31/05/21
Lavoratrici: le prime licenziate le prime a lottare!
30/05/21
Tunisia - Grave aggressione ad alcune lavoratrici da parte del padrone italiano - Massima solidarietà
Giovedì 27 maggio il padrone italiano di una fabbrica di El Baten (Kairouan) ha aggredito violentemente con una spranga di ferro alcune operaie e tra di esse due rappresentanti sindacali dell’UGTT (Unione Generale dei Lavoratori Tunisini). Sei operaie sono state ricoverate in ospedale tra cui una incinta; quest’ultima è la rappresentante sindacale che proprio ieri aveva organizzato una riunione con le lavoratrici per dar vita ufficialmente al sindacato sul posto di lavoro.
Questa decisione legittima è stata la causa dell’aggressione da parte del padrone che subito dopo si è allontanato tranquillamente con la propria auto come se nulla fosse avvenuto.
In un’intervista radiofonica il rappresentante locale dell’UGTT ha dichiarato che questa è la conseguenza degli investimenti selvaggi stranieri che mantengono il paese in una condizione simile alla colonizzazione.
Effettivamente gli imprenditori stranieri aprono aziende in Tunisia certi di avere il massimo profitto: non sono tenuti a pagare le tasse per i primi dieci anni, godono di benefici con la dogana tunisina (importazione di macchinari ed esportazione di capitali a costo 0, salari da fame per gli operai: a parità di competenze e lavoro, il salario di un operaio tunisino è di circa 1/5 di quello italiano. Inoltre i padroni stranieri non tollerano la presenza dei sindacati come dimostra questa vicenda che è solo l’ultima di una lunga serie.
Il sindacalista ha anche denunciato questa violenza contro le donne e lavoratrici tunisine che da tempo lottano per i loro diritti nella società, anche l’Associazione Tunisina delle Donne Democratiche ha espresso solidarietà attiva alle operaie aggredite, fornendo loro il supporto legale necessario per denunciare l’accaduto presso un centro antiviolenza.
Anche la sezione di Kairouan del Forum Tunisino dei Diritti Economici e Sociali ha denunciato l’accaduto e ha chiesto al governo di rivedere le leggi che accordano tali privilegi agli investitori stranieri, dopo decenni rivelatesi un fallimento, e che sono fonte di maggiore sfruttamento dei lavoratori tunisini.
Il segretario nazionale aggiunto dell’UGTT Sami Tahri ha invece dichiarato che “la schiavitù è di ritorno sotto il pretesto di incoraggiare gli investimenti” e ha divulgato un comunicato del sindacato in cui si annuncia di aver esporto denuncia a livello nazionale e internazionale contro l’imprenditore italiano e l’azienda da lui rappresentata e in cui si avanzano delle rivendicazioni:
– che il Primo ministro denunci quanto accaduto
– che il ministro degli affari esteri convochi l’ambasciatore d’Italia chiedendogli di denunciare l’accaduto e di scusarsi con le lavoratrici e con il sindacato
– che l’UTICA (la Confindustria tunisina) prenda una posizione dissuasiva e rapida contro questo investitore
– che i sindacati italiani condannino l’aggressore e perseguano l’azienda in Italia, Europa e a livello internazionale.
Il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario saluta Carla Fracci
Salutiamo l'artista, la danzatrice che ha elevato alla perfezione il balletto, ma volendolo rendere arte per il popolo, del popolo: «Ho danzato nei tendoni, nelle chiese, nelle piazze. Sono stata una pioniera del decentramento. Volevo che questo mio lavoro non fosse d'élite, relegato alle scatole d'oro dei teatri d' opera. E anche quand' ero impegnata sulle scene più importanti del mondo sono sempre tornata in Italia per esibirmi nei posti più dimenticati e impensabili".
29/05/21
Braccianti - sfruttate e pagate una miseria - Le lavoratrici denunciano - Trasformiamo le denunce in organizzazione delle lavoratrici, in lotta
28/05/21
L'avete assassinata per il profitto, i costi della sicurezza sono inutili e improduttivi per i padroni
Luana D’Orazio, nuova perizia sulla “scatola nera” dell’orditoio. E spunta un audio al fidanzato: “Mi hanno lasciata da sola”
Il consulente della Procura di Prato, l'ingegner Carlo Gini, è tornato nella ditta per ricostruire in quale fase della lavorazione è accaduto l'incidente: l'ipotesi è che mancasse la saracinesca protettiva. In un messaggio pubblicato da Repubblica, il 30 aprile la giovane lamentava di aver dovuto "correre come una dannata" e di dover lavorare in autonomia, nonostante il contratto prevedesse l'affiancamento di un tutor
Gli indagati – per omicidio colposo e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro – sono la titolare dell’azienda Luana Coppini e l’addetto alla manutenzione dell’orditoio, Mario Cusimano. Quest’ultimo, secondo l’accusa, era l’unico ad avere le competenze necessarie per disattivare la saracinesca. Si lavora, tra le altre cose, anche per chiarire se la ragazza avesse ricevuto la formazione necessaria per un mestiere potenzialmente pericoloso: pare infatti che nel contratto fossero indicate soltanto funzioni di catalogazione, non direttamente operative. Nei giorni scorsi gli investigatori hanno ascoltato alcuni dipendenti della ditta, che si sono dimostrati “collaborativi” e hanno “confermato alcune delle circostanze già emerse nel corso dell’indagine”
27/05/21
12 stupri al giorno - Una permanente "guerra sucia" contro le donne a cui dobbiamo rispondere con la guerra, la lotta irriducibile delle donne
A inizi di maggio in provincia di Taranto una ragazza denuncia un uomo che si spacciava di essere dipendente di una grande azienda e le prometteva lavoro ma in cambio di sesso, portando avanti violenza sessuale, stalking, persecuzioni quando la ragazza si è ribellata
A metà maggio in provincia di Pavia un uomo dà fuoco alla compagna incinta
Verso il 20 maggio in provincia di Lecce tre donne sono aggredite dopo varie e continue molestie/stalking dai mariti o ex mariti
Nella notte del 23 maggio viene violentata sulla spiaggia di Marina di carrara un studentessa straniera
Ecc. Ecc.
Solo di quelli denunciati: nel 2020 vi sono stati 4383 stupri, 540 nei due primi mesi 2021 - 8 su 10 sono fatti da una persona conosciuta.
Solo per quelli denunciati, non archiviati, arrivati ad inchieste giudiziarie, usciti nella cronaca dei mass media, vuol dire: 12 DONNE VIOLENTATE AL GIORNO!
Ma è evidente che sono tante di più, pensando alle violenze sessuali non denunciate, moltissime archiviate.
Si tratta di una vera e propria guerra di bassa intensità contro le donne: fatta di morti/assassinii - i numeri e l'elenco dei femminicidi è altrettanto terribilmente lungo, almeno, per quelli anche qui conosciuti, di una donna uccisa ogni 3 giorni -, fatta di feriti, che per tante donne si tratta di "invalidità permanente" psichica e fisica che si portano per tutta la vita.
Una guerra che aumenta parallelamente al peggioramento delle condizioni generali strutturali e sovrastrutturali di vita delle donne, allo scarico sulle donne del peso opprimente e mortifero della famiglia - per cui al massimo è consentito alle donne di "conciliare lavoro esterno e lavoro/cura della famiglia -; all'aumento delle discriminazioni per e sul lavoro; alla ripresa dell'attacco al diritto d'aborto, che vuol dire diritto delle donne di decidere la propria vita; alla crisi capitalista, accompagnata dagli effetti della pandemia scaricati e doppiamente terribili per le donne, che "uccide" ogni tentativo di indipendenza economica e familiare
ma soprattutto una guerra che cresce in proporzione diretta all'aumento dell'humus moderno fascista, che viene sparso in tutti i modi e dovunque da questo sistema sociale, politico, dai mass media, un humus che alimenta pratiche, concezioni, bassi istinti, che per intenderci chiamiamo "patriarcalisti" ma che sono fino in fondo moderni, frutto del sistema capitalista/imperialista, del suo stadio putrescente.
Per questo, non c'è riforma legislativa che regga - fatta dagli stessi governi che giudicano niente la vita delle donne e reprimono le sue ribellioni - non ci sono ipocriti appelli una tantum da Tv e mass media.
Serve la ribellione delle donne, serve l'unità, l'organizzazione delle donne, la lotta/l'ODIO irriducibile delle donne contro gli uomini che odiano le donne, contro lo Stato, il governo, i padroni che odiano le donne.
Come serve la solidarietà: "per ogni donna stuprata, uccisa, offesa siamo tutte parte lesa", che nessuna si senta e sia sola!
Il nuovo opuscolo su Smart Working - di che parla
Invece che internalizzazione, nuovo criminale codice degli appalti
Le
lavoratrici degli asili di Taranto, i lavoratori cimiteriali, delle
pulizie Amat, come tante lavoratrici e lavoratori in tanti altre città
stanno lottando per porre fine alla precarietà permanente, ai miseri
lavori e bassissimi salari, per chiedere alle Istituzioni locali e al
governo l'internalizzazione dei servizi pubblici essenziali, dove il
lavoro appaltato è permanente, strutturale, necessario all'attività
generale di quei servizi, e per questo stanno facendo una campagna
nazionale per unirsi in questa giusta rivendicazione dei diritti in un
settore in cui a lavorare sono soprattutto le donne,
e ora, il governo Draghi con il nuovo codice degli appalti, voluto fortemente dai padroni e da Salvini, taglia le gambe a questa battaglia, per liberalizzare tutto, favorire solo le aziende togliendo ogni laccio alle aziende e non solo continuare ma peggiorare le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori.
- Via libera agli appalti al massimo ribasso – dove il massimo può arrivare addirittura al 99/100% di offerta al ribasso (come per esempio è avvenuto a Taranto nell’appalto per le pulizie/ausiliariato negli asili – stoppato solo con la pronta lotta delle lavoratrici Slai cobas sc) – le cui conseguenze sono evidentemente e immediatamente scaricate sui lavoratori, con peggioramenti delle condizioni di lavoro per cui si chiede tanto e si danno miserie, attacco ai diritti normali contrattuali; ma anche con taglio dei costi sui materiali, scadenti e a volte pericolosi, attrezzature inesistenti, tutte cose che ancora ricadono sui lavoratori in termini di effetti sulla salute, maggiore fatica nel lavoro;
25/05/21
Nuova Assemblea on line di approfondimento sul centenario del PCd'I - 28 maggio ore 17
Dopo l'approfondito l'esame dell'azione del Partito Comunista negli anni della clandestinità, dal '26 al '43 - gli scioperi operai e dei lavoratori durante il fascismo e il ruolo degli scioperi nella Resistenza dal '43 - il ruolo delle donne nella Resistenza
l'agenda del nuovo appuntamento propone interventi e discussione su
- la guerra partigiana, lezioni attuali
- la Resistenza come fusione di 3 guerre che ne fanno la esperienza più avanzata e embrione di guerra di popolo di lunga durata in un paese imperialista - i tre strumenti Partito/Fronte Unito/Esercito popolare, le tre fasi difensiva strategica/equilibrio strategico/offensiva strategica
Venerdì, 28 maggio ore 17:00 – 20:00Informazioni per partecipare di Google MeetLink alla videochiamata:
22/05/21
Uscito l'opuscolo di analisi critica/vademecum sullo Smart Working - per riceverlo scrivere a: lavoratriciprecariedisoccupate@gmail.com
18/05/21
Campagna di lotta per l'internalizzazione - 2 - Quali servizi vogliamo che siano internalizzati
17/05/21
16/05/21
Stati generali della natalità: "Senza figli non c'è futuro"? - NO! CON IL CAPITALISMO E IL SUO SISTEMA POLITICO NON C'E' FUTURO!
Se bastasse non fare figli perchè - come ha detto Draghi: "L'Italia senza figli finisce di esistere", lo faremmo... Ma noi vogliamo essere tante e tanti per far veramente non esistere più questa Italia imperialista.
NOI VOGLIAMO QUESTI BAMBINI, QUESTE FIGLIE15/05/21
AL FIANCO DELLE DONNE PALESTINESI
1° incontro di Formazione Rivoluzionaria delle donne: Chi ha più interesse alla teoria rivoluzionaria sono le donne!
Infine un intervento di una compagna di Taranto che utilizzando anche l'opuscolo di Anuradha Gandhy, compagna rivoluzionaria indiana dirigente del Partito Comunista indiano maoista, "Tendenze filosofiche del movimento femminista" ha posto da un lato l'accento sull'importanza del movimento femminista, del suo contributo per l'insieme del movimento rivoluzionario, ma dall'altro ha posto la necessità, in particolare per le donne proletarie di entrare criticamente nel merito delle diverse tendenze del pensiero femminista, perchè non si può assumere una posizione neutrale o acritica verso teorie che frenano o ostacolano l'azione rivoluzionaria delle donne.