25/06/22

Le proteste delle donne americane contro la legge antiabortista


In tante città già grandi manifestazioni contro questa barbara sentenza, e in difesa del diritto d'aborto: "Non potete controllare i nostri corpi"
La manifestazione degli attivisti per il diritto all'aborto a Washington di fronte alla Corte Suprema dopo la decisione dei giudici di annullare la storica sentenza "Roe v. Wade", con cui nel 1973 la stessa Corte aveva riconosciuto il diritto a tutte le donne di poter abortire.
Via via informeremo di queste manifestazioni

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Qual'è la situazione nel mondo sull'aborto. 
In questo paesi l'aborto è vietato anche quando la vita o la salute della donna sono a rischio. Si tratta di Andorra, Aruba, Congo (Brazzaville), Curaçao, Repubblica Domenicana, Egitto, ElSalvador, Haiti, Honduras, Iraq, Jamaica, Laos, Madagascar, Malta, Mauritania, Nicaragua, Filippine, Palau, Senegal, Sierra Leone, Suriname, Tonga, Striscia di Gaza.

Altri 42 Paesi autorizzano l'aborto quando la vita della donna è a rischio: Afghanistan, Antigua & Barbuda, Bahrain, Bangladesh, Bhutan, Brasile, Brunei, Cile, Costa D'Avorio, Dominica, Gabon, Gambia, Guatemala, Indonesia, Iran, Kiribati, Libano, Libia, Malawi, Mali, le Isole Marshall, Messico, Micronesi, Birmania, Nigeria, Oman, Panama, Papua Nuova Guinea, Paraguay, Isole Salomone, Somalia, Sud Sudan, Sri Lanka, Sudan, Siria, Tanzania, Timor Est, Tuvalu, Uganda, Emirati Arabi Uniti, Venezuela, Yemen.

C'è poi una lista di altri 51 Paesi in cui l'aborto è legale nel caso in cui serva a preservare la salute fisica e mentale delle persone incinta, ovvero quando ci sono motivi sanitari o terapeutici che ne fanno un diritto, quando la donna è stata vittima di uno stupro, quando il feto ha delle malformazioni o quando è il frutto di un incesto. L'Oms ha consigliato a questi Paesi di interpretare la salute nel senso di uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non solo come l'assenza di malattia o infermità. Ma la realtà è diversa. I 51 Paesi sono: Algeria, Angola, Bahamas, Benin, Bolivia, Botswana, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Africa centrale, Chad, Colombia, Isole Comore, Costa Rica, Repubblica democratica del Congo, Gibuti, Ecuador, Guinea equatoriale, Eritrea, eSwatini, Ghana, Grenada, Guinea, Israele, Giordania, Kenya, Kuwait, Lesotho, Liberia, Liechtenstein, Malesia, Mauritius, Monaco, Marocco, Namibia, Nauru, Niger, Pakistan, Perù, Polonia, Qatar, Corea del Sud, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Samoa, Arabia Saudita, Seychelles, Togo, Trinidad e Tobago, Vunuatu, Zimbabwe.

Altri Paesi consentono l’aborto per motivi socioeconomici o su richiesta, con determinati limiti gestazionali.

Gli aborti clandestini
Secondo i dati del 2019 del Guttmacher Institute, ogni anno si verificano nel mondo 121 milioni di gravidanze indesiderate, di cui il 61% si conclude con un’interruzione (per un totale di 73 milioni di aborti l’anno). Circa 25 milioni sono gli aborti clandestini che provocherebbero la morte di 39.000 donne ogni anno e all’ospedalizzazione di 7 milioni di loro per complicanze. Negli ultimi 30 anni il numero di interruzioni di gravidanza non sicure sarebbe aumentato del 15% nei Paesi dove vigono delle restrizioni.

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