29/11/22

Riceviamo e pubblichiamo a sostegno della lotta del popolo palestinese


 
Let's further isolate apartheid
 
Dear Margherita Calderazzi del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario,

Dalla manifestazione del 26 novembre all'assemblea del 27, il ruolo del mfpr.


Il 26 novembre delle donne ha mostrato di essere una importante trincea d’avanguardia per il tipo di governo che abbiamo, clerico-fascista, sessista e revanscista contro diritti e conquiste delle donne, in primis il diritto d’aborto.

Che ci volesse una donna di matrice fascista a incarnare questo attacco, una persona che usa continuamente il fatto di essere donna come una "patacca" per autoesaltarsi a modello, è la dimostrazione che la borghesia almeno come “classe politica” è alla frutta.

Quella del 26 novembre è stata una manifestazione necessaria che volevamo larga e combattiva e che raccogliesse tutte le istanze e tutte le lotte, i fermenti delle donne contro una classe, uno Stato e un governo che in nome di “Dio, patria e famiglia” e figli coniugano la legge fondamentale nel sistema capitalista: il profitto. “Dio, patria, famiglia” e figli sono “bandiere” che accompagnano sempre la doppia oppressione e il recupero del moderno medioevo e che sono compagne di miseria e guerra, di femminicidio di massa.

E’ in questo che il movimento attuale delle donne può essere una trincea che può diventare prima linea di un movimento esteso e continuo delle donne e di tutte le lotte delle masse, purché si liberi dell'influenza e attuale egemonia delle attuali dirigenti del femminismo medio borghese e piccolo borghese.

In questo è stata importante l'azione  e la presenza coraggiosa, determinata e visibile del movimento femminista proletario rivoluzionario che è voce delle proletarie, delle operaie sfruttate, vessate, discriminate e uccise sul posto di lavoro. L'Mfpr è la voce politica più radicale e un contingente che esprime la contraddizione di classe come madre di tutte le contraddizioni.

Questo è il dato, non ancora di quantità ma di qualità, per indirizzare la lotta delle donne, per farne un riferimento del livello generale della lotta necessaria e possibile nella prospettiva di una rivoluzione proletaria che abbia al suo interno una rivoluzione nella rivoluzione, perché tutta la vita deve cambiare.

E questo è stato anche il senso della nostra presenza, dei nostri banchetti, del nostro intervento all'assemblea del 27, che ha visto anche in quella sede la presenza intimidatoria di poliziotti in borghese, quando già tutte le compagne del mfpr erano state fermate, pedinate ed identificate prima, durante e dopo il corteo del 26 a Roma per lo striscione contro Meloni.

Fare un fronte unito contro la repressione è quindi un ulteriore passo da fare, perché, come ha scritto una lavoratrice, "con il governo Meloni l'unica garanzia è la repressione".

Di seguito l'intervento della compagna di Palermo all'assemblea del 27

28/11/22

Lo Stato borghese e la stampa al suo servizio attacca la denuncia e lotta delle donne proletarie e rivoluzionarie contro il governo fascista Meloni

VIDEO | Al corteo di ‘Non una di meno’ attacchi a Giorgia Meloni: “Fascista, sei la prima della lista”. Interviene la Digos

A Roma il corteo organizzato da 'Non una di meno' per dire 'no alla violenza sulle donne in occasione della giornata del 25 novembre


meloni fascista_non una di meno

ROMA – C’è un grande striscione rosso a chiudere il corteo di Roma contro la violenza sulle donne. “Meloni vattene!“, si legge. I ragazzi e le ragazze che sfilano per la manifestazione ‘Non una di meno’ dietro a questo striscione intonano slogan contro la premier: “Meloni fascista, sei la prima della lista“.

Slogan contro Meloni 'fascista', attiviste 'Non una di meno': "La Digos ci ha identificate" from Agenzia DIRE on Vimeo.

ATTIVISTE FERMATE DALLA DIGOS

Fermate e identificate dalla Digos per uno striscione con su scritto “Fascista Meloni noi donne ti farem la guerra“. Lo racconta all’agenzia Dire Donatella, 57enne di Palermo arrivata a Roma con altre amiche per la manifestazione ‘Non una di meno’ contro la violenza sulle donne.

Sullo striscione che portano nella coda del corteo partito da piazza della Repubblica c’è anche una foto della presidente del Consiglio immortalata mentre grida e la scritta: “Ti mangiamo il cuore“. La frase “è una citazione“, assicurano: un film appena uscito con protagonista Elodie, “Ti mangio il cuore”. Donatella racconta: “Manifestiamo contro il governo Meloni che ci fa violenza perché ci vuole attaccare in ogni aspetto. Siamo state circondate dalla Digos per il nostro striscione, ce lo volevano togliere e strappare, minacciando di portarci in questura. Alcune di noi sono state anche identificate. Lo striscione, però, l’abbiamo difeso”.

Poi, continua: “Rivendichiamo quello che abbiamo scritto. Questo governo Meloni rappresenta un governo che ci attacca, non dà nulla per il lavoro, vuole togliere il reddito di cittadinanza e fa passare un messaggio che siamo donne utili solo a fare figli per le fabbriche e per la guerra. Noi non ci stiamo e lo rivendichiamo, perché c’è anche libertà di pensiero. Fino a oggi”.

A Roma il 26 novembre la polizia a difesa della fascista Meloni contro lo striscione del Movimento femminista proletario rivoluzionario

Roma inaccettabile pressione della digos in piazza a Roma 
per far togliere un nostro striscione 
contro la Meloni in piazza con pretesa di identificarci 
facciamo  resistenza! 
poi nel corteo  lo  striscione riappare... 
e nuovo intervento della polizia ma nessuno 
ci può fermare la furia delle donne 
si deve scatenare
 
questo lo striscione che non si può portare 

 


 




Anche quest'anno alla grande manifestazione delle donne a Roma del 26 novembre - in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne ci saranno le rappresantanti delle donne lavoratrici aderenti al Movimento Femminista proletario rivoluzionario
,,,,a roma contro la violenza sessuale e i femmicidi che dilagano, ma anche contro la violenza sociale e sistemica rappresentata dallo sfruttamento, dalla precarietà, dalla disoccupazione, dal carovita, caroscuola, carosanità che ricadono sempre più sulle donne, a fianco delle sorelle immigrate che arrivano sui barconi e in tante perdono la vita e poi vengo sfruttate e spesso inserite nella tratta delle schiave e della prostituzione, dove pagano anche qui con la vita, come le nostre sorelle cinesi uccise a roma e quelle che lavorano lo fanno in condizione di disparità e precarietà

,,,,a roma per dire che le donne non sono tutte uguali e sono distinte dal genere e dalla classe - sono donne la presidente del consiglio Meloni,la Morselli damministratrice delegata dell'Arcelor Mittal,  ma certo fanno parte di una classe sociale e politica che non opera a favore delle donne, vedi l'annunciato attacco all'aborto e la visione delle donne, conservatrice e reazionariaall'insegna della triade di stampo fascista Dio patria e famiglia

...a roma per affermare che la nostra lotta è internazionale e siamo a fianco delle coraggiose donne iraniane che hanno innescato a partire dalla loro odiosa oppressione una vera rivoluzione popolare, così come siamo a fianco delle donne che pagano un alto costo di vita e condizione alle guerre imperialiste e reazionarie che insanguinano il mondo dall'Ucraina a Kobane alla Palestina

a roma per i nostri diritti, a roma per la nostra emancipazione per la nostra liberazione perchè tutta la vita deve cambiare!



parole d'ordini

contro la vostra violenza e oppressione scateniamo la nostra ribellione
la sacra famiglia ci uccide per la vita con questa società facciamola finita
Il diritto d’aborto non si tocca lo difenderemo con la lotta
Non siamo macchine per la riproduzione ma donne in lotta per la rivoluzione
Figli per la Patria, Dio e Capitale Questo governo finisce male
moderno medioevo doppia oppressione donne in lotta per la rivoluzione
la furia delle donne vogliamo scatenare questo sistema vogliamo rovesciare
donne licenziate, donne violentate siamo sempre più incazzate
dentro le case non ci torneremo sempre più furiose in piazza scenderemo
ci ammazzano, ci opprimono, ci negano il lavoro, maschi, padroni, vi faremo
fuori
oppressione, stupri e lutti pagherete caro pagherete tutti
Padroni fascisti polizia tutti insieme vi spazzeremo via
Per ogni donna, uccisa, stuprata e offesa siamo tutte parte lesa
maschi criminali, maschi perbenisti chi uccide le donne è sempre fascista
maschilisti, fascisti, poliziotti giù le vostre mani dai nostri corpi
contro discriminazioni e oppressione sciopero sciopero delle donne
violenza sul lavoro, violenza familiare questo sistema vogliamo rovesciare
per ogni donna uccisa non basta il lutto pagherete caro pagherete tutto!
La lotta delle donne non si reprime andremo avanti fino alla fine
giudici che assolvono i maschi violenti sono tutti conniventi
fascismo, razzismo, sessismo questa la storia del capitalismo
ma quale difesa della vita la vostra cultura è morte garantita
Dall’India all’Iran le donne sono in campo, Stati fascisti non avete scampo
la lotta delle donne non si può fermare tutta la vita deve cambiare
licenziamenti, miseria carovita con questo governo facciamola finita -

25/11/22

L'azione tra le donne lavoratrici prima del 26, oltre il 26...







25 novembre: "Le proletarie non devono stare alla coda del femminismo borghese... ma essere la prima linea per la rivoluzione - Dall'intervento del Mfpr all'assemblea operaie della Beretta

Richiedi il dossier a
mfpr.naz@gmail.com
Dallo scoppio della pandemia alla fase che oggi 
viviamo della guerra interimperialista la condizione di sfruttamento e di oppressione che la maggioranza delle donne proletarie già viveva nel nostro paese si è peggiorata ulteriormente.
E’ peggiorata la situazione della mancanza del lavoro, le prime ad essere licenziate sono le donne, ricordiamoci che solo durante la prima ondata della pandemia su 101mila nuovi disoccupati 99mila sono state donne che hanno perso il lavoro, nel 2022 in questo paese su dieci lavoratori le donne che lavorano sono solo quattro e la situazione è più pesante in particolare nelle regioni del sud, è peggiorata la condizione della precarietà lavorativa, è peggiorato un aspetto che tante operaie vivono sulla propria pelle in fabbrica così come diverse lavoratrici vivono in altri posti di lavoro in termini di differenze sul piano del salario, di discriminazioni nelle mansioni rispetto agli uomini, con atteggiamenti di capi e capetti sessisti e maschilisti.
Il 75% di chi seleziona il personale in aziende grandi, medie e piccole, ammette che sono gli uomini ad avere la precedenza, le donne sono scartate, uno dei motivi? il periodo di maternità che incide sui costi e sull’organizzazione aziendale.
I salari bassi sono sempre più erosi dal caro vita, caro prezzi e caro bollette amplificato dallo scaricamento dei costi dell’attuale sporca guerra al servizio degli interessi dei padroni del mondo  su operai, lavoratori, proletari e doppiamente sulla vita delle operaie, delle donne proletarie.
Peggiorano le condizioni di insicurezza in fabbrica, e più in generale nei posti di lavoro, (inchieste fatte a Montello, Evoca, Beretta…), aumentano gli infortuni in fabbrica causati dallo sfruttamento insaziabile dei padroni per il profitto fino ad uccidere operai e operaie, le donne che hanno perso la vita sul lavoro e per il lavoro da gennaio a luglio del 2022 sono state 33. Sono assassini che accusano apertamente questo sistema capitalista sfruttatore e criminale in cui la condizione spesso di maggiore necessità e maggiore difficoltà per le donne a trovare un lavoro e a mantenerlo, viene usata dai padroni che se ne approfittano in pieno per ottenere più lavoro, con meno sicurezza e meno diritti, lavoro che in questo sistema sociale che trasuda da ogni ambito sessismo, maschilismo, patriarcalismo si dà anche per scontato.
E’ peggiorata la ricattatoria condizione generale delle lavoratrici immigrate in fabbrica o nelle campagne, sfruttate e oppresse in condizioni da moderno schiavismo, soggette spesso a violenze sessuali come nella pesante vita che son costrette a fare nei campi/lager.
Il lavoro di cura continua ad essere motivo di abbandono del lavoro per circa il 40% delle donne o di ricorrere a lavori part time, a mezzi lavori, per prendersi cura dei figli, per occuparsi della famiglia che diventa una catena in questo senso. Il lavoro in casa, il lavoro di cura di figli e anziani/persone non autosufficienti, é scaricato quasi totalmente sulle spalle della maggioranza delle donne proletarie, delle operaie, delle lavoratrici mentre si tagliano sempre più risorse per la scuola pubblica, per gli asili, i nidi pubblici, la sanità pubblica, i servizi sociali e di assistenza pubblici, perché oggi questo Stato borghese con i governi al suo servizio deve destinare sempre più soldi ai padroni da un lato e alla guerra imperialista dall’altro, vedi l’aumento delle spese militari e su questo piano il governo Meloni sarà in continuità con il governo precedente Draghi, ma mostrando più apertamente le caratteristiche reazionarie, fasciste, amplificherà queste politiche dentro la dimensione della fase attuale di crisi/guerra con lo scarico più pesante dei servizi e del carovita che colpirà in particolare le donne.
Un governo della destra borghese più reazionaria che per la sua ideologia/politica legata anche a personaggi fascisti/razzisti alla La Russa, neo presidente del Senato, clericointegralisti, omofobi alla Fontana neo presidente della Camera, uno che vuole che le donne facciano solo figli, siano ricacciate a casa, all’interno di un’onda nera che si va espandendo, dagli Usa all’Europa, all’Italia, attaccherà le donne, gli immigrati, le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici.
Non abbiamo certo dovuto aspettare la Meloni nominata Presidente del Consiglio per sapere che tra i primi bersagli da colpire per il primo governo a guida di una donna al servizio dei padroni, delle classi dominanti e del sistema capitalista e imperialista ci sono proprio le donne, a cominciare anche dal diritto di aborto e di libera scelta delle donne già annunciato chiaramente nella becera campagna elettorale.
Ma come una donna fascista come la Meloni alla presidenza del consiglio, è anche una opportunità per noi donne proletarie in lotta, perchè questo mostrerà in modo chiaro che essere donna non è neutro, non è perchè sono donna sono automaticamente dalle parte degli interessi della maggioranza delle donne, le donne in questa società non sono affatto tutte uguali, ci sono le donne borghesi, piccolo borghesi e le donne proletarie, e le donne al potere come la Meloni oggi, le padrone, le ricche, le politicanti sono la faccia più concentrata e feroce del potere capitalista e imperialista, mettendosi apertamente al servizio della loro classe.
E’ quindi la classe e non il genere che distingue o unisce le donne, è la contraddizione di classe che è alla base e in questo senso la donne proletarie, le operaie, le lavoratrici sfruttate e oppresse di fronte a tutto questo hanno un oggettivo interesse ad essere in prima linea nella lotta non solo in difesa della loro condizione di lavoro ma anche di diritti basilari che sono stati conquistati con la lotta, vedi il diritto di aborto, ma ancora di più in difesa di tutta la loro vita più generale sotto attacco.
Alcuni nomi dei ministeri ora sono cambiati e questo rende chiaro l’indicazione del tipo di politica di questo governo reazionario di destra. Il ministero della famiglia, per la natalità e le pari opportunità, messe all’ultimo e il loro senso è solo di “conciliazione” tra ruolo in famiglia e sul lavoro, (Eugenia Roccella) sarà esplicitamente impegnato a ricattare ideologicamente, moralmente e praticamente con misure da elemosina economica di stampo fascista le donne perchè facciano più figli, ma solo per l’economia del capitale e per la guerra imperialista, porrà più ostacoli alle possibilità di abortire, insieme a campagne ideologiche cattolicofasciste sulla famiglia tradizionale, sul ruolo di “madre” della donna, e contro ogni differente “famiglia” (i diritti delle Lgbt + saranno ignorati o repressi), Giorgia Meloni ha detto che il suo modello è la Polonia, fare come la Polonia, un paese che ha cancellato il diritto all’aborto e ha colpito tutti i diritti umani, civili, del lavoro. 
E che le disparità, le discriminazioni verso le donne lavoratrici aumenteranno diventa chiaro anche guardando a chi ora starà al Ministero del lavoro, con una ministra, Marina Calderone, presidente del consiglio nazionale dell’ordine dei Consulenti del lavoro. “Negli ultimi decenni non c’è professione che abbia contribuito ad abbassare diritti e salari più dei consulenti del lavoro”, avendo “come unico obiettivo la riduzione del costo del lavoro con qualsiasi mezzo”.
Ma le donne non sono state ferme! In alcuni posti di lavoro stanno partendo lotte, il 28 settembre vi è stata una prima lotta di massa delle donne, dei movimenti femministi, contro l’attacco al diritto di aborto ci sono state manifestazioni in tante città da Milano a Palermo, dove sono scese in lotta anche tante lavoratrici, precarie, che hanno rivendicato con forza che la nostra vita non si tocca! La nostra libertà di scelta non si tocca! Alla vostra guerra risponderemo con la nostra guerra di classe!
La lotta delle operaie delle Beretta per esempio è importante perché il grave accordo fatto dai padroni con la Uil che taglia il salario già basso delle operaie colpendo diritti basilari come la maternità, costituisce un pericoloso precedente che si può estendere in altri posti di lavoro contro altre lavoratrici. I padroni entrano nel merito del ruolo produttivo e riproduttivo delle donne …
Una lotta che pone anche la questione della condizione che vivono come donne, con tutte le oggettive difficoltà a gestire per esempio il lavoro di cura in famiglia, i figli, le difficoltà di arrivare a fine mese e oggi ancor di più con l’aumento dei prezzi/bollette/generi di prima necessità… “difficoltà doppie, triple” essendo per la maggior parte anche donne immigrate che non hanno nessuna risorsa a parte il lavoro...
...collegarsi, sostenersi e incoraggiarsi reciprocamente, unire le nostre forze anche se viviamo e lottiamo in città e posti di lavoro o realtà diverse perchè l’attacco di padroni e governo seppur in forme diverse è comune; questo significa estendere la conoscenza delle lotte che le donne proletarie fanno in questo paese contro la congiura del silenzio messa volutamente in atto spesso dai mass media asserviti o dai sindacati confederali organicamente dalla parte dei padroni, del governo.
In questo senso questa è una assemblea diversa che vuole dare protagonismo, peso alle lotte e al ruolo agente in esse delle donne proletarie, delle operaie, delle lavoratrici che invece spesso anche alcuni stessi sindacati di base sottovalutano o ignorano.
E ci sono tante realtà di operaie e lavoratrici in lotta o in sofferenza significative che non devono restare sole… le operaie della Clementoni, le operaie della Stellantis di Melfi, le lavoratrici della Pellegrini appalto nell’Acciaieria Italia, ex Ilva di Taranto, le operaie che imbustano l’insalata a Bergamo, che sanno quando entrano in fabbrica e non sanno quando escono con turni di lavoro massacranti, le lavoratrici precarie di Palermo, le immigrate delle campagne, della logistica…
Viviamo in un sistema capitalista che pone come una delle sue basi la doppia oppressione della maggioranza delle donne, un sistema sociale che la borghesia al potere fa sempre passare, ideologicamente e politicamente come immutabile, eterna, come la migliore delle società.
Ma se guardiamo alla realtà concreta che viviamo ogni giorno sulla nostra pelle cosa dovremmo difendere di questa società? 
Una società che ci sfrutta fino all’osso in fabbrica fino a quando serve e che poi ci butta in strada dall’oggi al domani quando i padroni decidono di delocalizzare e chiudere le fabbriche qui per andare a sfruttare altre operaie in altri paesi a più basso costo per arricchirsi ancora di più, una società che ci riserva solo miseria, carovita, precarietà, disoccupazione, in cui non ci possiamo curare se ci ammaliamo, che toglie soldi a servizi basilari per destinarli alla guerra, una società in cui una donna viene uccisa quasi ogni giorno, in cui le donne sono assassine se decidono di abortire e poi se fanno figli non li possono campare perchè non c’è lavoro, i salari non bastano, il carovita aumenta di giorno in giorno, si tagliano servizi essenziali e nello stesso tempo la sacralità della vita a cui con becera ipocrisia inneggiano i politicanti fascisti alla Meloni/Salvini sparisce del tutto quando i bambini immigrati muoiono annegati in mare nei viaggi allucinanti sui barconi che fanno per fuggire da guerra, oppressione e povertà dai loro paesi oppressi che governi imperialisti senza scrupoli come il nostro avallano e di sui sono i mandanti.
In questo senso le lotte che facciamo come lavoratrici nei posti di lavoro inevitabilmente non possono non intrecciarsi con tutto questo e non possono non avere a che fare con la lotta contro questi attacchi politici, ideologici che mettono in discussione tutta la nostra vita di donne. Ma tutto questo è necessario e importante perché suscita nelle lotte delle donne, delle lavoratrici, una “marcia in più”, che va oltre la questione sindacale e pone la necessità che come donne proletarie allarghiamo la visuale e impugniamo una lotta più ampia che è anche politica, ideologica contro i padroni, il governo, questo Stato, contro una condizione di oppressione che è a 360 gradi.
Le proletarie non devono stare alla coda del femminismo piccolo borghese ma affermare la loro piattaforma, organizzazione, unità e le lotte necessarie alla maggioranza delle donne, ed essere la prima linea del sentiero per la rivoluzione proletaria.
Dobbiamo, insieme, costruire solidarietà tra le donne, perchè nessuna sia sola. Lotta una lottano tutte!
Il nostro scopo non è lottare per migliorare questo sistema sociale capitalista che scarica pandemia, guerre, su di noi e oggi il governo Meloni e il parlamento nero, pone nella sua agenda in uno dei primi punti l’attacco alle donne sul diritto d’aborto, sulle condizioni di lavoro e nella famiglia, sempre più resa oppressiva e pericolosa per le donne. Noi vogliamo abolire questo sistema di classe, di doppio sfruttamento e oppressione per le donne. Noi vogliamo lottare per un mondo nuovo, in cui tutta la vita deve cambiare.
Ogni attacco che subiamo in questa società ha una causa profonda, alla radice che è il sistema capitalista in cui viviamo, un sistema che fa della doppia oppressione delle donne una sua base.
Tutta la nostra vita deve davvero cambiare! Non è solo una parola d’ordine ma deve essere una prospettiva che come donne proletarie dobbiamo impugnare già ora nelle lotte che facciamo costruendo l’unità di queste lotte che racchiudono in sé la condizione generale di oppressione, e la necessità il bi/sogno di rivoluzione per una vera liberazione delle donne e di tutti.

L'attacco al diritto d'aborto del governo fascista Meloni NON PASSERA'

24/11/22

Un "grido" dalle lavoratrici pulizie Amat Taranto: "Non ce la facciamo più" - Ma Amat e Comune se ne fregano. Il 2 dicembre SCIOPERO!

"Non ho parole... Già in quelle poche ore che abbiamo non
abbiamo neanche il tempo di respirare, tant'è che io ho
preso l'esaurimento nervoso, una depressione e sono dovuta
stare qualche giorno in malattia. Ieri sono rientrata al lavoro e mi sono sentita male.
Non è più possibile lavorare così!
Che devo fare perchè ci sentano, mi devo buttare dal ponte? Non ce la faccio più!"
Questo grido lo porteremo a Roma il 26. Contro ogni ipocrisia, anche 
questa è violenza sistemica!
Ed è quello che diremo in faccia a Prefetto e Sindaco il 2 dicembre. 
Teniamo duro, uniamoci.

23/11/22

Che alla manifestazione a Roma di sabato si senta la rabbia e la marcia in più delle donne più sfruttate e oppresse

Alla manifestazione del 26 nov a Roma facciamo uno spezzone che rappresenti la rabbia, la lotta continua delle donne più sfruttate e oppresse, discriminate, delle operaie, lavoratrici, immigrate, disoccupate, ragazze ribelli; delle donne che non ce la fanno più per la fatica del lavoro e del non lavoro, della miseria da gestire, ma che ora cominciano ad unirsi per fare più forte, più generale la lotta, "pericolosa" per i padroni e il governo
Incontriamoci al concentramento. 
Per contattarci a Roma: tel/WA 3408429376 - Al concentramento iniziale saremo all'angolo tra piazza Della Repubblica e la via che porta alla stazione Termini con lo striscione: "Fascista Meloni noi donne ti farem la guerra - Giù le mani dal diritto d'aborto!" 

Oggi alle 17,30 Assemblea Donne/Lavoratrici on line per organizzarci per il 26 e oltre il 26. 

Per collegarti, intervenire: 

https://meet.google.com/agg-kcgh-bgx

Assemblea Donna/Lavoratrici

Il Dossier "Assemblea Operaie" contenente tutti gli interventi dell'assemblea delle operaie della Beretta si potrà trovare e richiedere alla manifestazione del 26 e all'assemblea del 27 novembre a Roma

Per contattarci a Roma: tel/WA 3408429376 - Al concentramento iniziale saremo all'angolo tra piazza Della Repubblica e la via che porta alla stazione Termini con lo striscione: "Fascista Meloni noi donne ti farem la guerra - Giù le mani dal diritto d'aborto!" 

20/11/22

"Fare figli è il "punto focale" delle donne"... per l'economia della Patria, per la sacra famiglia base del sistema borghese...

A seguire dei provvedimenti contro i migranti (con una nuova versione, applicazione dei famigerati Decreti sicurezza), e contro disoccupati, masse povere, licenziati (attraverso la restrizione del Reddito di cittadinanza, per cui la "colpa" è del disoccupato, disoccupata che non trova il lavoro), c'è, già in programma, la questione della "denatalità" per le donne.
La Ministra Roccella, in piena sintonia e applicazione dell'impostazione della Meloni e dell'intero governo, per non parlare del clerico-integralista presidente della Camera, sta già mettendo a punto dei provvedimenti in questo senso.
Qui insieme al merito dei provvedimenti, su cui poi diciamo qualcosa, è la logica, l'ideologia che li accompagna che è da respingere e combattere.
Le donne vengono viste e valutate solo se fanno figli, "pesate" sulla base del numero dei figli, La loro libertà ed emancipazione affermate solo nella maternità; in questa logica, in nome della difesa della maternità è l'intervento verso le aziende.
E tutti, padroni, istituzioni, sindacati - (e chiaramente la Chiesa che già lo fa da sempre) ecc. vengono chiamati a dare il proprio contributo a questa campagna per la natalità.
Una campagna che vuole essere ideologicamente ricattatoria, mentre dà miserie e briciole offensive per le condizioni di vita delle donne. Esemplare è che invece di porre la necessità di aumenti salariali, a fronte del carovita, taglio e aumento dei costi dei servizi sociali i cui effetti immediati ricadono sulle donne, il governo sta pensando a "sconti della grande distribuzione", una misura indegna, che ricorda le tessere del periodo fascista.
Chiaramente nessun intervento per contrastare i licenziamenti delle lavoratrici, delle operaie nelle fabbriche, le pesanti discriminazioni di cui sono oggetto; la precarietà lavorativa; nessuna politica di massicce assunzioni delle donne (molte hanno perso il lavoro durante la pandemia) nei settori fondamentali per la vita delle masse popolari: soprattutto sanità, scuola. Come nessun serio intervento per sostenere le donne e i bambini, che quando nascono sono "fatti loro"; gli stessi soldi per gli asili dal Pnrr sono pochissima cosa, insufficiente, una miseria se si pensa ai miliardi destinati ai grandi padroni o per le spese militari. La "conciliazione" lavoro/maternità la può fare la Meloni a Bali al G20 facendo stare la figlia in alberghi a mega stelle e con tanto di staff al seguito (per fare propaganda all'etichetta "sono donna, madre, patriota"), ma non la possono fare le lavoratrici che non hanno soldi per asili privati, baby sitter, staff. ecc. 
Una campagna che si carica oggettivamente, ma anche soggettivamente, della fase della guerra inter imperialista, che può trasformarsi in guerra mondiale, in cui fare figli è strategicamente fare "figli per la patria in guerra".
E' inevitabile che legato a questo incitamento a fare figli, è l'attacco al diritto d'aborto delle donne (che saranno considerate sempre di più assassine, anti patriote, ecc.). Questo attacco è gia' in corso in alcune Regioni, e a livello nazionale è stato annunciato da Gasparri riproponendo la questione, assurda e totalmente anti scientifica, dell'embrione persona; ma diventeranno misure concrete del governo Meloni. 
Cosi' come è inevitabile che questa considerazione delle donne soprattutto come corpi per fare figli, alimenti il clima da moderno medioevo, patriarcalista, per cui le decisioni, l'autodeterminazione delle donne non conta, e di conseguenza alimenti l'humus maschilista/fascista/sessista, che è il brodo di coltura dei femminicidi, degli stupri, di ogni violenza sessuale, nella "sacra famiglia mortifera, come per le strade, nei luoghi di lavoro, ecc. 
Per tutto questo, per combattere questa contro-risposta alle condizioni di vita, di lavoro delle donne, questa campagna ideologica, per cui, mentre le donne stanno sempre peggio, i loro diritti sono calpestati e vengono considerate solo "macchine buone per la riproduzione", le donne devono essere una prima fila nello scontro con il governo Meloni.
Ma in questo è importante la presenza e la voce delle proletarie, delle operaie sfruttate, vessate, discriminate, e uccise per sfruttamento, il contingente che esprime la contraddizione di classe come madre di tutte le contraddizioni. 
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Nel merito dei provvedimenti in agenda, riportiamo sotto stralci di intervista alla Roccella e di altri testi stampa.
In breve.
L'assegno familiare verra' proporzionato al numero dei figli; i rilievi che tante famiglie vi hanno rinunciato era quasi scontato, visto che tra togliere le detrazione e dare l'assegno unico era in realta' ridurre non aumentare i salari dei genitori; 
il "quoziente familiare" (numero dei componenti familiari) andra' a sostituire l'Isee; indipendentemente quindi dal reddito; per cui una persona povera, con un reddito misero ma senza figli non potra' accedere ad eventuali misure di sostegno.
Le aziende verranno riempite di soldi, defiscalizzazioni, decontribuzioni, per assumere e riprendere donne dalla maternita', ma questo, lo abbiamo visto anche in passato, non significa affatto garantire lavoro reale per le donne; i padroni sanno bene come fare: contratti a termine, part time camuffati, "licenziamenti giustificati", ecc. 
Infine, per ora, la spesa con la "tessera".
DALLA STAMPA
“Promuovere la famiglia e la maternità in tutte le politiche... è nostra intenzione mettere in campo un’azione strategica che coinvolga tutti i dicasteri, con interventi di taglio sia culturale sia economico”. Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità chiamata da Giorgia Meloni a rilanciare la scommessa demografica in Italia... "l’ottica è quella di sostenere una strategia complessiva del governo, per contrastare la denatalità e sostenere maternità e famiglia... Pensiamo a quanto appena fatto con la rimodulazione del Superbonus dove ha trovato posto un primo accenno di quoziente familiare”.
La prossima tappa, in legge di Bilancio, sarà la revisione dell’assegno familiare. In quale direzione? “Lavorerò per rendere il sostegno proporzionale al numero dei figli..."
La conciliazione dei tempi di vita e di lavoro: come intervenire? “La natalità va di pari passo con lo sviluppo di un Paese... Ma se è la natalità il punto focale, è dalle donne – che di questi figli sono generatrici e dalla loro piena libertà di affermarsi anche nella maternità – che occorre ripartire. Serve una nuova rete di welfare che metta in pista tutti gli attori sociali e sostenga le neo mamme fin dal domicilio”.
Come tradurre in concreto questa visione?... per fine 2022 prevediamo di arrivare a 160 imprese certificate, che potranno subito usufruire di una serie di agevolazioni fiscali. Poi penso alla “moral suasion”: a un codice deontologico per le imprese sul rientro dopo la maternità, che troppo spesso oggi comporta perdita di ruolo e di chance di carriera. Terzo aspetto, è il potenziamento della rete degli asili nido finanziato dal Pnrr... “Per le Pmi e anche per altri attori della società civile penso a una “carta servizi”, alimentata con fondi statali ma anche con il contributo di no profit, sindacati e imprese. Si tratterebbe di mettere non solo soldi ma anche beni, ad esempio un contributo sotto forma di sconti dalla grande distribuzione. La prospettiva è quella di una mobilitazione collettiva sulla natalità...”
Flat Tax e quoziente familiare sono le due novità promesse dalla riforma fiscale del governo Meloni... In estrema sintesi, il quoziente familiare andrà a sostituire definitivamente l’Isee, l’indicatore socio economico... grazie al quale il reddito complessivo viene tassato in base al numero dei componenti del nucleo..."

19/11/22

Noi odiamo gli uomini che odiano le donne - Per tutte le donne uccise, che il 26 e gli altri giorni facciamo diventare la nostra lotta pericolosa


Per Martha e alle 2 donne cinesi, di cui non sappiamo neanche i nomi, uccise a Roma da un uomo fascista, legato alla grande criminalità; per Anastasia, ucraina fuggita alla morte nella guerra interimperialista e uccisa in Italia un paese che la doveva proteggere; per tutte le donne morte per femminicidio

CON DOLORE, RABBIA, DETERMINAZIONE, IMPEGNO A RIPRENDERE CON FORZA LA LOTTA CONTRO GLI UOMINI CHE ODIANO LE DONNE:

i piccoli, frustati uomini che vogliono usare il loro misero potere sulle donne, sulla loro "proprietà";

gli uomini delle forze dell'ordine che sanno e lasciano uccidere, perchè non possono essere dalla parte delle donne - e anche loro stuprano e uccidono;

gli uomini fascisti, clerico-integralisti (La Russa, Fontana) oggi al potere di questo nero sistema capitalista che considerano le donne: macchine per la riproduzione 

E contro la donna Meloni del "Dio, patria, famiglia" e figli, che proclama il suo potere/privilegio di donna, mentre prepara un moderno medioevo per la stragrande maggioranza delle donne 

La lotta di noi donne, in nome e per amore verso le nostre sorelle uccise, deve caricarsi di tanto odio perchè deve essere forte, dura e "pericolosa".

MFPR

MIGLIAIA DI STUDENTESSE E STUDENTI ALLE MANIFESTAZIONI DI IERI DA MILANO A PALERMO CONTRO LA SCUOLA "DEL MERITO" E IL GOVERNO FASCIO-REAZIONARIO MELONI AL SERVIZIO DEI PADRONI

Gli studenti rivendicano maggiori fondi per la scuola pubblica e per l’edilizia universitaria, l’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro, la cancellazione della parola ‘Merito’ dalla dicitura del nuovo ministero e più investimenti sul diritto allo studio, sono scese in piazza le sigle Link, la Rete degli Studenti medi, collettivi autonomi, Osa. Tra le diverse scuole il Visconti, Machiavelli, Augusto, Plinio, Cavour e Socrate, mentre il Tasso ha deciso di rimanere in occupazione. “Questa è la piazza dei discriminati”, hanno ripetuto i giovani che, accompagnati dalle note di Bella Ciao, si sono diretti verso il ministero.

Tra gli slogan, anche “di scuola-lavoro non si può morire” e “fuori le imprese dalle università”. “Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara dovrebbe riceverci, ma non lo fa...  E ancora, c’è chi ha ricordato le discriminazioni subite dagli studenti Lgbt+, dopo il caso al liceo Cavour, dove un docente ha rifiutato il compito di uno studente transgender, nonostante avesse il diritto alla carriera alias ... “Non ci rappresenta nessuno, né il governo Meloni né il Pd e il centrosinistra”, c’è chi ha attaccato, soprattutto tra gli studenti dei collettivi autonomi e della sigla Osa...





Torino 



Palermo - Contro il governo  Meloni/Valditara della scuola del "merito" ma anche contro Salvini e Piantedosi, Ministro degli Interni che ha lavorato al testo del nuovo decreto anti-raveMa studentesse e  studenti accusano il nuovo Governo di voler usare la norma per colpire le espressioni di dissenso 


Nei giorni scorsi a Milano un gruppo di ragazzi ha inscenato un blitz ad Assolombarda. "Abbiamo deciso di fermare i lavori dentro a Confindustria perché è il luogo simbolo dello sfruttamento e degli interessi condivisi tra governo e ricchi" hanno spiegato. Davanti all'ingresso hanno mostrato striscioni con scritte come 'Vi arricchite sulle spalle di un nuovo milione di poveri' e 'Parlate di sicurezza e continuiamo a morire a scuola'.

"Se fossero davvero interessati alla nostra sicurezza, allora abolirebbero l'alternanza scuola-lavoro, responsabile della morte di tre studenti in meno di un anno e dello sfruttamento gratuito di tuttə noi; 

Napoli - Davanti a una banca, in piazza Borsa, con alcuni giovani che hanno simulato di essere morti, vittime della crisi economica, e davanti all'Università Federico II per denunciare il caro alloggi e il caro trasporti. Ma anche, come sottolineato al megafono più volte, per ricordare l'episodio di cronaca di oggi con un dipendente dell'Ateneo arrestato con l'accusa di violenza sessuale nei confronti di sei studentesse. No deciso all'alternanza scuola lavoro: alcune ragazze hanno dipinto di rosso le mani per ricordare le giovani vittime degli ultimi mesi