Il 25
novembre per la prima volta in Italia lo “sciopero delle donne”! Uno
sciopero contro la guerra di bassa intensità contro le donne, in quanto
donne, fatta di femminicidi e stupri, di uomini che odiano le donne,
perpetrati soprattutto nella “sacra famiglia” – in Italia le uccisioni
delle donne stanno diventando una strage delle donne – ogni due giorni
una donna muore – peggio che in una guerra vera, e le violenze sessuali
grandi e piccole, quotidiane, lo stalking – più di un caso al giorno e
spesso si trasforma in omicidio – le molestie sul lavoro, i
maltrattamenti delle donne, aumentano e diventano fatti di “ordinaria”
oppressione verso le donne.
Uno sciopero
delle donne che si estende all’insieme della condizione di doppio
sfruttamento e oppressione delle donne da parte di padroni, governo,
Stato, Chiesa, che sono la causa di fondo, che creano l’humus, sociale,
ideologico, da moderno medioevo in cui maturano i femminicidi contro le
donne.
Le
uccisioni, gli stupri sono il frutto più barbaro di questo putrefatto
sistema sociale capitalista Lo “sciopero delle donne” parte e avrà al
centro i posti di lavoro, le operaie, le lavoratrici, ma è giusto
parlare di “sciopero totale delle donne”, perchè riguarda e chiama
tutte le donne proletarie, le studentesse, le disoccupate, le donne
casalinghe dei quartieri, le donne, le compagne in lotta nei movimenti,
le immigrate, le femministe, ecc.
E’ stata
scelta la forma dello “sciopero” per l’intreccio genere e classe che ha
la lotta delle donne – perchè tra le donne vi sono le proletarie, che
hanno non una ma mille catene da spezzare, ma ci sono anche le borghesi
che vogliono solo spazio e potere in questo sistema di sfruttamento e
oppressione per la maggioranza; lo “sciopero” per dare un segnale forte,
dirompente, di rottura; lo “sciopero” perchè vogliamo una lotta che
pesi, incida concretamente, crei “danni” ai padroni, allo Stato, alla
“sacra famiglia”: provate voi a stare anche un giorno senza le donne.
Uno sciopero
di classe e di genere che vuole denunciare e lottare su tutta la
condizione di vita delle donne! Lo “sciopero delle donne” è un
avvenimento “storico” non solo per le donne, ma per l’intera classe
proletaria, per il movimento rivoluzionario.
Questo sciopero sarà una scintilla che illuminerà il sentiero di lotta di lunga durata della maggioranza delle donne.
E il 25
novembre segna una tappa importante di questo cammino che non può che
avere come obiettivo la rivoluzione che per le donne vuol dire
“rivoluzione nella rivoluzione”, per rovesciare e trasformare cielo e
terra.
Lo “sciopero
delle donne” è una parola d’ordine che il Movimento Femminista
Proletario Rivoluzionario sta portando avanti da alcuni anni, e che via
via, soprattutto negli ultimi mesi e dopo la mobilitazione nazionale
fatta dalle compagne del Mfpr il 6 luglio a Roma, ha conquistato
consenso e partecipazione.
La sua realizzazione è un avvenimento di impatto, di rottura anche a livello culturale, ideologico.
Perchè lo
sciopero delle donne, ponendo una denuncia che riguarda l’insieme delle
condizioni della maggioranza delle donne mette in discussione il lavoro e
il non lavoro, le discriminazioni che ci sono nei posti di lavoro, il
ruolo di oppressione nella famiglia e la famiglia come la vuole questa
società borghese, mette in discussione l’idea che si ha delle donne, il
ruolo di subordinazione.
Cioè vuole mettere in discussione tutto! Ed è questo che pone e per questo fa paura lo “sciopero delle donne”.
Esso non
riguarda solo una questione di alcune rivendicazioni, la battaglia delle
donne è inevitabilmente a 360°, riguarda il fatto che ci vuole una
società totalmente diversa, dei rapporti sociali diversi, dei rapporti
personali diversi; che tutta la vita deve cambiare.
Le donne, in
particolare le donne proletarie, quando lottano, portano una carica in
più, portano la necessità di una battaglia complessiva, che riportano
anche nella vita quotidianità.
Lo sciopero delle donne è per le donne.
Serve prima
di tutto alle donne, perchè trovino la forza per ribellarsi, per non
accettare come inevitabile una condizione di oppressione,
subordinazione, il loro ruolo nella famiglia; per essere una realtà di
lotta che preoccupi e faccia paura ai padroni, ai governi, allo Stato,
agli uomini che odiano le donne.
Ma lo
sciopero delle donne, delle lavoratrici serve anche all’interno della
intera classe proletaria; esso vuole essere una battaglia di rottura,
che richiede una trasformazione anche all’interno dei lavoratori, dei
propri compagni di lavoro, degli uomini delle organizzazioni
rivoluzionarie, comuniste, degli organismi e movimenti di lotta.
In questo
senso lo sciopero totale delle donne pone nei fatti la necessità della
rivoluzione, in cui le donne siano la forza più determinata.
Movimento Femminista Proletario rivoluzionario
Novembre 2013
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