Nella giornata internazionale
contro la violenza sulle donne del 25 novembre a Palermo le compagne del Mfpr
hanno presentato il nuovo opuscolo “360°”.
Presenti in particolare lavoratrici
e precarie organizzate nello Slai Cobas sc, di cui alcune impegnate in questi
gg in una nuova lotta in difesa del posto di lavoro, si è unito poi all’iniziativa
anche un compagno del Partito Comunista.
Inizialmente è stato fatto un breve
racconto della partecipazione alla manifestazione nazionale a Roma il 23
novembre, promossa da Nudm, con la buona diffusione proprio dell’opuscolo “360°”,
in particolare al concentramento, tra compagne, donne e giovani, mentre si proiettavano
le foto e alcuni video, tra cui in particolare quello in cui tutto il corteo si
è fermato per alcuni minuti in silenzio, in solidarietà internazionalista con
le donne cilene stuprate e uccise dalla polizia fascista per poi esplodere in un
forte grido collettivo di denuncia e rabbia.
“… E’ importante ora che anche
qui a Palermo questo opuscolo si conosca, ha detto una compagna, cominciando
proprio dal 25 novembre una giornata importante del percorso quotidiano di doppia
lotta delle donne che non volevamo lasciare “vuota”, oggi anche a Taranto
questo opuscolo viene presentato, così come già a Milano e a Bologna altre
compagne ne hanno parlato incontrandosi…
Un opuscolo vivo che viene fuori da tre
giornate intense di un seminario fatto in estate a Taranto, in cui hanno
partecipato compagne, lavoratrici attive nella lotta, e che ha posto spunti,
stimoli teorici, ma anche di linea politica e di prassi conseguente necessaria
oggi per la maggioranza delle donne oppresse da questo sistema sociale…
Perché la necessità di un
seminario teorico? Spesso come compagne ci siamo definite “praticone” nel
senso che abbiamo fatto e facciamo molta pratica, tra e con le lavoratrici, campagne
contro la violenza sulle donne, attacco al diritto di aborto, ci siamo misurate
sul terreno antifascista, antirazzista, contro la repressione/questione delle
compagne in carcere, iniziative di concreta solidarietà internazionalista … ma tutta
questa pratica necessita ad un certo punto di “fermarsi” per ragionare, per fare
un bilancio, per trarre lezioni, per sforzarsi di fare un lavoro teorico che
nasce da tutta quella variegata pratica e che poi verrà restituito con più coscienza ad una nuova pratica
da verificare… armarsi della teoria ce lo hanno insegnato le maestre rivoluzionarie
che la storia ci ha consegnato… è neecssario che le lavoratrici , le donne proletarie
che spesso sono l’avanguardia nelle lotte, che sono in prima linea quando
lottano, studino, si formino, inizino a
ragionare, anche questa è una lotta in primis con sé stesse, per aprire occhi e mente, per capire da dove nasce l’oppressione che si
subisce ogni giorno, iniziando a rompere anche in questo senso le catene che la
borghesia dominante ci impone, convincendoci in mille forme, anche con i mezzi
più moderni, che per noi donne “è sempre stato così e niente può cambiare”… Tutta
la vita deve invece davvero cambiare e per questo occorre la conquista/costruzione
del contingente proletario del movimento delle donne che impugni la lotta
rivoluzionaria in un percorso non facile ma entusiasmante che vede intrecciarsi la pratica alla teoria…
…360°, come titolo dell’opuscolo,
è stato scelto proprio per dare il senso
immediato e diretto del fatto che le donne, e in particolare le proletarie, per
la condizione di sfruttamento e oppressione che subiscono in questa società capitalista, di cui femminicidi,
stupri e violenza sono il frutto più marcio, non possono che portare avanti una lotta ampia che deve toccare tutti gli
aspetti della loro condizione di vita, lavorativo, familiare, sessuale ,
culturale… di conseguenza propria una lotta a 360°… Ma anche per dare il
senso di quello che è stato un seminario pienamente interno alla situazione
attuale dal punto di vista delle donne, sia sul piano della condizione reale
che esse vivono in un paese come il nostro in cui avanza il moderno fascismo e in
cui con il governo Lega/Salvini/M5s vi è stato un salto di qualità in termini
di razzismo/sessismo che si concretizza poi nelle politiche contro le donne (da
Pillon all’ipocrita e repressivo codice rosso, i decreti sicurezza, che non risolve affatto la
questione dei femminicidi/violenza… fino alle politiche dell’attuale
governo volte a potenziare il ruolo delle donne nella famiglia, sulle quali si
deve scaricare tutto il peso del lavoro di cura, ad incentivare la maternità ponendo
come centrale il ruolo riproduttivo delle donne la cui libertà di scelta in
tema di maternità deve essere invece ristretta/soffocata…; sia sul piano
dell’emergere nel nostro paese, in quello che noi definiamo movimento carsico, di
un nuovo e grande movimento di donne, rappresentato in questa fase da Nudm, che
da alcuni anni riesce a portare, compattare grandi numeri di donne in piazza e verso cui come femministe, proletarie,
rivoluzionarie è necessario porsi e stare “con un piede fuori e con un piede
dentro”… non settarismo o mero liquidazionismo ma valorizzarne gli aspetti positivi combattendo
sul campo, quelli negativi, devianti e controproducenti per la lotta
rivoluzionaria delle donne, in quanto espressione nella linea teorica, ideologica
e di conseguenza pratica che sfocia oggettivamente nel riformismo della classe che
rappresentano, principalmente la piccola-borghesia…
Un’altra compagna ha quindi
descritto con brevi sintesi le sezioni dell’opuscolo con lo scopo di invogliare le presenti alla
lettura/conoscenza, da quella appunto sulle tendenze nel movimento femminista oggi
in Italia con l’analisi specifica di Nudm, ai contributi scritti di alcune compagne,
sulla base dello studio dell’analisi materialistico-dialettica di Marx/Engels, su questioni relative alla condizione di
subalternità delle donne che questo sistema sociale pone come una delle sue
basi, come produzione e riproduzione, il ruolo della famiglia in questa
società, patriarcato e patriarcalismo, fino a tutta la parte, che ha
prodotto peraltro al seminario un ricco dibattito, di analisi/bilancio di alcune esperienze di lotta
come quella di donne migranti dei ghetti o delle fabbriche o delle lavoratrici
nei sindacati di base…
Alcune lavoratrici hanno fatto quindi
domande anche in modo critico in merito a questioni come “sciopero transfemminista
o globale”…
Un’altra compagna è intervenuta ponendo
con forza l’accento su quale via da seguire per le donne, e in particolare per
le proletarie, la lotta rivoluzionaria o la lotta riformista? e ha proposto lo
studio collettivo dell’opuscolo con appuntamenti periodici.
Il compagno del Partito Comunista
apprezzando il lavoro delle compagne per nulla scontato e i contenuti
dell’opuscolo ha portato il contributo di una compagna sulla questione della
prostituzione/mercificazione dei corpi delle donne.
mfprpa@gmail.com