09/11/13

STUPRI ALLE IMMIGRATE E TORTURE, L'ITALIA E' CORRESPONSABILE!



Nei centri di raccolta nel deserto ai confini con la Libia, in attesa del viaggio a Lampedusa, dove la maggior parte troverà la morte, tanti uomini sono stati torturate e tutte le donne stuprate.

MA I RESPONSABILI DI QUESTI ORRORI NON SONO SOLO GLI AGUZZINI CHE GESTISCONO LE TRATTE, I CENTRI DI RACCOLTA E I VIAGGI DEI MIGRANTI,I RESPONSABILI SONO, ANCHE E DI PIU', GLI STATI IMPERIALISTI, L'ITALIA CHE SANNO E NON FANNO NULLA, CHE STABILISCONO ACCORDI CON IL GOVERNO REAZIONARIO/DITTATORE LIBICO MESSO LI' DA LORO CON LA LORO GUERRA;
E' LO STATO ITALIANO CHE HA IL COMPITO DI ADDESTRARE L'ESERCITO FASCISTA DELLA LIBIA, CHE CON LA LEGGE BOSSI-FINI, ancora in vigore dopo tante parole e lacrime ipocrite, E' FINO IN FONDO COLPEVOLE DELL'ORRORE CHE LE DONNE, GLI UOMINI DEVONO SUBIRE PER POTER VENIRE IN ITALIA E IN EUROPA.

ORA CON QUESTE NOTIZIE TORNA IL PIETISMO, MA PER IL GOVERNO, PER I PARTITI DELLE LARGHE INTESE QUESTE NOTIZIE SONO ANCHE USATE PER SPOSTARE L'ATTENZIONE SU CHI ORGANIZZA I VIAGGI DEI MIGRANTI, COME DISSE SUBITO NAPOLITANO PER SCARICARE LE RESPONSABILITA' DELL'ITALIA NELLA STRAGE DI LAMPEDUSA.

MA SIETE VOI I VERI AGUZZINI, STUPRATORI, ASSASSINI!
PAGHERETE CARO PAGHERETE TUTTO!!

(dalla stampa)
Stupri, percosse, torture con scosse elettriche. E’ quanto hanno dovuto subire i migranti naufragati al largo di Lampedusa il 3 ottobre scorso. “Le donne venivano tutte violentate dai componenti dell’organizzazione criminale che gestiva la tratta dei migranti”, ha spiegato Corrado Empoli, il capo della mobile di Agrigento... In particolare, venti donne sarebbero state stuprate sia dal cittadino somalo fermato sia da alcuni miliziani libici nel periodo in cui i migranti erano tenuti prigionieri in un centro di raccolta a Sheba, in Libia.
Si chiama Mouhamud Elmi Muhidin, 34anni, il somalo arrestato dalla polizia per sequestro di persona, tratta di esseri umani, associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violenza sessuale nell’ambito dell’indagine nata dopo il naufragio di Lampedusa...Il somalo è stato individuato perché era stato riconosciuto nel centro di Lampedusa dai migranti sopravvissuti, che hanno tentato di linciarlo...
Le indagini, grazie alle testimonianze dei naufraghi, hanno ricostruito il percorso dei migranti per arrivare in Italia. Nel deserto tra Sudan e Libia, varie organizzazioni paramilitari intercettano carovane di persone in viaggio verso le coste libiche: queste vengono sequestrate, portate in veri e propri centri di tortura, come quello di Sheba, sottoposte a sevizie e tenute prigioniere sino a quando le loro famiglie mandano ai rapitori il riscatto. Poi vengono portate sulle coste e imbarcate per l’Italia. Per il viaggio pagano altro denaro: ogni migrante frutta 5mila dollari...

Questa l'odissea degli immigrati che erano sul barcone naufragato a Lampedusa il 3 ottobre scorso... I magistrati hanno raccolto il racconto di una ventina di ragazze che sono state violentate e stuprate. "E in alcune occasioni sono state offerte in dono - hanno detto gli inquirenti - a gruppi di paramilitari armati di mitragliatori AK-47 Kalashnikov"...
Parla Fanos Kba, 18 anni, nata in Eritrea: "Come ho già dichiarato anch'io sono stata oggetto di violenza sessuale da parte di quest'uomo e dei suoi complici. Infatti una sera dopo essere stata allontanata dal mio gruppo sono stata costretta con la forza dal somalo e da due suoi uomini ad andare fuori, gli stessi dopo avermi buttata a terra e successivamente bloccata alle braccia ed alla bocca mi hanno buttato in testa della benzina provocandomi un forte bruciore al cuoio capelluto, alla pelle del viso ed infine agli occhi, successivamente, non contenti i tre a turno hanno abusato di me". "Dopo circa un quarto d'ora e dopo essere stata picchiata - prosegue il verbale di Fanos Kba - sono stata riportata all'interno della stanza e lì ho raccontato ai miei compagni di viaggio ciò che mi era accaduto. Preciso che tutte e 20 le ragazze che sono state sequestrate sono state oggetto di violenza sessuale e che nel compiere l'atto i miei stupratori non hanno fatto uso di protezione non curanti neanche della mia giovane età, in quanto ancora vergine".

La diciottenne prosegue: "All'interno della casa in questione dopo averci rinchiusi in una grande stanza ci prelevavano uno per uno e privandoci dei nostri effetti personali e utilizzavano il nostro telefono cellulare per chiamare i familiari e richiedere un riscatto per la nostra liberazione. Preciso che eravamo costretti a stare in piedi per tutta la giornata e che ci obbligavano a vedere i nostri compagni mentre venivano torturati con vari mezzi, tra cui manganelli, scariche elettriche alle piante dei piedi e nel peggiore dei casi per chi si ribellava gli stessi venivano legati con una corda collegata gli arti inferiori ed il collo, in modo che anche un minimo movimento creava un principio di soffocamento".

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