30/06/22
Ieri a Milano in solidarietà con le donne che negli USA stanno scendendo in piazza contro la sentenza della Corte suprema che ha cancellato il diritto di aborto
29/06/22
Operaie della Beretta: Lunedì sciopero con tanta rabbia
PRIMA RISPOSTA ALLO SCHIFOSO ACCORDO UIL/MPM (Appalto Beretta di Trezzo) CHE TAGLIA LA PAGA. SCIOPERO CON TANTA RABBIA LUNEDÌ DAVANTI AI CANCELLI DELLA BERETTA DI TREZZO. MA AL CENTRO C'È SEMPRE L'APPALTO E LA DIFESA DEL POSTO DI LAVORO
28/06/22
Operaie della Maier Cromoplast di Verdellino in sciopero contro la delocalizzazione della fabbrica. Uniamo le lotte delle lavoratrici contro i piani dei padroni. Solidarietà dalle lavoratrici Slai Cobas s.c.
27/06/22
Si estendono gli accordi di discriminazioni e attacco alle donne nelle fabbriche - dalla Beretta di Trezzo alla Pellegrini di Taranto - Uniamo le lotte
Sappiamo purtroppo bene che i padroni che attaccano in generale le condizioni di lavoro degli operai, verso le donne operaie si accaniscono ancora di più, ma ciò che è inaccettabile che questo avviene con accordi sindacali che sanciscono pesanti e illegittime discriminazioni verso le lavoratrici: alla Beretta di Trezzo da parte della Uil, alla Pellegrini/appalto Acciaierie d'Italia da parte della Cisl e anche Usb.
Ci fanno specie tutti coloro, compreso voci di questi sindacati, che ogni tanto si uniscono al coro delle denunce, piagnistei di come è doppiamente sfruttata, oppressa, discriminata, la condizione di lavoro delle lavoratrici, e poi sono essi stessi artefici dal nord al sud di questa condizione.
La giusta risposta è la ribellione e la lotta delle lavoratrici, come sta avvenendo in queste due fabbriche - a cui l'Assemblea donne/lavoratrici nazionale dà tutto il suo sostegno e crea le condizioni per unire queste lotte.
Alla Beretta di Trezzo, la nuova azienda, la MPM spa, che ha rilevato l'appalto, e che è già conosciuta per paghe basse, inquadramenti, differenze retributive, provvedimenti disciplinari, licenziamenti e trasferimenti repressivi, mal sopporta che le operaie, le donne si organizzino sindacalmente e si difendano in fabbrica,
delle quali oltre la forza lavoro vuole disporre anche della vita.E questo ha avuto recentemente la sua attuazione con l’accordo firmato con la Uil, sottobanco, senza consultazione ne’ comunicazione alle operaie. Questo accordo va a colpire ‘la maternità’ che per le operaie della fabbrica vuol dire ‘gestione di permessi per far fronte a tutto ciò che è caricato sulle spalle di una operaia/mamma… e lo fa in modo vigliacco con la rappresaglia economica: un giorno di assenza meno 50 euro, due assenze meno 100 euro, tre assenze via il ‘premio’. L'accordo di fatto attacca la malattia quando la maggior parte delle operaie va al lavoro con i medicinali in borsa per le pesanti condizioni sulle linee
Questo accordo, cosiddetto per il premio presenza, è totalmente in sintonia con le richieste dei padroni che vogliono le operaie sempre presenti al lavoro a qualsiasi condizione. Allo stesso modo colpisce le operaie che si infortunano. O che denunciano gli infortuni.
Alla Pellegrini di Taranto, l'accordo sottoscritto a fine marzo tra la ditta - multinazionale - e Cisl e Usb, prevede che solo a una parte minoritaria dei lavoratori e lavoratrici part time viene confermato l'aumento dell'orario di lavoro a 24 ore settimanali, fatto durante i due anni di covid; per tutti gli altri NO, perchè avrebbero superato le 48 ore di assenza per malattia nel periodo Febbraio/dicembre 2021;
Si tratta di una vera e propria discriminazione e divisione, fondata su un "criterio di premialità", cioè di piena disponibilità verso l'azienda; un "premio" legato ad una sorta di fedeltà all'azienda, alla subordinazione ai criteri di "produttività, efficienza e obiettivi". La Pellegrini, grazie a questo lavoro ha incassato profitti, ai lavoratori si concede un premio...
Questo accordo colpisce soprattutto le donne. Chi è stata in malattia, chi ha dovuto per motivi familiari assentarsi viene "punita". Per le lavoratrici solo la "maternità obbligatoria o facoltativa" non viene definita "assenza", ma tutto il resto sì: problemi di salute che le lavoratrici hanno per dover fare il doppio lavoro, in fabbrica e in casa, problemi familiari, con i figli, problemi di assistenza anziani (che vengono scaricati sempre sulle donne), vengono arbitrariamente escluse buona parte delle malattie, anche interventi operativi, periodi di quarantena per covid - in cui era vietato dalla normativa Asl uscire di casa, malattie psichiche, ecc.
26/06/22
L'attacco al diritto d'aborto è violenza fascista!
Diamo tutto il nostro sostegno militante alle nostre sorelle che stanno scendendo numerosissime nelle piazze americane.
Sosteniamo tutte le voci e iniziative che violano la sentenza della Corte suprema e le leggi antiaborto degli Stati. Sosteniamo quei medici, cliniche che, come in California e New York, e in altre città, si sono candidate a diventare le zone franche dell'aborto.
25/06/22
Le proteste delle donne americane contro la legge antiabortista
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Attacco al diritto d'aborto - c'è chi spera che in Italia si faccia come negli Usa
Metterlo a tacere!
Abolizione del
diritto all’aborto negli Usa, il vescovo di Ventimiglia e Sanremo:
“Sentenza giusta, speriamo faccia scuola anche qui in Italia”
Il presule della diocesi del Ponente ligure, molto attivo sui temi legati alla vita, dice che con questa sentenza "si è rimediato ad un vulnus ma è una sentenza soprattutto vera nella sostanza perché non esiste il diritto all'aborto che è un omicidio"
Imperia - Una "sentenza vera e giusta e speriamo faccia scuola anche da noi". Il vescovo di Ventimiglia- Sanremo, monsignor Antonio Suetta, esulta davanti alla "storica" sentenza della Corte Suprema Usa che ha abolito il diritto di interrompere la gravidanza. E, in una intervista all'Adnkronos, auspica che una decisione del genere possa fare scuola anche da noi.
24/06/22
USA - La Corte suprema cancella l'aborto - Gli "esportatori di democrazia" pronti ad esportare il moderno medioevo. La lotta delle donne negli USA ci riguarda tutte e tutti!
La voce delle operaie della Beretta - All'Assemblea Donne/Lavoratrici del 9 giugno
"Sono operaia della Beretta di Trezzo. Stiamo passando un momento di transizione, se si può dire così, perché con tutte le difficoltà che ci sono in fabbrica, adesso c'è anche il cambio appalto, e quindi stiamo lottando per i nostri diritti che per anni ci sono stati negati.
Non è facile sicuramente, ma l'appoggio ce lo abbiamo finalmente, da parte vostra e anche da parte del sindacato, dello Slai Cobas s.c., e vi ringrazio per averci chiamato.
Negli ultimi giorni stiamo cercando comunque di incoraggiare anche le altre colleghe a far parte di questa lotta. So che avete visto che abbiamo fatto delle manifestazioni e degli scioperi, cerchiamo di farci sentire e di far sentire le nostre rivendicazioni.
Vogliamo essere uguali a tutte le altre prima di tutto, perché comunque siamo in una fabbrica dove non abbiamo tutte gli stessi diritti, siamo nello stesso reparto, ma veniamo trattate diversamente, abbiamo stipendi diversi e tutto insomma.
Comunque continuiamo a lottare e ad allargare un po' il
cerchio della lotta e di tutto.
AL SALUMIFICIO BERETTA DI TREZZO DI NUOVO LA UIL IN AIUTO AI PADRONI. NUOVE MOBILITAZIONI DELLE OPERAIE - MASSIMA SOLIDARIETA'
FIRMATO UN ACCORDO INFAME CHE TAGLIA LA PAGA GIÀ BASSA ALLE OPERAIE DELL’APPALTO, COLPENDO LA MATERNITÀ E CHI SI INFORTUNA (O CHI DENUNCIA GLI INFORTUNI). ANCORA PIÙ RABBIA TRA LE OPERAIE. NUOVE MOBILITAZIONI PER IL RITIRO E CAMPAGNA DI SOLIDARIETÀ.
Con il cambio appalto del 31.5.22, Beretta sta cercando di scrollarsi di dosso i legami con l’inquisita The Workers, cercando di far dimenticare (notizie del 13 aprile 22) che le indagini hanno messo al centro proprio le responsabilità e i profitti di Beretta ‘che usava l’appalto come serbatoio di manodopera sottopagata’.
Ma questo cambio per le operaie non ha mutato la sostanza del loro rapporto di lavoro precario in appalto, anzi lo ha messo ancora di più in crisi.
La nuova società che ha rilevato l’appalto, MPM spa, è attraversata dalla conflittualità nei molti cantieri aperti proprio per i classici problemi degli appalti, come la paga bassa, l’inquadramento, le differenze retributive, i provvedimenti disciplinari, i licenziamenti e i trasferimenti repressivi…
E vista da vicino, nel ‘cantiere di Trezzo’ rivela il volto del moderno fascismo padronale che avanza, autoritario nel comando dei lavoratori, che mal sopporta che le operaie, le donne che si organizzano sindacalmente e si difendano in fabbrica, delle quali, oltre la forza lavoro vuole disporre anche della vita.
L’accordo di ieri è tutto questo.
Firmato con la Uil, sottobanco, senza consultazione ne’ comunicazione alle operaie, è particolarmente schifoso perché va a colpire ‘la maternità’ che per le operaie della fabbrica vuol dire ‘gestione di permessi per far fronte a tutto ciò che è caricato sulle spalle di una operaia/mamma… e lo fa in modo vigliacco con la rappresaglia economica: un giorno di assenza meno 50 euro, due assenze meno 100 euro, tre assenze via il ‘premio’.
Questo accordo, cosiddetto per il premio presenza, è totalmente in sintonia con le richieste dei padroni che vogliono gli operaie sempre presenti al lavoro a qualsiasi condizione e con le vicende della fabbrica. Allo stesso modo colpisce le operaie che si infortunano. O che denunciano gli infortuni. In fabbrica è sempre aperta la nostra denuncia per alcuni casi di infortuni non denunciati.
La Uil
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Mentre le famiglie sono colpite dal carovita, tutto aumenta, per la guerra, le crisi economica e sanitaria che si trascinano... taglia la paga alle operaie
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attacca il diritto all’infortunio in una fabbrica dove gli infortuni non vengono denunciati (dichiarazione G.A. riunione febbraio 2022)
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attacca la malattia quando la maggior parte delle operaie va al lavoro con i medicinali in borsa per le pesanti condizioni sulle linee
Prossime iniziative in fabbrica, parte di una campagna solidale in preparazione che riteniamo necessaria. A questa mobilitazione, come in realtà ne hanno bisogno tutte le operaie e gli operai che difendono lavoro salario sicurezza, serve il sostegno e l’unità tra le lotte.
Di seguito un articolo utile del Fatto Quotidiano sulla situazione in fabbrica.
20/06/22
Lecce: ennesimo femminicidio - Scendiamo in piazza
Solidarietà e sostegno alle giovani donne che hanno osato denunciare il medico violentatore marco d’annunzio, “il medico porco”!
17/06/22
I porci al potere...
Questo è il porco
Pozzuoli, l'ex sindaco Figliolia, accusato di sesso in cambio di buoni spesa: "Chiedo scusa ai miei cari". E continua: "...Non posso che esprimere il mio profondo rammarico (per quanto ha fatto? NO...) per la pubblicazione sui principali quotidiano di una vicenda strettamente personale (?!), le cui connotazioni di illecito non riesco davvero a comprendere...".
16/06/22
Comunicato sull'assemblea Donne/Lavoratrici del 9 giugno
Il 9 giugno scorso la nuova assemblea telematica nazionale delle donne/lavoratrici ha nuovamente visto una partecipazione variegata e attiva di lavoratrici, operaie, compagne, come le operaie immigrate della Montello, le lavoratrici della scuola di Milano e Palermo, le precarie dei servizi scolastici da Palermo agli asili di Taranto, le lavoratrici delle poste da Milano, compagne da L’Aquila, le compagne di Campagne in lotta sempre impegnate nella lotta dei migranti e braccianti, compagne di Napoli, delegate si.cobas, compagne di organizzazioni rivoluzionarie; ma in questa Assemblea vi sono state nuove partecipazioni di donne, di lavoratrici che hanno certamente ampliato il dibattito sui temi dell’assemblea e la conoscenza delle lotte che si fanno, dalle operaie della Beretta (MI) in lotta e in sciopero da giorni contro gli attacchi e i ricatti occupazionali dei padroni alle operaie indiane di una fabbrica de L’insalata di Bergamo, dalle operaie della Pellegrini appalto Acciaierie d’Italia, a una lavoratrice e attivista No Muos di Catania…
Il tema principale su cui è stata lanciata questa assemblea è stato quello della odierna guerra inter imperialista, le ricadute sociali di essa a livello di massa e nello specifico in relazione alla condizione di vita delle donne e il ruolo che come donne/lavoratrici siamo chiamate ad avere: “Noi donne vogliamo e dobbiamo essere in prima fila anche nella lotta contro la guerra imperialista scatenata da Stati e governi che hanno amplificato prima tutti gli attacchi alle nostre vite con la pandemia e ora scaricano su di noi i costi e gli orrori della loro guerra, non in nostro nome!”. “Contro l’uso delle donne come propaganda di guerra e contro la visione delle donne solo “vittime”, noi donne, dall’Ucraina, alla Russia, all’Italia, ecc., vogliamo essere attive protagoniste di una reale, altra resistenza, proletaria e popolare contro i padroni del mondo” - è stato detto dalla compagna che ha introdotto. ,
Con la successiva lettura/commento aggiornato della mozione contro la guerra imperialista, lanciata dall’Assemblea donne/lavoratrici allo scoppio della guerra in Ucraina, subito diffusa nelle manifestazioni dell’8 marzo, e in altre nazionali, come quella di Firenze del 26 marzo, e su cui si è cominciato a raccogliere le firme nei luoghi di lavoro, è stata ribadita l’importanza oggi di continuare a diffonderla, perché per le lavoratrici, per le donne proletarie è necessario dibattere, prendere posizione, schierarsi; non possiamo essere dalla parte di nessun imperialismo in gioco in questa sporca guerra, compreso l’imperialismo di casa nostra con il governo guerrafondaio Draghi… “…Non possiamo pagare i costi sociali, economici, politici di questa guerra, basti pensare ai tanti licenziamenti, alla precarietà e disoccupazione in aumento, alla malasanità, al carovità, al peggioramento generale della nostra condizione di vita già pesantemente aggravatasi…”
All’assemblea ha nuovamente partecipato da Napoli la filosofa Carla Filosa arricchendola con i suoi interventi/contributi sulla guerra per il profitto, sulla dimensione transnazionale di essa con legami e connessioni che coinvolgono tutto il mondo e le implicazioni a livello sociale e sul piano specifico delle donne.
Il collegamento della grave situazione della guerra imperialista alle lotte quotidiane che si fanno nei posti di lavori, nei territori, ha caratterizzato l’altra parte dell’assemblea, con interventi delle lavoratrici che hanno fatto aggiornamenti sulle diverse situazioni o attraverso nuovi racconti/denunce, vedi le operaie della Beretta o della fabbrica Pellegrini/Acciaierie d’Italia, hanno portato in assemblea tutte le ragioni della lotta messa in campo contro lo sfruttamento e gli attacchi padronali, le discriminazioni che si subiscono; importanti sono stati anche gli interventi di compagne/attiviste di Campagne in lotta sulla questione migranti hanno portato spunti interessanti in particolare sulla situazione odierna delle donne ucraine profughe che non corrisponde esattamente alle notizie “rassicuranti” che danno i media nel nostro paese e non solo; così come l’intervento della compagna di Catania ha parlato della lotta No/Muos/Niscemi in Sicilia, contro le basi militari e la guerra più in generale.
Questo nuovo punto sulle lotte delle lavoratrici/donne/compagne ha posto con più forza la necessità del sostegno reale ad esse per unificarle/estenderle/trarne lezioni. Queste lotte non devono restare isolate o tenute in silenzio: “lotta una lottano tutte”! perché l’unità ci dà coraggio e forza; in questo senso l’Assemblea donne/lavoratrici si conferma un’arma, sicuramente da rafforzare ed ampliare, uno strumento necessario al servizio di questo percorso.
Dall’insieme della discussione che si è sviluppata con i vari interventi sono scaturite nella parte finale alcune proposte/decisioni:
Rilanciare la raccolta delle firme sulla base della mozione delle donne contro la guerra inter imperialista nei posti di lavoro, fabbriche, nei mercati, nelle manifestazioni per schierarsi e per affermare la lotta necessaria che dobbiamo fare come donne/lavoratrici;
In questo senso si è deciso nell’immediato di mettere in campo azioni solidali con le lotte in corso: in particolare ora verso la lotta delle operaie della Beretta - con messaggi e in iniziative importanti con la presenza delle compagne/lavoratrici di Milano/Bergamo. Un piccolo ma iniziale esempio di solidarietà attiva c'è stato verso la manifestazione dei e delle migranti con collegamenti telefonici l’11 giugno a Foggia contro la violenza razzista annunciata dalla compagna di Campagne in lotta.
Riprendere la questione del carovita e della condizione di vita generale delle donne, partendo da alcune iniziative come quelle messe in campo a Palermo dalle lavoratrici precarie delle Coop Sociali per arrivare ad una giornata di lotta nazionale all’interno di una battaglia più generale necessaria.
Lanciare un tour in alcune città tra settembre/ottobre andando in posti di lavoro e luoghi significativi sul piano delle lotte delle lavoratrici/donne, con due scopi: far conoscere con iniziative pubbliche il percorso che stiamo facendo, portare le ragioni di quale femminismo è necessario oggi per la maggioranza delle donne, un femminismo di classe proletario e rivoluzionario; porre la questione della formazione rivoluzionaria come arma teorica che noi donne dobbiamo impugnare, attraverso la presentazione di recenti lavori/opuscoli su produzione/riproduzione/lavoro domestico nel sistema del capitale, anche in critica a posizioni anti marxiste di femministe intellettuali, come la Silvia Federici.
L’invito al campeggio estivo di agosto a Niscemi/No Muos fatto in assemblea a tutte dalla compagna di Catania è una prima occasione, avvio del tour, importante da cogliere.
Stiamo preparando un dossier che raccoglierà tutti gli interventi dell’assemblea che sarà diffuso a breve.
Saluti di doppia lotta a tutte!
Per info contatti: lavoratriciprecariedisoccpate@gmail.com
Assemblea Donne/Lavoratrici
9 giugno 2022