MONTELLO: PER ESSERE ASSUNTA DOVEVI RINNEGARE IL
MFPR... - LA LOTTA DELLE DONNE FA VEDERE "ROSSO" AI PADRONI... E il
Mfpr gli prepara una denuncia... per ora...
Il Movimento femminista proletario rivoluzionario di Milano e a livello nazionale ha sostenuto fin dall'inizio la mobilitazione delle operaie della Montello organizzate nello Slai cobas sc di Bergamo, sia durante tutta la vertenza per il pagamento di tutte le ore di lavoro "8 ore lavoro 8 ore mi paghi", sia nella difficile e dura lotta per il rientro in fabbrica delle 17 operaie che coraggiosamente avevano anche portato in Tribunale l'azienda.
Non è un caso che questa lotta è "esplosa"
con lo sciopero delle donne del 8 marzo 2018. Il Mfpr ha fatto iniziative a
Bergamo, al Tribunale e alla fabbrica, ha fatto una campagna nazionale
raccogliendo tanto sostegno e circa 3mila firme, ha dato voce - anche nella
manifestazione delle donne del 24 novembre scorso a Roma - insieme allo Slai
cobas sc Bergamo, alle operaie che finalmente hanno potuto far uscire dal
chiuso della fabbrica le pesanti condizioni di lavoro, le discriminazioni, come
donne e come immigrate, che vi sono quotidianamente dentro la Montello e le
cooperative appaltatrici.
Tutta questa verità non è evidentemente piaciuta ai
padroni della Montello che si sono sentiti colpire nel cuore della loro azione
di sfruttamento delle lavoratrici e hanno visto l'attività del Mfpr come
"fumo negli occhi".
Mao Tsetung diceva: "Se veniamo attaccati dal nemico, è un bene, poiché ciò dimostra che
abbiamo tracciato una linea di demarcazione molto precisa tra noi e il nemico.
E se quest'ultimo ci attacca con violenza, dipingendoci a fosche tinte e
denigrando tutto ciò che noi facciamo, è meglio ancora, poiché ciò dimostra non
soltanto che noi abbiamo tracciato una linea di demarcazione molto precisa tra
noi e il nemico, ma anche che abbiamo conseguito un notevole successo nel
nostro lavoro".
Stralci dalla denuncia del Mfpr
...La
Montello Spa, nel corso della vertenza per l'assunzione di 17 lavoratrici in
una lettera inviata allo Slai cobas sc di Bergamo che ha diretto la lotta e
organizza tante lavoratrici, ha scritto (in merito ad un incontro fatto
dall'azienda direttamente con 5 delle 17 lavoratrici in lotta per l'assunzione
e volto chiaramente a dividere il fronte di lotta - ndr):
“...All’incontro erano presenti, oltre a 5 lavoratrici, il
sig. Lauricella, presidente del Consiglio di Amministrazione della cooperativa
Selection, il sig. Cataldo, consigliere della cooperativa Selection, oltre che,
per la Montello, il sig. Sancinelli, il sig. Giavazzi, consigliere delegato
alla sicurezza aziendale e ai rapporti con la cooperativa e la signora
Muggiolu, responsabile operativa.
In
tale sede le lavoratrici presenti, hanno chiesto chiarimenti in merito alla
possibilità di rientrare a svolgere la propria attività lavorativa, per il
tramite della cooperativa Selection, nel sito Montello.
Da
parte Montello sono stati chiesti chiarimenti circa l’appartenenza dichiarata
dalle lavoratrici, tramite volantinaggio, al Movimento Femminista Proletario
Rivoluzionario e da chi sostenute in tale appartenenza. Tale dichiarata
appartenenza, segnalata anche alle forze dell’ordine, ha generato legittime
preoccupazioni da parte della Montello e dei suoi responsabili alla
sicurezza, in considerazione dell’attività di servizio pubblico svolto e del
fatto che i siti di trattamento dei rifiuti, come quello di Montello, sono
considerati sensibili in termini di sicurezza pubblica...”.
...La “richiesta di chiarimenti circa l'appartenenza delle lavoratrici al Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario” è molto grave. Essa è in aperta violazione dello Statuto dei lavoratori Art. 8, che recita: “È fatto divieto al datore di lavoro, ai fini dell'assunzione, come nel corso dello svolgimento del rapporto di lavoro, di effettuare indagini, anche a mezzo di terzi, sulle opinioni politiche, religiose o sindacali del lavoratore, nonché su fatti non rilevanti ai fini della valutazione dell'attitudine professionale del lavoratore”;
Inoltre
risulta anche in violazione della Costituzione, in particolare all'art.
3 che nella prima parte recita: “Tutti i cittadini
hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione
di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali”.
E
all'art. 21 che recita nel primo
capoverso: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio
pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”...
...E'
evidente l'effetto ricattatorio della richiesta della Montello verso le 5
lavoratrici e di conseguenza indirettamente anche verso le altre 12 in attesa di assunzione.
All'azione
discriminatoria illegale si unisce una evidente azione di
minaccia-intimidazione con l'annuncio della “segnalazione alle forze dell'ordine”.
Quale sarebbe il reato commesso dalle lavoratrici?
L'aggiunta fatta dalla Montello: “...in considerazione dell’attività di servizio pubblico svolto e del fatto che i siti di trattamento dei rifiuti, come quello di Montello, sono considerati sensibili in termini di sicurezza pubblica...”, è evidentemente totalmente fuori luogo, dato che un volantinaggio del Mfpr, fatto il 20 settembre... è stato effettuato fuori dal perimetro della Montello, lontano dagli ingressi della fabbrica, per cui mai e poi mai poteva creare problemi di “sicurezza pubblica”.
L'aggiunta fatta dalla Montello: “...in considerazione dell’attività di servizio pubblico svolto e del fatto che i siti di trattamento dei rifiuti, come quello di Montello, sono considerati sensibili in termini di sicurezza pubblica...”, è evidentemente totalmente fuori luogo, dato che un volantinaggio del Mfpr, fatto il 20 settembre... è stato effettuato fuori dal perimetro della Montello, lontano dagli ingressi della fabbrica, per cui mai e poi mai poteva creare problemi di “sicurezza pubblica”.
Pertanto,
questa sottolineatura ha evidentemente solo lo scopo di accentuare verso le
lavoratrici l'azione di minaccia e ricattatoria, creando artatamente un clima
di paura...."
Ma i
padroni della Montello non sono nuovi a questi attacchi contro l'attività del
Movimento femminista proletario rivoluzionario. Il 20 settembre 2018, a seguito del
presidio e volantinaggio al Tribunale e alla fabbrica, mandano una lettera allo
Slai cobas sc BG:
"In
data odierna siamo venuti a conoscenza che sia di fronte alla nostra Azienda
che nei pressi del Tribunale di Bergamo avete esposto striscioni che fanno
riferimento a Montello S.p.A. quale datore di lavoro delle dipendenti di una
nostra appaltatrici e che Montello S.p.A. “opprimerebbe i diritti delle
lavoratrici donne”.
Siamo inoltre venuti in possesso di un Vostro volantino
che conferma tali Vostre accuse che contestiamo in quanto non corrispondenti
alla realtà. Non è infatti vero che le lavoratrici che Voi ritenete oppresse
siano dipendenti della Montello S.p.A. che ha legittimamente stipulato regolari
contratti di appalto per determinate lavorazioni in azienda. Ma non solo; le
vostre dichiarazioni sono calunniose perché la nostra azienda non ha mai
“attaccato i diritti delle operaie“ come si legge nel Vostro comunicato.
Vi diffidiamo pertanto dal proseguire in questa vostra
propaganda falsa e diffamatoria riservandoci comunque fin d’ora ogni più ampia
azione nei Vostri confronti per la tutela della nostra onorabilità.
Distinti saluti.
MONTELLO S.p.A.
La Direzione"
I padroni si vestono da brave persone...
Non attaccano i "diritti delle operaie"? Tutti
possono leggere quello che dicono le operaie! https://femminismorivoluzionario.blogspot.com/2018/09/normal-0-14-false-false-false.html
"Tutela della nostra onorabilità"? E la dignità
delle operaie? E quale onore ci sarebbe nel negare alle lavoratrici il diritto
alla retribuzione per tutte le loro ore di lavoro?
Mfpr
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