29/06/22

Operaie della Beretta: Lunedì sciopero con tanta rabbia

PRIMA RISPOSTA ALLO SCHIFOSO ACCORDO UIL/MPM (Appalto Beretta di Trezzo) CHE TAGLIA LA PAGA. SCIOPERO CON TANTA RABBIA LUNEDÌ DAVANTI AI CANCELLI DELLA BERETTA DI TREZZO. MA AL CENTRO C'È SEMPRE L'APPALTO E LA DIFESA DEL POSTO DI LAVORO

  
Questo accordo è parte di un attacco più esteso alle operaie per ricacciarle al tempo delle cooperative, quelle che con la committente sono sotto inchiesta per gli appalti; alle operaie che si sono organizzate con lo Slai Cobas e alle conquiste ottenute.
Il cambio appalto è nei fatti l'opportunità legalizzata dallo Stato, concessa ai padroni per azzerare la situazione contrattuale, ma va gestita attraverso gli accordi confederali. Questo stanno provando a fare anche alla Beretta, con la complicità della Uil per mettere prima di tutto a rischio la garanzia del posto di lavoro all'interno del Salumificio, per le operaie dell'appalto.
 
Uil che ha firmato all'oscuro di tutte le operaie, la riduzione di una parte del loro stipendio che scatterà progressivamente con tre giorni di assenza per malattia, maternità e infortuni (25%, 50%, 100%).
E' una percentuale da vera e propria estorsione, che renderà impossibile a molte operaie percepire 600 euro. 
Per MPM è il ricatto di presentarsi al lavoro nonostante tutto: maternità e infortuni.  

Il 27 sciopero, con tanta rabbia davanti ai cancelli, davanti alle altre operaie che faticano a comprendere che non ci sono privilegi in fabbrica, i metodi di sfruttamento del padrone sono gli stessi per tutte e vengono usati sia contro le dipendenti dirette Beretta, le assunte dall'agenzia, le operaie dell'appalto, al lavoro in una commistione che dovrebbe rappresentare un vero caso esemplare per ITL, come una lezione sul campo, formativa per tutti quegli ispettori che i governi continuano a promettere e che gli operai non vedono all'azione nelle grandi fabbriche degli appalti.
 
La mobilitazione che continua, in tutte le forme possibili dentro lo stabilimento, ben sappiamo che deve contare sulle forze delle lavoratrici, sul sostegno e l'unità delle fabbriche in lotta; cercare l'unione con le fabbriche dello stesso gruppo, sia Beretta che MPM, perchè la grossa società di appalti, gestisce nello stesso modo, con paghe da fame, con lo stesso contratto Multiservizi, con lo stesso autoritarismo, centinaia di operai in tante altre fabbriche importanti come la Galbani. 
Sviluppare quindi l'unità e il coordinamento tra operaie conflittuali dello stesso gruppo, rompe l'isolamento del singolo appalto, restituisce agli operai in lotta, un pezzo della forza della classe operaia.

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