazione marxista. La registrazione della "lezione" del Prof. Di Marco

E' rivolto alle avanguardie operaie e proletarie, ai militanti di base, con una buona partecipazione in presenza a Taranto e telematica a livello nazionale.

Il corso ha lo scopo di formare e armare le avanguardie e le lotte alla critica dell’economia politica per dare ad esse le armi dell’autonomia operaia e proletaria, centrale nella fase attuale della riorganizzazione della classe e delle masse e nel quadro dell’avanzamento su basi realmente anticapitaliste del fronte unico di classe, contro il sistema capitalista/imperialista, il suo Stato, i suoi governi, in netta distinzione dal sindacalismo riformista e collaborazionista e dalle forze politiche legate e bracci operativi di questo sistema.

Il canovaccio scelto per questo ciclo è l’esposizione telematica fondata rigorosamente sull’opera di Marx, dai Grundrisse al Capitale, in forme comprensibili ma nello stesso tempo rigorose e impegnative affidate al Prof. marxista Di Marco.

Il ciclo previsto su scala annuale è scanzionato in trimestri, unisce la forma telematica con la forma in presenza nelle sedi, a rotazione, disponibili. Si è partiti questa volta da Taranto.

La registrazione del primo appuntamento viene messa a disposizione dei partecipanti e degli interessati: 

https://drive.google.com/file/d/1srNzHGTFus-BVRj60Q4vDPAe5J01uYk5/view?usp=share_link

Successivamente sara' trascritta e conterra' l’indicazione di alcuni passi estratti da Marx che servano di riferimento e approfondimento dello studio.

Naturalmente adesso ogni operaio, proletario, militante, in forma individuale o collettiva, potrà fare e inviare ulteriori letture, interventi, domande a risposta pubblica.

Si tratta di una azione teorica al servizio dell’organizzazione, dell’elevamento delle lotte e della coscienza di classe.

Il prossimo appuntamento è previsto nella data, da confermare, del 17 marzo, la sede in presenza in questa occasione sarà Palermo.

Info, contatti e invio note, domande,interventi: slaicobasta@gmail.com

Dalle lavoratrici della Beretta: SIAMO PER L’UNITÀ NELLA LOTTA TRA TUTTE LE OPERAIE

Le operaie della Beretta saranno all'Assemblea proletaria anticapitalista del

 18 febbraio a Roma e parteciperanno on line all'Assemblea telematica

 Donne/Lavoratrici del 23 febbraio


  Appello all'unità e all'organizzazione tra tutte le operaie in  fabbrica  

divise tra dipendenti dirette, somministrate e appalto  

  Solidarietà alle operaie KN alla IVECO  

15/18 anni di lavoro in fabbrica, lo stesso lavoro di tutte, ma operaie da un appalto all’altro, con contratto Multiservizi da fame, con turni che diventano a chiamata, inconciliabili con la vita familiare, per un lavoro usurante, dove bisogna sempre correre, che causa dolori e problemi di salute

MA BERETTA NON RISPARMIA NESSUNA

le condizioni sono SIMILI PER TUTTE LE OPERAIE DELLA FABBRICA, anche per le dirette e in agenzie, precarietà, salute, e posto di lavoro a rischio quando i dolori non ti fanno più stare al passo con la velocità delle linee.

Per i padroni VIVA LA MAMMA CHE SPENDE, LA MAMMA CHE FA L’OPERAIA IN FABBRICA DEVE ARRANGIARSI, FIN QUANDO PUÒ, POI LA SI CAMBIA

Giocano con i nostri bisogni perché abbiamo una famiglia a casa…

ma NOI CI SIAMO RIBELLATE, una alternativa c’è,

ED È UNA ALTERNATIVA PER TUTTE. La forza di una squadra è in ogni singolo membro, la forza di ogni membro è la squadra. UNITÀ E ORGANIZZAZIONE.

Oggi Cisl e Cgil chiedono un voto dicendo ‘vota i nostri delegati perchè siamo noi i più bravi’. MA ALLE OPERAIE NON SERVE QUESTO VOTO CHE TIENE TUTTO COME PRIMA, SERVE LA LOTTA PER CAMBIARE. Per ritrovare la fiducia fianco a fianco con le altre operaie della fabbrica e cacciare la rassegnazione che ci fa solo arrendere!! (e i capi se la ridono)

Negli anni che ora sono sotto inchiesta da parte della Guardia di Finanza di Lecco, Cisl aveva le tessere al reparto imballi. Per molto tempo nemmeno le ferie sono state pagate, la paga non arrivava a mille euro… ma per le operaie solo sette appalti di fila.

Cgil il 31.5.22 ha firmato con la Uil, il contratto di cambio appalto che sta mettendo a rischio i posti di lavoro, e poi SONO sparite!! Una firma utile a Beretta per poter continuare a controllare il reparto. QUANDO SLAI COBAS CON TUTTA L’ASSEMBLEA DELLE OPERAIE CHIEDEVA GARANZIE PER IL POSTO DI LAVORO AL SALUMIFICIO PER TUTTE, PRIMA DELLA FIRMA!!!

Le loro parole sono buone solo per la campagna elettorale. E’ Il padrone che mette in concorrenza le operaie? Si anche con il loro premio di produzione, solo per alcune operaie, che fa correre tutte!!!

Si lavora assieme, si è sfruttate assieme, dobbiamo unirci e organizzarci, assieme anche per ribellarci e cambiare. Basterebbe lavorare sulle linee con la velocità ridotta che viene usata quando ci sono le visite dei clienti importanti!!!.

Il lavoro usurante va riconosciuto e cambiato, difendendo la salute. Non ci sono leggi buone per le operaie, il nuovo governo sta aumentando la precarietà e toglie risorse ai controlli sul lavoro, alla sanità e aumenta le spese militari.

Stiamo anche preparando le segnalazioni per le malattie professionali, per tutte le operaie interessateMa l’unità nella lotta e l’organizzazione delle operaie in fabbrica, sono l’alternativa e la forza.

Come nell’appello che è uscito dall’Assemblea delle Operaie a Trezzo il 28 ottobre 22: "...le operaie che non deleganoche prendono nelle loro mani l’organizzazione come lavoratrici e come donne, che affermano l'autonomia delle donne perchè sia reale il loro protagonismo diretto..."

Esprimiamo la nostra solidarietà alle operaie in lotta per il posto di lavoro, nella cooperativa KN alla IVECO di Torino, che rischiano il posto di lavoro sempre per la solita fregatura degli appalti.

NOI SIAMO PER L’UNITÀ NELLA LOTTA TRA TUTTE LE OPERAIE DELLA BERETTA

PER DIRE BASTA AGLI APPALTI, AL CCNL MULTISERVIZI, AL LAVORO PRECARIO

NOI VOGLIAMO E LOTTIAMO PER DIFENDERE IL LAVORO CON I DIRITTI, PER LA DIFESA DELLA SALUTE, PER UNA PAGA DIGNITOSA, PER IL RISPETTO, PER TUTTE

Lavoratrici SLAI COBAS per il sindacato di classe/Beretta appalto