13/02/23

Il lavoro del Mfpr dentro e fuori l'area di Nudm

MILANO. Report dalla compagna del MFPR dell'assemblea di Nudm
Sabato 11 febbraio si è tenuta l'assemblea convocata da NUDM Milano con all'odg l'organizzazione dell'8 marzo.
Lo scopo della convocazione è stato quello di prendere o riprendere i contatti con tutto ciò che succede in città, per loro ammissione, e riprendere un lavoro che si era "affievolito" durante la pandemia.
Noi siamo state invitate direttamente e quindi, nonostante l'impegno importante per la manifestazione Cospito e 41 bis, si è deciso di partecipare.
Il mio intervento, come MFPR e lavoratrice delle Poste impegnata nell'assemblea donne/lavoratrici e attivista sindacale da molti anni, si è concentrato sulle donne proletarie, che si trovano ad affrontare delle condizioni di lavoro sempre più precarie a causa dei continui cambi appalti, e accordi sindacali al ribasso dove ogni firma è un diritto perso, peggiorano le condizioni degli ambienti di lavoro, aumentano vertiginosamente i ritmi di lavoro che provocano sempre più incidenti, infortuni e il peggioramento delle condizioni di salute con un aumento di malattie professionali che non vuole riconoscere nessuno.
Ho sottolineato che anche le impiegate o donne impegnate nella scuola o in lavori impiegatizi (vedi le Poste) non se la passano troppo bene, dal momento che devono fare i conti con una proletarizzazione che non riconoscono o hanno difficoltà a digerire, ma che le vedono strette in una morsa di impegni e cose da fare, un vero e proprio furto del tempo, che viene sottratto e non riconosciuto perché si gioca sul senso di responsabilità e si fa leva sulle capacità individuali, una competizione che le annienta.
L'individualismo fa bene al capitale, la lotta insieme e solidale spaventa il capitale, e le donne se si uniscono fanno paura perché se decidono di scioperare o di lottare non si preoccupano solo del lavoro, ma parlano e si confrontano su tutti gli ambiti della loro vita
A chi diceva nell'assemblea di aver visto poco le lavoratrici in piazza, ho spiegato che le operaie quando scioperano spesso decidono di presenziare i cancelli del posto di lavoro, per farsi vedere, per aiutarsi nella lotta, come le operaie della Beretta oggi e, per esempio, qualche anno fa siamo state siamo state davanti ai cancelli della DHL perché molte operaie fecero sciopero ed era importante essere lì per la riuscita dello sciopero.
È importante impegnarsi per la riuscita dello sciopero perché per le operaie è un momento di lotta reale e concreto, quindi è bene pensare ad un appuntamento in piazza ma che possa essere un reale incontro tra donne che lottano insieme.
Ho raccontato come stiamo lavorando, ed ho invitato tutte sia all'assemblea nazionale anticapitalista del 18 febbraio a Roma e sia all'assemblea telematica delle donne/lavoratrici del 23 febbraio.
Ho informato che allo sciopero generale possono aderire tutte ed è stato proclamato da tempo dallo Slai cobas per il sindacato  di classe.
Le più giovani si sono rese disponibili per ragionare ad un modo per la partecipazione di lavoratrici nel corteo studentesco della mattina (vedremo)
Una partecipante anziana nel movimento ha fatto notare che bisogna pensare alle donne che non possono scioperare, tipo badanti, ecc.
Certo, va bene considerare tutto e tutte, ma se si vuol fare male al capitale lo sciopero generale deve essere vivo e concreto e questo in tutti gli ambiti.

PALERMO. Lettera del Mfpr alle compagne di Nudm di Palermo
Vi ringraziamo per l'invito all'assemblea di oggi.
Vi rigiriamo l'indizione dello sciopero dell'8 marzo 2023 che come Slai Cobas per il sc abbiamo fatto unitamente alla piattaforma delle donne/lavoratrici. 
Tale indizione è stata già fatta secondo un duplice aspetto:
uno di natura più tecnica in quanto la Commissione di garanzia in questi ultimi anni a partire dal 2020 ha posto in atto una serie di ostacoli e ostruzionismi burocratici ma di fatto anche politici/ideologici per impedire lo sciopero e/o escludere settori di lavoratrici dallo esso, tentativi che abbiamo sempre rimandato al mittente, subendo anche repressione, sanzioni di 5mila euro, ma abbiamo resistito e lo sciopero delle donne dell'8 marzo è stato ogni anno difeso, rivendicato,  affermato;
uno di natura sindacale/politico/ideologico di classe nel senso che lo Slai Cobas per il sc non si limita e non si è mai limitato  a proclamare lo sciopero dell'8 marzo come un fatto meramente burocratico o per il fatto che il movimento Nudm chieda la copertura sindacale della giornata per le lavoratrici, donne, lavoratori che vogliano scioperare, ma sostiene/lavora attivamente per questo sciopero, e sin dal 2013 in cui per la prima volta fu promosso nazionalmente dalle compagne del Mfpr in unità con le tante lavoratrici e donne che a livello internazionale iniziarono a lanciarlo e a farlo;  sciopero delle donne negli anni successivi il movimento Nudm ha assunto e questo lo abbiamo ritenuto un fatto giusto e positivo.
Lo Slai Cobas per il sc  lavora in funzione dello sciopero dell'8 marzo in tutte le sedi dove organizza donne lavoratrici, precarie, disoccupate ma anche verso settori che non organizza direttamente portando il messaggio dello sciopero, affinchè si scioperi realmente dai posti di lavoro/non lavoro per estendersi a tutti gli ambiti di doppia oppressione che la maggioranza delle donne subisce in questo sistema capitalistico e imperialista, vedi oggi la questione della guerra. 
Una proclamazione che non si contrappone alla eventuale indizione di altri sindacati di base, ma auspichiamo che avanzi un percorso in cui si comprenda e si affermi lo sciopero delle donne non come come un normale sciopero di settore/categoria ma come una necessaria arma di fase che guardi a tutta la condizione di sfruttamento e oppressione a 360 gradi delle lavoratrici, delle donne proletarie, legata ad una condizione sociale, politica/ideologica non statica ma che si aggrava, ancor di più oggi con il governo reazionario, sessista, moderno fascista della Meloni che vuole fare del moderno medioevo delle donne (la cui personalità giuridica si deve annientare mentre si deve affermare quella del feto/non persona, vedi le ultime proposte di legge) una normalità. 
Occorre una nuova sfida/rottura contro padroni, governo, questo Stato borghese. Dalle lotte immediate ai "bi/sogni" della maggioranza delle donne/lavoratrici per cui "tutta la vita deve davvero cambiare", che non hanno niente da conservare in questo sistema capitalistico ma hanno ogni catena da spezzare perchè siano in prima linea nella lotta per un vero cambiamento sociale. 
La piattaforma che abbiamo posto a base della proclamazione dello sciopero dell'8 marzo è frutto di tutto questo.
Come lavoratrici stiamo delineando il percorso che ci porterà allo sciopero dell'8 marzo, nel corso del quale ci sarà anche il 23 febbraio una nuova assemblea telematica nazionale donne/lavoratrici a cui parteciperemo e a cui vi invitiamo. 

La lettera delle compagne di Nudm di Palermo
L’8 marzo 2023, per il settimo anno consecutivo, sarà ancora una volta sciopero femminista e transfemminista transnazionale, in uno scenario profondamente mutato rispetto al primo sciopero chiamato da Non Una Di Meno l’8 marzo 2017. Oggi ancora una volta ci rivolgiamo allə tantissimə delegatə e lavoratrici che in questi anni hanno fatto proprio lo sciopero transfemminista, e a quellə che per la prima volta vorranno organizzarlo, certə che per noi tuttə il prossimo 8 marzo sarà l’occasione per affermare con forza la nostra comune pretesa di libertà e autodeterminazione, contro la violenza patriarcale e la povertà, le discriminazioni, lo sfruttamento.
In questi anni con lo sciopero femminista e tranfemminista abbiamo inteso fare della lotta contro la violenza patriarcale una leva potente di rivolta e cambiamento radicale, interrompendo la produzione e la riproduzione sociale, gli algoritmi del sistema di sviluppo e consumo, le tirannie dei generi e dei confini. Abbiamo voluto tracciare linee di contrasto nette e inequivocabili contro tutti gli assi di oppressione che gravano su di noi, innescando una conflittualità sistemica finalizzata ad aggredire tutti i gangli del sistema di subordinazione patriarcale che attraversa l’intera società, dalle case, ai luoghi di lavoro, alle istituzioni, ai tribunali, ai media. Politicizzare la violenza patriarcale facendone una questione pubblica e non più solo privata restituisce allo sciopero la potenza di un processo espansivo e inclusivo di lotta, fatto proprio ad esempio dalle donne in Polonia, diffuso oggi in Iran anche attraverso lo sciopero generale di dicembre, contro l’oppressione patriarcale istituzionalizzata, per far sentire la forza collettiva di chi non accetta più quella tirannia, la povertà e lo sfruttamento che sorregge.
Sappiamo che riappropriarci della pratica dello sciopero, per lə tantə che fanno lavori precari, sottopagati, in nero, non riconosciuti, senza orari, che non riescono a pagare le bollette, che sono schiacciate ogni giorno tra il carico di lavoro in casa e fuori casa, è una sfida, un processo di lungo periodo, ancora difficile ma a cui non siamo disposte a rinunciare. Siamo convintə che questa sfida la possiamo raccogliere insieme, con la partecipazione di tutte le lavoratrici, lavoratorə, delegatə che stanno lottando in questo momento per il salario, contro le molestie e il razzismo sul posto di lavoro, e per non dover sostenere da sole il lavoro domestico e di cura. Siamo convinte che anche i sindacati, sia quelli che negli anni passati hanno aderito allo sciopero sia quelli che non lo hanno fatto, non possano e non debbano sottrarsi a questo impegno.
*Per questo crediamo che sia necessario un confronto con tutte le realtà sindacali presenti nella nostra città utile a costruire insieme lo sciopero femminista e transfemminista.*
*Sietə tuttə invitatə all’assemblea cittadina che si terrà il prossimo sabato 4 febbraio alle ore 18 presso la sede dell’Uaar (Via Matteo Bonello, 39).

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