30/12/18

Tre volte discriminata perché donna, transgender e immigrata. La storia di Alessia, rimpatriata in Perù da questo regime fascista, sessista, omofobo e razzista



Da Nessuna persona è illegale

"Tre volte discriminata perché sono donna, transgender e immigrata"
"Fino ad ora le istituzioni non si sono mai realmente impegnate per dare corpo ai diritti, lasciandoli marcire sulla carta".
Solo qualche mese fa la nostra amica Alessia P. M. pronunciava queste frasi nel suo discorso dal palco del Pride di Milano a nome del nostro spezzone, Corpo ai Diritti (video: https://bit.ly/2MIqvXp).

Aveva partecipato attivamente all'organizzazione del corteo, con entusiasmo e grinta, e aveva voluto essere lei a prendere voce per tutte e tutti noi; temevamo fosse troppo esposta perché era senza permesso di soggiorno, ma davanti alla sua insistenza le precauzioni e le riserve si erano sciolte: e poi, quale luogo più sicuro e tutelato dalle istituzioni, simbolo della lotta per tutti i diritti civili contro ogni esclusione, del palco del Milano Pride?
Alessia ha dato corpo e voce alle rivendicazioni che da anni portiamo avanti: che le persone siano libere di fare progetti, di avere una vera possibilità, in questo come in altri paesi del mondo: la libertà di TRANSito che permette a ognuno e ognuna di noi di vivere, desiderare, agire su questa terra secondo le inclinazioni particolari che ci riconosciamo.
Qualche giorno fa la nostra voce è stata convocata presso il locale commissariato di polizia; aveva un ricorso già depositato contro il diniego di permesso di soggiorno e il foglio di via che aveva ricevuto, e così, sicura delle proprie ragioni, nel pomeriggio di giovedì 27 dicembre ci è andata, ma subito è stata trasportata in questura; ha fatto appena in tempo ad avvertirci con una brevissima telefonata, poi un lungo silenzio: sequestrato il cellulare, impediti i contatti con l'esterno.
Poi, alle sette del mattino del 28 dicembre, dopo una notte trascorsa in questura senza spiegazioni, le è stato detto che sarebbe stata condotta davanti ad un giudice poche ore dopo per l'esecuzione del rimpatrio; non le è stato concesso di contattare l'avvocata che seguiva la sua richiesta di permesso di soggiorno, che aveva tutti i documenti per dimostrare che l'espulsione era e continua a essere irragionevole; è stata deportata così, senza avere il tempo di salutare le tante persone che le sono state amiche in questi suoi anni italiani, sistemare la sua casa e i suoi affetti, scegliere che cosa portare con sé.
In volo fino a Roma, ammanettata, poi un altro volo verso Sao Paulo, poi Panama, un viaggio lunghissimo e doloroso. Da qualche ora Alessia è tornata in Perù: la violenza cieca del razzismo istituzionale si è abbattuta su di lei, su di noi, sulle decine di migliaia di persone che commosse avevano ascoltato le sue parole dal palco del Pride, dimostrando ancora una volta, caso mai ce ne fosse stato bisogno, quanto sia vuota una retorica che propaganda inclusività e buoni sentimenti senza affrontare le radici sociali, economiche e giuridiche della discriminazione e dell'ingiustizia.
Alessia è partita, ma continuerà a essere la nostra voce, a dare corpo ai diritti che le hanno negato. Noi ci investiremo della sua presenza, del coraggio e della fiesta che ci ha regalato.
Non avremo paura, non retrocederemo, non staremo buoni e non staremo buone, nemmeno un attimo in più.
E soprattutto non smetteremo di rivendicare sempre a gran voce e mai al ribasso un corpo ai diritti, diritti civili che senza diritti sociali non significano niente; diritti alla libertà di essere, di amare e di transitare chi, come e dove ci pare e piace; diritto alla dignità per tutte e tutti, alla possibilità di poter decidere sulle nostre vite, libere dal razzismo, dalla repressione, dall’omotransfobia e dall’esclusione sociale.

27/12/18

IL NOSTRO IMPEGNO E IL NOSTRO "AUGURIO" A SALVINI/DI MAIO - DA MFPR


FACCIAMO DEL 2019 L’ANNO DELLA RIVOLTA DELLE DONNE


 PER LE DONNE IL 2018 SI CHIUDE PEGGIO DI COME SIA INIZIATO

CONTINUANO, ANCHE SOTO LE FESTE NATALIZIE, VIOLENZA E MASSACRO DELLE DONNE SOPRATTUTTO NELLA “SACRA FAMIGLIA”

IL FEMMINICIDIO E LA VIOLENZA SULLE DONNE
SI DEVONO FERMARE,GOVERNO E SISTEMA BISOGNA ROVESCIARE!!!

Forse non tutti ricorderanno che il 2018 è cominciato con 4 femminicidi nel solo mese di gennaio, consumatisi in ambito familiare.  Ma  come si può purtroppo vedere, l’anno si conclude  ancora peggio,con l’uccisione di 3 donne in sole 24 ore, avvenuti nella giornata del 23 dicembre scorso, l’antivigilia di Natale,per mano di mariti, compagni,ed ex.

Le vittime: 1) Michela Fiori, quarant’anni, di Alghero, strangolata dal marito, dal quale si stava separando. La donna precedentemente si era e  rivolta ad un centro antiviolenza per denunciare i maltrattamenti subiti continuamente  dal consorte;  2) una donna di origine dominicana di 36 anni, residente a Scalea, è stata scaraventata dalla finestra del quarto piano dal convivente;  3)Francesca Petrolini, 53 anni, ammazzata -insieme al nuovo compagno-  a colpi di arma da fuoco dall’ex fidanzato, che la perseguitava e minacciava da tempo, tanto che la vittima aveva segnalato più volte l’accaduto alla polizia.

Inoltre, sempre nel medesimo giorno, nella provincia di Cosenza stava per essere commesso un altro femminicidio: un uomo di 63 anni ha cercato di strangolare la propria moglie con un filo elettrico, ma ha poi desistito grazie all’arrivo della figlioletta, che piangendo ha fermato il padre.

Dai dati Eures emerge che le donne uccise nei primi 10 mesi dell’anno sono state 106; uccisioni  avvenute per oltre il 72% dei casi,all’interno del  tanto osannato “focolare domestico”,  e nell’80% commessi da cittadini italiani.

Altresì, lo stesso Eures mette in rilievo come malgrado si sia registrata una riduzione totale del numero degli omicidi commessi in Italia  dall’1 gennaio al 31 ottobre 2018, l’incidenza delle donne uccise invece è cresciuta, infatti, i femminicidi  sono saliti al 37,6%, mentre nel  2017 sono stati il 34,8%.

A questa vera e propria strage ( peraltro annunciata, giacché  ultimo atto  di ripetute violenze fisiche e psicologiche subite e denunciate più volte, ma invano, dalle donne alle questure, prima di essere massacrate)  si aggiungono le violenze di ogni altro tipo, dallo stalking (8.414 denunce da gennaio ad agosto 2018) ai maltrattamenti in famiglia (10.204), alla violenza sessuale, i cui casi denunciati, sempre da gennaio ad agosto 2018, sono stati n. 2.977.

E’ sotto gli occhi di tutti il fatto che tutta questa barbarie -che vede donne uccise peraltro crudelmente:a coltellate, a fucilate, a pistolettate, a sprangate, a picconate, bruciate vive,soffocate, strangolate, impiccate, oltreché sfregiate con l’acido, massacrate di botte, segregate e stuprate orribilmente - sia divenuta oramai del tutto una tragica normalità.

Una tragica normalità alimentata ancor più dal governo NERO Lega /M5S,  che da quando è giunto al potere, come si è visto, ha attaccato ancor più l’insieme dei diritti delle donne, a cominciare dall’IVG, fino  lavoro,ai diritto di famiglia etc., santificando il  focolare domestico ed il ruolo subalterno delle femmine, inasprendo oltretutto la repressione contro le lavoratrici e le donne che osano ribellarsi allo stato di cose.

A fronte di tutto questo orrore e della crociata del nuovo esecutivo fascio-razzista-sessista di Salvini/Di Maio, -tesa ad opprimere e riportare indietro, al medioevo, l’altra metà del cielo - le solite passerelle, innocue,così come i compromessi e le riforme invocate dal femminismo borghese e piccolo borghese - da sempre al servizio del capitale e della reazione- rappresentato inconfutabilmente anche dalla direzione di NUM, sono deleterie poiché illusorie e fuorvianti da quella che è la causa fondamentale (il sistema capitalistico)  dell’oppressione e dell’infima condizione e posizione delle donne in questa merda di società,

L’inarrestabile lotta delle lavoratrici e delle donne, dal sud al nord, e la via via  crescente adesione allo SCIOPERO DELLE DONNE indetto a partire dal 2013 dallo SLAI cobas sc  e organizzato dal MFPR, nonché la partecipazione alle diverse manifestazioni nazionali come pure quelle dell’8 marzo e del 25 novembre scorsi, di alcune centinaia di migliaia di donne, tra cui parecchie lavoratrici, precarie, studentesse e giovani, mostrano, senza alcun dubbio, la necessità di trasformare radicalmente l’esistente, altro che riforme! Altro che rincorrere, come fa NUM, sindacati venduti, istituzionali e filo padronali, come pure cgil e fiom, che rifiutano, come del resto ci si aspettava, di proclamare lo SCIOPERO DELLE DONNE nonostante il doppio attacco, di stampo fascista, sferrato all’universo femminile dal nuovo governo. 

FACCIAMO DEL 2019 L’ANNO DELLA RIVOLTA DELLE DONNE, A COMINCIARE DA QUELLE PROLETARIE, LE PIU’ SFRUTTATE E OPPRESSE, E PERTANTO: FORZA PODEROSA DELLA RIVOLUZIONE!

MA QUALE COMPROMESSO,MA QUALI RIFORME, MA QUALE VOTAZIONE
L’UNICA VIA E’ PIU’ CHE MAI LA RIVOLUZIONE!

LOTTIAMO PER LA LIBERAZIONE, NON CI FA PAURA LA VOSTRA REPRESSIONE!
                                                                                                                 26.12.2018

Lavoratrici SLAI Cobas sc- Policlinico Palermo

25/12/18

Contro la violenza razzista ci vuole il coraggio delle donne - Una bella storia di solidarietà arriva dalle ragazze di Catania



Sedici ragazzine hanno difeso e aiutato un commerciante Cingalese aggredito da un gruppo di adolescenti catanesi e dopo averlo assistito hanno anche “fatto quadrato” per evitare che continuassero le vessazioni.

Sabato sera, poco prima della mezzanotte, nel centro di Catania scatta l'aggressione al venditore ambulante cingalese da parte di un gruppo di ragazzi catanesi. La bancarella viene ribaltata e il commerciante deriso. Testimone di ogni cosa è Ciccio Mannino, uno dei principali animatori culturali della città, componente del direttivo di Federculture. “Ho appena visto in via Etnea – racconta Mannino – un gruppo di ragazzine di 16 anni non solo aiutare a ricostruire il banchetto di un cingalese devastato da dei coetanei, ma addirittura fare quadrato attorno a lui, difendendo il suo banchetto e il suo diritto di stare in questa città”.

Continua Mannino: “Ho visto delle ragazzine di 16 anni dotate di pensiero critico e del coraggio di prendere una scomoda posizione”.

23/12/18

SOSTENIAMO LA MANIFESTAZIONE DELLE DONNE A PARIGI CONTRO L'ASSASSINIO DI SAKINE-ROJBIN-LEYLA



INFO MFPR
Appel à signatures
Manifestation 12 janvier 2019 Paris Gare du Nord, 10h30
 Triple féminicide : SAKINE-ROJBIN-LEYLA assassinées en 2013 à Paris
L’impunité doit cesser !
Le 9 janvier 2013, trois militantes et féministes kurdes, Sakine CANSIZ, Fidan DOGAN et Leyla SAYLEMEZ sont sauvagement exécutées en plein cœur de Paris dans les locaux du Centre d'information du Kurdistan par les services secrets turcs.
Notre colère et notre douleur sont intactes. Nous condamnons leur assassinat tout en renouvelant nos protestations contre les institutions françaises et les gouvernements successifs qui n’ont toujours pas agi pour que justice soit rendue alors que les auteurs et les commanditaires sont connus.
Depuis 6 ans, le peuple kurde et leurs ami(e)s se  battent pour que la vérité éclate et que le rôle joué par le gouvernement turc apparaisse au grand jour.  Le 17 décembre 2016,  la mort de l’assassin présumé empêche le  procès qui était prévu le 23 janvier 2017 d'avoir lieu devant la Cour d’assise. Ce
procès aurait dû avoir lieu bien avant si la justice française avait été plus diligente, si elle avait pris en compte le caractère politique de se crime et la gravite de l'état de santé de Güney, connu dès son arrestation. En différant la tenue de ce procès, la France a manqué une occasion cruciale de juger, enfin, un crime politique commis sur son territoire.
Cette attaque inhumaine à l’encontre des trois militantes et féministes kurdes, Sakine CANSIZ, Fidan DOGAN et Leyla SAYLEMEZ est une attaque contre le courage et l’existence de toutes les femmes. 
Nous savons que ce meurtre et l’impunité dont a bénéficié l’assassin et dont bénéficient toujours les commanditaires du crime sont des attaques contre le combat des femmes pour la liberté, l’égalité, la justice et la démocratie.
Nous savons que toutes les violences contre les  femmes sont politiques et idéologiques.
A travers Sakine, Rojbin et Leyla nous commémorons toutes les femmes qui ont été assassinées de Dulcie SEPTEMBER à Berta CACERES du Honduras, à Marielle FRANCO  d’Argentine par un ordre patriarcal à travers toutes sortes de violence masculine, de guerre, terreur étatique, d'occupation et d'exploitation.
C'est leur mémoire qui suscite notre volonté inébranlable de mettre fin au féminicide.
Nous lançons un appel à toutes les femmes à participer à la grande marche contre l impunité  et pour que justice soit enfin rendue à Sakine ,Rojbin et Leyla

Trois femmes, trois génération,3 militantes de la paix, assassinées à Paris, l’impunité ne doit pas triompher !
Féminicide, l'impunité doit cesser!!!


Les  premières signataires :  
Femmes Solidaires, Marche Mondiale des Femmes, Union des Femmes Socialistes (SKB)

PS : Le 9 janvier 2019  nous organisons une marche blanche pour commémorer la 6éme année de l'assassinat des féministes kurdes Sakine, Fidan et Leyla  à 12h30 au départ du 16 rue d'Enghien Paris 10 jusqu'au 147 rue de la Fayette( lieu du triple assassinat) où seront déposés des gerbes. Pour un rassemblement puissant  nous appelons toutes les femmes à participer à cette marche blanche pour rendre hommage et pour dire que l'impunité doit cesser !

Représentation Internationale du Mouvement des Femmes Kurdes
International Representation of the Kurdish Women´s Movement
Internationale Vertretung der Kurdischen Frauenbewegung