12/07/09

L'Aquila 10 luglio, report dalla manifestazione

Sabato 11 luglio, mentre leggiamo i giornali, si avvicina Nella, una signora che vive in una tenda davanti casa sua. E’ in compagnia di una ragazza che ci guarda con occhi luminosi. Non è difficile leggere nel suo sguardo la tenerezza della gratitudine di chi si è sentito avvolto dal caloroso abbraccio solidale di tante persone venute a manifestare a L’Aquila contro il G8. Nella ci riconosce dalle immagini viste in televisione. Vuole esprimerci la sua commozione nel vedere “tanti giovani, venuti addirittura dalla Sicilia, per manifestare al fianco degli sfollati aquilani” e si scusa, anche per conto di altri aquilani che non hanno partecipato alla manifestazione nazionale del 10 luglio, per l’ostilità mostrata dai rappresentanti dei comitati cittadini che non hanno aderito.
Ci spiega: “avevamo paura, c’erano tutte quelle scritte che dicevano che dovevamo starvi lontani”. “Dov’erano quelle scritte, sui giornali?” le chiediamo. “Anche - ci risponde lei – ma la polizia soprattutto le ha fatte girare”.
L’Aquila 10 luglio, circa 10.00 persone hanno partecipato alla manifestazione contro “il G8 dei potenti sopra 300 vittime innocenti”. Dietro lo striscione di apertura “Voi G8 siete il terremoto, noi tutt@ aquilan@”, c’era una delegazione di vigili del fuoco, accolta al grido di “rispettiamo solo i pompieri” e c’erano gli aquilani contro il G8, dalla rete di soccorso popolare ai sindacati di base. “fuori gli sfruttatori”, “crisi, terremoto, repressione non ci fermeranno”, “Una sola grande opera: ricostruire L’Aquila dal basso”, “assassinati alla casa dello studente. Diritto allo studio inesistente”, “meno f35 più case” recitavano i loro striscioni. Molte donne e giovani combattivi hanno animato il lungo corteo dalla stazione di Paganica alla villa comunale al grido di “L’Aquila libera”, “siamo tutti aquilani” e poi ancora: “liberi tutti”, “ci espropriano, ci sfrattano, ci danno polizia, è questa la loro democrazia”, “al g8 soldi tanti, agli aquilani calci ai denti, ma non siamo mendicanti!”. Molti slogans per ricordare l’assassinio di Carlo Giuliani, contro i licenziamenti della crisi prodotta dai potenti e soprattutto una promessa: “una rivolta vi seppellirà”.
Davanti ai cantieri di Bazzano del progetto C.A.S.E., abbiamo urlato “case sì, ghetti no”. Gli operai di quei cantieri lavorano giorno e notte e non vedono le proprie famiglie da mesi. Già si contano numerosi incidenti su quei cantieri, dove gli operai, soprattutto immigrati, lavorano anche fino a 12 ore al giorno, senza alcun controllo: la protezione civile è il dittatore dell’emergenza e qualcuno, andato a fare reclami all’ispettorato del lavoro, si è sentito rispondere: “lasciate perdere, dovete ringraziare le ditte legate alla moglie di Bertolaso se ora qui vi lasciano lavorare”. Si dice che al DICOMAC l’80% dei lavoratori impiegati durante il G8 dentro la scuola della guardia di finanza, lavorasse a nero. Davanti a quei cantieri abbiamo urlato “fuori, fuori gli sfruttatori” e gli operai si sono fermati e ci hanno salutato da lontano, anche a pugno chiuso. Nessuno di loro poteva raggiungerci da quei cantieri – prigioni a cielo aperto dietro le reti e i cordoni della polizia, ma hanno potuto bloccare i lavori per un po’ mentre il lungo corteo scorreva sotto i loro occhi.
A S’Elia, davanti a una tendopoli, abbiamo invitato gli sfollati a unirsi al corteo, al grido di “L’aquilano non si arrende, tutti fuori dalle tende”. Gli sfollati autonomi da dietro le reti hanno applaudito e dato ristoro come potevano ai partecipanti al corteo.
Nonostante il boicottaggio capillare a questa manifestazione, gli sfollati hanno capito da che parte stanno questi famigerati no-global e ora sanno che non sono soli, che la lotta contro i padroni della terra è una lotta di tutti e che “siamo tutti aquilani”.
I veri guastatori, i veri assassini sono coloro che hanno imprigionato un’intera città; i veri guastatori, i veri assassini sono coloro che hanno ignorato il rischio sismico; i veri guastatori, i veri assassini sono gli sciacalli al governo, sono le tutte le istituzioni e i partiti che hanno rilasciato autorizzazioni a costruire senza alcun vincolo di sicurezza, sono gli 8 potenti della terra, che su questa terra, lacerata dalla crisi e dal terremoto, spadroneggiano arroganti.

IL G8 E’ FINITO
LA LOTTA DEGLI SFOLLATI E’ APPENA COMINCIATA

Grazie a tutti i compagni che hanno lottato insieme a noi
A tutti loro e a quelli che non sono riusciti a raggiungerci, ostacolati o repressi da questo Stato di polizia, va tutta la nostra solidarietà

rete di soccorso popolare

07/07/09

Carla ha detto: "al meglio non c'è mai fine"


IN TRAPPOLA


Batterie di missili, caccia F16, cecchini sui tetti, elicotteri assordanti e molesti, oltre al Predator, che “discretamente” a quota oltre 3000 metri spia ogni nostro movimento anche quando ci “infrattiamo” per cagare. Noi non lo vediamo, ma sappiamo che è lì che ci scruta, come uno scienziato nazista osserva le sue cavie da laboratorio. Militari, polizia, digos da tutta Italia a sorvegliare ogni 10 metri la statale 80 dir, quella che dovrebbe essere interdetta al traffico veicolare e pedonale all’arrivo e alla partenza delle delegazioni. Facevano paura anche 2 giorni fa, quei mitra e quelle batterie di missili e quei cecchini piazzati sui tetti, che noi non vediamo, ma sappiamo che sono lì. Facevano paura anche 2 giorni fa, quando è scattata l’ordinanza di interdizione per il G8 anche per le greggi di animali, anche per i cani randagi sopravvissuti al terremoto, che animalisti e vigili del fuoco andavano ad alimentare nel centro storico. Tutti in gabbia adesso! Gli 8 grandi devono guardare le rovine del centro storico, ma non possono essere infastiditi da cani e da “cristiani”. I cani li rinchiudono nel lager di Bazzano (da dove non usciranno più, perché essendo cani convenzionati frutteranno almeno 3 euro l’uno al giorno all’associazione che gestisce quel canile a L’Aquila) e i “cristiani” che non sono riusciti a fuggire dal G8 restano rinchiusi nelle tendopoli. Agli sfollati di piazza d’armi hanno imposto addirittura di non uscire dalle tende e hanno circondato con altre reti la tendopoli. “Neanche un giro dentro il campo potrete fare” gli hanno detto. Un ragazzo, un proletario residente in piazza d’armi uscì a comprare le sigarette qualche giorno fa ed è stato aggredito e quasi linciato da 2 agenti americane in borghese ed altri, forse dei servizi USA o dell’FBI, che lo avevano individuato come “sovversivo” per via dei suoi tatuaggi. Gli hanno detto che, come tutti, doveva rifornirsi di viveri, medicinali e sigarette prima del G8, perché poi non sarebbe più potuto uscire dal campo e avrebbero chiuso anche tutti gli esercizi commerciali, compresi i tabaccai.
E così è stato. Può essere fiero ora il sindaco Cialente di essere “stato costretto” a chiudere, per ordine delle forze dell’ordine, almeno 78 attività produttive per il G8. Non che il suo parere sarebbe valso a qualcosa, ma almeno avrebbe salvaguardato la sua dignità e quella di un’intera città.
Lamenti, paura e rabbia, questo è quel che sta seminando questo G8 per l’evidente ingiustizia. Gli sfollati sempre più rinchiusi nelle tende; i pastori e le loro greggi non possono mangiare e circolare durante il G8; i lavoratori pendolari residenti nella zona rossa, che in seguito al censimento della digos hanno ottenuto un pass, devono subire controlli col cuore in gola ogni volta ai posti di blocco, per paura che parta “per sbaglio” un colpo dai mitra o un missile; gli abitanti della zona nord-occidentale della provincia di L’Aquila, quella fuori dal cratere, non hanno neanche avuto la possibilità di chiedere un pass, perché “non censiti dalla digos”. Questi ultimi non hanno via di scampo. In caso di malore o di forti scosse, non possono neanche fuggire: la S.S 80 è off limits. Al distretto sanitario di Montereale, a 36 Km a nord-ovest di L’Aquila, tra i monti della Laga e quelli del Gran sasso, c’è un cartello con su scritto: “non si effettuano esami del sangue ed altri accertamenti, causa G8”. L’ospedale da campo del G8 è DEL G8, per recarsi lì, in caso di necessità, bisognerà essere scortati dai carabinieri e superare una serie di filtri e controlli incompatibili con una situazione di pronto soccorso.
“C’è stato uno spostamento della crisi sismica verso nord dell’area epicentrale del movimento tellurico del 6 aprile…Nessuno può escludere che lungo questo asse si possano verificare altre scosse di notevole entità…la Protezione civile sa quello che deve fare”, dichiara Emanuele Tondi, docente di rischio terremoti presso l’Università di Camerino. Secondo i calcoli ufficiali dell’INGV, interpellata dalla protezione civile per l’organizzazione del G8, la probabilità che queste forti scosse si verifichino durante il G8 è del 26%.
Ora la caserma “Vincenzo Lo Giudice”, la cui antisismicità è stata opportunamente verificata in vista del G8, si trova ben 10-15-20 Km a sud del nuovo epicentro che potrebbe essere teatro di altre scosse al di sopra di 5-6 gradi Richter, ma la sola preoccupazione del duo Berlusconi-Bertolaso è stata quella di assicurare gli 8 grandi.
Per loro e solo per loro sono stati spesi oltre 500milioni per la sicurezza. Per loro e solo per loro è pronto un immediato piano di evacuazione in caso di forte sisma. Per loro e solo per loro i vigili del fuoco saranno impegnati a controllare la “tenuta” del bunker dove alloggeranno. Per loro e solo per loro si mobilita la protezione civile.
I comuni fuori dal cratere, prossime probabili vittime al 26% di un altro disastroso terremoto, attendono ancora risposta alle richieste di prevenzione da rischi sismici, lanciate dai sindaci alla protezione civile.
Ma se ci saranno altre scosse al di sopra dei 4 gradi Richter, gli 8 grandi saranno immediatamente evacuati verso Roma e gli abitanti di Arischia, Pizzoli, Capitignano, Campotosto, Montereale, Borbona e frazioni limitrofe, fino al reatino, staranno freschi ad aspettare i soccorsi! La SS. 80 è bloccata!
Nessun problema! A piazza d’armi sono arrivate da un po’ 1.500 bare (confidano alcuni finanzieri e forestali), saranno le casette su misura per i vecchi sfollati o per i residenti a nord di Coppito che potranno morire sotto altre scosse causa G8? Oppure il foglio di via per gli anti G8?
Intanto la zona rossa del G8 è ancora più ampia e deserta di prima, non volano neanche le mosche, l’unico rumore assordante che scuote i timpani, i vetri delle finestre e le mura già lesionate di Arischia, Pizzoli, Preturo, Coppito, Pettino, S. Vittorino e Cansatessa, è quello prodotto dalle eliche degli elicotteri militari.
Stanno uccidendo un’intera città 2 volte. Chi è sopravvissuto al terremoto è scappato per il G8. Si allunga la lista degli esiliati. Gli 8 grandi sciacalli deprederanno una città morta proprio grazie a loro, alle loro banche, al loro malaffare, alle loro speculazioni.
E’ vero, al peggio non c’è mai fine, ma chi resiste conosce anche un’altra verità, l’altro lato della medaglia di questa filosofia della rassegnazione, che ha ben sintetizzato una compagna che ha perso la madre e la sorella sotto le macerie, per mano di padroni assassini:

AL MEGLIO NON C’E’ MAI FINE!
Ed è con questo ottimismo, che deriva dalla nostra volontà, dalla nostra lotta, che diamo il nostro abbraccio di solidarietà a tutti gli studenti e i compagni che hanno perduto la loro libertà per la libertà di tutti. Ed è con questo saluto che diamo il caldo benvenuto a tutti coloro che vorranno essere al nostro fianco in un momento come questo, drammatico ma di lotta.

Vi aspettiamo a L’Aquila, venerdì 10 luglio, ore 14 alla stazione di Paganica

Per sentire insieme che “al meglio non c’è mai fine”
perché noi, uniti, siamo 6 miliardi, loro sono solo 8

Oltre la casa, il lavoro, la libertà e la vita dei nostri cari
non abbiamo più nulla da perdere

NOI CI SAREMO!

Rete di soccorso popolare

05/07/09

Voci di donne aquilane in vista del g8

Qui sotto pubblichiamo l'intervista a Giulia, a cura della rete di soccorso popolare

10 luglio a L'Aquila: NO G8!


10 LUGLIO ORE 14 DALLA STAZ. DI PAGANICA
AL FIANCO DELLA POPOLAZIONE TERREMOTATA, CONTRO IL G8
AL FIANCO DELLE DONNE DE L'AQUILA

PARTECIPIAMO IN TANTE E INSIEME ALLA MANIFESTAZIONE DEL 10 LUGLIO
Domenica 14 giugno a L'Aquila... Sembra di entrare in una zona di guerra perché subito la città appare ipercontrollata. La presenza dei militari fa impressione al pari delle distruzioni e dei crolli. Ci sono militari di ogni genere e tipo, dagli alpini, alla Guardia di finanza, all'esercito, ai poliziotti, ecc. Tanti posti di blocco/presidi ad incroci di strade, che non hanno una loro giustificazione. Gli unici che lavorano sono i vigili del fuoco. Gli altri, anche per il fatto che non fanno niente, se non imporre la loro inaccettabile presenza asfissiante, esagerata, non si capisce perchè stanno lì per ore a presidiare i campi, le strade, se non per il fatto stesso di mostrare una presenza dello Stato solo militare/repressiva, di mostrare il potere dello Stato sulla gente. A fronte del dramma della gente lo Stato deve imporre il suo "Ordine". Un giovane con cui abbiamo parlato, diceva come ci si sente controllati/spiati anche quando stai parlando, come se già il fatto di parlare in più persone diventa di per sé sospetto. In tutta la zona interessata dal terremoto, ci sono attualmente almeno 170 campi "ufficiali". Poi ce ne sono tanti altri mini che sono sorti spontaneamente vicino alla proprie abitazioni crollate o danneggiate. Chiaramente non tutti i campi sono uguali. Per esempio: L'Italtel è il terzo campo per grandezza, ma anche uno dei peggiori. Qui si sono verificati gli episodi della carne avariata e del tizio che andava tranquillamente in giro con la svastica. Il campo di S. Stefano raccoglie prevalentemente gente della piccola/ media borghesia; A Coppito c'è un campo gestito dalla Cgil e qui vi è più libertà e un clima più tranquillo e aperto. Qui abbiamo mangiato alla mensa del campo senza problemi, anzi uno dei giovani che stava all'ingresso del campo ci ha invitato a restare a mangiare; in altri campi non si può entrare o uscire senza tessera; A Poggio Picenze è invece gestito dai fascisti di Casa Pound. Ecc. Per come sono dislocati i campi la gente se non ha la macchina può difficilmente muoversi, potrebbe chiamare un numero verde per far arrivare un bus, ma si dice che è meglio non averne bisogno. Questo chiaramente aumenta il peso della situazione da 'campi di concentramento' che si vive nella maggiorparte dei campi. Per fare qualcosa di diverso, una famiglia, che abbiamo incontrato, si stava facendo un giro in macchina nella zona in cui stanno costruendo le nuove strade per il G8, "per far vedere un pò ai bambini...". L'inchiesta che ha iniziato Luigia (per una rete di soccorso popolare) attraverso il questionario, è partita durante la manifestazione nel centro storico. Vi stanno rispondendo giovani, donne, lavoratori, disoccupati. Finora, in poco tempo e in situazioni non certo tranquille, sono stati riempiti decine di questionari, un risultato molto buono, tenuto conto anche, come è inevitabile, che il questionario non viene riempito semplicemente lasciandolo alle persone, ma compilandolo insieme. Aspetti positivi sono che la maggiorparte di chi lo ha compilato ha lasciato dei riferimenti per essere rintracciabile e ha dichiarato la propria disponibilità ad impegnarsi. Per il G8 vengono già imposte direttive. Per la gente dei campi della "zona rossa" nei tre giorni del vertice sarà impossibile anche andare a lavorare se non dopo controlli in entrata e uscita e le persone dovrebbero andare in giro anche con dei 'braccialetti' identificativi. Ad abitanti di una casa che per sua sventura si trova proprio nella 'zona rossa', non potendo essere "spostata" è stato già detto che o si trasferiscono nei tre giorni o dovranno stare con le finestre chiuse e avere sul proprio tetto fissi due cecchini. Si parla di sicurezza, di abitazioni pericolanti, ma i tanti voli degli aerei che sorvoleranno L'Aquila durante il G8 rischiano con le loro vibrazioni di aumentare ulteriormente i danni di abitazioni. In fretta e furia stanno facendo eseguire i lavori per il G8 di ampliamento dell'aeroporto e di allargamento o costruzione ex novo di strade dall'Aeroporto di Preturo alla Scuola della Guardia di Finanza in Coppito, dove si terrà il vertice, imponendo espropri di terreni agricoli. Si tratta di una violenza del territorio, una violazione inaccettabile per una zona che ha già subito un trasfigurazione della propria struttura. L'aeroporto finora era un piccolo spazio per aerei di piccole dimensioni o elicotteri, ora dovrà, invece, essere forzatamente allargato per l'atterraggio e il decollo di grandi aerei. Le strade erano strade di campagna o di frazione, ora dovranno forzatamente diventare lunghe e grandi strade per il passaggio di mega macchine, blindati, ecc., portando ad uno stravolgimento anche futuro del territorio. I lavori vengono fatti da ditte fuori de L'Aquila e con lavoratori portati anch'essi da fuori (il G8 non sta rappresentando neanche possibilità di ripresa del lavoro per operai forzatamente disoccupati per il terremoto). Le condizioni di lavoro degli operai impegnati nei lavori del G8 sono all'insegna del massimo lavoro nel minor tempo possibile e col minimo costo. Gli operai edili con cui abbiamo parlato, da quando hanno iniziato i lavori di ampliamento stradale non hanno mai fatto un riposo settimanale, fanno ogni giorno 12 o più ore di lavoro, vi lavorano anche degli immigrati (che qui vanno bene, perché vuol dire riduzione dei costi del lavoro). Mentre per la ricostruzione i tempi si allungano giorno dopo giorno, per il G8 i lavori si fanno in poche settimane. E mentre questi lavori vengono assunti direttamente dallo Stato, per la ricostruzione delle case dei terremotati -come si capisce chiaramente dal decreto del governo- lo Stato se ne laverà le mani, privatizzando e parcellizzando la ricostruzione. La linea prevalente sarà infatti l'assegnazione di fondi (pochi e legati fondamentalmente alla speranza di lotterie, bonus) direttamente a chi ha avuto distruzioni dal terremoto per la prima casa, e queste persone dovranno provvedere da sé a trovare la ditta e a fare i lavori. Una linea scellerata e assurda: in questa maniera non c'è un piano organico di ricostruzione; dati i pochi soldi assegnati vi sarà una naturale tendenza a ridurre i costi, con una concorrenza tra le ditte che poi scaricheranno il massimo ribasso sui loro operai; si attuerà una disparità tra chi ha le possibilità economiche di integrare i fondi del governo e chi no. Parlando con un dirigente della Cgil de L'Aquila, è venuto fuori che questa linea non viene realmente contrastata dal sindacato, anzi. A fronte della domanda se il sindacato sta ponendo il problema dell'impiego retribuito degli operai edili attualmente senza lavoro nella ricostruzione, o se piuttosto c'è il rischio che questi lavori passino sulla testa dei lavoratori aquilani, il dirigente della Cgil ha risposto che, grazie al fatto che ogni famiglia potrà chiamarsi direttamente la ditta per fare i lavori nella propria abitazione, questo inevitabilmente favorirà le ditte abruzzesi che occuperanno, a loro volta, operai abruzzesi... Della serie che la speranza di lavoro è legata a quando e se le famiglie potranno ricostruire/riparare le loro abitazioni. Alla fine della giornata di domenica, siamo andati dove vive Carla (a cui è morta la madre e la sorella per il terremoto). Ora Carla vive in una roulotte che sta sul terreno antistante la casa in cui abitava in affitto. Il suo compagno mi ha fatto entrare in questa casa. Al di là di lesioni rilevanti nei muri, erano soprattutto impressionante i soffitti delle stanze. Era come se fossero stati tagliati di netto per tutto il loro perimetro e come se fossero solo appoggiati sulle pareti (come dei coperchi)! All'interno era stato lasciato tutto come quella notte del 6 aprile, in cui erano scappati dalle finestre: mobili spostati, caduti, tutti gli oggetti per terra, rotti. Tra questi... un orologio in cui cadendo ? saltata la pila e che segna esattamente le 3,32...

Margherita MFPR Taranto

Berlusconi maiale e magnaccia di Stato

Pubblichiamo volentieri il comunicato dell'mfpr. Per chi non lo avesse saputo, il gran suino e fascista Berlusconi, il 26 giugno all'Aquila per l'inaugurazione dei cantieri di Sant'Elia, si è rivolto algli operai così: "E le donne? Sarete mica gay, la prossima volta vi porto le veline".
Dare retta allo stomaco prima che alla testa può essere utile a comprendere la verità, anche da parte di certa ottusa sinistra. Gustatevi pure il video quindi, se ne avete lo stomaco!
Un saluto e un ringraziamento a chi lotta per cambiare questo stato di cose, senza ipocrisia.
Luigia

Berlusconi e l'ottusità della “sinistra”.


Mentre le vicende di Berlusconi - tra veline elettorali, Noemi, festini-harem di Capodanno, donne in regalo ad una sotto umanità ricca e marcia, uso del potere e soldi pubblici e degli aerei di Stato per la corte del tragicamente ridicolo imperatore, ecc. - stanno mostrando sempre più una realtà emblematicamente espressione dell'humus nero, sporco, arrogante, di un sistema di potere che rivendica tutto questo come “normale”: normale rappresentazione delle donne, normale ruolo di un capo di governo (“Veline? No, sono donne in sintonia con il paese... ragazze normali, madri, signore che fanno la spesa... Il fatto di frequentare Noemi e gente normale gli consente (a Berlusconi) di percepire le grida che provengono dal paese... - da Il Tempo 25.5.09).

Mentre la concezione di Berlusconi e della sua corte (anche femminile) sulle donne, la considerazione del loro ruolo nella società, sono di fatto una cartina di tornasole, la punta di iceberg, dell'ideologia e del grado di inciviltà di una casta che, non potendo più nascondere e mentire, ormai rivendica pubblicamente come “legittima” espressione di un sentire di massa quel modo di vivere e di concezione (“chi è innocente scagli la prima pietra”, come dire: si sa che l'uomo è cacciatore - sono queste più o meno le giustificazioni di 'Libero' di domenica 21 giugno), dichiarando apertamente che la concezione del loro sistema è quella che noi chiamiamo sinteticamente “moderno medioevo”; quella per cui “Dio, Patria e Famiglia” vale per gli altri, deve essere imposta anche con la legge alla gente, ma non vale per sè.

Dalla “sinistra” ex parlamentare ed extraparlamentare emerge una scarsa comprensione di tutto questo.

Una ottusità politica (“gossip sconcio... di cui non se ne può più”) che non coglie che tutto lo schifo-imbarbarimento che sta emergendo sulle vicende “veline”, e che non è altra cosa dall'affossamento della giustizia, dalla dittatura personale antiparlamento, dal razzismo, non è altra cosa dallo sciacallaggio verso le popolazioni terremotate, dalle insostenibili performance all'estero, ecc., dal disprezzo verso la gente, è parte del moderno fascismo.
Se non si è ciechi o sciocchi adulatori della “democrazia borghese”, lo si potrebbe vedere chiaramente.

L'arroganza di Berlusconi e dei suoi diventa sempre più incompatibile con le regole della stessa Costituzione, e quindi foriera di “rotture” istituzionali di queste regole. Ma è chi indica ”il ridicolo tragico imperatore”, il “ciarpame senza pudore”, le sembianze sempre più volgari, imbarazzanti, “la sfrontatezza e la mancanza di ritegno” del sistema berlusconiano, che va considerato “non normale”, e, quindi, emarginato, infangato, represso (Vernica Lario è stata già considerata dalla più fedele stampa berlusconiana una sorta di demente o “puttana”).
Anche pacifici elogiatori del sistema berlusconiano, diventano quasi degli ossessi (vedi il 'celestiale' Bondi) a difesa/esaltazione di Berlusconi.

Ma esponenti delle forze di “sinistra” respingono con sdegno di essere “imbrigliati” nel terreno del “marciume della politica”, e dicono di voler parlare e interessarsi solo dei problemi “reali” della gente, degli effetti della crisi, dei problemi di lavoro e sociali.

Poi ci sono le donne della “sinistra” parlamentare, il cui imbarazzante silenzio – a parte qualche lodevole eccezioni di alcune giornaliste - rivela l'incapacità e la non volontà di lottare su un terreno che vada fuori dalla “normale” dialettica politico-parlamentare (...io l'ho vissuta con un tale senso di estraneità da far fatica a trovare le parole...” - Livia Turco; Tutta la vicenda è squallida ma “non mi permetto di intervenire, sono cose molto private” - Anna Finocchiaro; non serve una rivolta collettiva “basta una per tutte, io concordo con Rosi Bindi” - Debora Serracchiani – dall'art. di Daniela Preziosi su Il Manifesto 28/5).
Con Veronica Lario si è ripresentato quel processo per cui il “personale” quando si fa generale esce fuori dalla persona e impone un modo di vedere le cose appunto generale (il “personale è politico” sintetizzato e scoperto dal movimento femminista negli anni passati). Ma chi non vuole capire, non capisce e la “sinistra” in Italia è anche capace di uccidersi con le mani sue stesse.

Eppure siamo di fronte ad una prostituzione organizzata, ad un presidente del Consiglio che si fa primo magnaccia, circondandosi di decine e decine di ragazze, ragazzine comprate con ricchi regali, soldi e illusioni, che esprime e pratica la peggiore concezione delle donne come solo corpi, oggetti sessuali per il piacere di potenti bavosi; che organizza “casini dorati”, ecc. E senza neanche rischiare alcuna repressione, visto che una velina già Ministro ha fatto un decreto sulla prostituzione a misura del suo protettore Berlusconi: che da un lato reprime i clienti per la strada, organizza, alimentando anche l'humus 'securitario', la persecuzione delle prostitute immigrate e dall'altra legittima e tutela la prostituzione nelle 'Ville Certosa', dove la prostituzione si chiama, per camuffarla, con termini inglesi...

Ma queste donne della “sinistra” non si indignano, non scrivono un rigo di denuncia; con la scusa – alcune - di un imbarazzo e pudore a parlare su altre donne a interferire nella loro “libertà”.

Siamo di fronte al fatto che il curriculum delle donne candidate e poi anche parlamentari del maggior partito in Italia debba essere il passaggio dalle ville di Berlusconi o dal 'grande fratello'; al fatto che leggi che condizioneranno, tartasseranno la vita di milioni di persone, di donne, vengano decise da veline e clown; e si dice “basta a parlare di queste cose... parliamo dei fatti importanti”!? Ma scherzate, ottuse economiciste!?

La realtà sta sbattendo in faccia che nel far perdere terreno a Berlusconi, nel mostrare l'imperatore tragicamente ridicolo, stanno potendo più la denuncia di Veronica, il marciume e la corruzione elevata a sistema, la sua stessa arroganza, che i tanti provvedimenti economici antipopolari del governo, e la “sinistra” continua a glissare, a non cogliere neanche l'occasione per pretendere la rimozione di Berlusconi!

Dopo l'annuncio e minaccia di pubblicizzazione di tutte le foto dei festini, dopo che le ragazze partecipanti pagate di questi festini stanno cominciando a parlare, la situazione ha visto un ulteriore salto. Berlusconi ha posto sul tappeto in maniera isterica una questione di “eversione”, e quindi di “sicurezza” sua e “nazionale”; preme sui servizi segreti per un'“azione più convinta e determinata per liberare i suoi giorni da ogni possibile ombra. Soprattutto alla vigilia di importanti appuntamenti internazionali (l'atteso incontro con Obama, il G8 di luglio a L'Aquila)” – la Repubblica 12 giugno 09.
Contemporaneamente, ritorna a parlare Veronica Lario che sembra cambiare tono, facendo una sorta di dichiarazione “dovuta” e comunicando, senza un'apparente motivo di necessità, che lei ha sempre amato il marito e che ha impostato la sua vita in funzione del suo matrimonio e della sua famiglia.

Siamo di fronte, questo sì, ad un tentativo di “eversione” interna da parte del potere berlusconiano, ma nessuno della “sinistra” dice che questo Berlusconi non lo può fare, non gli è permesso; nessuno si batte seriamente per mandare via l'”eversore”.
La conseguenza sarà o una “normalizzazione” di tutto con, al limite, un maggior controllo su Berlusconi, o una sua necessaria rimozione, ma dall'interno, come azione del suo stesso governo e/o dei poteri forti economici, politici, ecclesiastici.
In entrambi questi casi, pur limitando e tagliando le punte incontrollabili e gli eccessi di marciume impresentabile soprattutto a livello internazionale, il percorso verso un moderno fascismo andrà avanti.

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

03/07/09

Roma 14 luglio ore 10: presidio per la sicurezza sul lavoro

Roma 14 luglio ore 10
presidio sotto il ministero del lavoro-via Veneto

promosso da-comitato 5 aprile roma e rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
partecipano: delegati e RLS di diverse org. sindacali, familiari, ispettori,tecnici della prevenzione, giuristi comitati, forze politiche e sociali di roma insieme a rappresentanti nazionali della rete,mentre a livello nazionale volantinaggi sui posti di lavoro e presidi di informazione e lotta

no al testo unico modificato e peggiorato
no alle leggi salva-manager e padroni
Basta morti sul lavoro !

Serve lo sciopero generale contro l’attacco di padroni e governo al Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, contro le morti sul lavoro e da lavoro

Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
info. assemblearetesic27giugno@gmail.com