08/05/21

Un'altra operaia uccisa per il profitto, si chiamava Elisabetta D’Innocenzo ed è morta insieme a uno studente-lavoratore di soli 19 anni


E' accaduto ieri a Gubbio, in seguito all'esplosione di una fabbrica della Greenvest specializzata nella lavorazione di cannabis legale. Tre loro collegi sono rimasti feriti ed estratti da sotto le macerie dai vigili del fuoco, in condizioni definite gravi.

Samuel Cuffaro, neanche 20 anni, ed Elisabetta D'Innocenti, 52 anni. Sono le due vittime dell'esplosione avvenuta a Gubbio nel pomeriggio di venerdì 7 maggio. Lavoravano entrambi alla Greenvest a Gubbio, azienda specializzata nella lavorazione di cannabis legale. Oltre ai due morti, anche tre feriti di cui uno gravissimo, ricoverato a Cesena. Mentre all'Ospedale di Branca sono attualmente ricoverati in condizioni definite gravi ma non rischiano la vita altre due persone, tra cui un vigili del fuoco rimasto ferito. Questo il tragico bilancio dell’incidente verificatasi nella zona di Canne Greche, nel comune umbro. Una deflagrazione terrificante che ha alzato in cielo una nuvola di fuoco e ha fatto saltare il tetto e mezza palazzina.

Le indagini sull'esplosione di Gubbio
Ora gli inquirenti stanno cercando di capire cosa abbia provocato l'esplosione. Le indagini – guidate dal Pm Gemma Miliani – degli esperti dei Vigili del Fuoco si stanno indirizzando sull'uso dei solventi utilizzati per la lavorazione della cannabis terapeutica. Le indagini si basano al momento sull'ipotesi di reato di omicidio colposo. Disposto subito il sequestro della palazzina. Al vaglio degli inquirenti anche la “posizione“ amministrativa della ditta. Dai primi accertamenti, emergerebbe che il contratto d’affitto sia regolare.

La strage infinita di vite operaie nei luoghi di lavoro si deve fermare. Sono i padroni che, per il profitto, risparmiano sulla sicurezza, sono le istituzioni, governi, partiti parlamentari e i confederali complici i responsabili di questa strage infinita. 

Contro tutto questo sistema la sola lotta sindacale e aziendale non basta, è una guerra, anche se non dichiarata, per il profitto, a cui dobbiamo contrapporre la nostra guerra di classe. 


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