17/08/17

Un'altra donna uccisa e un altro assassino, il marito: un maledetto sbirro, tanto compianto dalla CGIL, che lavorava all'ufficio Immigrazione di Marghera

Ma per questo Stato moderno fascista, il problema sono gli immigrati e la CGIL vomita un repellente necrologio al carnefice in cui, per par condicio, nomina sul finale anche la moglie e i 2 figli!


Poliziotto uccide la moglie e si suicida.
Stavano per separarsi. Lui lavorava all’Ufficio Immigrazione di Marghera, lei era infermiera

MIRA (VENEZIA) Poliziotto ammazza la moglie con la pistola di ordinanza a Dogaletto di Mira. Luigi Nocco e Sabrina Panzonato sono stati ritrovati senza vita giovedì mattina a Dogaletto di Mira, nel veneziano. I due avevano due figli di 15 e 17 anni, un maschio e una femmina, che al momento della tragedia erano al mare con i nonni.
L’omicida Luigi Nocco, 53 anni, è un poliziotto che lavorava all’Ufficio immigrazione di Marghera, avrebbe ucciso la moglie Sabrina Panzonato, 52 anni, infermiera all’ospedale dell’Angelo a Mestre, con la pistola di ordinanza e poi si sarebbe tolto la vita. L’omicidio è avvenuto davanti alla villetta della coppia: l’uomo ha prima rivolto l’arma d’ordinanza contro la moglie e poi si è suicidato. La lite fatale è iniziata dentro la villetta, poi la donna è scappata fuori dalla casa urlando, attraverso il giardino, fino alla strada. Lui l’ha inseguita con la pistola in mano e le ha sparato un colpo a bruciapelo che l’ha presa alla nuca, uccidendola quando lei era arrivata davanti all’auto. Il movente potrebbe risiedere nella decisione della moglie di separarsi da Nocco dopo una lunga crisi: lui non avrebbe accettato la cosa e nel timore di perdere la moglie ha sparato due colpi fatali, uno rivolto contro la moglie, l’altro contro se stesso.
Il vicino di casa dice di avere sentito delle urla, grida di paura, attorno alle 9 di giovedì mattina, poi gli spari. «Lei è scappata in strada, lui l’ha inseguita - racconta il vicino Gianni - poi ha fatto fuoco». In casa, mentre si consumava il dramma, il cane della famiglia, che ha abbaiato senza sosta.

Luigi Nocco
Nocco era componente del direttivo provinciale del Silp Cgil di Venezia. «Da molti anni in servizio presso la Questura di Venezia Ufficio Immigrazione- scrive il segretario provinciale Giordano Sartori - era stato precedentemente al Corso da Ispettore effettuato nel 1996, impegnato alla Polizia Ferroviaria e per circa un anno alla Polizia Stradale di Venezia. Da sempre attivo con la nostra sigla aveva dato il suo contributo in molte occasioni quali convegni e pubbliche assemblee con tema la sicurezza e l’immigrazione. Attento e gentile era collega stimato e preparatissimo sulla materia dell’Immigrazione essendo a capo della II Sezione della Divisione Immigrazione della Questura. Il Silp e la Cgil di Venezia piangono un collega stimato e serio e sua moglie Signora Panzonato Sabrina ed è vicino ai loro due figli».

NON CI RICACCERETE A CASA! DALLE PRECARIE IN LOTTA A PALERMO

LA NOSTRA PIATTAFORMA DELLO SCIOPERO DELLE DONNE. 8 marzo 2017

Da orizzonte scuola

Primi 70 tagli ai posti di lavoro! si vogliono cancellare gli assistenti ig-personale di palermo… non staremo a guardare

Previsti primi 70 tagli ai posti di lavoro da settembre 2017 degli assistenti igienico-personale ad opera del miur della ministra fedeli con la complicita’ attiva dei dirigenti scolastici, della regione siciliana (vedi gli ultimi vergognosi documenti dell’assessorato alla famiglia, che butta in mezzo alla strada 70 famiglie!!!, e della citta’ metropolitana del sindaco orlando, quello che in campagna elettorale si faceva grande su “rinnovamento” e “trattare i disabili come persone normali” mentre ora non si fa alcun scrupolo ad avallare politiche di tagli e di svendita dei servizi sociali!
Si vogliono buttare fuori gli assistenti igienico-personale specializzati degli studenti disabili delle scuole superiori di palermo e provincia, e al loro posto usare i collaboratori scolastici statali solo per risparmiare sulla pelle di studenti disabili e lavoratori.
Si vogliono cacciare via dopo piu’ di 20 anni di servizio solo a Palermo 70 assistenti da un bacino di 168 precari per cominciare, ma succedera’ in tutta la Sicilia…
Mentre i collaboratori scolastici, portati allo sbaraglio e alla guerra tra poveri dai venduti sindacati confederali strettamente a braccetto con il governo, o si stanno piegando ad un’imposizione illegittima per paura di ritorsioni da parte dei ds o pensano erroneamente che gli spetterebbe fare anche questo servizio mentre secondo il contratto collettivo nazionale di lavoro non e’ affatto cosi’.
E’ solo l’ennesima operazione di macelleria sociale dei governi, nazionale e locale, a danno di lavoratori e di studenti disabili privati dell’assistenza prevista dalla l.104/92, cioe’ fornita attraverso gli assistenti specializzati (con 900 ore di corso e anni e anni di esperienza sul campo).
Noi non staremo certo a guardare e lotteremo giorno per giorno!

Assistenti igienico-personale specializzati Palermo Slai Cobas per il s..c

15/08/17

14 agosto 1944 - Dopo ore e giorni di inutili torture i fascisti uccidevano Irma Bandiera

 
La più ignominiosa disfatta della loro sanguinante professione si chiamava Irma Bandiera“. Renata Viganò, partigiana e scrittrice, conclude con queste parole il passo di “Donne della Resistenza” dedicato alla staffetta bolognese Irma Bandiera, nome di battaglia Mimma, uccisa il 14 agosto 1944 davanti alla casa dei suoi genitori in zona Andrea Costa.

I loro di cui scrive Viganò sono i fascisti torturatori della Compagnia Autonoma Speciale, guidati dal Capitano Renato Tartarotti. Furono loro che torturarono per sei giorni e sei notti ed uccisero Mimma. 

Irma finì nelle loro mani la sera del 7 agosto quando, di ritorno da una missione, dopo uno scontro a fuoco con i militi nazifascisti, fu fatta prigioniera. Aveva poco più di 29 anni, Mimma, era ancora ragazza e proveniva da una famiglia agiata. Era una militante comunista ed una staffetta partigiana della VII Brigata Gap.

Il 7 agosto 1944 aveva portato delle armi nella base della brigata di Castelmaggiore. Sulla strada del ritorno, a Funo, si scontrò con i nazisti. Fatta prigioniera, Irma fu prima imprigionata a San Giorgio di Piano e poi consegnata a Tartarotti perché l’interrogasse. Aveva con sé dei documenti cifrati e le autorità fasciste volevano sapere da lei chi fossero i capi del movimento e dove fossero le basi. Fu torturata per ore e giorni, inutilmente, perché lei non fece nessun nome. “Ma la piccola Irma non diceva niente” scrisse di lei Viganò.

Forse nell’estremo tentativo di piegare la sua resistenza, o forse come estremo spregio, i fascisti della Tartarotti la portarono la mattina del 14 agosto nei pressi della casa dei suoi genitori, in zona Andrea Costa, a pochi passi dallo stadio.

“Era ancora viva- scrive Pino Cacucci in Ribelli!– quando il 14 agosto gli aguzzini la scaraventarono sul marciapiede, al Meloncello, sotto la finestra dei genitori. Uno disse: “Ma ne vale la pena? Dacci qualche nome, e potrai entrare in casa, farti curare… Dietro questa finestra ci sono tua madre e tuo padre”.
Mimma non rispose. La finirono con una raffica di mitra, e se ne andarono imprecando.”

Per un giorno intero i fascisti lasciarono il suo corpo in strada, come monito verso i combattenti antifascisti e la popolazione che li appoggiava.

Ora quella via porta il nome di Irma Bandiera e sul muro davanti al quale rimase esposto il suo corpo una lapide la ricorda. “Il tuo ideale seppe vincere le torture e la morte. La Libertà e la Giovinezza offristi per la vita e il riscatto del popolo e dell’Italia. Solo l’immenso orgoglio attenua il fiero dolore dei compagni di lotta”.
 
Contro vecchio e moderno fascismo, il ruolo determinante dell'Altra Metà del Cielo in questo brano della Banda POPolare dell'Emilia Rossa, dedicato a Mimma e a Gabriella Degli Esposti:



12/08/17

GLI STUPRI DENTRO LA REALTA' DELL'ALTRA PUGLIA - QUELLA CHE NASCONDE EMILIANO...

(dal blog Tarantocontro)

La Puglia e il suo capoluogo vengono presentati dai suoi governanti di ogni colore, a partire dal suo Presidente della Regione, Emiliano, come già prima Vendola, come Regione moderna, avanzata, progressista; e i vari esponenti politici di questa Regione e del suo capoluogo scalano i partiti, il parlamento e vanno verso cariche ambiziose del governo nazionale del paese.
Invece è ricondotto ad episodi di cronaca locale l'orrore quotidiano dell'altra Puglia, dell'altra Bari, dell'altra Foggia, ecc.

La Puglia e alcune delle sue province, in particolare Bari, Foggia, ma anche Brindisi, Lecce sono nelle mani di feroci bande malavitose, ammanigliate con uomini di governo, delle Istituzioni, che controllano fette importanti dell'economia e si muovono dentro un territorio parallelo a quello dell'economia, della politica ufficiale.

Non ci occupiamo qui, anche se stanno apparendo numerosi articoli su questo problema, degli aspetti più eclatanti di queste bande feroci, meno strutturate, ma non meno pericolose, di mafia, camorra, 'ndrangheta, a cui peraltro sono legate; non ci occupiamo della permanenza in forme più o meno diverse della “Sacra Corona unita”, né dei rapporti di grandi affari che legano la grande malavita pugliese al Montenegro, all'Albania, ecc.

Qui quello che vogliamo invece denunciare è l'estensione e l'impunità di queste bande nel controllo del territorio, nell'egemonia in alcuni quartieri molto popolati e peraltro molto poveri e disagiati su tutti i terreni, dove queste bande amministrano e gestiscono il quartiere vincolando strati poveri delle masse, e della diffusione della “cultura” coatta, criminale in settori della gioventù che poi si rendono protagonisti di episodi efferati.

Tutta questa premessa serve a capire l'habitat dell'ultima storiaccia che gli stessi giornali borghesi non possono che chiamare “orrore”: gli stupri malavitosi su giovani ragazze ma anche su ragazzi e anche di bande di ragazzi sulle ragazze.
A proposito dell'ultimo episodio la stessa Procura parla di “stupri commessi in maniera così sistematica e violenta da compromettere l'integrità dei minori”; e il Procuratore di Bari denuncia l'aumento dei reati sessuali, i reati di pedofilia, pornografia - questi ultimi, dice, sono "passati da 35 del 2015 a 57 al 30 giugno scorso... le violenze sessuali erano 112 nel 2015 e sono ora 157 - insieme all'assenza dei servizi sociali... "più di 1500 le donne che nel 2016 si sono rivolte ai 24 centri antiviolenze e 10 case rifugio, in tutta la Puglia. Solo il 4,7 per cento dei circa 513mila minori monitorati è stato preso in carico dai servizi sociali...".

La storia venuta fuori che ha riempito pagine di giornali anche nazionali, della violenza per un anno di una ragazzina di 16 anni, rappresenta una sorta di punta di iceberg di questa situazione.

La possibilità di stuprare è diventata una delle ragioni dell'affiliazione ai gruppi malavitosi. In alcuni quartieri di Bari, e non solo, questa situazione non è rara ed è dentro l'analisi sommaria che in questa nota stiamo facendo.

08/08/17

Solidarietà alle 3 compagne processate per aver denunciato l'avvocato degli stupratori di "Rosa"

Il giorno 22 gennaio del prossimo anno si apre il processo contro Luigia del Mfpr de L'Aquila e altre due compagne.

L'avvocato dell'ex militare Tuccia - lo stupratore e quasi assassino di "Rosa", violentata nella maniera più barbara possibile e lasciata per terra, nella neve a rischio morte - aveva denunciato le tre compagne per le loro frasi di denuncia che lo avrebbero "offeso nell'onore e nel decoro".

L'Avv, Valentini del Foro de L'Aquila ritiene invece che sia "onorevole e decoroso" difendere uno stupratore.

Ora la Procura de L'Aquila - che non ha dato giustizia vera a "Rosa" - processa le tre compagne colpevoli di un "disegno criminoso"...!


L'MFPR chiama tutte le compagne, le associazioni, collettivi a esprimere concretamente la solidarietà verso Luigia, Cristina e Leila, e a mobilitarsi in tutte le forme possibili in occasione del processo di gennaio.


AL FIANCO DELLA NOSTRA COMPAGNA LUIGIA,
AL FIANCO DI CRISTINA E LEILA...
SE ESSERE COLPEVOLI SIGNIFICA LOTTARE CONTRO LA ODIOSA VIOLENZA SULLE DONNE E CONTRO CHI NE E' ARTEFICE IN TUTTE LE FORME
ALLORA SIAMO TUTTE COLPEVOLI!
Mfpr Palermo


Denunciateci tutte allora ....grande amarezza per uno Stato che giorno per giorno calpesta il nostro essere donna il nostro essere libere il nostro essere rivoluzionarie. Sonia Medda  PA


Vi ricordate il film "sotto accusa"? Ormai sono le donne violentate e stuprate ad essere processate e chi le sostiene!!! Schifo di giustizia che abbiamo!!!
Sono vicina a Luigia ed a tutte le donne che lottano x una vera giustizia!!! Rosy Pa


Non credevo ... È allucinante... Massima solidarietà.
lucia farruggia lavoratrice precaria ATA PA


E' UN GRAVISSIMO ATTO CRIMINALE NEI CONFRONTI DI CHI OGNI GIORNO SI BATTE E LOTTA CON TUTTA SE STESSA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE , MA I CRIMINALI SONO LORO !!!!! CRIMINALE E' QUESTO SISTEMA MARCIO CHE CI VUOLE UMILIARE , DEPRIMERE, MORTIFICARE , DISTRUGGERE !!! SE PENSANO DI FERMARCI HANNO DAVVERO SBAGLIATO TUTTO ... TUTTO CIO' NON FERMERA' LA NOSTRA RIBELLIONE, ANZI LA ALIMENTERA' ANCORA DI PIU' !!! SIAMO TUTTE CON LUIGIA , CRISTINA E LEILA E LE SOSTERREMO CON TUTTI I MEZZI CHE ABBIAMO !!! FORZA !!
Giorgia Pa


SE TOCCANO UNA, TOCCANO TUTTE!

MASSIMA SOLIDARIETA’ A LUIGIA, A CRISTINA E A LEILA,CHE IL 22 GENNAIO PROSSIMO SARANNO PROCESSATE DA UNO STATO SEMPRE PIU’ MODERNO FASCISTA,STUPRATORE, MISOGINO E ASSASSINO

Se “offendere l’onore e il decoro” dell’avvocato difensore dello stupratore Tuccia, l’ex militare che nel 2012 violentò barbaramente Rosa, fino a ridurla in fin di vita,vuol dire essere criminali, allora siamo tutte criminali e dovrete processarci tutte!

PER OGNI DONNA UCCISA, STUPRATA ED OFFESA
SIAMO TUTTE PARTE LESA!


In questo sistema fascista,misogino e medievale, la storia sui corpi delle donne si ripete!

Da Taranto - dove la compagna Margherita sarà processata per avere “offeso l’onore e il decoro” dell’avvocato di fiducia di uno del branco che stuprò la piccola Carmela-  a L’Aquila, dove la compagna  Luigia è accusata di avere materialmente redatto un comunicato “denigratorio” nei confronti dell’avvocato di Tuccia, comunicato che, tra l’altro, secondo la procura farebbe parte di un “disegno criminoso” ( la divulgazione del citato comunicato), e dove le altre due compagne –Cristina Petrucci e Lelia Spignese, sono ritenute complici del suddetto “disegno criminoso”.

Giusto per non dimenticare chi è Tuccia e anche il perché chiunque abbia la spudoratezza e la disumanità di difenderlo meriterebbe di essere messo, come minimo, anch’egli alla gogna, altro che comunicato denigratorio, è bene ricordare gli orrendi fatti.

Nella notte tra l’11 e il 12 febbraio 2012, Francesco Tuccia, allora militare di stanza a L’Aquila,nel parcheggio esterno della discoteca 'Guernica' di Pizzoli (L'Aquila)  violentò ferocemente la giovane studentessa “Rosa”, assoggettandola ad una pratica sessuale brutale ed estrema, il “fisting” (che consiste nell’introduzione dell’intera mano ed in alcuni casi anche di due mani contemporaneamente, all’interno della vagina o del retto), riducendola in fin di vita e lasciandola peraltro a terra sulla neve, a quattordici gradi sottozero.

Rosa fu salvata solo grazie all’intervento dei vigilantes della discoteca, mentre il suo carnefice era rientrato tranquillamente in discoteca per lavarsi le mani sporche del sangue della giovane stuprata e quasi uccisa.

In merito ai citati drammatici e criminali fatti, allora anche uno dei giudici del processo che vide imputato il Tuccia, fu costretto a riconoscere che la realtà aveva superato la fantasia di un film horror.

Tuttavia, grazie alle leggi di questo stato moderno fascista, maschilista, stupratore  e femminicida - che condanna a pene irrisorie gli stupratori  e gli assassini delle femmine, mentre deride ed accusa le vittime e processa le compagne  che legittimamente si ribellano e denunciano la violenza sulle donne),  la bestia Tuccia è stata condannata a soli  7 anni e 8 mesi, di cui 3, tra l’altro, scontati agli arresti domiciliari.

A fronte di tutto quanto sopra, rispondere all’appello del MFPR per una mobilitazione in occasione del processo contro le tre compagne incriminate, è il minimo che le donne, le compagna,le femminista,nonché le associazioni e i collettivi, dovrebbero fare.

LA VIOLENZA SULLE DONNE NON E’ CASUALITA’, MA IL PRODOTTO PIU’ BARBARO DI QUESTA SOCIETA’!

ROVESCIAMO IL SISTEMA DEL CAPITALE, TUTTA LA NOSTRA VITA DEVE CAMBIARE!

Lavoratrici SLAI Cobas SC- Policlinico Palermo
Pa, 08.08.2017


Solidarietà da Annalena - NUDM Perugia


dalla lista NUDM nazionale:

Non entro nel merito squisitamente legale ma mi chiedo quante e quante volte dovremmo querelare e denunciare persone che scrivono il falso, mistificando e distorcendo la realtà e offendendo in maniere orrorifiche le donne protagoniste di qualsivoglia fatto o gesto (che siano personaggi pubblici o semplici e anonime cittadine)?

Il 22 gennaio molto forte e chiara dovrà essere la risposta a questo atto intimidatorio, repressivo e vendicativo. Spero avremo tutte le energie e la deterMinazione per farlo!

Per le 'prossime volte', però, credo anche sia giusto e intelligente confrontarci per individuare 'un codice di condotta' di comunicazione più efficace tra noi e verso il mondo esterno così da poterci difendere da queste meschine ritorsioni.

Un codice condiviso di Auto-tutela e auto-difesa anche in queste cose (livello pubblico legale, comunicativo etc.) che ci renda più forti e sicure!

I tavoli legale e narrazione, forse potrebbero essere i luoghi elettivi per produrre materiale e documentazione. Sarebbe un piccolo ma preziosissimo obiettivo. Soprattutto per far sentire tutte -dalle più giovani alle meno esperte- libere di poter esercitare il diritto alla critica, al dissenso e alla disobbedienza grazie al potere collettivo.

Maria da Roma


PIENA SOLIDARIETA' ALLE COMPAGNE
GISETTA PALERMO


Solidarietà il mio messaggio forza e mai arrendersi  Enza pa


Tutta la nostra solidarietà  arrendersi per noi è  una parola sconosciuta
Anna Maria Pa


Forza compagne non siete soie. Un abbraccio. Grazia PA


solidali sempre
Non Una di Meno - Torino


solidarietà a chi lotta contro la violenza
Natascia de Matteis

07/08/17

PROCESSATE PER AVER DENUNCIATO L'AVVOCATO DEGLI STUPRATORI DI "ROSA"

Da Tavolo4

Il giorno 22 gennaio del prossimo anno si apre il processo contro Luigia del Mfpr de L'Aquila e altre due compagne. 
L'avvocato dell'ex militare Tuccia - lo stupratore e quasi assassino di "Rosa", violentata nella maniera più barbara possibile e lasciata per terra, nella neve a rischio morte - aveva denunciato le tre compagne per le loro frasi di denuncia che lo avrebbero "offeso nell'onore e nel decoro".
L'Avv, Valentini del Foro de L'Aquila ritiene invece che sia "onorevole e decoroso" difendere uno stupratore.

Ora la Procura de L'Aquila - che non ha dato giustizia vera a "Rosa" - processa le tre compagne colpevoli di un "disegno criminoso"...!  

L'MFPR chiama tutte le compagne, le associazioni, collettivi a esprimere concretamente la solidarietà verso Luigia, Cristina e Leila, e a mobilitarsi in tutte le forme possibili in occasione del processo di gennaio.


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06/08/17

Per docici volte denunciò il marito che la maltrattava e le mostrava il coltello con il quale l'avrebbe uccisa

Con dodici coltellate costui la uccise 10 anni fà, mentre lo Stato stava a guardare!


Oggi lo Stato, condannato a risarcire i 3 figli di Marianna Manduca per un femminicidio che poteva evitare, evita di pagare 300mila euro impugnando la sentenza del Tribunale civile di Messina

Di seguito la denuncia di Giulio Petrilli su abruzzoweb:

PALAZZO CHIGI IMPUGNA SENTENZA DI FEMMINICIDIO, INSORGE GIULIO PETRILLI


L'AQUILA - "Il fatto che Palazzo Chigi impugni la sentenza sul risarcimento a favore dei figli di una donna vittima di femminicidio, che aveva per ben dodici volte denunciato le violenze subite, sancisce che i magistrati non pagheranno mai per i propri errrori!".
A parlare è l'aquilano Giulio Petrilli, riconosciuto innocente dalla Cassazione, dopo aver trascorso sei anni in carcere con l'accusa di partecipazione a banda armata, componente del comitato per il diritto al risarcimento per ingiusta detenzione a tutti gli assolti.
Petrilli interviene sulla decisione di Palazzo Chigi di appellare la sentenza di risarcimento che coinvolge anche la magistratura, per gli orfani di Marianna Manduca, vittima di femminicidio. La donna fu uccisa dal marito Saverio Nolfo nel 2007, che aveva più volte denunciato per maltrattamenti alla procura della Repubblica di Caltagirone, senza ottenre nessuna tutela.
I magistrati, sono stati ritenuti responsabili di negligenza dal tribunale civile di Messina e la presidenza del Consiglio è stata condannata a risarcire il danno subito dai figli della donna. Palazzo Chigi, però, ha appellato la sentenza.
"Questa è una vergogna vera e propria - tuona Petrilli - hanno fatto una legge farsa sulla responsabilità dei magistrati per dolo e colpa grave e per errori giudiziari. Non ha mai pagato nessun magistrato. Stabiliscono loro se hanno commesso o meno un errore e neanche di fronte a questo caso clamoroso, ammettono di aver sbagliato e pagare come fanno tutti i normali cittadini".
"Il governo - aggiunge - si oppone a un risarcimento legittimo che i magistrati dovrebbero pagare. Hanno sempre la totale impunità come le caste politiche ed economiche. Il carcere per i colletti bianchi e per i politici non esiste, esiste solo per i poveri cristi. Se poi questi ultimi sono vittime di errori giudiziari, neanche vengono risarciti! Così funziona il sistema giudiziario in Italia!".
"Si tratta di una decisione grave ed inattesa - commentano all'indomani della decisione Alfredo Galasso e Licia D'Amico legali dei figli della Manduca - che tende a porre nel nulla un provvedimento giudiziario, che per la prima volta riconosce e punisce la responsabilità non della magistratura nel suo complesso, ma di singoli magistrati, colpevoli di una inerzia giudicata dai loro stessi colleghi ingiustificabile".

Le operaie dello sciopero delle donne: basta a lavorare con topi e scarafaggi

NON SI LAVORA CON TOPI, SCARAFAGGI, GAS TOSSICI... GLI OPERAI DELLA PASQUINELLI TARANTO - CON LE OPERAIE DELLO "SCIOPERO DELLE DONNE" IN PRIMA FILA - SI RIBELLANO!

"...Da vari giorni ci è stata data disposizione dall'Amiu di lavorare le ecoballe, invece di continuare a fare la selezione dei rifiuti giornalieri... praticamente stiamo riaprendo e lavorando materiale già scartato proprio per la sua pericolosità e contaminazione, e che invece paradossalmente - sembra quasi uno scherzo/una provocazione o una ritorsione perchè l'avevamo scartato - oggi siamo impegnati a selezionare.
Siamo arrivati ad una situazione insostenibile per la nostra salute. Le ecoballe contengono, oltre l'amianto sbriciolato, carcasse di animali, rifiuti ospedalieri, topi morti ma anche vivi, siringhe infette, materiale tossico, gas sprigionati dalla macerazione dell'umido, con conseguente formazione di percolato (sostanza altamente pericolosa per la salute). E i lavoratori devono respirare, toccare, tutto questo! Per giunta, materiale che è stato depositato nelle ecoballe da 10/15 giorni, e che in questi giorni con il grandissimo caldo diventa doppiamente intoccabile, pericoloso, con invasione di scarafaggi che dobbiamo toglierci dai nostri capelli, vestiti, invasione di mosche, ecc. ecc.
Giorni fa alcuni di noi si sono sentiti male sul posto di lavoro e siamo stati costretti ad andare al pronto soccorso... ora basta!
Pertanto ritenendo che è inumano e incivile, nonchè pericolosissimo per noi e le nostre famiglie continuare a lavorare con questi materiali altamente tossici,  da domani (oggi) non continuiamo più a fare questo lavoro!... chiediamo di fare il lavoro che abbiamo sempre fatto, cioè la selezione dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata giornaliera."

Fin qui la lettera che le operaie e gli operai della Pasquinelli di Taranto dello Slai cobas per il sindacato di classe hanno scritto e mandato a Ditta, Amiu e Istituzioni.

Per padroni, Enti, Istituzioni finchè l'operaio "respira" deve lavorare; se ti ammali al massimo sarai sostituito da un altro, o gli altri operai lavoreranno al tuo posto.
Per padroni, Enti, Istituzioni occorre recuperare utili anche dalla "merda"

A Taranto, dove il tema più gettonato, da vari punti di vista, è "lavoro e salute" e dove dal governo Renzi/Gentiloni, alla Regione, al Comune giurano che loro vogliono rendere compatibile lavoro e salute, ora c'è un'altra dimostrazione di come in questo barbaro, putrefatto sistema è compatibile solo lavoro disumano (sempre comunque iper precario, sul filo del baratro, visto che a fine mese quegli operai sfruttatt, ammalati rischiano anche di essere licenziati) e riduzione dei "costi" della salute/sicurezza al minimo possibile. 

MA C'E' UNA VARIANTE SUL TEMA... LE OPERAIE, GLI OPERAI PENSANO E SI RIBELLANO!

Le operaie della Psquinelli
(che nell'8 marzo sono state una delle anime più combattive dello sciopero delle donne)

03/08/17

In solidarietà agli/lle arrestati/e del G20 ad Amburgo

Riceviamo e pubblichiamo da compagn* di Genova:


Domenica 06 agosto si svolgerà ad Amburgo una presenza solidale sotto al carcere di Billwerder, dove sono detenuti alcuni degli arrestati durante le giornate del g20. Contemporaneamente, a Genova, invitiamo ad un presidio in solidarietà agli arrestati per dimostrare loro vicinanza e supporto.

DOMENICA 6 AGOSTO ORE 18.00
PIAZZA SAN LORENZO - GENOVA
Libertà per tutti e tutte! CONTRIBUTO ALL'INIZIATIVA.


Il sonno degli uomini è più sacro che la vita per gli appestati; non si deve impedire alla brava gente di dormire. Ci vorrebbe del cattivo gusto, e il buon gusto consiste nel non insistere, è cosa che tutti sanno. Il cattivo gusto mi è rimasto in bocca ed io non ho cessato d'insistere, ossia di pensarvi”
Albert Camus, La Peste

Il 7 di Luglio dell'anno 2017 iniziava il G20, l'ennesimo summit internazionale come ormai molti se ne tengono durante l'anno in cui un manipolo di padroni del mondo si incontra per sedere ad un tavolo, compiacersi a vicenda sorseggiando vini pregiati, disquisendo di come spartirsi il saccheggio del pianeta esanime nel quale viviamo. Capita così che il neoliberista di respiro europeo Macron stringa la mano del dittatore genocida Erdogan in un salotto ben arredato mentre ci si accorda sulle strategie di soppressione e violenta repressione delle rotte migratorie di transito in Turchia verso l'Europa occidentale, succede che la conservatrice simpatica ai progressisti Merkel sorrida alle battute del razzista stupratore Trump mentre si decide su come devastare l'ecosistema ed avvelenare l'atmosfera oltre il punto di non ritorno, accade che l'oligarca autoritario nazionalista Putin riceva una pacca sulla spalla dal fantoccio Gentiloni mentre concede qualche metro cubo di metano in più in cambio del silenzio in occasione della prossima Crimea o della prossima legge omofoba ed omicida. Succede tutto questo, per tutti i giorni dell'anno tutto l'anno.
Imperversa la Peste mentre la brava gente dorme.
Dalle rivolte di Genova, Seattle, Heiligendamm sono passati molti anni, si pensa che non vi sia nulla da temere. Quel movimento di protesta è morto, dicono. La famigerata 'globalizzazione', che in quegli anni era spauracchio di un futuro incerto, oggi è il presente, talmente attuale quasi da non poter immaginare di vivere senza. Tutto ciò che usiamo, ciò che mangiamo, che guidiamo o vestiamo è prodotto in schiavitù altrove, da altri/e che non percepiamo e riconosciamo come persone, dei cui destini non ci curiamo e che non riescono a fare presa sulle nostre coscienze assopite. Questa volta tuttavia, i padroni del mondo scelgono di incontrarsi nel pieno centro di Amburgo, quasi per sfida. Una città la cui storia è ricca di lotte per la giustizia sociale, che celebra periodicamente l'autonomia di alcuni quartieri con proteste e rivolte. Ed è proprio in uno di quei quartieri, Lo Schanzenviertel, che i potenti si incontreranno per celebrare la loro farsa.
La sfida viene accolta e da mesi prima inizia una mobilizzazione che lascia presagire la volontà di opporsi con determinazione, si annuncia una larga partecipazione. Nei giorni prima del Summit compagne e compagni da tutta Europa si incontrano nella città tedesca, mentre la polizia mette in pratica da subito una politica di tolleranza zero: le case vengono perquisiste, iniziano gli arresti preventivi dei 'soliti noti', il campeggio dove le persone di fuori si erano radunate viene sgomberato con la forza. La strategia repressiva che la polizia intende mettere in atto si palesa in modo ancora più chiaro durante il corteo del 6 luglio, in cui sbirri antisommossa attaccano da più parti prima ancora che si possa muovere un passo, costringendo le persone a fuggire tra i lacrimogeni nella zona del porto. L'efficienza dell'apparato repressivo sembra inscalfibile e tutto lascia presagire che i tre giorni proseguiranno senza che la quiete venga turbata, mentre tiranni e dittatori godono dell'eccellente programma previsto tra una cena di gala ed un aperitivo con vista.
Nella giornata di Venerdi 7 Luglio tuttavia qualcosa sembra cambiare sin dalla

02/08/17

Da precarie e precari dello Slai cobas s.c. di Palermo

La linea di classe, antirazzista, antifascista, internazionalista dello Slai Cobas s.c, per combattere anche tra i lavoratori concezioni razziste, è una "sorpresa" per gli addetti ai lavori


Lo Slai Cobas per il sindacato di classe che per concezione e linea è un'organizzazione sindacale internazionalista, antifascista e antirazzista, contrasta e combatte sia sul piano pratico che ideologico  tra i lavoratori, a partire da quelli che organizza direttamente, concezioni razziste che possono emergere perché i lavoratori, parte delle masse proletarie, influenzati ogni giorno dall'ideologia dominante,  non sono né esenti né tanto meno immuni da essa e succede che possano per esempio esprimere in alcuni casi idee contro gli immigrati, contro "gli stranieri", scadendo anche nella logica della guerra tra poveri che il governo scatena ogni giorno, e che sul piano degli immigrati diventa anche più odiosa,  per deviare innanzitutto l'attenzione dei lavoratori, delle masse dai tanti problemi sociali esistenti che questi sono costretti ad affrontare.


Tra le varie iniziative promosse a tal proposito a Palermo, di recente, in particolare i precari organizzati hanno contribuito, contrastando anche resistenze da parte di alcuni,  alla contro-informazione, denuncia e solidarietà concreta verso diverse famiglie Rom che abitano a Palermo da anni in un campo in periferia e che di recente hanno subito un tentativo di sgombero alquanto pesante da parte delle forze dell'ordine con allontanamento forzato di alcune donne, mamme di bambini piccoli, strappate dai loro figli e portate a Roma in un Cie per essere espulse.

Queste donne poi grazie all'intervento tempestivo degli avvocati contro quello che era un vero e proprio abuso (sono donne che da più di 20 anni orami abitano in Italia e in attesa appunto della cittadinanza italiana con figli nati in Italia) sono state rilasciate.


I precari dello Slai Cobas s.c. coinvolti anche grazie ad una delegata che lavora in una scuola nei pressi del Campo dove frequentano diversi bambini Rom hanno solidarizzato, innanzitutto facendo contro-informazione e  sostenendo attivamente anche alcune iniziative rivolte ai bambini non voluti a scuola per esempio da varie famiglie "italiane" e "perbene" che, come il caso di alcuni sindaci siciliani di questi giorni,  dicono "ma noi non siamo affatto razzisti, è solo che..." mentre di fatto lo sono eccome! e simpatizzano o aderiscono anche a odiose raccolte firme come successo tempo fa, su iniziativa di Forza Nuova, per esempio che affisse anche striscioni razzisti e xenofobi attorno alla scuola suddetta, la cui Dirigente Scolastica con una manifestazione denunciò e fece togliere.


Se da un lato queste iniziative, che non sono strettamente legate alla "vertenza sindacale” che si porta avanti per esempio in difesa del lavoro, come stanno facendo i precari, sono però necessarie per fare crescere i lavoratori nella coscienza che la classe oppressa dai padroni, dai governi è una, e per combattere concezioni che "italiani e immigrati, "italiani e stranieri" oppressi non siano parte della stessa classe e non abbiano uguali nemici nella lotta di classe, seppur gli attacchi possano assumere forme diverse, dall'altro lato queste iniziative "stupiscono" i cosiddetti "addetti ai lavori", vedi la Dirigente Scolastica, vedi i docenti, vedi alcuni stessi rappresentanti di associazioni antirazziste, quasi come se i lavoratori che fanno azioni solidali concrete verso i Rom per esempio, siano degli "extraterrestri" venuti chissà da quale pianeta o per cui questo sindacato è "diverso" come è stato detto da qualcuno.


"Diverso" è cercare, non senza difficoltà, di mettere in atto ogni giorno tra i lavoratori e con i lavoratori una linea che nelle diverse sfaccettature ha come obiettivo quello di mettersi al servizio degli interessi della classe nella lotta più generale necessaria per cambiare questa società.


A seguire la lettera che la Dirigente Scolastica della scuola interessata ha scritto ai precari dello Slai Cobas per il s.c. Palermo:


Direzione Didattica "A. De Gasperi" Palermo


Gent.le Sig.ra Geraci


desidero ringraziarLa e insieme a Lei le lavoratrici e i lavoratori precari SLAI COBAS per il Vs. contributo alla causa degli alunni Rom, per aiutarli e incoraggiarli nella prosecuzione degli studi.

Il Vostro gesto assume un significato particolare per i valori che lo sottendono e per cui Vi battete, con coraggio e generosità d'animo, proprio Voi che provate sulla vostra pelle l'oltraggio di non avere garantito un diritto fondamentale sancito dalla nostra Costituzione: il diritto al lavoro che dà serenità e dignità all'esistenza umana.

Le Vostre parole e il Vostro gesto, testimonianza di una vita vissuta all'insegna dei valori che ad essa danno senso, ci hanno commosso. Con il Vostro permesso, desideriamo pubblicarle sul sito della scuola, nella speranza che possano ammorbidire il cuore di chi da tempo lo ha corazzato con il pregiudizio, l'odio e l'egoismo.

Nel rinnovare il mio ringraziamento, Vi auguro di vedere affermato il Vostro diritto al lavoro e di veder affermati i diritti dei più deboli.


Un caro saluto


La Dirigente Scolastica

M.G. Granata

Sul decreto Lorenzin, un comunicato di Medicina democratica nazionale


31.07.2017
DECRETO LORENZIN: QUANDO IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI
Il Decreto Legge che rende obbligatorie ben 10 vaccinazioni, recentemente convertito in Legge grazie all’imposizione della fiducia, è l’ennesima dimostrazione di quanto sia diventato incolmabile e sempre più ampio nel nostro paese il divario fra le istituzioni (e la classe politica che le occupa) e la società civile.
Il Governo, sempre meno rappresentativo non solo degli elettori (che non lo hanno mai votato) ma anche delle stesse componenti sociali che in qualche modo si illude di rappresentare, è costretto a ricorrere all’autoritarismo per colmare il vuoto di autorevolezza (e cioè di condivisione delle proprie scelte politiche) che lo attanaglia anche nel campo della sanità pubblica.
In questo senso il provvedimento, con il quale il Governo ha affrontato una questione che non presentava alcun presupposto d’urgenza che potesse giustificare il ricorso a questa forma di legiferazione emergenziale, è coerente con le precedenti iniziative assunte da diverse Regioni (governate dalle medesime forze politiche) tese a forzare la vaccinazione dei minori attraverso il ricatto della non ammissione dei piccoli al di sotto dei sei anni ai nidi ed alle scuole materne, ma anche attraverso una politica censoria (vedi l’annullamento in un’aula del senato del film Vaxxed di alcuni mesi fa, l’esclusione dai media della maggior parte delle notizie relative alle numerosissime e partecipate manifestazioni contro il decreto, la banalizzazione delle critiche tramite il dispregiativo e insulso termine NOVAX) o ricorrendo a pesantissime sanzioni.
Questa legge, assumendo la medesima modalità ricattatoria delle precedenti Leggi Regionali, conferma la contraddittorietà alla base dell’imposizione, poiché in Italia esiste già una legge che consente, in caso di epidemie conclamate, l’utilizzo dello strumento coattivo per motivi di sanità pubblica, impossibile però da utilizzare in questo momento proprio perché non giustificato da pericoli reali ed immediati.
La novità, però, è che su questa strada si è inserito anche l’organismo rappresentativo della classe medica, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, il quale non solo ha plaudito tale direttiva autoritaria ma ha cercato di superare la politica procedendo a forza di richiami e radiazioni laddove non era in grado di convincere quella parte dei propri iscritti, evidentemente molto più numerosi di quanto non si pensi, preoccupati sia delle modalità organizzative che delle ulteriori forme di repressione nei confronti di chi manifesta un pensiero critico.
Agli episodi di aperta criminalità in campo medico, e a quelli numerosissimi di corruzione da parte di medici ed amministratori pubblici del settore che hanno contraddistinto gli ultimi tempi, si somma quindi una palese sfiducia verso chi, pur affermando di possedere argomentazioni scientifiche da vendere a favore delle proprie tesi, si rifiuta categoricamente di confrontarsi con chi le confuta limitandosi a banalizzarne e censurarne le ragioni.
Il significato della nuova legge sulle vaccinazioni obbligatoria appare come il modo per nascondere quanto avviene in via di fatto nella sanità pubblica: tagli ai bilanci, riduzione di personale, assunzione di personale precario, mancanza di informazione, sottovalutazione della prevenzione. Appare evidente come chi governa e gestisce la politica sanitaria voglia transitare verso un sistema diverso, mutualistico o assicurativo, non più universale; piuttosto commerciale e affaristico. In questo – come nel campo dei vaccini – le case farmaceutiche hanno la loro convenienza.
Ciò – al di là dei risultati delle costrizioni messe in atto – non potrà che incrementare la diffidenza in strati sempre più ampi della popolazione, anche tra coloro che si sono sempre sottoposti a profilassi motivate da patologie ritenute altamente pericolose e realmente epidemiche, o al più, tendevano a ritardare il momento della vaccinazione dei figli temendo effetti avversi (di cui si conferma l’esistenza passandone la “gestione” all’AIFA nella nuova norma) a causa dell’età dell’intervento.
Medicina Democratica, Movimento di Lotta per la Salute, si batte per il diritto alla salute come bene fondamentale e collettivo. Le imposizioni assolute, come nel caso della legge sulle vaccinazioni, con false motivazioni, o prive di motivazioni, scientificamente del tutto insufficienti, sono sbagliate. Le scelte repressive che ne conseguono sono controproducenti anche per gli scopi che si vogliono raggiungere, qualunque politica sanitaria deve essere basata sul consenso e la partecipazione dei cittadini.
Medicina Democratica Movimento di Lotta per la Salute Onlus