06/02/23

Sosteniamo la lotta delle lavoratrici della IVECO contro i licenziamenti e la guerra e cerchiamo di collegare le lotte. Invitiamo tutte le compagne le donne proletarie a sostenerle.

Un appello urgente alla solidarietà dalle lavoratrici in sub appalto della Khuene+Nagel del gruppo Iveco, all'assemblea nazionale di NUDM a Torino


Intervento della rappresentante sindacale dei Si Cobas di Torino
Buon pomeriggio a tutte e a tutti. Sono la rappresentante sindacale dei Si Cobas di Torino e lavoro tramite una cooperativa in sub appalto della Khuene+Nagel del gruppo Iveco. 
Ascoltando tutto quello che è stato detto dagli altri tavoli, oltre a quello che ho sentito, ho partecipato, ho riflettuto su come in fabbrica tutti i giorni c'è un concentrato di tutte queste problematiche. Ho sentito parlare di violenza in tutte le sue sfumature: discriminazione, sfruttamento, precarietà, disoccupazione. Nel nostro reparto ogni turno è massacrante, oltre ai carichi di lavoro che rovinano la salute anche psicofisica, c'è anche l'oppressione dei capi, che dicono ai lavoratori, anche urlando a volte, di alzare i ritmi della produzione, usando anche parole insultanti per sottomettere la dignità delle persone con il ricatto di lettere di richiamo e licenziamento. Spesso un rimprovero verbale non ha alcun fondamento reale, ma serve creare un clima di schiavitù. Questa situazione la viviamo particolarmente molto male noi donne lavoratrici.
Un esempio sarebbe proprio quello di qualche settimana fa, quando i titolari hanno fatto delle assemblee e hanno separato praticamente il reparto maschile dal reparto femminile. Anche perché nella situazione in cui ci troviamo, con questa procedura di licenziamenti, verranno licenziate 15 donne, quelle con limitazioni, che, come ripeto, sono anche date dal lavoro duro che hanno/abbiamo svolto, ma anche da qualche malattia molto brutta, che magari hanno superato. I capi hanno questo tipo di atteggiamento anche per dividere i lavoratori, per trovare, in un modo o nell'altro, la strada di non farli unire e quindi scioperare. Comunque hanno fatto questa assemblea dicendo agli uomini “state tranquilli, per voi ci sarà il lavoro” e hanno escluso proprio le donne da questa situazione. Dopo qualche settimana hanno fatto un'altra assemblea, portandoci anche la CGIL e la CISL, comunque non preoccupandosi nemmeno che la maggioranza dei tesserati è del Si cobas, per convincere le lavoratrici ad accettare il compromesso delle buone uscite e abbandonare la lotta per il posto di lavoro nel nuovo polo logistico di San Mauro, che portiamo avanti da 6 mesi. Anche per queste ragioni abbiamo fatto scioperi, tra cui l'ultimo del 26 gennaio, con un presidio di lotta ai cancelli di Iveco, con tutti i nostri colleghi uomini che ci hanno comunque supportato e sono solidali.
Iveco è una grande industria del capitale finanziario, ma è anche una fabbrica che produce autocarri, mezzi blindati. Purtroppo ci troviamo in guerra e noi nella fabbrica abbiamo anche dei lavoratori che provengono proprio da questi paesi della Russia, Ucraina e i paesi dell'est. Noi stiamo con i lavoratori e lavoratrici di tutto il mondo, con le popolazioni dell'Ucraina e Russia. Siamo anche con le donne contrarie alla guerra, le donne, le mamme, le sorelle dei soldati ucraini. Anche per queste ragioni di solidarietà facciamo lo sciopero, non solo per le rivendicazioni economiche su tutto, la difesa del posto di lavoro, del salario, della dignità come persone, del reddito di cittadinanza, del diritto alla casa. 
Abbiamo bisogno della vostra solidarietà, organizziamoci insieme per l'8 marzo! Perché sarà una grande giornata di lotta anche nelle fabbriche, preparando delle assemblee con le lavoratrici e i lavoratori per fare uscire fuori le dure condizioni di lavoro e di vita e capire come opporsi per ottenere dei risultati concreti, con quali pratiche di lotta, a partire dallo sciopero; anche quello dell’8 marzo.
Noi lavoratrici ci siamo e aspettiamo anche una vostra mano, perché la vertenza di Iveco è un punto cruciale.
In questo martedì, 7 febbraio, 15 lavoratrici verranno licenziate. Alcune lavoratrici a rischio licenziamento sono lavoratrici mono genitore con figli minori a carico, rischiando di finire in mezzo alla strada con i loro bambini, per l'aumento dei prezzi, soprattutto della casa e spesa.
Per tutte queste ragioni c'è una grande necessità di agire adesso, subito, con un'azione forte, non solo sindacale ma politica, in tante persone che lottano contro questo Stato di cose per cambiarlo; il posto di lavoro deve essere garantito a tutte e tutti, rivendichiamo la nostra dignità. Noi ci stiamo, organizziamoci insieme, vi aspettiamo.
Lotta dura senza paura!

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