12/06/22

Devono essere chiamati per quello che sono: femminicidi!

Donne morte a causa della violenza patriarcale maschile Gli uomini che fanno questi femminicidi non sono, come certa stampa ci propina per giustificare l'assassinio, brave persone, ma uomini che considerano le donne come loro proprietà e non accettano che vogliano e possano separarsi. Questi " bravi uomini" che odiano le donne non devono avere nessuna giustificazione. 
Questa strage di massa va fermata con la lotta di tutte le donne! 

1) Nei confronti di Zlatan Vasiljevic l’uomo che si è macchiato a Vicenza di un doppio femminicidio uccidendo l’ex moglie e la compagna per poi suicidarsi, era stata emessa una «prognosi favorevole» circa la futura astensione dalla commissione di altri reati», per cui aveva goduto di uno sconto di pena e la sospensione condizionale. Lo aveva scritto la Corte d'Appello di Venezia, nella motivazione della sentenza di secondo grado del processo per maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti del duplice femminicida di Vicenza. Lo rimarca oggi il Procuratore Capo di Vicenza, Lino Giorgio Bruno, ripercorrendo la vicenda processuale di Vasiljevic. La decisione si è basata su una relazione del Servizio dipendenze dell'Ulss 8 di Vicenza, al termine di un periodo di trattamento terapeutico e rieducativo di Vasiljevic presso l'associazione «Ares», tra il 2019 e il 2020. «La valutazione finale è positiva - avevano attestato i giudici d'appello - evidenziandosi una condizione di astinenza iniziata almeno un anno prima, senza ausilio di terapia farmacologica». Questo nonostante ad Zlatan Vasiljevic, oltre all'abuso di alcol e la «lunghissima protrazione delle condotte di maltrattamento» nei confronti di Lidia Vasiljevic, era stato accertato «un sostrato culturale arretrato, basato su una concezione del rapporto uomo-donna di tipo padronale e dominante, che nemmeno l'avvio del procedimento penale ... aveva in alcun modo scardinato e ridimensionato».

2) Ha accoltellato la moglie, uccidendola, e ha ferito la figlia di 27 anni che cercava di proteggerla. È questa la prima ricostruzione di quanto avvenuto in una casa di Rimini, giovedì. L’uomo sospettato dell’omicidio della donna, 46 anni, è un 54enne. La polizia è intervenuta nel pomeriggio in un’abitazione nel quartiere Ina Casa, adiacente al centro cittadino, su segnalazione dei vicini allarmati dalle urla.

3) La Corte d'Appello di Roma ha ridotto da 24 a 20 anni di reclusione la pena per Fabio Trabacchin, l'autotrasportatore che il 10 luglio 2019 a Cisterna di Latina aveva ucciso la moglie Elisa Ciotti. La donna venne assassinata nella villetta che divideva con il coniuge, da cui voleva separarsi, e la figlia. L'uomo la uccise a martellate, poi si allontanò dall'abitazione per andare a lavoro, come se niente fosse successo. A scoprire il cadavere in casa fu la figlia, che trovò la madre senza vita nel letto matrimoniale, in un lago di sangue. Trabacchin tornò sul posto e provò a negare qualsiasi suo coinvolgimento. Poi, dopo quattro ore di interrogatorio, confessò il delitto davanti ai Carabinieri e al magistrato di turno.

4) A Frosinone, è stato rinvenuto il corpo senza vita di una donna di 36 anni, Romina De Cesare, uccisa con diverse coltellate. Il cadavere è stato scoperto dopo una telefonata al 112 che segnalava un individuo vagare seminudo in evidente stato confusionale sulla spiaggia di Sabaudia. Il presunto autore dell'omicidio, un 38enne originario della provincia di Isernia, sarebbe anche l'ex compagno della vittima.

5) Lunedì 2 maggio una sorte simile era toccata ad Alice Scagni, una 34enne di Quinto, in provincia di Genova, uccisa con almeno 17 fendenti dal fratello maggiore, Alberto. La donna è stata uccisa nei pressi della casa in cui viveva insieme al marito e il figlio di 4 mesi: dopo essere uscita per portare il cane a fare una passeggiata si è imbattuta nel fratello, con l'incontro che è subito degenerato in un diverbio molto acceso. Un litigio a cui sono seguite le coltellate.

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