24/06/22

USA - La Corte suprema cancella l'aborto - Gli "esportatori di democrazia" pronti ad esportare il moderno medioevo. La lotta delle donne negli USA ci riguarda tutte e tutti!

La Corte suprema Usa cancella il diritto costituzionale all’aborto dopo 50 anni. In 13 Stati tra cui Texas scatta subito divieto. Esso colpirà soprattutto le donne afroamericane, latinoamericane e le donne proletarie e più povere.
A decidere del destino e della vita di milioni di donne giudici conservatori nominati da Trump che esulta.
Biden, d'altra parte, si dice "triste" ma impotente e si affida a una legge federale che dovrebbe essere decisa dal Congresso, dove però mancano i voti; quindi, appello agli elettori ad andare a votare a novembre. Ma intanto è da subito che in tanti Stati le donne rischiano di morire e di essere arrestate per aborto clandestino.
Diamo voce e sosteniamo tutte le manifestazioni negli Usa in difesa del diritto d'aborto!
 
Gli Stati Uniti sono sempre più un coacervo delle più medioevali/patriarcali/sessiste concezioni, politiche, e leggi. Questo barbaro e putrefatto paese - che sbandiera i suoi valori "democratici", liberali, ma solo per fare le guerre e continuare ad imporre il suo dominio decadente nel mondo - fa concorrenza ai regimi più feudali del Terzo mondo; e, non a caso, soprattutto in tema di diritti delle donne, come dei neri, immigrati. 
Non è neanche un caso che queste leggi e provvedimenti medioevali vengano fuori oggi, in cui gli Usa sono impegnati ad alimentare una terza guerra imperialista mondiale, e questo al suo interno richiede/pretende unità sui valori conservatori/fascisti, e repressione di ogni diritto di scelta, di messa in discussione dell'"American way of life". E, in questo, il diritto d'aborto rappresenta per lo Stato imperialista Usa uno dei simboli principali.
Siamo con le donne che in questo momento negli USA stanno scendendo sempre più in piazza a lottare per il diritto all'autodeterminazione. La lotta per il diritto di aborto è una lotta che tocca il cuore dell'America, è una lotta strategica tra medioevo imperialista e civiltà dei proletari e delle masse popolari, ed è una lotta di classe tra la borghesia reazionaria e putrescente che fa concorrenza ai talebani e le donne proletarie, più povere, le immigrate, che non hanno scelta.
La lotta delle donne negli USA per il diritto d'aborto ci chiama a lottare in tutto il mondo contro il medioevo imperialista, è una lotta di tutte e tutti noi e ha che fare con la rivoluzione proletaria mondiale, perché solo rovesciando questo sistema le donne riprenderanno il loro futuro nelle proprie mani!



Con questa sentenza ora gli Stati americani sono liberi di introdurre divieti o restrizioni all’aborto
La Corte Suprema americana ha messo fine alle garanzie costituzionali per l’aborto che erano in vigore da quasi 50 anni, una controversa decisione presa dalla maggioranza conservatrice dell’Alta corte. «La Costituzione non conferisce il diritto all’aborto», recita la sentenza shock.
La decisione è stata presa nel caso «Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization», in cui i giudici hanno confermato la legge del Mississippi che proibisce l’interruzione di gravidanza dopo 15 settimane. A fare ricorso era stata l’unica clinica rimasta nello Stato ad offrire l’aborto. «L’aborto presenta una profonda questione morale. La costituzione non proibisce ai cittadini di ciascuno stato di regolare o proibire l’aborto», scrivono i giudici.
In 26 Stati scatteranno leggi restrittive
Su 50 Stati, 26 (tra cui Texas e Oklahoma) hanno leggi più restrittive in materia. Nove hanno dei limiti sull’aborto che precedono la sentenza «Roe v. Wade», e che non sono ancora stati applicati ma che ora potrebbero diventare effettivi, mentre 13 hanno dei cosiddetti «divieti dormienti» che dovrebbero entrare in vigore entro 30 giorni (le cosiddette trigger laws) eccetto nei casi in cui la vita della madre è in pericolo. I 13 Stati sono: Arkansas, Idaho, Kentcky, Louisiana, Mississippi, Missouri, North Dakota, Oklahoma, South Dakota, Tennessee, Texas, Utah, Wyoming.


In Missouri e Texas scatta subito il divieto
Il Missouri ha subito rivendicato di essere il primo Stato ad aver vietato l’aborto dopo la sentenza, seguito a ruota dal Texas. Il procuratore generale del Texas, Ken Paxton, ha sottolineando che le strutture che offrono le interruzioni di gravidanza possono essere considerate «responsabili penalmente a partire da oggi». Stesso copione in South Dakota, dove una legge specifica che, con effetto immediato, tutti gli aborti sono illegali «a meno che un giudizio medico ragionevole e appropriato indichi che l’aborto è necessario per preservare la vita della donna incinta», si legge nella dichiarazione.


Scoppiano le proteste
Dopo la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di ribaltare la sentenza Roe v. Wade, di fronte al tribunale di Washington si sono radunate folle di manifestanti che stanno protestando. La Roe v. Wade fino a oggi garantiva il diritto federale all’aborto nel Paese. Tra gli slogan che si sentono a Washington spiccano il «Not Your Body Not Your Choice» («Non è il tuo corpo, non è la tua scelta») e «We Trust Women, We Won’t Go Back» («Crediamo nelle donne, non arretreremo»).
Secondo un sondaggio pubblicato sul New York Times lo scorso 21 giugno, il 62 per cento degli statunitensi è contrario al ribaltamento della sentenza. La percentuale, però, è molto diversa tra repubblicani (41 per cento) e democratici (79 per cento).

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