Brasile - Il
fascio/golpista Jair Bolsonaro esce vincitore dalla farsa elettorale con le
congratulazioni di Salvini e di tutto il populismo mondiale, compresi Maduro e
Morales.
"Questa
è una missione di Dio!" ha dichiarato nel suo primo discorso da
presidente.
Ecco la
missione di Dio: distruggere il pianeta, le libertà, difendere un unico
diritto, quello del profitto, della rapina del capitale e della proprietà
privata, fondato sulla “sacra famiglia”.
Misogino, omofobo, razzista, anticomunista
e golpista, Jair Bolsonaro è l’ennesimo esponente dell’onda nera,
che da Trump all’Italia, passando per Colombia, Latino America, Europa
orientale e India, ha cambiato la geopolitica mondiale. Ma l’elemento
di Bolsonaro che più di tutti deve far riflettere sulla natura del sistema che
lo ha portato al potere, è il suo sovranismo anti-ambientalista, con il quale il
sistema capitalista potrà trarre il massimo profitto con la completa distruzione
dell’ultimo grande polmone del mondo, la foresta amazzonica.
Privatizzare i profitti, socializzare
le perdite, anche in termini di vite umane. Ecco perché Bolsonaro è l’uomo gradito ai mercati, che tanto piace ai padroni di
tutto il mondo. Come ha fatto notare Hamilton Nolan,
commentando l’editoriale del Wall Street Journal, «Il
fascista terrà al sicuro gli interessi dei capitalisti. Non li si potrà
giustificare dicendo che non sapevano chi stavano sostenendo. Sanno esattamente
quale sarà il prezzo della legge e dell’ordine. Semplicemente non gli
interessa.»
...Già in campagna elettorale Bolsonaro ha
rilasciato varie dichiarazioni incendiarie sui temi ambientali. «Usciremo dall’Accordo di Parigi sul
cambiamento climatico» (facendo solo un passetto indietro a
tre giorni dalle elezioni per conquistare qualche voto in più, ma giurando che
la sua intenzione è reale). «Basta agli
eccessivi controlli nelle aree forestali, la polizia deve difendere la gente,
non gli alberi». E ancora: «Ogni
riserva indigena ha un tesoro sepolto sotto i piedi, un tesoro da essere
sfruttato a qualsiasi costo».
Ogni
frase e commento degli ultimi sei mesi del “Messia”, come ama farsi chiamare
Bolsonaro, fa presagire tutto tranne che un nuovo Paradiso Terrestre. Piuttosto
un’apocalisse verde. Sussiste un serio rischio di un nuovo
elemento di disturbo per l’Accordo di Parigi, dopo Donald Trump, e una grave
minaccia ad un patrimonio ambientale dell’umanità, la foresta Amazzonica.
Già negli anni
passati le emissioni di CO2del Brasile sono aumentate pesantemente (+9% nel
2016) a causa di una forte ripresa delle pratiche di disboscamento illegali dovute alla prolungata crisi
politica. Con la presidenza di Bolsonaro, la situazione potrebbe ulteriormente
deteriorarsi, riportando praticamente il Brasile indietro di vent’anni nella
lotta alla deforestazione.
Dietro
Bolsonaro si scorge la potente lobby dell'agrobusiness brasiliana (sostenuta
dalle immense esportazioni di carne, soia, riso e zucchero verso Europa, Usa e
Cina) e il settore minerario, in particolare oro, alluminio, ferro e bauxite. La
strategia del neo eletto Presidente per favorire questi due settori è
dichiarata: aprire le aree indigene, attualmente protette dal governo,
allo sfruttamento agricolo e commerciale; deregolamentare i controlli
ambientali sul settore minerario; aprire nell’Amazzonia nuove aree per
l’agrobusiness; realizzare un numero esorbitante di dighe anche in aree
protette; fermare la lotta alla deforestazione (attualmente il taglio di alberi
dovrebbe azzerarsi entro il 2030) e probabilmente privatizzare il settore
idrico.
Il programma di Bolsonaro dei
primi 100 giorni include persino l’eliminazione del Ministero dell’Ambiente con
trasferimento di poteri e competenze al Ministero dell’Agricoltura. Il
Brasile dunque è destinato a diventare l’ennesimo ostacolo per la
decarbonizzazione dell’economia globale, rendendo più difficile
anche solo il raggiungimento dell’obiettivo “light” dell’Accordo di Parigi,
ovvero l’aumento medio di 2°C .
Il suo lassez-faire comporterà
la perdita di una quota importante di biodiversità, distruggerà innumerevoli
comunità indigene e ipotecherà ulteriormente il futuro di tutti noi.
Ecco
cosa rappresenta Bolsonaro, un altro governo del cambiamento ... climatico.
E
a proposito di clima, è triste constatare che, anche in questo caso come lo è
stato per Salvini, “l’ottimismo dei mercati” ha avuto la meglio sulla
preoccupazione circa le affermazioni raccapriccianti dell’uomo nero brasiliano.
Ma come in ogni farsa che si rispetti, ci sono sempre tanti utili idioti a fare
da comparsa per il copione di un film già scritto, che neanche sanno leggere.
Dovranno
imparare per forza e per sangue, che purtroppo non sarà solo il loro.
«Prima
di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano
fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché
non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno
a protestare»
Di
seguito alcune “perle” di Bolsonaro:
«I delinquenti rossi, questa
gentaglia, saranno cacciati dalla nostra patria»
«i contadini senza terra (Sem terra)
sono scuole per guerriglieri. Se continueranno con le occupazioni illegali di
proprietà privata, nel mio governo applicheremo loro le leggi antiterrorismo»
«Basta con le politiche per i
”poverini”. Adesso sono tutti da proteggere, le donne, i neri, i gay, i
nordestini… Tutto questo con me finirà»
«Ho avuto quattro figli maschi, poi
ho avuto un cedimento ed è nata una femmina»
«Se io diventerò presidente, gli
indios non avranno un solo centimetro quadrato in più di riserva. Hanno già a
disposizione troppa terra»
«Dobbiamo farla finita con questa
lagna del femminicidio. C’è solo l’omicidio e io infilerei un’arma in tutte le
cinture» (8 marzo 2017)
«Non assumerei donne e uomini con lo
stesso stipendio. E poi una donna può restare incinta»
«sono a favore della tortura, e anche
il popolo lo è»
«Durante la dittatura militare non si
è ucciso abbastanza»
«La popolazione africana a Eldorado
non serve a nulla, neanche a procreare»
Durante il dibattito sull’impeachment
di Dilma Rousseff: «Contro il comunismo e in memoria del colonnello Brilhante
Ustra, il mio voto è sì!»
Sulla possibilità di avere un figlio
gay: «Preferirei un figlio morto, piuttosto. Ma i miei non corrono questo
pericolo, sono stati educati come si deve. Con un padre presente il problema
non si pone»
«Io evado tutto quel che
è possibile. Se posso, non pago nulla perché è tutto denaro che va a finire
nelle fogne, a finanziare schifezze»
«E se diventassi presidente? Ah, non
ho dubbi. Chiuderei il Congresso il primo giorno!»
Alle avversarie politiche: «non ti
stupro perché non te lo meriti»
«i rifugiati di Haiti, Africa e Medio
Oriente sono la merda dell'umanità.»
Nessun commento:
Posta un commento