20/06/22

Solidarietà e sostegno alle giovani donne che hanno osato denunciare il medico violentatore marco d’annunzio, “il medico porco”!


Solidarietà e sostegno alle giovani donne che hanno osato denunciare il medico violentatore marco d’annunzio,  “il medico porco”!
La prima denuncia di stupro del medico infettivologo del Crh-Mts di viale Jenner di Milano, centro specializzato in malattie a trasmissione sessuale dove sarebbero avvenute le violenze è avvenuta in dicembre, gli arresti domiciliari sono arrivati solo pochi giorni fa.
Ma in un articolo viene riportato che: “Nell'agosto del 2021 una segnalazione anonima aveva avvisato della pericolosità del dirigente, che aveva portato a un ammonimento formale da parte del responsabile del centro senza ulteriori conseguenze. D'Annunzio, infatti, aveva continuato nelle sue condotte illecite e crudeli: sul suo cellulare gli inquirenti hanno trovato le chat con richieste esplicite inviate alle pazienti..
Come mai di fronte alla segnalazione, seppure anonima, ci si è limitati a semplici ammonimenti, come mai al primo sospetto non si è pensato di ricorrere a una misura semplicissima: designare qualcuno, amica, parente, o all'interno della struttura stessa, collega o infermiere, che fosse presente alle visite che, in qualche maniera, servisse da deterrente all’operato  del medico violentatore, il cui modus operandi viene così descritto negli atti giudiziari: “… Condotte crudeli, subdole e ricattatorie. Nell'ordinanza di arresto il giudice scrive che D'Annunzio ha agito mediante condotte crudeli, subdole e ricattatorie, a danno di pazienti - tutte tra i 18 e i 30 anni - fragili, incapaci di reagire, anche per paura di non essere credute…” e, poi, naturalmente,  sospendere il violentatore dal lavoro. Perché non lo si è fatto in questo caso e, invece, si è permesso al violentatore di continuare imperterrito?
Crediamo che le responsabilità vadano ben al di là del medico violentatore e che, quantomeno, ci sia stata una sottovalutazione da parte della direzione della struttura sanitaria. La fragilità delle ragazze emerge in maniera chiara, come anche  il solito schema che si verifica quando le donne denunciano: “ma no, non è possibile” “si, però anche lei” e, infine, di fronte alla evidenza della violenza, come fa la Moratti “ci si addolora”, intanto il violentatore ha potuto impunemente continuare a violentare.
Riportiamo alcuni stralci particolarmente esplicativi degli articoli che stanno uscendo in questi giorni:
"..Questo tipo di violenza si caratterizza per il suo aspetto subdolo – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari disposta dal gip Giulio Fanales - derivante dalla condizione della paziente la quale difficilmente riesce con celerità a distinguere nettamente ciò che rientra all’interno della pratica medico-sanitaria e ciò che, di contro, esula".
Sfruttando il suo ruolo di medico, D’Annunzio conquistava la fiducia delle pazienti "in una situazione d’inquietudine legata alla personale condizione di salute", per poi passare dai palpeggiamenti alle frasi oscene, dalle richieste di dettagli sulle abitudini sessuali alle violenze. Giovani intimorite "dall’atteggiamento invadente e poco professionale del medico" che non riuscivano a opporsi e avevano "paura" a denunciare, temendo "di non essere" credute. Soggiogate "dal timore reverenziale derivante dalla figura professionale del D’Annunzio". Alcune ragazze, sotto choc, si erano confidate con le amiche, raccontando le pratiche di quello che fra gruppi di giovani era già noto come "il medico porco". Una, dopo aver subito gli approcci del 42enne, era anche fuggita dal centro in bicicletta "pedalando a più non posso".
In sei - cinque pazienti e una lavoratrice - hanno trovato infine il coraggio di presentarsi in Procura e denunciare, consentendo al procuratore aggiunto Letizia Mannella e al pm Alessia Menegazzo di avviare a dicembre dell’anno scorso le indagini della polizia sfociate nell’arresto dell’uomo per "il grave pericolo che tali episodi siano destinati a ripetersi ogniqualvolta l’indagato si trovi di fronte ad una paziente di sesso femminile". Ora l’indagine potrebbe allargarsi ad altri casi. Oltre alle vittime, sono stati ascoltati in Procura colleghi del medico e i responsabili dell’ambulatorio, uno dei punti di riferimento anche per il test dell’Hiv. Dove era anche partita un’indagine interna, a seguito di una segnalazione anonima su "condotte inappropriate" dell’infettivologo, che tuttavia ha potuto continuare a lavorare finché le prime perquisizioni con sequestri di documenti negli uffici non hanno consentito all’Ats, nelle scorse settimane, di sospenderlo e avviare un procedimento disciplinare.
La vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Letizia Moratti garantisce "tutta la collaborazione. Ho grande fiducia nella magistratura e mi auguro che venga chiarito tutto nel minor tempo possibile, nell’interesse di tutti coloro che sono toccati da questa vicenda. Se dovesse essere confermata sarebbe un grande dolore: sono azioni che è difficile pensare possano essere compiute, in particolare da un medico nei confronti dei propri pazienti".
Le compagne del mfpr di Milano esprimono tutta la solidarietà e sostegno alle ragazze e alla lavoratrice che hanno osato denunciare il medico violentatore. L’affissione dello striscione è una prima iniziativa di denuncia e in solidarietà con le ragazze, ma ne organizzeremo altre  perché noi pensiamo che  le implicazioni che ha questa vicenda impongono di non  liquidarla con un singolo atto di denuncia.
Pertanto invitiamo le compagne, le lavoratrici, le donne che pensano sia necessario rispondere in maniera organizzata perché le molestie, le violenze sessuali sulle donne che necessitano di cura sono, se possibile, ancora più odiose e dobbiamo fermarle, di mettersi in contatto con noi per costruire insieme le prossime iniziative. Perché pensiamo che sia necessario l’intervento diretto delle donne perché la struttura sanitaria non può limitarsi a un semplice ammonimento al medico violentatore né la Moratti “addolorarsi” se venissero confermate le denunce!
Le compagne del mfpr - Milano
mfpr.mi1@gmail.com

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