Dopo mesi passati per strada, o
nelle strutture comunali, la cui “accoglienza” significava controlli e
orari rigidi di entrata e uscita, stamattina una decina di donne, con il
sostegno del Movimento di Lotta per la Casa, ha occupato una palazzina
in via Pier Capponi, per farne la propria casa, nonché punto di partenza per il proprio riscatto.
Ecco il loro volantino:
Siamo un gruppo di donne partite da
paesi diversi ma arrivate nello stesso posto. Siamo arrivate in Italia, a
Firenze e ci siamo conosciute attraverso il Movimento di Lotta per la Casa che mette a disposizione spazi aperti al confronto tra persone che vivono quotidianamente la precarietà abitativa.
Ci sentivamo infettate dalla stessa malattia…la povertà.
Nella società di oggi se non hai soldi
per pagare anche l’aria che respiri vieni trattata dalle varie
istituzioni come se stessi soffrendo di uno strano morbo, per il quale
devi essere controllata a vista, curata, internata in case di
accoglienza che sembrano carceri.
Proprio come se la povertà fosse una malattia e il controllo sociale una cura.
Probabilmente, inizialmente ci andava
anche bene essere “curate”, dato che non abbiamo l’infinito credito
disponibile, che serve oggi per sopravvivere; ma la cura che ci vogliono
dare è una cura paradossale: una cura senza guarigione.
Infatti sono sempre di più le persone
che si trovano per strada: donne, uomini e bambini; italiani,
marocchini, rumeni, nigeriani, ghanesi, palestinesi e tanti altri.
E’ evidente che questa cura non funziona: sempre più persone finiscono nelle fredde strutture di accoglienza, dove il privato sociale si arricchisce su di loro, senza fornire nessuna prospettiva di vita dignitosa.
Le strutture di accoglienza sono luoghi in cui veniamo trattate come ospiti, e spesso nemmeno graditi!
Non possiamo vivere liberamente con
orari in cui entrare e uscire, senza la possibilità di invitare amici o
cucinare; sottoposte a continui ricatti e regole assurde.
Noi non siamo malate e non ci piace il ruolo della vittima.
Anche se siamo sole con i nostri figli,
abbiamo deciso di reagire e condividere le nostre esperienze, perché ci
saremmo ammalate davvero, se non avessimo trovato il coraggio di
riprenderci insieme la nostra libertà.
Noi vogliamo un luogo di pace e armonia, dove sentirci autonome e felici. Dove poter avere i nostri spazi e invitare i nostri amici. Una casa dove nessuno speculi su di noi a la nostra condizione: è chiedere troppo? A noi non sembra. E’ possibile che il denaro sia il requisito necessario per essere libere?
Noi che siamo stanche di chiedere, abbiamo deciso di inziare a prenderci ciò di cui abbiamo bisogno: spazio e libertà.
Per questo abbiamo deciso di occupare uno stabile vuoto da anni, per
vivere insieme e avere finalmente una casa, senza dipendere da nessuno.
Invitiamo tutti e tutte a passarci a trovare all’occupazione di via Pier Capponi!
Prima di tutto Donne, con il sostegno del Movimento di Lotta per la Casa.
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