13/11/22

“Qui dentro non abbiamo piante da coltivare, ma coltiviamo la rabbia”... Solidarietà e sostegno alle detenute del carcere di Torino, la vostra rabbia è la nostra rabbia e la porteremo in piazza con noi il 26

Pubblichiamo la lettera inviata dalle ragazze detenute alla 3 sezione femminile del carcere di Torino. 

"Abbiamo bisogno del vostro sostegno e di far girare questo scritto. Basta suicidi, basta indifferenza verso i più deboli e punizioni a oltranza.

Da anni chiediamo la liberazione anticipata speciale per tutta la popolazione detenuta, lo chiediamo ancor più dopo aver subito 2 anni di ulteriori restrizioni e costrizioni a causa del covid; non ci e’ stato riconosciuto nulla pur avendo avuto una buona condotta ed esserci vaccinati tutti rispettando il bene comune e le richieste delle istituzioni e dei loro decreti.

I governi passano i disagi restano le parole e le intenzioni volano i guai aumentano come la tendenza di farci scontare la pena in un sistema illegale. Una contraddizione che non viene risolta … Come si rieduca una persona e non il reato da essa compiuto? Come si può disporre il cuore cercando un futuro diverso?

78 persone si sono suicidate: il carcere cura? Previene?

A queste 78 persone bisogna aggiungere tutti coloro che sono stati salvati in extremis o dal personale o dai loro compagni; ci sono poi coloro che impazziscono in carcere o vi arrivano già malati in un luogo dove i poliziotti fanno le veci di quei presidi sanitari inesistenti, bisogna ricordare che le condizioni delle carceri e di chi le occupa dovrebbero essere descritte e risolte da chi queste situazioni le conosce realmente non da coloro che usano questo tema per fare informazione sbagliata aumentando luoghi comuni e le paure dell’opinione pubblica per i loro scopi elettorali.

Ci teniamo a sottolineare come ognuno di noi coltivi la rabbia in questa condizione, ma che non tutti sappiano gestirla, incanalarla, usarla in modo costruttivo impegnandosi per far migliorare la situazione infatti a volte la rabbia esplode e così aumentano la violenza e gli eventi critici che sono l’ennesimo segno del fallimento di questa istituzione chiamata carcere.

Nel 2022 in Italia ci sono ancora dei bambini che si trovano in carcere a scontare la pena delle loro madri, una cosa indegna! nel 2022 in Italia nonostante le pene alte e le sanzioni la recidiva e’ altissima: il pugno duro non serve a niente se non è associato alla reale possibilità di un futuro di reinserimento e di libertà. le pene severe e il carcere a oltranza non servono a niente lo dicono i fatti, i numeri, non producono più sicurezza o legalità… eppure alcuni politici (e non solo) continuano a proporlo come il miglior deterrente: mentono!

Nel 2022 in Italia non vengono rispettati e attuati né la costituzione del 1948 né l’ordinamento penitenziario del 1975 è da tempo quindi che le istituzioni sono disattente nel rispetto della legge ma molto precise nel richiederlo ai cittadini questo rispetto…!

Le aggressioni sono da condannare perché non portano a nulla ma è altrettanto da condannare dal nostro punto di vista il fatto che una larga parte del personale; dei sindacalisti della polizia penitenziaria e di alcuni politici il voler tornare a chiudere le celle per 20 ore al giorno; dotarsi di taser; sperare nella cancellazione di molti dei diritti di noi reclusi.

La cattività e l’odio non sono la soluzione.

Ma basta pensare alla proposta di legge per modificare l’art 27 della costituzione; al decreto del 31/10/22 con il rinvio della riforma Cartabia e in materia di ergastolo ostativo per capire l’aria che tira. Ma noi siamo ancora più decise a portare fuori la nostra voce perché le cose non peggiorino ulteriormente. Cogliamo l’occasione per dare il nostro sostegno al comunicato di nessuno tocchi caino perché la vendetta di stato è ormai inaccettabile.

Ringraziamo tutti coloro che non hanno paura di esporsi specie per quanto riguarda il tema dei diritti delle minoranze e di noi reclusi perché difendere la dignità di tutti gli esseri umani è una virtù e siamo sicure che non sia raro trovare persone virtuose in tal senso.

Ci viene quasi da ridere quando sentiamo parlare di merito… anche perché in tutta onestà non ci pare che tutti i cittadini siano considerati ugualmente e abbiano le stesse possibilità davanti alla legge e non solo… due pesi e due misure non vanno bene specie quando ci si fregia di voler premiare il merito.

Concludiamo con una domanda per il presidente del consiglio e per coloro che formano il governo:

Vorremmo chiedervi: noi non abbiamo diritto ad un presente degno tra queste mura e non meritiamo una seconda possibilità essendo pregiudicate? siamo un po’ confuse perchè per quelle come noi invocate la forca, e ad altre donne nonostante i loro problemi con la giustizia ed i loro errori è stato garantito un posto nel governo? Dov’è la giustizia? Come si riconosce chi merita e chi no? Il reato non fa la persona mai!

Peccato che nonostante il giuramento la costituzione non sia il vostro faro!

Alleghiamo firme


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