Il prossimo 14 maggio vi sarà a Roma la prima edizione degli "Stati generali della natalità". Si tratta - viene spiegato dalla stampa - di un grande meeting dedicato al futuro della demografia in Italia, che intende lanciare un appello alla corresponsabilità per far ripartire il Paese". Ad aprirlo vi sarà il papa (che su questo tema, come sull'aborto è come tutti i suoi predecessori), e vi saranno: imprese, istituzioni, Ministri, mass media, rappresentanti della cultura.
La "sfida" è uscire dall'"inverno demografico e sollecitare una nuova narrazione sul tema della natalità". Dei tre tavoli tematici il principale è quello dedicato al mondo delle imprese.
In termini concreti, è un meeting all'interno della assillante campagna in corso: fare figli!
I vari rappresentanti del capitale e del loro sistema politico, culturale sono impauriti dal calo delle nascite di più del 10% dal primo lockdown. Non sono bastati i bonus bebè, l'aumento (minimo) dei congedi parentali, l'assegno famigliare unico, tanto meno la promessa di più asili nido (i cui fondi in realtà si sono rivelati scarsi), le nascite (404mila nel 2020) non hanno compensato le morti 746mila in buona parte da loro stessi provocate.
E quindi ora la pressione per le nascite sulle donne deve farsi più assidua, più pesante praticamente ed ideologicamente.
In questa campagna la borghesia rivela senza veli tutta la sua "umanità", vuole figli perché al capitale serve la riproduzione della forza-lavoro. Fare o non fare figli è subordinato alle esigenze del mercato del lavoro, che vuole carne fresca da sostituire a "carne vecchia e più costosa".
Le donne non possono e non devono decidere, sono dichiarate a tutti gli effetti: "macchine per la riproduzione".
Nessun commento:
Posta un commento