Ci sono arrivati solo oggi, pur avendoli chiesti il 30
novembre scorso, i dati sullo sciopero del 25 novembre delle lavoratrici nelle
scuole in tutt'Italia. Non c'è una regione, nè una provincia in cui le lavoratrici
non abbiano fatto lo "sciopero delle donne"!! In totale sono 12.663 che hanno scioperato.
Pensiamo che sia un risultato eccezionale, considerando che
è stato il primo "sciopero delle donne", che abbiamo avuto pochi
mezzi e possibilità di giungere con le iniziative e l'appello in tutte le
province, che lo sciopero è stato fatto in mezzo a tante altre iniziative sul
25 che potevano deviare dal mettere al centro lo sciopero;uno "sciopero
delle donne" poi boicottato dai sindacati confederali e, a parte Usi, Slai
cobas per il sindacato di classe e Sisa, non appoggiato formalmente a livello
nazionale neanche dagli altri sindacati di base, uno sciopero per cui le
iscritte e delegate anche alla cgil che lo hanno fatto si sono trovate non
sostenute, e anche peggio.
Questo ed altro rende il risultato ancora più significativo.
Purtroppo non sappiamo e sarà difficile averli, i dati degli
altri settori lavorativi, soprattutto quelli privati; ma anche qui le notizie
dirette che abbiamo avuto degli scioperi nelle fabbriche, nei servizi, ecc.
rappresentano un importante risultato "storico".
Siamo contente, e pensiamo che questo ci debba incoraggiare
a, come abbiamo detto, far diventare i tanti fuochi del 25 novembre un vero
incendio che illumina la nostra difficile battaglia.
Quindi, andiamo avanti. Abbiamo fatto un nuovo appello:
"Dallo sciopero delle donne alla lotta su ogni aspetto dello sciopero,
alla ripresa del nostro 8 marzo rosso".
Come per lo "sciopero delle donne" del 25,
facciamoci sentire, costruiamo una nuova rete, diffondiamolo e rendiamolo
concreto in tutti i posti in cui le donne hanno scioperato ma anche in quelli
che ancora non lo hanno fatto.
Nei prossimi giorni sarà pronto un ricco DOSSIER su tutta la
campagna dello "sciopero delle donne".
MFPR
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manda proposte, messaggi a mfpr.naz@gmail.com o a mfprpa@libero.it
"Dallo sciopero delle donne alla lotta su ogni aspetto dello sciopero, alla ripresa del nostro 8 marzo rosso".
Con lo sciopero delle donne del 25 novembre “contro
femminicidi, stupri, violenza e l'intera condizione di oppressione delle donne”
abbiamo cominciato ad accendere tanti fuochi dal nord al sud. E' stato un fatto
storico, nuovo, che ci riempie di forza e di orgoglio. Con questo sentimento
abbiamo chiuso un bruttissimo anno per le centinaia di femminicidi/stupri, per
gli attacchi alle nostre condizioni di vita, di lavoro, per il clima di
oppressione generale; e con questo sentimento e ancora più determinate apriamo
il 2014 che è cominciato altrettanto male con nuovi femminicidi.
"Lo sciopero
delle donne" che ha dato vita a momenti di lotta, di gioia, di rabbia, di
ribellione contro questa società che è la madre di tutte le violenze contro le
donne, non è stato che "l'assaggio" e rappresenta una tappa di un
percorso lungo, tortuoso, ma di lotta e forti azioni da parte delle donne per
ciò che desideriamo e meritiamo... per spezzare le doppie catene che questa
barbara società capitalista ci ha imposto! Lo sciopero delle donne ha posto un
punto di non ritorno: le donne non vogliono più solo denunciare, lamentarsi, ma
si ribellano e lottano. E quindi diciamo: “mai più come prima!”, agli uomini
che odiano le donne, ai padroni, al governo, allo Stato che odia le donne;
“tutta la vita deve cambiare!
” Lo sciopero delle donne" ha posto una netta linea
di demarcazione tra una lotta vera che vede protagoniste le donne più
sfruttate, più oppresse, le ragazze ribelli, e il femminismo da ceto
politico/parlamentare, paraistituzionale. Sono state le operaie delle
fabbriche, da Bologna a Bergamo, le lavoratrici, precarie di tantissimi posti
di lavoro la realtà maggioritaria di questo sciopero delle donne, le
lavoratrici si sono prese in mano lo "sciopero" trasformandolo da
"parola d'ordine" in realtà, sia pure ancora iniziale, dando un segno
preciso di classe alla battaglia generale di tutte le donne. A loro si sono
unite le ragazze, le studentesse, che al contrario di come la società dipinge
sono spesso consapevoli della doppia oppressione subita in quanto figlie
femmine, in quanto donne… e in luce di ciò hanno portato nello sciopero, nei
cortei tutto il vento fresco delle loro bella ribellione gridando “non ci
avrete mai come volete voi!”.
"Lo sciopero delle donne" appoggiato anche in mille
modi da tante donne che non hanno materialmente scioperato, ha dato coraggio,
ha mostrato che è possibile Una "mistura", un intreccio tra la
questione di classe e la questione di genere che ora deve estendersi, e da
tanti piccoli fuochi deve diventare un grosso incendio. . E ora in tanti altre
fabbriche posti di lavoro, fabbriche, scuole, quartieri, SI PUO' FARE! QUESTO
E' IL NOSTRO PRIMO IMPEGNO IN QUESTO ANNO.
Nello sciopero delle donne abbiamo
costruito una piattaforma unendo i bi/sogni espressi dalle donne in lotta, una
piattaforma che si è arricchita e articolata via via. Ora vogliamo dare
continuità a livello nazionale e in ogni città, in ogni realtà in cui c'è stato
lo sciopero, a quella piattaforma, sviluppando su ogni punto di essa lotte
concrete, campagne di organizzazione e di iniziative, aprire anche vertenze,
conquistare risultati che aiutino la nostra lotta generale e ci mettano in
posizione di maggior forza, e diano fiducia, che si può e si deve lottare e
cambiare, alla maggioranza delle donne. Sviluppiamo lotte nelle città, nei
quartieri per il lavoro alle donne, per un salario garantito alle donne che
garantisca l'indipendenza economica, contro il lavoro ultraprecario, ma anche
contro il doppio lavoro, ecc.
Le delegate Rsu che hanno indetto, appoggiato lo
sciopero del 25 novembre, ora rendano concreta anche nelle fabbriche, sui posti
di lavoro il “mai più come prima!”, sviluppando la mobilitazione contro le
discriminazioni, gli attacchi ai diritti delle lavoratrici, sulla maternità,
per condizioni di lavoro e orari/turni che non penalizzino le donne, contro le
provocazioni e molestie sessuali, ecc., contro il clima maschilista presente
nei sindacati e anche tra i lavoratori, con piattaforme e iniziative nuove,
rompendo gli schemi.
Uniamo poi le varie battaglie per costruire insieme una
mobilitazione nazionale prima dell'estate contro il governo, lo Stato dei
padroni, con assedio ai Palazzi del potere padronale e istituzionale e alle
donne del potere borghese.
Nelle scuole vogliamo aprire anche la lotta sul
fronte culturale, ideologico, contro una cultura falsa, sessista, che viene
usata per opprimere, per uccidere il sapere critico, che sin dal primo giorno
di vita divide i ruoli tramite i giochi, la televisione, l'indottrinamento
scolastico presentandoli come immutabili;contro una società che instilla alle giovani
il culto dell'apparenza e del modello di donne/veline della tv, una società che
dopo gli studi che ci riserva un futuro precario o addirittura un non futuro;
Noi vogliamo invece non solo una vera conoscenza ma vogliamo anche Rivoluzione
su tutto!
Dopo lo “sciopero delle donne” non possiamo permettere che ci
infanghino ancora l'8 marzo!
Vogliamo e dobbiamo far sì che
quest'anno l'8 marzo sia tutt'altra cosa. SIA NOSTRO E ROSSO!
Noi proponiamo di costruire
insieme una grande MANIFESTAZIONE NAZIONALE PER L'8 MARZO 2014, che quest'anno
cade anche di sabato. Una manifestazione che colpisca anche con azioni di
protesta esemplare l'offesa consumistica della borghesia di questa giornata di
lotta.
Una manifestazione che unisca
tutte le battaglie delle donne, contro la guerra di bassa intensità che ci
uccide, contro l'insieme della nostra condizione di vita, contro tutte le
oppressioni.
Un 8 marzo che unisca in una
stessa lotta le donne italiane e le immigrate.
Un 8 marzo che sia “ponte” verso
le donne, lavoratrici, compagne, rivoluzionarie che lottano negli altri paesi,
che sono in prima linea nelle rivoluzioni popolari, dall'India al Bangladesh,
alla Turchia, ecc.
Un 8 marzo che dica basta con il
riformismo, vogliamo fare la rivoluzione!! Se vogliamo che tutta la nostra vita
cambi, tutta la società deve essere rivoltata!
Le operaie, le lavoratrici, le
giovani prendano nelle loro mani la costruzione di questo 8 marzo, per ridare
dignità storica, verità di classe, perchè l'8 marzo non è di tutte, non è
interclassista, ma delle donne più sfruttate e oppresse che sono la
maggioranza, come delle ragazze che vogliono lottare per un altro futuro.
FACCIAMO UN 8 MARZO, ROSSO, DI
LOTTA!
15.1.14 Mfpr