22/07/08

A difesa della salute delle operaie Amadori di Cesena
Le lavoratrici e i lavoratori della Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro di Ravenna, da giorni, pur in questa calura estiva, stanno portando avanti una battaglia per la difesa della salute delle operaie della Ditta Amadori, tanto pubblcizzata in TV, e che ci tiene molto ai suoi polli/profitti ma se ne frega della salute delle operaie. Rigiriamo uno dei volantini de@ lav@ della Rete, che ora stanno portando avanti anche un inchiesta dettagliata in fabbrica, trovando minacce e repressione da parte della Uil e dei carabinieri.
MFPR Taranto

IL POLLO VALE DI PIU' DELLA SALUTE DI UNA OPERAIA?

No, padron Amadori, lei non ha alcun diritto di continuare a peggiorare la salute delle operaie, di minimizzare la situazione, di ricattarle, di lasciarle a casa se denunciano malori.
Questi operai, di cui la grande maggioranza sono donne, si alzano alle 4 del mattino per uno straccio di salario che serve a mantenere le loro famiglie e sono stanche di essere sfruttate in quell'inferno di esalazioni nocive da fabbrica da “Terzo mondo” e stanche pure di essere prese in giro dai medici dell'Ausl che coprono le responsabilità del padrone.
Il padrone dei polli ha messo in condizione di perdere la salute, giorno per giorno. Più i suoi profitti aumentano più aumentano le malattie sia fisiche che psichiche legate al processo produttivo.
Rivendicare diritti in questa Azienda significa subire il terrorismo padronale e l'umiliazione di medici che addossano alle operaie la responsabilità di tutto, negando legame tra il peggioramento delle condizioni di salute con il processo lavorativo, addirittura arrivando ad affermare che le patologie di cui si soffre sono imputabili agli stili di vita!
Chi dovrebbe fare il suo mestiere non lo fa, dimostrando di avere più a cuore gli interessi padronali: quando le operaie non ce la fanno più a lavorare in ambienti nocivi e per i carichi di lavoro i sindacati confederali e gli Rls sono completamente assenti e gli organi di vigilanza e controllo dell’Ausl danno ragione all'Azienda.
Quindi:noi della Rete Nazionale per la sicurezza e salute nei luoghi di lavoro faremo una perizia indipendente per dimostrare che le malattie sono dovute alle condizioni di lavoro. Pertanto invitiamo le operaie a contattarci anche in forma anonima.
Vogliamo conoscere e informarvi sugli elementi nocivi che mettono a rischio la vostra salute.
Vogliamo la messa in sicurezza degli impianti
Vogliamo le dimissioni dei medici dell'Ausl di Cesena e il ripristino delle competenze dell’Ispettorato del Lavoro.
Vogliamo le dimissioni delle RSU ed Rls.
E' necessaria l'elezione diretta da parte degli operai di nuovi Rls, non nominati dalle burocrazie confederali.
E’ necessario uno sciopero autorganizzato che blocchi la produzione a sostegno di questa vertenza

Rete Nazionale per la sicurezza sul lavoro- Ravenna

tel. 339/8911853 e-mail:cobasravenna@ libero.it

16/07/08


Rifiuti umani: le schiave della monnezza


Così titola il Manifesto la ricca cronaca di denuncia della condizione di 20 operaie magrebine, venuta alla luce in seguito ad un blitz organizzato da Workers in action e Rifondazione.
Nel ricco, lindo e "legalitario" Nord-Est: "lavoratrici marocchine impiegate per separare plastica e vetro dall'immondizia. A mani nude e sotto il sole, in mezzo a una montagna di rifiuti": ma è possibile che occorra un "blitz" per fare emergere una realtà simile?
Dietro a questa vicenda un insieme di speculazioni urbanistiche ed immobiliari, il sistema dei subappalti, sotto l'ombra e la corresponsabilità degli Enti locali; le onnipresenti "cooperative" in cui dietro la immagine di "cooperative sociali" vi è il peggior sfruttamento: buste "gonfiate", inesistenti le denunce all'Inail degli incidenti, e un Ispettorato del lavoro che, negli ultimi quattro anni non si è mai visto.
E neanche un anno fa la Cgil che aveva firmato un accordo con la cooperativa con cui lavorano le lavoratrici marocchine, per cui parlava di "accordo futuristico"! E solo oggi si pone l'obiettivo di far assumere direttamente dalla Star Recycling e non attraverso fantomatiche cooperative.
La "gallina dalle uova d'oro" è la "raccolta differenziata". L'affare milionario! Dopo un incendio che aveva fortemente danneggiato la ricicleria, l'attività era lo stesso proseguita, semplicemente sostituendo ai macchinari destinati alla separazione della monnezza, le mani delle lavoratrici chinate per ore nella monnezza, nei rifiuti tossici, nelle schifezza dei rifiuti organici, ecc! Ma, come hanno dichiarato alcune lavoratrici: "Non c'era una grossa differenza di trattamento prima dell'incendio. Ci offendevano e ci gridavano di fare in fretta. Certo, almeno, il nastro funzionava. Evitava di restare chinate per otto ore sui cumuli di rifiuti speciali" (leggi siringhe, materiale proveniente dagli ospedali: ma non sono smaltiti alla "fonte"?). Peggio dell'ultimo paria, costrette a mangiare nei cessi. Migranti e schiave.
Così vanno bene le immigrate per i profitti milionari dei padroni delle ditte e delle cooperative?! Vanno bene per Berlusconi, per Bossi, per Maroni, Fini?!
Un governo, uno Stato che controlla/perseguita i bambini immigrati e, volutamente, non controlla chi schiavizza le lavoratrici, è uno Stato fascista!!

SOLIDARIETA' ALLE LAVORATRICI MAGREBINE!

SOSTENIAMO LA BATTAGLIA PER I LORO DIRITTI AL LAVORO, ALLA SALUTE, ALLA DIGNITA'!
PORTIAMO ANCHE LA CONDIZIONE DELLE LAVORATRICI MIGRANTI, DELLA SICUREZZA DAL VERSANTE LAVORATRICI AL TAVOLO 4 DI SETTEMBRE A ROMA.

Movimento femminista proletario rivoluzionario – Milano
mfprmi@libero.it