30/11/13

Si è uccisa a Roma Fakhra Younas, sfigurata dall’acido per gelosia

PER TUTTE LE DONNE UCCISE, CHE SI SONO SUICIDATE PERCHE' SFIGURATE DALLA GELOSIA-POSSESSO DEGLI UOMINI CHE ODIANO LE DONNE... RIBELLARSI E' UN DOVERE!
TUTTA LA NOSTRA VITA, LA SOCIETA' DEVONO CAMBIARE!
Le compagne dell'MFPR
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Si è uccisa a Roma Fakhra Younas, sfigurata dall’acido per gelosia


Fakhra Younas era fuggita dal Pakistan nel 2011. Raggiunse l’Italia per cercare serenità lontano dal marito, violento e geloso, che le aveva sfigurato il volto con l’acido. Ma alla fine il dolore ha avuto la meglio. Sabato scorso si è infatti lanciata dal sesto piano di una palazzina alla periferia di Roma. La donna, danzatrice di Karachi e icona dell’emancipazione femminile nel mondo islamico, aveva ricevuto ben 39 interventi di chirurgia plastica per tentare di ricostruire il proprio volto. Ma esteriorità a parte, Fakhra soffriva molto per il suo passato molto difficile, segnato prima dalla vita con la madre, una prostituta, e poi dalle violenze del marito. A tal punto che già per tre volte tentò il suicidio. Scelse di raccontare la sua storia nel libro autobiografico Il volto cancellato.  ”L’ho sentita per l’ultima volta due settimane fa e fisicamente stava bene, ma a volte le ferite interiori sono molto più difficili da curare e penso siano queste ad averla spinta a questo gesto”. Così ha commentato il professor Valerio Cervelli, il chirurgo plastico che l’ha operata 39 volte.

Sciopero delle donne a Reggio Calabria


REGGIO CALABRIA - A Reggio Calabria le associazioni femminili e non solo, le donne e gli uomini, amici, si sono organizzati nel "Coordinamento 25 novembre-Reggio Calabria" per intraprendere un percorso che non abbia termine il 26.
Per noi in Calabria, a Reggio Calabria non vuol dire solo "femminicidio". Come donne calabresi il primo stupro che riceviamo è quello della 'ndrangheta che ci uccide se ci ribelliamo, che ci vuole sottomesse, che avvelena per profitto, nel silenzio di amministratori conniventi, la nostra terra e ci ammazza con il loro consenso, che ha scippato il futuro ai nostri figli col clientelismo e la commistione con i luoghi del potere in tutti i campi, che incendia i luoghi di cultura e democrazia, che ci impedisce di essere libere. A Reggio il 25 novembre vorremmo che Piazza Italia si trasformasse in un luogo aperto, un luogo delle donne ...di tutti. Saremo lì per chiedere, anzi PRETENDERE che la nostra città e questo Paese diventino finalmente un posto PER DONNE e chiederemo alle cittadine e ai cittadini di sottoscrivere queste nostre richieste che verranno inviate agli organi competenti.
Noi SCIOPEREREMO perché: Vogliamo che si arresti il "femminicidio" per cui in Italia, ogni due giorni, una donna muore per mano di un uomo che, nella maggior parte dei casi, diceva di amarla. Vogliamo una legge VERA contro questa "strage di stato" e non il DL denominato contro il femminicidio che contiene norme repressive e paternalistiche e che non affronta il problema dal punto di vista culturale e sociale, vera radice del fenomeno.
Vogliamo dire basta al tentativo di svilire la legge 194, garanzia di tutela della salute e dell'autodeterminazione della donna. Vogliamo che si attuino, a tutti i livelli, politiche per l'occupazione femminile, perché, senza mezzi economici, è difficile sottrarsi alla violenza. Vogliamo siano potenziati e garantiti i servizi sociali perché tagliandoli si taglia la libertà delle donne che ne hanno ancora e quasi totalmente il carico. Vogliamo che si mettano in atto le politiche di conciliazione atte al riequilibrio dei ruoli. Vogliamo che la cultura della 'ndrangheta che zittisce ammazzando le donne ribelli possa essere sconfitta attraverso azioni che portino al cambiamento culturale e sociale. Vogliamo che i responsabili dell'avvelenamento della nostra terra che ci sta uccidendo rispondano dei loro crimini e che il territorio venga messo in sicurezza (NO CENTRALE CARBONE, NO RIGASSIFICATORE, NO INCENERITORE)
Vogliamo che anche localmente siano presi provvedimenti urgenti in merito a ciò che ci riguarda come donne e come cittadine. Queste sono le richieste immediate che rivolgiamo ai nostri amministratori: Che un bene di proprietà del Comune, Provincia o Regione, venga adibito a "Casa delle Donne", un luogo di incontro, riferimento e informazione per tutte le donne e che da esse venga gestito. Che le amministrazioni comunali, provinciali e regionali attivino le Consulte delle Donne riportando i temi al femminile al centro delle politiche pubbliche di questa comunità locale. Che l'Ente locale si costituisca parte civile in ogni processo di femminicidio, perché ogni donna uccisa è un'offesa all'intera società civile. Che venga calendarizzata, nella prima seduta utile della commissione, la legge regionale per la parità di accesso alle cariche elettive. Che vengano reperiti, (non dai tagli al capitolo dei servizi sociali, ma in altri capitoli di spese fonte di sprechi), i fondi per le giuste spettanze di chi ne ha diritto(oggi LSU e LPU... domani chi?).

NOI SCIOPEREREMO IL 25 NOVEMBRE, ma il nostro " scioperare" sarà permanente nel controllo e nell'azione. Le richieste delle donne non possono essere disattese: IL TEMPO E' FINITO! COORDINAMENTO 25 NOVEMBRE -- REGGIO CALABRIA

Altro stupro in India - denuncia del RDF



L’efferato episodio di violenza sessuale su una giovane donna giornalista di Tehelka da parte del suo caporedattore, Tarun Tejpal, al ThinkFest, evento organizzato dalla rivista a Goa e i fatti seguenti nelle ultime tre settimane hanno ancora una volta messo in primo piano sordida e radicata la realtà sociale del patriarcato e dei rapporti ineguali tra uomini e donne, che permettono e sostengono il predominio e l’abuso della forza nella nostra società. Il Fronte Democratrico Rivoluzionario condanna con la massima forza la violenza sessuale su questa giovane giornalista e chiede la punizione immediata del colpevole perché sia fatta giustizia...
Nel 1997... Furono istituite commissioni anti-molestie sessuali nei posti di lavoro e nelle istituzioni educative a cui poter presentare denuncia contro queste violazioni e molestie.
Quelle commissioni dovevano essere organismi obbligatori in queste istituzioni pubbliche, dirette da donne, con almeno la metà dei componenti donne. Nonostante questa sentenza storica, la violenza fisica e altre forme altrettanto ripugnanti di molestie sessuali in queste istituzioni sono continuate ininterrotte. In alcuni casi, le forme di questi abusi sono cambiate e le denuncie continuano a crescere, anche se questi organismi funzionano stentatamente o addirittura non esistono nella maggior parte delle istituzioni. Là dove sono state formate, è stato solo per effetto di lotte prolungate delle forze progressiste, e anche in questi casi, il più delle volte, si segnalano sabotaggi e boicottaggi, secondo l’arbitrio del corpo direttivo degli enti in questione.

L’incidente di Tehelka, dunque, non è né un episodio isolato né può sorprendere... L’incidente è avvenuto alla ThinkFest, evento aziendale sponsorizzato sostenuto da alcuni dei più grandi colossi minerari, come Essar e Tata Steel, noti per attività minerarie illegali in tutto il paese e finanziatori delle bande paramilitari illegali di Salwa Judum, da grandi aziende note per le appropriazioni delle terre, come il gruppo Adani, DLF, CocaCola, Unitech, dal fornitori di equipaggiamenti per il ministero della difesa, come la Pipavav, dai principali proprietari ed editori di media, da alcuni politici e ben noti dirigenti della società civile. Una manifestazione che si vantava di parlare a favore dei più poveri tra i poveri, ma che chiudeva le porte ai poveri con un biglietto di entrata inaccessibile...
Inoltre, queste stesse aziende sono notoriamente il gruppo di pressione che sta dietro la Operazione Green Hunt e le altre brutali operazioni di guerra e antisovversive eseguite dallo Stato indiano in cui centinaia di donne adivasi e dalit sono state violentate e uccise. Quando i fondatori di un’organizzazione come Tehelka proclamano apertamente gli stessi valori degli sponsor della manifestazione che ha organizzato, non deve sorprendere se in essa si perpetuano e difendano che gli stessi rapporti di potere diseguali uomo-donna e la stessa disuguaglianza...
Altrettanto deprecabile è la spettacolarizzazione dell’episodio fatta dai media, senza alcun senso di responsabilità, etica giornalistica e perfino sensibilità. Nel tentativo di aumentare i loro indici di ascolto, diverse case di media hanno diffuso dettagli espliciti della denuncia e altre informazioni sulla vittima fatte trapelare, a volte direttamente, dalla polizia di Goa... Questa esposizione irresponsabile non colpisce chi denuncia il caso, è un deterrente generale per le donne a denunciare le molestie.

Lo stupro continua ad essere usato come arma, come è stato durante gli scontri di Muzaffarnagar...
Questa violenza contro le donne riflette l'alleanza indissolubile tra la struttura patriarcale della società e i rapporti sociali ineguali, semi- feudali, semi-coloniali che la sostengono. Le diverse parte della macchina statale operano attivamente per rafforzare questa realtà sociale, mentre contrastano e reprimono tutte le lotte per la democrazia e giustizia di genere...

Fronte Democratico Rivoluzionario - India

28/11/13

Si vuole uccidere ancora Carmela? Contro gli uomini, le istituzioni, lo stato che odiano le donne

Capace di intendere, ma non di volere uccidere!

La perizia emessa oggi dagli esperti sul femminicida Samuele Caruso, l'assassino della giovane studentessa palermitana Carmela Petrucci, uccisa nel portone di casa per difendere la sorella dalla furia dell' ex fidanzato che  la voleva ammazzare, che "esprime il vizio parziale di mente, la mancanza di un'aggravante fondamentale e la pericolosità sociale sinonimi di sconti consistenti e di possibile condanna a scontare una parte della pena in ospedale psichiatrico..." è ancora un vergognoso attacco nei confronti della giovane Carmela, di tutte le donne uccise nel nostro paese,, ma anche per la la maggioranza delle donne in generale.

Ancora una volta si vuole far passare chi uccide le donne, chi le violenta, chi le offende, come un individuo squilibrato "parzialmente in questo caso?!, deviando dalle vere cause  del femminicidio: gli uomini che stuprano e uccidono le donne sono uomini che odiano le donne! uomini che introiettando tutto l’humus maschilista e reazionario che si diffonde a livello di massa nel terreno sociale de di questa società capitalista che fa della doppia oppressione e subalternità della maggioranza delle donne una delle sue basi, uccidono perché non possono accettare che la "propria" donna decida liberamente per sè, decida di troncare un rapporto, di mettere fine ad una relazione, decida e agisca autonomamente.

Uomini che odiano le donne , ma anche istituzioni che odiano le donne in questa società, la giustizia di questo Stato borghese che ancora una volta è contro la vittima, contro le donne uccise, le loro famiglie…  ed è chiaro anche in questo caso come le leggi di questo Stato borghese rimangono sulla carta, il governo Letta/Alfano approva un decreto sui femminicidi che tra i vari punti contempla quello delle pene più severe e poi nei fatti si fa in modo che queste pene siano ridotte con tutte le attenuanti del caso possibili  

Il 25 novembre nello sciopero delle donne anche a Palermo durante il combattivo corteo di donne in città, ricordando Carmela e le tante, troppe!, donne uccise,  abbiamo ribadito con forza che dinanzi a tutto questo sempre più necessaria è la ribellione, la lotta  e mobilitazione diretta delle donne… questo sciopero delle donne che ha visto tante e tante donne, lavoratrici, operaie, precarie, studentesse protestare e manifestare in tante città, dal Nord al Sud del paese, è stato un importante passo che si deve consolidare in un percorso che ci deve vedere sempre più protagoniste e in prima linea nel sentiero di lotta contro  femminicidi, stupri e tutta la condizione di doppia oppressione e sfruttamento che questa società vuole imporre alla maggioranza delle donne nel nostro paese.

 Per Carmela e per tutte le donne uccise, stuprate e offese

NON CI FERMEREMO!

Mfpr Palermo

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Omicidio di Carmela Petrucci, Caruso potrebbe evitare l’ergastolo

    Gli esperti hanno stabilito che l'imputato quando aggredì a coltellate le due ragazzine, era capace di intendere ma non di volere. Questa circostanza, unita al rito abbreviato, potrebbero portare a una pena sotto i vent'anni
    Redazione28 Novembre 2013
    
    Samuele Caruso
    Samuele Caruso

    Potrebbe non scontare l’ergastolo Samuele Caruso, il giovane che il 19 ottobre del 2012 in via Uditore uccise Carmela Petrucci e ferì la sorella Lucia. Nonostante abbia confessato il delitto, gli esperti nominati dal giudice Daniela Cardamone hanno stabilito che l'imputato, 23 anni, quando aggredì a coltellate le due ragazzine, "era capace di intendere ma non di volere, in quanto la sua volontà era dominata da pensieri paranoici ed era in vigore la parte impulsiva, esplosiva della sua personalità".

    Anche se ad essere assassinata fu la diciassettenne Carmela, il vero obiettivo dell’assassino era la sorella nonché ex fidanzata Lucia, 18 anni. Secondo i periti capiva, ma la sua capacità era grandemente scemata.Insomma mancherebbe la premeditazione. La perizia dello psichiatra Alfonso Accursio e della psicologa Giovanna Manna esprime il vizio parziale di mente, la mancanza di un'aggravante fondamentale e la pericolosità sociale, sinonimi di sconti consistenti e di possibile condanna a scontare una parte della pena in ospedale psichiatrico. Circostanze che, unite al rito abbreviato scelto dall'imputato, potrebbero portare a una pena sotto i vent'anni. L'ultima parola toccherà al Gup Cardamone.

    Annuncio promozionale

Il Manifesto e il suo vergognoso silenzio

Mentre continuano ad arrivare le notizie dirette sullo sciopero delle donne e le altre iniziative del 25 novembre città x città; notizie ancora molto al di sotto della effettiva estensione, peso che ha avuto lo sciopero delle donne, in cui le realtà più sorprendenti e che “pesano” sono state soprattutto quelle delle operaie delle fabbriche (vedi a Bergamo, a Bologna, ecc.), delle lavoratrici, precarie che rischiano di più (vedi L’Aquila, Palermo, Milano, Taranto, ecc. ecc.), insieme a “zone di esplosione” delle studentesse; (le stiamo raccogliendo per preparare un dossier – quindi chi non ha ancora mandato notizie sul 25, lo facesse); mentre da queste notizie si conferma che la vera novità, storica per il nostro paese, e non solo, è questo sciopero delle donne che intreccia le ragioni di lotta di classe e di genere, una “mistura” che può diventare effettivamente pericolosa per gli uomini, governo, Stato, padroni che odiano le donne, che ha lanciato un forte segnale/”sfida”; mentre le tante belle mobilitazioni del 25 novembre intorno allo sciopero delle donne hanno gridato con forza l’ORGOGLIO delle donne, che non hanno lasciato che le femministe da ceto politico, sindacale, le rappresentanti istituzionali parlassero in pace per loro, o peggio ancora, che gli uomini parlassero “sulle donne”;
proprio il 25 novembre è uscita una bruttissima pagina del giornale Il Manifesto. Certo, non ci aspettavamo gran chè da un giornale che anche nei giorni precedenti ha taciuto, bucando anche giornalisticamente, sullo “sciopero delle donne”, ma il 25 ha superato, nel peggio, sè stesso. Sul trafiletto sula lotta contro i femminicidi ha dato la parola alle istituzionali, dall’assessore regionale della Lombardia, Viviana Beccalossi, all’europarlamentare Silvia Costa, passando per una valorizzazione del decreto sul femminicidio e finendo ai costi che la violenza sulle donne comporta per lo Stato… Una vera indecenza. Nessuna informazione, nessun rigo sulla lotta delle donne, Ma il peggio deve ancora arrivare. Il paginone (pag. 5),  intitolato “amore violento” a chi dà la parola il giorno 25 novembre? A due uomini!: ad un intervento dell’associazione Maschileplurale e ad Antonio Bevere su “le nuove garanzie nella cornice europea”. Ora, al di là del merito di questi due interventi/articoli – non è questo il problema – questo giornale ha fatto peggio di tanti altri giornali che non si danno targhette di “sinistra”. C’erano tanti altri giorni, prima, dopo il 25, per dare – anche – la parola sui femminicidi, violenze contro le donne agli uomini. Ma proprio il 25, NO!! E chiaramente non può essere considerata una “scivolata” non voluta, ma evidentemente una scelta.
Invitiamo le compagne, lavoratrici, ragazze di Roma a fare una “visita” alla redazione de Il Manifesto.

27/11/13

Sciopero delle donne a Milano

A Milano un lungo presidio- dalla mattina sino al primo pomeriggio- davanti a Palazzo Marino.  punto di riferimento per le donne, lavoratrici che hanno scioperato “portiamo la nostra doppia ragione di lotta”, avevamo detto alla vigilia dello sciopero.

 Lavoratrici delle cooperative, della scuola, poste, sanità, ma anche la lotta per il diritto alla casa, in un bel clima di solidarietà, lotta, determinazione, ma soprattutto è emersa fortemente la consapevolezza che questo sciopero è stato diverso, di rottura e, oggettivamente, cambia e ha cambiato lo scenario abituale, ha posto la necessità della lotta a tutto campo contro violenze, femminicidi, ma contro tutta la condizione delle donne.

“A casa non ci torniamo” perché vogliamo cambiare tutta la vita.



Le ragioni stanno nella precarietà del lavoro, nelle condizioni sempre più opprimenti di chi un lavoro ce l’ha, nella schiavitù, per le donne, nella famiglia.

Un presidio a cui hanno partecipato anche lavoratrici arrivate dall’hinterland- pur nell’oggettivo oscuramento dei mass media che hanno dato grande risalto alle iniziative istituzionali e\o di testimonianza- perché ha rappresentato un punto di reale organizzazione della lotta delle donne.

Decine le donne che si sono fermate al banchetto, molte hanno lasciato i contatti per organizzare le prossime iniziative, molte le turiste incuriosite che hanno chiesto. Contente di sapere di questo importante sciopero delle donne. Centinaia i volantini distribuiti, Interventi al megafono hanno animato il presidio.



“Contro governi, istituzioni che odiano le donne”: mentre organizzano iniziative di facciata “pro-donne” promuovono “fatti” che contribuiscono ad alimentare l’humus maschilista, le concezioni contro le donne: proprio alla vigilia del 25 novembre il Comune di Milano decide di assegnare l’ ambrogino  alla presidente del CAV.

Prima della chiusura del presidio una delegazione si è recata dalla consigliera Sonego per invitarla a venire al presidio per ricevere la piattaforma dello sciopero. Perché non è che l’inizio! Questa, in sintesi,  la parola d'ordine emersa

Le compagne del mfpr - Milano

26/11/13

25 NOVEMBRE "CALDO" A TARANTO













Ieri le lavoratrici, le studentesse, tante donne, disoccupate, casalinghe, anche artiste hanno preso, con tutta la loro carica, ribellione, forza, la scena di Taranto, con, per la prima volta, lo sciopero delle donne!
Hanno iniziato le lavoratrici, in primo luogo quelle più sfruttate e offese da lavori che non si possono neanche chiamare tali, le lavoratrici delle pulizie, degli asili; poi nella mattinata hanno portato tutto il vento fresco delle loro ribellione e voglia di lottare le studentesse, dell'Ist. professionale Cabrini che in maggioranza hanno fatto lo sciopero, poi tantissime ragazze del Magistrale Vittorino da Feltre sfidando l'intimidazione “del compito in classe”, del liceo Aristosseno, del liceo Battaglini, dell'Ist. di ragioneria Pitagora dove normalmente non riescono gli scioperi generali, ma anche la novità delle studentesse Universitarie, come le ragazze di Giurisprudenza (e siamo ancora in attesa di altre notizie dalle scuole).
La mobilitazione dello sciopero è iniziata alle 7,30, in cui compagne del mfpr, lavoratrici delle pulizie in sciopero hanno fatto un “giro” davanti alle 2 scuole principali Vittorino e Cabrini, per dire uniamoci nello sciopero delle donne, ci ammazzano, ci negano il futuro, ma come dissero le ragazze di Brindisi nel corteo per la morte di Melissa “Noi non abbiamo paura”, noi ci ribelliamo, vogliamo fare una rivoluzione che cambi il cielo e la terra.
La combattività delle donne, lavoratrici, studentesse ha sbaragliato le grigie donne (poche) uomini (in maggioranza) del PD che si erano inventati un volantinaggio per il 25 novembre davanti al Cabrini, ma in realtà per sfruttare il 25 per parlare delle primarie... che miseria, che ipocrisia...

Poi tutte, lavoratrici, disoccupate, studentesse, ci siamo trovate in più di un centinaio in piazza Immacolata. Qui la prima questione è stata: noi oggi, insieme a tante altre donne, ragazze a livello nazionale, in tante città (proprio allora arrivava da Bergamo le notizie di altre operaie metalmeccaniche in sciopero), stiamo facendo un fatto nuovo, storico, di rottura, che vuole pesare su padroni, istituzioni, governo, e lancia un forte “Attenti!” agli uomini che odiano le donne”- “noi non vi lasceremo più in pace!”. Ora dobbiamo continuare, sulla piattaforma dello sciopero delle donne, e nelle scuole su obiettivi decisi dalle studentesse, facendo in prima persona anche una battaglia sul fronte culturale, ideologico perchè ora si può fare con le ragazze in lotta; fuori dalla lotta è delega, rituale di un giorno e noia...
Per questo in piazza oltre agli interventi, si è cominciato a costruire una rete, con decine, decine di donne, ragazze soprattutto che facevano la “fila” al tavolino per dare i loro riferimenti.
Le lavoratrici hanno denunciato le condizioni di estrema precarietà di vita e di lavoro, la mancanza di lavoro, di case, ecc. che nega alle donne la possibilità di indipendenza. Questo è anche violenza ed è alla base e alimenta la condizione di oppressione, i femminicidi sulle donne. E di questo sono complici le istituzioni, il Comune di Taranto che da un lato parla di “azioni di sostegno e sensibilizzazione” contro le violenze sulle donne, dall'altro le “ammazza” negando case, contratti dignitosi negli appalti. Le donne disoccupate hanno denunciato come in questa città per sperare in un lavoro bisogna essere “criminali” perchè i padroni delle cooperative ricevono finanziamenti da questo tipo di assunzioni...
Con questo spirito poi una delegazione di lavoratrici/disoccupate è andata in prefettura, dove rompendo gli schemi burocratici, abbiamo fatto una forte denuncia su un prefetto “mezze maniche”, che non fa nulla in una città in cui le donne sono inquinate, disoccupate, maltrattate, e pure muoiono o ammazzate dai Riva o dagli uomini...

La sera, nonostante il tempo inclemente, tutto il pavimento della piazza si è letteralmente riempito di decine di striscioni, di una bella mostra artistica di forte impatto visivo sulla violenza contro le donne, e di tantissimi pannelli che descrivevano tutti gli aspetti di doppio sfruttamento e oppressione delle donne. Poi tanta musica. Anche questa volta almeno un centinaio di donne ha partecipato, ognuna portando altre; alcune erano venute dal mattino, ma tantissime sono venute in serata, come le donne che da tempo lottano per il diritto alla casa, come compagne, democratiche, ecc.; anche vari uomini, tra cui operai dell'Ilva, della Pasquinelli, giovani, ecc., per dire “avete ragione”, “vogliamo sostenere la vostra battaglia”, e alcuni dimostrandolo già con un “appoggio tecnico” in piazza.
Una piazza che nonostante l'improvviso freddo e vento era “calda”. Mentre a poche centinaia di metri si teneva una “fredda” assemblea paraistituzionale, con consigliera parità, Pd, burocrate della Cgil, “esperti” che si vanno soldi in televisione sulle uccisioni delle donne, sul fare a Taranto una “casa delle donne” - di fatto non “delle” ma “sulle” povere donne-vittime; una riunione in cui l'80% degli interventi erano di uomini...
Ma tornando alla bella piazza Immacolata, molta attenzione verso la mostra e anche in serata si è continuato a tessere la “rete” con le donne venute, entusiaste che vogliono continuare. Pure in serata vari interventi, in particolare una compagna del quartiere Paolo VI che ha letto sue e di altre donne riflessioni sui vari aspetti delle mille violenze contro le donne; una lavoratrice che ha raccontato la recente lotta delle pulizie con blocco del ponte, occupazione del Comune in cui le donne sono l'anima più ribelle e decisa.
Un momento significativo e toccante è stato l'intervento dell'attrice Monica Corallo che prima ha letto un pezzo dal libro di Serena Dandini “Ferite a morte” e poi un passo del lavoro teatrale “I monologhi della vagina”.
Quindi la serata si è conclusa in bellezza con dei video di lotta. Infine torte, anche queste in tema: una che riportava l'immagine dell'operaia “We Can Do It” e “sciopero delle donne”, l'altra con su scritto “MFPR”.


Le compagne del MFPR - Taranto

Sciopero delle donne anche a Palermo... un corteo combattivo e ribelle

Oggi 25 novembre 200 donne, tra combattive lavoratrici della scuola, del Comune, del Policlinico, precarie delle Coop Sociali dello Slai Cobas per il s.c., ma anche disoccupate, casalinghe, pensionate e tante studentesse e giovani ribelli sono scese in piazza e hanno dato vita anche a Palermo al primo sciopero nazionale delle donne indetto per la prima volta in Italia contro femminicidi, stupri, violenza, doppia oppressione, doppio sfruttamento...!



Il primo commento "a caldo" che a noi donne, compagne dell'Mfpr viene è quello di una giornata di lotta entusiasmante e carica di significato: la giornata ha avuto inizio alle 9,30 in centro città con il concentramento di numerosissime donne (e non solo, presente anche una folta delegazione di lavoratori, tra cui anche alcuni operai della ex Fiat di Termini Imerese che hanno solidarizzato ma che durante il corteo hanno accompagnato il corteo di donne ai lati della strada, così anche la presenza di diversi studenti) che poi sono partite in un corteo bello, combattivo, determinato, arricchito dalla fresca ribellione delle numerose studentesse di diverse scuole di Palermo in questi giorni occupate o in autogestione, dalla combattiva presenza delle compagne del Collettivo Anillo de Fuego...


Un colpo d'occhio con i tanti striscioni rossi, cartelli, pannelli, bandiere... che ha raggiunto punti importanti della città come i palazzi del potere, il Comune ed infine la Prefettura.


Molti slogan scanditi: "moderno medioevo, doppia oppressione, donne in lotta per la rivoluzione", "per ogni donna uccisa stuprata e offesa siamo tutte parte lesa", "femminicidi, violenza sessuale, è questo il sistema del capitale, "guai, guai a chi ci tocca ci difenderemo con la lotta" , per i femminicidi non basta il lutto pagherete caro pagherete tutto, "sempre più donne violentate, siamo sempre più incazzate, "contro la doppia oppressione sempre più necessaria è la  rivoluzione", "disoccupazione, miseria  e carovita con questi governi facciamola finita" e tanti altri e poi ripetutamente "sciopero, sciopero delle donne",  per dare il senso di come la lotta delle donne è una lotta complessiva, a 360 gradi, di come lo sciopero delle donne partendo dalla questione della violenza e femminicidi, il frutto più barbaro di qiesta società capitalista si deve estendere a tutta la condizione di vita delle donne in cui emerge sempre l'intreccio della questione di classe e  della questione di genere.




Il corteo, che doveva avere un tragitto differente secondo le prescrizioni della questura - non saremmo dovute passare dal palazzo del Comune in cui si doveva svolgere un convegno istituzionale proprio sulla violenza sulle donne che "non poteva essere messo a rischio dalla protesta delle donne", nonostante le minacce di denuncia ad una delle compagne organizzatrici del corteo, ha rifiutato il divieto ponendo la necessità di dovere andare sotto i palazzi per denunciare con forza l'ipocrisia di chi ci governa che dietro alla facciate ipocrite di convegni al chiuso sulla violenza sulle donne poi concretamente nella vita di tutti  giorni violenta le donne con tutte le politiche contro la condizione di vita delle donne,  e ha raggiunto, quindi, il Comune e lì le donne hanno megafonato le ragioni della lotta contro i palazzi istituzionali: i tagli pesanti ai servizi sociali, sanitari, alle scuole, agli asili nido, ai centri antiviolenza pubblici... che costringono le donne a trasformarsi in ammortizzatori sociali in carne e ossa che suppliscono alle inadempienze dei governi e dello Stato,  che si traducono in ulteriore oppressione per le donne, per le madri lavoratrici che sono così costrette a dover abbandonare il proprio posto di lavoro per tornare dentro le mura domestiche e svolgere il ruolo di casalinghe, di donne "invisibili" che lavorano quanto e più degli altri ma a cui non viene riconosciuto il doppio lavoro, che spargono humus reazionario contro le donne per le quali devono esistere solo determinati ruoli in questa società, un humus che si diffonde inevitabilmente a a livello di massa con le nefaste conseguenze che diventa "anche normale" uccidere una donna se si ribella in famiglia, al ruolo che le viene imposto.

NOI NON CI STIAMO! è stato detto a gran voce...







Molti gli interventi al megafono, in cui abbiamo spiegato le ragioni della doppia oppressione, della necessità della lotta diretta delle donne  senza alcuna logica di delega a governi e istituzioni borghesi o a sindacati collusi, venduti ai padroni,  a personaggi come la Camusso che sono contro la maggioranza delle donne,  che dietro le false parole di adesione allo sciopero non ha indetto lo sciopero nei posti di lavoro neanche per 15 minuti,  contro questo sistema che produce sessimo, femminicidi e violenza;










sono state ricordate le tante donne  uccise e vittime di stupri e violenza "siete nel nostro cuore e scioperiamo anche per voi", un pensiero particolare andato anche a tutte le donne  immigrate che subiscono stupri  durante i drammtaici viaggi in fuga dai loro paesi martoriati dalle guerre imperialiste verso l'Italia... così come un messaggio di forte solidarietà è stato mandato  alle tante donne in lotta del movimento No Tav e No Muos denunciando la violenza dello Stato di polizia di questo paese che sulle donne in lotta è doppia... un forte saluto è stato lanciato alla lotta delle donne a livello internazionale contro violenza e oppressione

Una studentessa dell'Mfpr al megafono ha ricordato che non c'è futuro per le tante giovani che, come lei, dopo avere studiato anche con sacrifici economici  e non solo non hanno ancora un lavoro  per portare a termine i propri studi e che, anche questo, significa doppia oppressione per le giovani donne che sono costrette a vivere ancora sulle spalle delle famiglie, già appesantite dal costo della crisi che tutte le masse proletarie subiscono quotidianamente.


"NON CI AVRETE COME VOLETE VOI" si è levato più e più volte il grido ribelle delle tante giovani del corteo.

Un uomo ha voluto per forza parlare al megafono per dire che in quanto uomo si vergognava di quello che accade ogni giorno alle donne, di tutte le uccisioni e violenze, e rivolegndosi al il corteo ha detto  "BRAVE"  a tutte le donne grandi e piccole presenti.

Durante il corteo abbiamo ricevuto tanta solidarietà e condivisione, dalle commesse dei negozi alcune delle quali sono uscite dai negozi, hanno preso i volantini con l'appello dello sciopero delle donne e hanno applaudito il corteo, una di loro che ha detto di condividere pienamente le ragioni della lotta ci ha pregato di non fotografarla "perchè se no il datore di lavoro mi crea problemi", alcune donne delle pulizie immigrate si sono affacciate dai balcini di Via Roma e hanno applaudito il corteo e ballato sulla musica " che li lamebti, ma che li lamneti, pigghia lu bastuni e tira fora li denti" cantato dalle manifestanti...


ABBIAMO SALUTATO CON GIOIA TUTTE LE INIZIATIVE IN CORSO NELLA GIORNATA DELLO SCIOPERO DELLE DONNE  NELLE ALTRE CITTA' DAL NORD AL SUD CON PROTAGONISTE TANTE ALTRE LAVORATRICI, PRECARIE, OPERAIE DI FABBRICA, DISOCCUPATE, IMMIGRATE, STUDENTESSE,,,





Giunte al termine della manifestazione  in Prefettura una delegazione di lavoratrici, precarie e una giovane disoccupate hanno portato la piattaforma "cosa vogliamo e cosa non vogliamo" dello sciopero delle donne al Prefetto parlando a nome di tutte le donne, e le istanze delle lotta delle lavoratrici e precarie dello Slai Cobas per il s.c.
Dopo una breve pausa, la giornata è continuata per alcune ore nel pomeriggio dove compagne del mfpr a alcune lavoaratrici dello Slai Cobas s.c. hanno fatto un volantinaggio con pannelli/mostra a piazza verdi in cui sono stati  diffusi nonstante la pioggia tanti volantini mentre diverse canzoni di lotta delle donne venivano trasmesse dall'altoparlante.
Al sit-in una compagna dell'Mfpr ha espresso solidarietà alle donne vittime di violenza in tutto il mondo, in particolare alle donne indiane con l'intento di creare un "ponte" tra noi e loro, tra la nostra lotta e la loro lotta in cui partecipano attivamente ed in prima fila nella guerra popolare contro il governo indiano ed il sistema che produce stupri e femminicidi anche come arma di repressione.


  IL 25 novembre, giornata dello sciopero delle donne, ha avuto un esito più che positivo sia per i numeri , non scontati, che per la reazione positiva delle tante donne  della città verso il messaggio e contenuti degli appelli " anche io sciopero oggi , e tu?", questo fa comprendere come tra le donne cresca il bi-sogno della ribellione e lotta che è necessaria a livello complessivo perchè "tutta la nostra vita deve cambiare!"

Viva lo sciopero delle donne!

le compagne Mfpr palermo






25/11/13

25 novembre a L'Aquila

A L'Aquila le lavoratrici del Brico io si sono "tinte" di rosso, hanno appeso striscioni e drappi rossi fuori dal negozio, cartelli rossi nei reparti, dove ognuna ha scritto la sua. Abbiamo messo spillette con su scritto "sciopero delle donne, contro femminicidi e stupri tutta la vita deve cambiare" e distribuito alle clienti (purtroppo molto poche in realtà), volantini con la piattaforma dello sciopero delle donne. Alle h 10:00, 12:00 e 16:00 è stato letto un breve comunicato (in allegato sotto), riscuotendo, con nostra sorpresa, rispetto e attenzione da parte dei colleghi maschi. Quel comunicato è stato inviato al centro (giornale locale) per la pubblicazione. Vedremo domani se lo pubblicheranno:

"Giornata mondiale contro la violenza sulle donne
Le lavoratrici del brico io di L’Aquila aderiscono allo sciopero delle donne indetto per il 25 novembre 2013 contro femminicidi e stupri. Il nostro sarà uno sciopero simbolico, ma si tingerà di rosso come in tutta Italia. Rosso come il sangue e il dolore delle donne uccise e violentate dagli uomini che odiano le donne, ma anche come il colore della passione e della lotta.
In questa giornata inoltre, a 8 anni dalla morte di 4 operai uccisi nel rogo dell’Umbria olii, vogliamo ricordare alle donne che ancora si battono per avere giustizia per i loro cari caduti sul lavoro, che non sono sole. Noi scioperiamo anche per ricordare il loro dolore
… Immaginate un giorno senza le donne e forse imparerete a rispettarle!"

24/11/13

Comunicato delle Lavoratrici SLAI Cobas per il sindacato di classe –Policlinico- Palermo

E’ORA, E’ ORA DI LOTTARE,
LA FURIA DELLE DONNE BISOGNA SCATENARE!!!

Domani, 25 novembre 2013,
sarà  un grande e storico giorno per le donne, e non solo…

Un passo decisamente importante, che traccia un sentiero luminoso…  nella lotta di classe e di genere nel nostro Paese,
che vede le donne, a cominciare da quelle proletarie, come
 forza poderosa e trainante della rivoluzione!

Finalmente domani avrà luogo lo SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DELLE DONNE, contro il femminicidio, gli stupri, l’oppressione familiare e sociale delle donne, ma anche contro  l’attacco all’insieme delle loro condizioni di vita e di lavoro, da parte di Stato, governi, padroni, partiti, Chiesa, sindacati di regime.  
Sciopero proclamato dallo SLAI Cobas per il sindacato di classe, a cui sono state chiamate operaie, lavoratrici/precarie/disoccupate/studentesse/giovani/pensionate, organizzazioni femministe e rivoluzionarie, sindacati di base, cgil e fiom.
Al di là dei numeri, delle donne che vi parteciperanno, non vi è alcun dubbio che si tratti di  un evento storico,  che parte dalle donne,  ma che  riguarda tutti e tutto.  Si tratta di uno SCIOPERO POLITICO, perché mette in discussione l’intera società,  il sistema  in cui ci costringono a “vivere”, che alimenta la cultura dello stupro e della violenza sulle donne, considerate essenzialmente incubatrici, oggetto di piacere sessuale e proprietà degli uomini. Un sistema  che è la causa di fondo, strutturale, del clima sociale e ideologico da MODERNO MEDIOEVO, in cui maturano femminicidi e violenza di ogni genere, sessuale, fisica, psicologica, morale, contro l’universo femminile.
Uno SCIOPERO TOTALE DELLE DONNE che mette in discussione Stato, governi,padroni,  partiti, Chiesa, sindacati di regime, tutti direttamente complici dello stato di cose presenti, del  massacro e della doppia oppressione delle donne, così come del peggioramento della loro intera condizione. Uno SCIOPERO che mette in discussione finanche i rapporti sociali, familiari, le relazioni uomo-donna, che indica e pone la necessità del rovesciamento del sistema, della società, perché TUTTA LA VITA DEVE CAMBIARE!

Si tratta di un segnale forte e dirompente, di rottura, anche contro l’ideologia e la pratica delle femministe borghesi e piccolo borghesi, delle “filosofe”aduse alle elucubrazioni mentali; di quei movimenti e organizzazioni di donne, che se la cantano e suonano da sole, che riducono la loro attività alla lettura di poesie scritte dalle donne;  di donne  che passano il loro tempo tra un convegno e l’altro,  tra una riunione e l’altra con le istituzioni; di quelle donne in carriera, all’interno e fuori dai partiti istituzionali e nei sindacati confederali, che  in tutti questi anni hanno continuato a farsi i fatti loro, a coltivare il proprio orticello, sostenendo Stato, governi, partiti, della macelleria sociale -che ha colpito soprattutto e doppiamente le donne-  pur di continuare a mantenere il proprio posto al sole. Donne che si sono ben guardate, a cominciare dalla Camusso, dall’aderire, appoggiare e sostenere lo SCIOPERO DELLE DONNE.
Questo fatto dimostra ancora una volta, come, purtroppo,  non tutte le donne hanno gli stessi interessi; come giustamente affermava Mariategui, “ Le donne, come gli uomini, sono reazionarie, centriste e rivoluzionarie. Non possono, di conseguenza, combattere la stessa battaglia. Attualmente nel panorama umano, la classe distingue più che il sesso”.  
Queste donne, a partire proprio dalla Camusso, che dirige un’O.S., sempre più filoistituzionale e filopadronale, e che oramai da decenni svende  diritti e dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, rendendoli subalternie/subalterni ai profitti padronali ed aziendali, sono DELETEIE E REAZIONARIE. Queste “egregie signore”, anziché SCATENARE  LA FURIA E LA RIBELLIONE DELLE DONNE, delle lavoratrici, cercano di frenarle, di imbrigliarle, raccontando loro la vecchia e putrida favola di possibili soluzioni all’interno di questo stesso barbaro sistema, di possibili riconoscimenti da parte di questo Stato, che per sua natura, non può dare.
Queste donne, così come gli uomini reazionari, sono da ostacolo e pertanto vanno spazzate via dalla faccia della terra. La lotta per la liberazione e l’autodeterminazione delle donne non può fare sconti a nessuno e a nessuna!
Non può fare sconti neppure a quelle femministe del movimento delle donne, che si lamentano, si lamentano,  ma che poi, invece di favorire e partecipare allo SCIOPERO DELLE DONNE, nei fatti, stanno cercando di boicottarlo.
Non può fare sconti nemmeno a quelle organizzazioni sindacali di base che cercano di ostacolare la partecipazione delle lavoratrici a questo importante evento storico.
E non può fare sconti di certo  alle organizzazioni rivoluzionarie e comuniste, che preferiscono continuare a vedere le compagne solo come “angeli del ciclostile”, considerando la questione femminile e la lotta delle donne per la loro liberazione, un’appendice della lotta di classe, così come negli anni ’70. 
Se l’acuirsi della lotta di classe negli anni ’60 e ’70, ha dato un maggiore impulso allo sviluppo del movimento femminista e delle donne, l’avanzata del MODERNO FASCISMO dell’ultimo ventennio, e l’acutizzarsi della crisi in corso,che hanno portato ad un MODERNO MEDIOEVO, ad una guerra costante contro di esse, hanno posto le basi per una lotta a tutto campo, a 360 gradi delle donne, e richiedono non solo la rivoluzione, il rovesciamento del sistema, ma anche la rivoluzione nella rivoluzione, per trasformare radicalmente la società e i rapporti umani, le relazioni familiari e uomo/donna.
Le lotte delle operaie, delle lavoratrici, delle precarie, delle disoccupate, delle studentesse, delle giovani, dal sud al nord del Paese, soprattutto in questi ultimi anni, le importanti lotte portate avanti dalle lavoratrici/precarie/disoccupate, dello SLAI Cobas per il sindacato di classe, anche in questo mese di preparazione dello sciopero,  e delle compagne e giovani del MFPR, ultime quella del 6 luglio e del 18 e 19 ottobre, a Roma, nonché le tante adesioni allo SCIOPERO DELLE DONNE di operaie di fabbriche, di lavoratrici della sanità, della scuola, del comune, di precarie, di disoccupate, di studentesse, di giovani, di casalinghe, ma anche di giornaliste e avvocatesse,  di tante città d’Italia, sono indice che “la misura è colma”e  che NON SI PUO’ CONTINUARE A FAR FINTA DI NIENTE,  NON SI PUO’ CONTINUARE A NON FAR NIENTE!
Compagne, lavoratrici, precarie,disoccupate, studentesse, giovani, pensionate, è giunta l’ora di fare sentire tutte insieme forte la nostra voce, di prendere il bastone e tirare fuoti i denti… 
                 
CHE LA FESTA COMINCI….

Contro il massacro,  gli stupri e la violenza fisica, psicologica e morale contro le donne!
Contro stato, padroni, governi, che odiano le donne e che ci tolgono diritti, lavoro e ci precarizzano e avvelenano la vita!  Contro chi legifera sui nostri corpi! Contro lo sfruttamento, le discriminazioni, le ritorsioni, le molestie, di padroni e dirigenti!   Contro chi ci vuole serve e remissive! Contro l’oppressione familiare!

Per la libertà, l’autodeterminazione, la liberazione delle donne; per  il lavoro e i servizi sociali,  per una vita dignitosa.  Per una trasformazione radicale della società, per una società  a misura di donna, perché solo in una società a misura di donna vi potranno essere RAPPORTI UMANI e le donne potranno essere finalmente  considerate persone e non pezzi di carne…, incubatrici, bambole  e serve .  E  gli uomini saranno liberati anche dalle catene del maschilismo e della misoginia, dal bestialismo, di cui il sistema capitalistico ha via via impregnato anche  gli uomini di “buona volontà”.


Lavoratrici SLAI Cobas per il sindacato di classe –Policlinico
24.11.2013

sciopero delle donne cittàxcittà ... tante le iniziative

SCIOPERO DONNE A CATANIA

Scioperiamo per noi e per tutte le donne che ogni giorno rischiano la loro 
vita. Per le donne che verranno, per gli uomini che staranno loro accanto.
Invitiamo a esporre drappi rossi alle finestre e a portare con sé a scuola, al 
lavoro, dovunque ci troviamo un fiocco, una spilla, una sciarpa, qualcosa di 
rosso per dire insieme no alla violenza.

Il 25 novembre è anche la giornata in cui, a Catania, inizia il processo 
d'appello per il femminicido di Stefania Noce. 
Le manifestazioni inizieranno al mattino con un sit-in al tribunale di Catania 
dalle 9:00 alle 10:00 indosseremo tutt* qualcosa di rosso, ogni associazione o 
singolo è naturalmente liber* di esporre striscioni e/o manifesti.
Proseguirà nel pomeriggio in piazza Stesicoro nell'area antistante le rovine 
romane, dove dalle 16:00 alle 19:00 tutte le associazioni creeranno dei momenti 
di sensibilizzazione e informazione sulla violenza di genere con mostre, 
performance, flash mob e reading di brani e poesie.
Il colore della manifestazione è il rosso. Rosso perché è il "colore 
dell'energia, di chi non abbassa la testa, di chi grida forte il proprio 
dissenso". Chiediamo alle nostre amiche, sorelle, colleghe, conoscenti - 
chiediamo a tutt* - di esporre un drappo o una stoffa rossa.
Non costa nulla e possiamo farlo tutt*.

Le Voltapagina


SCIOPERO DONNE A REGGIO CALABRIA

INVITIAMO TUTTE E TUTTI ALLE 15.30 DAVANTI ALLE SCALE DEL TEATRO CILEA E DOPO 
IN PIAZZA ITALIA PER DIRE BASTA ALLA VIOLENZA SULLE DONNE IN OGNI SUA 
DECLINAZIONE.
DRAPPI ROSSI AD OGNI FINESTRA E 15 MINUTI DI ASTENSIONE DA OGNI ATTIVITA' 
LAVORATIVA MA NON SOLO...
IN UNA PIAZZA LIBERA CIASCUNO SARA' LIBERO DI ESPRIMERSI: ARTE, MUSICA, 
READING E TANTO ALTRO. VI ASPETTIAMO, CIASCUNA CON INDOSSO QUALCOSA DI ROSSO, 
COLORE SIMBOLO DI QUESTA GIORNATA.

SCIOPERO DONNE A GUSPINI (Sardegna)
Manifestazione contro la violenza sulle donne - Organizzata dall'associazione 
X Conoscere X Fare con la partecipazione di molte associazioni guspinesi in 
piazza XX Settembre. Siete tutti invitati a partecipare e condividere l'evento 
nella vostra bacheca.
Lucia Mandis

SCIOPERO DELLE DONNE TERNI
A Terni metteremo in atto alcune azioni dimostrative: 

Innanzitutto proponiamo un'azione individuale ovvero quella di appendere, 
ognuna alle proprie finestre, un drappo rosso in segno di protesta e scattare 
una foto da mandarci.

In secondo luogo proponiamo di ritrovarci in Piazza della Repubblica davanti 
alla BCT con indosso un paio di guanti rossi; ci disporremo in ordine sparso su 
tutta la piazza mentre partirà la canzone Sciopero; appena finirà la canzone ci 
metteremo tutte a braccia conserte per 5 minuti, in silenzio. Il silenzio verrà 
poi rotto da una di noi che griderà la parola LIBERTÀ che poi verrà ripetuta da 
tutte le altre, poi un'altra parola, sempre ripetuta, poi un'altra e cosi via. 
Alla fine della lista partirà una canzone che segnerà la fine della 
performance.
Chi volesse proporre una parola da gridare in piazza può inviare una mail a 
ternidonne@gmail.com

Lo Sciopero delle donne cittàxcittà

UN ELENCO PARZIALE E IN VIA DI AGGIORNAMENTO  DELLE REALTA' IN CUI SI FARA' LO SCIOPERO DELLE DONNE

A seguire alcune altre significative iniziative di mobilitazione che si terranno domani 25 novembre

PALERMO - Lo sciopero delle donne si farà: policlinico, precarie cooperative sociali e lavoratrici delle scuole, del Comune... ma scenderanno in piazza anche disoccupate, studentesse
Mattina dalle 9,30 concentramento piazza Polieama con corteo fino in Prefettura con tutte le nostre ragioni di doppia lotta
Pomeriggio dalle 16,00 fino alle 20 a Piazza Verdi (Teatro Massimo) con volantinaggio, interventi al megafono, pannelli/mostra, musica, raccolta

TARANTO - Lo sciopero si farà: tra le lavoratrici pulizie scuole statali e appalti comunali tutte le operaie Pasquinelli/Amiu
Le operaie forestali di Puglia della Arif, da Lecce a Foggia a Bari, il 25, si fermeranno sui posti di lavoro per decidere una loro piattaforma contro le discriminazioni sul lavoro che subiscono.
E' stato indetto sciopero delle studentesse con nostro intervento il 25 in due scuole a maggioranza ragazze - sono difficili le previsioni benchè ci sia molto interesse
Nei quartieri, in alcuni palazzi, dove sono presenti compagne, lavoratrici drappi rossi, fazzoletti, strisce, abbigliamento rosso addosso Appuntamento per tutte in piazza Immacolata.
Alle 10 andremo con le lavoratrici pulizie, appalti comunali e le donne presenti, in prefettura, con lo scopo di consegnare la piattaforma dello sciopero delle donne;
la sera, dalle 17 alle 20, riempiremo tutta la piazza, con striscioni, cartelli, mostra, vari video, poi interventi liberi e una performance con l'attrice di teatro del mare, l'attrice Monica Corallo leggerà brani dal
libro della Dandini e dal testo teatrale "Dialoghi della vagina".
Una compagna fotografa/tautatrice sta preparando varie foto sulla violenza contro le donne, che si conclude con foto della ribellione delle donne... E anche dolci e vino per brindare allo sciopero delle donne!

L'AQUILA - Le lavoratrici del Brico io di L'Aquila aderiscono allo sciopero delle donne del 25 novembre, proclamato dallo Slai Cobas per il sindacato di classe.
Sarà però uno sciopero simbolico, indosseremo braccialetti, foulards rossi e pettorine, attaccheremo striscioni e drappi rossi fuori dal negozio e faremo un annuncio al microfono.
Sembrerà poco o niente, ma non lo è in un'azienda dove non si è mai scioperato, dove nessuno è sindacalizzato, dove i problemi delle/dei singoli lavoratori non hanno mai incontrato la solidarietà  concreta e unitaria delle/dei colleghi, dove vige di fatto un controllo capillare, dove non si sono mai tenute assemblee di lavoratrici/lavoratori, dove l'ambiente di lavoro e il sistema che lo determina è profondamente maschilista, dove il sorriso è d'obbligo davanti ai clienti.
Un'azienda, infine, che si prepara a ridefinire contratti, orari e turni di lavoro in ragione delle esigenze commerciali e non nel rispetto dei tempi di vita e di cura delle donne e apre la porta (forse proprio il 25) a
"ispezioni poliziesche", pesa nella libera scelta delle lavoratrici.
Pur se timida quindi, questa scelta va valorizzata nello sforzo che le lavoratrici stanno facendo per uscire il 25 novembre, giorno dello sciopero delle donne, dall"apartheid delle commesse".

MILANO - sciopero nelle scuole, tra le insegnanti precarie, indetto a Istituto tumori, Osp. San Paolo, sciopereranno lavoratrici della sanità, delle poste verso le studentesse della Bocconi, del politecnico di Milano- polo Bovisa Presidio a Palazzo Marino (comune) dalle ore 10

BOLOGNA - diverse fabbriche sciopereranno. Nelle scuole statali e comunali, insegnanti di ruolo e precarie Una scuola intera sciopero di tutte le donne (anche il bidello perche' non vuole rimanere a lavorare solo). Alcune
impiegate del comune. Lavoratrici delle cooperative sociali e dipendenti dell'ipercoop. Sciopero delle lavoratrici alla Titan Italia di Crespellano che occupa 206 dipendenti, vedrà invece attuato uno sciopero di tutta la giornata per le donne. E' indettto dalla rsu. Le donne occupate sono circa 40. La rsu Filcams cgil di Centrale Adriatica, sito di Anzola dell'Emilia, ha proclamato uno sciopero per la giornata del 25 novembre prossimo. Lo sciopero, ancorché simbolico, rappresenta comunque un gesto importante per un luogo dove l'unica sigla sindacale rappresentata è la Filcams-CGIL, in un territorio dove non ci risultano prese di posizione analoghe e dove nessuna categoria ha osato sfidare, ufficialmente e significativamente, la retromarcia della Segretaria Generale, Camusso. La rsu invita le lavoratrici a partecipare alla manifestazione che le donne dei movimenti hanno indetto a Bologna per le 17,30 dello stesso giorno.

BERGAMO - nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, spicca la protesta vera e propria della N&W Global Vending, oltre mille dipendenti, tra le maggiori realtà metalmeccaniche della provincia, dove è indetto uno "Sciopero delle Donne - 8 ore - intera giornata" per lunedì 25 novembre. Il volantino è comparso in bacheca mercoledì 20 e porta la firma della Rsu Fiom Cgil, precisando che lo sciopero è indetto per tutti, anche per i lavoratori maschi. "Blocchiamo questo maledetto paese - si legge - perché sia chiaro che senza di noi, noi donne, non si va da nessuna parte. Senza il rispetto per la nostra autodeterminazione e il nostro corpo non c'è società che tenga. Perché la rabbia e il dolore, lo sconforto e l'indignazione, la denuncia e la consapevolezza, hanno bisogno di un gesto forte". Se non andiamo errati, l'iniziativa non trova precedenti in nessun'altra fabbrica d'Italia.
All'ex Necta oltre la metà del personale operaio è donna, compresa la responsabile del personale...

MARGHERA - MESTRE - Sciopero tra le operaie immigrate, di diverse  nazionalità, prevalentemente in fabbriche, servizi, (Fincantieri, settore calzaturiero, settore delle pulizie)

GENOVA - TORINO - TERNI - SAN LAZZARO DI SAVENA -
scioperano lavoratrici del Comune

SCUOLA - sciopero generale a livello nazionale

PESCARA - Donne Cgil aderiscono a sciopero 25/11 - La Camera del Lavoro di Pescara "aderisce convintamente all'appello contro il femminicidio e allo sciopero delle donne fissato per il 25 novembre". Il mondo del lavoro -
afferma il sindacato - puo' e deve dare segnali forti di condanna del femminicidio non solo come fenomeno sociale ma soprattutto culturale.
Maltrattare, uccidere una donna, non e' soltanto una violenza contro una persona, ma contro una societa' intera, e' un problema sociale che riguarda tutti, e' la spia di un deficit di democrazia. Il femminicidio, che e' la forma estrema di discriminazione e violenza rivolta contro la donna in quanto donna, nel nostro Paese rappresenta un dato costante nel tempo, da troppo tempo... sospendiamo le attivita' quotidiane per un giorno"...
Lunedi' 25 dalle 11.00 alle 11.30 astensione dalle attivita' di tutte le donne della Cgil - categorie, servizi e apparato - volantinaggio al mercato di Via Pepe. Nel pomeriggio, presso il salone della Cgil in via B.Croce ,
convegno organizzato dalle donne dello Spi.

VARESE - Presidio davanti alla sede RAI di Milano delle lavoratrici addette al servizio di pulizia degli istituti scolastici della Provincia di Al.Cobas-Cub
25 NOVEMBRE INTERA GIORNATA DI LOTTA LA LOTTA DELLE LAVORATRICI del servizio di pulizia nelle scuole pubbliche della provincia di Varese, il 25 novembre sarà per tutta la giornata con presidio davanti alla RAI di Milano in Corso Sempione, 27 dalle ore 10.00. Per pretendere i propri salari. Per rompere il silenzio su violenze
sottaciute ma che scatenano drammi enormi

CAGLIARI - Lucia Mandis - Guspini (prov. di Cagliari): x il 25 novembre la mia associazione ha coinvolto tutte le associazioni del mio paese, speriamo di avere una numerosa adesione.

CDLM DI BOLOGNA, ASTENSIONI E SCIOPERI PERCHÉ LE PAROLE NON BASTANO PIÙ
Quest'anno, in occasione del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il Gruppo donne CdLM di Bologna ha aderito all'appello del 14 giugno "Scioperiamo per fermare la cultura della violenza" perché non basta più denunciare le violenze fisiche e verbali, quelle sui luoghi di lavoro, e non basta neppure il lavoro dei centri antiviolenza, pur così prezioso. Le donne chiedono di poter vivere in una società che vuole
realmente cambiare la cultura che alimenta questa mentalità maschilista, che non critichi e svilisca il termine femminicidio, termine che contiene in una sola parola l'insieme delle violenze fisiche e psicologiche che le donne subiscono in quanto tali, una società che riconosca l'immenso lavoro delle donne, quello pagato e quello non pagato, il lavoro di cura e riproduttivo, la creatività e il ruolo multiforme delle donne. Il Gruppo donne CdLM di Bologna propone per il 25 novembre iniziative delle donne in tutti i luoghi di lavoro possibili, anche confermate e brevi astensioni dal lavoro, e scioperi che potranno essere decisi dalle Rsu. Nonché di renderci visibili in quella giornata con magliette, nastri, drappi rossi, di caratterizzare in tal modo anche le sedi sindacali, e di partecipare alle manifestazioni che in quel giorno saranno programmate. Cdlm-Cgil di Bologna (Camera del lavoro metropolitana di Bologna).

MANTOVA, ECCO PERCHÉ SCIOPERIAMO ANCHE NOI Perché il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dall'Onu nel 1999.
Perché vogliamo fermare la cultura della violenza.
Perchè ogni 2 giorni una donna muore assassinata per mano maschile, nella maggior parte dei casi da partner o ex partner.
Perché la violenza è la prima causa di morte e invalidità permanente per le donne fra i 16 e 44 anni, ancora prima del cancro, incidenti stradali e guerra.
Perché dal 2005 al 2012 sono state uccise 914 donne e dall'inizio del 2013 sono state ammazzate 100 donne uccise da uomini che dicevano di amarle.
Perché la recente legge contro il femminicidio contiene principalmente norme repressive e paternalistiche che non vanno alla radice del problema.
Perché la violenza sulle donne si annida nello squilibrio di potere tra i sessi e nel desiderio di controllo e di possesso manifestato dal genere maschile, e dunque è un problema culturale e come tale va affrontato
Perché senza mezzi economici, è difficile sottrarsi alla violenza e i tagli ai servizi sociali, tagliano prima di tutto la libertà delle donne.
Perché sono le donne per prime a pagare la crisi, con lavori sempre più precari e sottopagati.
Perché siamo stanche dei tagli alle spese sanitarie, agli asili nido, l'assistenza agli anziani e ai disabili, e che invece di riconoscere il nostro lavoro l'età pensionabile viene allungata Perché troppe donne, sono state umiliate, denigrate, picchiate, violentate e vogliamo dire BASTA! e vogliamo farlo insieme!
PER TUTTO QUESTO E ALTRO .anche noi facciamo LO SCIOPERO DELLE DONNE

Hanno aderito allo sciopero delle donne: Provincia di Mantova Commissione Provinciale Pari Opportunità; Comune di Castelgoffredo Comune di Castiglione delle Stiviere, Comune di San Benedetto Po, Comune di San Giacomo delle Segnate, Comune di Suzzara, Comune di Viadana, Comune di Moglia Bigarello, Canneto sull'Oglio, Castelgoffredo, Castiglione delle Siviere, Curtatone, Mantova, Pegognaga, Porto Mantovano, Quistello, San Giorgio, Suzzara, Viadana, San Giacomo delle Segnate, San Benedetto Po

CATANZARO, 25 NOVEMBRE: LA CGIL ADERISCE ALLO SCIOPERO DELLE DONNE
''Scioperiamo per fermare la cultura della violenza, indignate per una violenza che non accenna a smettere, per una societa' dove il rispetto ritorni ad essere un elemento centrale della quotidianita'. Fermiamoci
affinche' alle misure di repressione siano affiancate iniziative di sensibilizzazione e prevenzione. Perche' sia una battaglia di tutte e di tutti invitiamo le associazioni del territorio, le studentesse, le lavoratrici e le pensionate ad abbracciare e far propria l'iniziativa''. La Cgil, nei prossimi giorni, predisporra' una riunione operativa per meglio definire le iniziative.

COORDINAMENTO NAZIONALE UDI, MAREA, GRUPPO SCONFINATE Perché lo sciopero è la forma di lotta non violenta inventata dalle donne e uomini delle classi subalterne per vincere la pretesa dei padroni di
sfruttare totalmente il loro tempo, energia, intelligenza.
Perché le donne hanno agito lo sciopero anche contro le dittature.
Perché sciopero significa incrociare le braccia e rendere visibile il diritto all'autodeterminazione del proprio corpo libero.
Perché sciopero significa esercitare il diritto sul proprio tempo per le donne sempre occupato e a disposizione.
Perché lo sciopero ferma la produzione e ci consente di ripensarne e ricontrattarne la qualità, la quantità.
Perché lo sciopero nei lavori della riproduzione sociale - scuola, sanità, pubblica amministrazione, lavoro domestico, lavoro di assistenza, lavoro educativo, casalingato, lavoro di cura - consente di fermarsi e ritrovare il senso delle relazioni umane...
Perché il ritmo industriale fordista che ha preso le nostre vite in corsa tra lavori precari, traffico cittadino, figli e figlie, anziani/e, malati e malate, da accompagnare, accudire, sostenere è diventato insostenibile.
Perché abbiamo bisogno di riprenderci il governo del tempo, rallentare per abitare con agio gli spazi e i pensieri.
Perché lo sciopero fu l'ultimo pensiero rivoluzionario di Rosa Luxemburg, geniale economista antimilitarista uccisa da chi voleva impedirle di agire il suo pensiero.
Perché sedute accanto nel tempo liberato possiamo pensare insieme.
Perché vogliamo fermare e cambiare la cultura violenta nelle relazioni umane, tra donne e uomini nelle diverse età e condizioni della vita.
Perché il diritto alla vita delle donne è un imperativo che precede qualsiasi altro.
Perché sono una femminista dagli anni '70 e questo sciopero è stato convocato dalle donne cresciute nei diritti che anch'io ho conquistato e che oggi vengono fortemente minacciati.
Perché questo sciopero è stato convocato da donne che hanno scelto di continuare la lotta per quella cittadinanza piena nella quale diventiamo tutte sorelle.
Perché di questo sciopero le donne sono titolari e gli uomini non sono esclusi.

FISAC CGIL, SÌ ALLO SCIOPERO. PER DIRE STOP AL MASSACRO
La Segreteria Nazionale Fisac CGIL l'Esecutivo Naz. Donne Fisac CGIL e il Coordinamento Nazionale Donne Fisac CGIL, aderiscono con convinzione all'appello contro il femminicidio lanciato nei giorni scorsi e allo
sciopero proclamato per il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

ALTRE MOBILITAZIONE NELLA GIORNATA DELLO SCIOPERO
DELLE DONNE

ROMA - Da Coordinamenta: 25 novembre 2013 giornata contro la violenza maschile sulle donne. Il femminismo è rompere la legalità in cui ci vogliono imbrigliare. Rifiutare la norma e la legalità. Nessuna legge sui nostri
corpi. Rompere le regole del pensiero unico e dominante. Rifiutare il controllo. Smascherare le strumentalizzazioni. Non chiedere mai nulla ma prendere quello che ci spetta!
Lunedì 25 novembre alle ore 13.00 a Roma in via Arenula davanti al ministero di giustizia

CREMONA - La Camera del lavoro di Cremona aderisce con convinzione  all'iniziativa
Sciopero delle donne indetto per il 25 novembre 2013. E' giusto intraprendere, con determinazione e creatività ogni azione atta a sensibilizzare la cittadinanza rispetto all'ignobile fenomeno del femminicidio. Ma serve investire stabilmente e soprattutto, sul piano culturale e della prevenzione così come sul piano della formazione e dell'educazione.

PUGLIA - Il Comitato pari opportunità di aeroporti di Puglia ha aderito allo Sciopero delle donne e dal 18.11.2013 al 25.11.2013 sugli schermi degli aeroporti di Bari, Brindisi e Foggia saranno mandati in onda materiali dello Sciopero. Il 25 11 verrà osservato un minuto di silenzio preannunciato dall'ufficio informazioni alle ore 9.00 di mattina (quando ci sono 8 voli) e alle 20.00 (11 voli).

MARTINA FRANCA - in Piazza Roma a Martina Franca alle ore 17,30 per dire NO AL FEMMINICIDIO
I negozianti potranno aderire esponendo una coccarda rossa. Chi non può scendere in piazza può esporre dal balcone un lenzuolo o una tovaglia rossa..un gesto e un colore simbolico per rappresentare l'energia
collettiva, la forza di chi alza la testa, di chi grida forte il proprio dissenso, di chi si ribella ad ogni forma di violenza, di chi si impegna per  dire BASTA ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE.
Centro AntiViolenza - Rompiamo il silenzio - Associazione SUD EST DONNE

ROMA - L'Associazione stampa romana e la Commissione pari opportunità  dell'Asr aderiscono all'appello dello "Sciopero delle donne" per la mobilitazione del 25 novembre 2013 in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. L'Asr e la Cpo invitano le colleghe e i colleghi a dare il massimo risalto all'iniziativa per fermare la cultura della violenza, nonché a dedicare il loro lavoro a una corretta e completa
informazione sui casi di femminicidio, stalking, violenza su donne e bambini, quali segni di una cultura patriarcale e sessista. E per restituire, proprio attraverso una completa e corretta informazione, una
rappresentazione veritiera e non stereotipata della figura femminile

BOLOGNA - Fuoricampo Lesbian Group Officina di Studi, Arte e Politica lesbica Bologna - aderisce e partecipa allo sciopero delle donne del 25 Novembre. La violenza maschile è una guerra non dichiarata contro donne e
lesbiche. Partecipiamo numerose perché siamo convinte che reagire si può e si deve! La violenza lesbofobica ha profondamente a che fare con la cultura che nutre il femminicidio in tutto il mondo.

AUSER: FERMIAMOCI TUTTE - La responsabile per le pari opportunità, Vilma Nicolini, e il presidente dell'Auser, Enzo Costa, in una circolare inviata a tutte le sedi Auser, invitano "le donne dell'Auser ad astenersi per 15
minuti nella giornata del 25 novembre dalle attività che normalmente si fanno nelle nostre sedi, spiegando le ragioni di questa simbolica protesta, unitamente ad un minuto di raccoglimento in ricordo delle oltre 100 donne uccise da gennaio ad oggi, per mano di coloro che dicevano di amarle. Ma è anche fondamentale che il 25 novembre ci sia un segnale forte e visibile che richiami l'attenzione di chi non ha ancora sentito parlare dello 'sciopero
delle donne. L'indicazione è quella di appendere alle finestre ed ai balconi delle sedi Auser e delle nostre abitazioni delle stoffe rosse, chiedendo alle nostre sorelle, amiche, conoscenti e colleghe di farlo anche loro. È
stato scelto il 'rosso' perchè è il colore dell'energia, di chi non abbassa la testa, di chi grida forte il proprio dissenso. Non costa nulla (o poco) e possiamo farlo tutte". Inoltre, In occasione del 25 novembre, una treccia
rossa di lana realizzata appositamente dalle volontarie delle sartorie toscane della solidarietà, verrà esposta simbolicamente all'ingresso di tutte le sedi Auser della Toscana.

ROMA: VETRINE IN SCIOPERO - Le donne di Danae, negozio di gioielli al centro di Roma, aderiscono allo Sciopero delle donne e fino al 25 novembre le vetrine saranno allestite con il Manifesto per dare visibilità e promuovere l'evento.

CATANIA

Scioperiamo per noi e per tutte le donne che ogni giorno rischiano la loro  vita. Per le donne che verranno, per gli uomini che staranno loro accanto. Invitiamo a esporre drappi rossi alle finestre e a portare con sé a scuola, al
lavoro, dovunque ci troviamo un fiocco, una spilla, una sciarpa, qualcosa di  rosso per dire insieme no alla violenza.

Il 25 novembre è anche la giornata in cui, a Catania, inizia il processo  d'appello per il femminicido di Stefania Noce.
Le manifestazioni inizieranno al mattino con un sit-in al tribunale di Catania   dalle 9:00 alle 10:00 indosseremo tutt* qualcosa di rosso, ogni associazione o  singolo è naturalmente liber* di esporre striscioni e/o manifesti.
Proseguirà nel pomeriggio in piazza Stesicoro nell'area antistante le rovine  romane, dove dalle 16:00 alle 19:00 tutte le associazioni creeranno dei momenti  di sensibilizzazione e informazione sulla violenza di genere con mostre,
performance, flash mob e reading di brani e poesie.
Il colore della manifestazione è il rosso. Rosso perché è il "colore  dell'energia, di chi non abbassa la testa, di chi grida forte il proprio  dissenso". Chiediamo alle nostre amiche, sorelle, colleghe, conoscenti -  chiediamo a tutt* - di esporre un drappo o una stoffa rossa. Non costa nulla e possiamo farlo tutt*.

Le Voltapagina

REGGIO CALABRIA

INVITIAMO TUTTE E TUTTI ALLE 15.30 DAVANTI ALLE SCALE DEL TEATRO CILEA E DOPO  IN PIAZZA ITALIA PER DIRE BASTA ALLA VIOLENZA SULLE DONNE IN OGNI SUA DECLINAZIONE.
DRAPPI ROSSI AD OGNI FINESTRA E 15 MINUTI DI ASTENSIONE DA OGNI ATTIVITA' LAVORATIVA MA NON SOLO...
IN UNA PIAZZA LIBERA CIASCUNO SARA' LIBERO DI ESPRIMERSI: ARTE, MUSICA, READING E TANTO ALTRO. VI ASPETTIAMO, CIASCUNA CON INDOSSO QUALCOSA DI ROSSO, COLORE SIMBOLO DI QUESTA GIORNATA.

 GUSPINI (Sardegna)
Manifestazione contro la violenza sulle donne - Organizzata dall'associazione  X Conoscere X Fare con la partecipazione di molte associazioni guspinesi in  piazza XX Settembre. Siete tutti invitati a partecipare e condividere l'evento  nella vostra bacheca
Lucia Mandis

TERNI
A Terni metteremo in atto alcune azioni dimostrative:
Innanzitutto proponiamo un'azione individuale ovvero quella di appendere,  ognuna alle proprie finestre, un drappo rosso in segno di protesta e scattare una foto da mandarci.
In secondo luogo proponiamo di ritrovarci in Piazza della Repubblica davanti alla BCT con indosso un paio di guanti rossi; ci disporremo in ordine sparso su tutta la piazza mentre partirà la canzone Sciopero; appena finirà la canzone ci metteremo tutte a braccia conserte per 5 minuti, in silenzio. Il silenzio verrà poi rotto da una di noi che griderà la parola LIBERTÀ che poi verrà ripetuta da tutte le altre, poi un'altra parola, sempre ripetuta, poi un'altra e cosi via.
Alla fine della lista partirà una canzone che segnerà la fine della performance.

ORVIETO ore 16.30 - Torre del Moro - SCIOPERO DELLE DONNE flash mob itinerante delle Scarpe Rosse per partecipare portiamo scarpe rosse - anche più paia - per l’esposizione temporanea utensili musicali (tamburi, pentole, coperchi), indossiamo indumenti rossi ed esponiamo drappi rossi alle finestre ore 18.00 - Palazzo dei Sette - ”CantaLei” Performance poetico musicale