30/10/18

Il mondo verso il suicidio, "Questa è una missione di Dio!" in nome del profitto

Brasile - Il fascio/golpista Jair Bolsonaro esce vincitore dalla farsa elettorale con le congratulazioni di Salvini e di tutto il populismo mondiale, compresi Maduro e Morales.
"Questa è una missione di Dio!" ha dichiarato nel suo primo discorso da presidente.
Ecco la missione di Dio: distruggere il pianeta, le libertà, difendere un unico diritto, quello del profitto, della rapina del capitale e della proprietà privata, fondato sulla “sacra famiglia”.

Misogino, omofobo, razzista, anticomunista e golpista, Jair Bolsonaro è l’ennesimo esponente dell’onda nera, che da Trump all’Italia, passando per Colombia, Latino America, Europa orientale e India, ha cambiato la geopolitica mondiale. Ma l’elemento di Bolsonaro che più di tutti deve far riflettere sulla natura del sistema che lo ha portato al potere, è il suo sovranismo anti-ambientalista, con il quale il sistema capitalista potrà trarre il massimo profitto con la completa distruzione dell’ultimo grande polmone del mondo, la foresta amazzonica.

Privatizzare i profitti, socializzare le perdite, anche in termini di vite umane. Ecco perché Bolsonaro è l’uomo gradito ai mercati, che tanto piace ai padroni di tutto il mondo. Come ha fatto notare Hamilton Nolan, commentando l’editoriale del Wall Street Journal, «Il fascista terrà al sicuro gli interessi dei capitalisti. Non li si potrà giustificare dicendo che non sapevano chi stavano sostenendo. Sanno esattamente quale sarà il prezzo della legge e dell’ordine. Semplicemente non gli interessa.»

...Già in campagna elettorale Bolsonaro ha rilasciato varie dichiarazioni incendiarie sui temi ambientali. «Usciremo dall’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico» (facendo solo un passetto indietro a tre giorni dalle elezioni per conquistare qualche voto in più, ma giurando che la sua intenzione è reale). «Basta agli eccessivi controlli nelle aree forestali, la polizia deve difendere la gente, non gli alberi». E ancora: «Ogni riserva indigena ha un tesoro sepolto sotto i piedi, un tesoro da essere sfruttato a qualsiasi costo».
Ogni frase e commento degli ultimi sei mesi del “Messia”, come ama farsi chiamare Bolsonaro, fa presagire tutto tranne che un nuovo Paradiso Terrestre. Piuttosto un’apocalisse verde. Sussiste un serio rischio di un nuovo elemento di disturbo per l’Accordo di Parigi, dopo Donald Trump, e una grave minaccia ad un patrimonio ambientale dell’umanità, la foresta Amazzonica.
Già negli anni passati le emissioni di CO2del Brasile sono aumentate pesantemente (+9% nel 2016) a causa di una forte ripresa delle pratiche di disboscamento illegali dovute alla prolungata crisi politica. Con la presidenza di Bolsonaro, la situazione potrebbe ulteriormente deteriorarsi, riportando praticamente il Brasile indietro di vent’anni nella lotta alla deforestazione.
Dietro Bolsonaro si scorge la potente lobby dell'agrobusiness brasiliana (sostenuta dalle immense esportazioni di carne, soia, riso e zucchero verso Europa, Usa e Cina) e il settore minerario, in particolare oro, alluminio, ferro e bauxite. La strategia del neo eletto Presidente per favorire questi due settori è dichiarata: aprire le aree indigene, attualmente protette dal governo, allo sfruttamento agricolo e commerciale; deregolamentare i controlli ambientali sul settore minerario; aprire nell’Amazzonia nuove aree per l’agrobusiness; realizzare un numero esorbitante di dighe anche in aree protette; fermare la lotta alla deforestazione (attualmente il taglio di alberi dovrebbe azzerarsi entro il 2030) e probabilmente privatizzare il settore idrico.
Il programma di Bolsonaro dei primi 100 giorni include persino l’eliminazione del Ministero dell’Ambiente con trasferimento di poteri e competenze al Ministero dell’Agricoltura. Il Brasile dunque è destinato a diventare l’ennesimo ostacolo per la decarbonizzazione dell’economia globale, rendendo più difficile anche solo il raggiungimento dell’obiettivo “light” dell’Accordo di Parigi, ovvero l’aumento medio di 2°C. Il suo lassez-faire comporterà la perdita di una quota importante di biodiversità, distruggerà innumerevoli comunità indigene e ipotecherà ulteriormente il futuro di tutti noi.

Ecco cosa rappresenta Bolsonaro, un altro governo del cambiamento ... climatico.

E a proposito di clima, è triste constatare che, anche in questo caso come lo è stato per Salvini, “l’ottimismo dei mercati” ha avuto la meglio sulla preoccupazione circa le affermazioni raccapriccianti dell’uomo nero brasiliano. 
Ma come in ogni farsa che si rispetti, ci sono sempre tanti utili idioti a fare da comparsa per il copione di un film già scritto, che neanche sanno leggere.

Dovranno imparare per forza e per sangue, che purtroppo non sarà solo il loro.

«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare»


Di seguito alcune “perle” di Bolsonaro:

«I delinquenti rossi, questa gentaglia, saranno cacciati dalla nostra patria»

«i contadini senza terra (Sem terra) sono scuole per guerriglieri. Se continueranno con le occupazioni illegali di proprietà privata, nel mio governo applicheremo loro le leggi antiterrorismo»

«Basta con le politiche per i ”poverini”. Adesso sono tutti da proteggere, le donne, i neri, i gay, i nordestini… Tutto questo con me finirà»

«Ho avuto quattro figli maschi, poi ho avuto un cedimento ed è nata una femmina»

«Se io diventerò presidente, gli indios non avranno un solo centimetro quadrato in più di riserva. Hanno già a disposizione troppa terra»

«Dobbiamo farla finita con questa lagna del femminicidio. C’è solo l’omicidio e io infilerei un’arma in tutte le cinture» (8 marzo 2017)

«Non assumerei donne e uomini con lo stesso stipendio. E poi una donna può restare incinta»

«sono a favore della tortura, e anche il popolo lo è»

«Durante la dittatura militare non si è ucciso abbastanza»

«La popolazione africana a Eldorado non serve a nulla, neanche a procreare»

Durante il dibattito sull’impeachment di Dilma Rousseff: «Contro il comunismo e in memoria del colonnello Brilhante Ustra, il mio voto è sì!»

Sulla possibilità di avere un figlio gay: «Preferirei un figlio morto, piuttosto. Ma i miei non corrono questo pericolo, sono stati educati come si deve. Con un padre presente il problema non si pone»

«Io evado tutto quel che è possibile. Se posso, non pago nulla perché è tutto denaro che va a finire nelle fogne, a finanziare schifezze»

«E se diventassi presidente? Ah, non ho dubbi. Chiuderei il Congresso il primo giorno!»

Alle avversarie politiche: «non ti stupro perché non te lo meriti»


«i rifugiati di Haiti, Africa e Medio Oriente sono la merda dell'umanità.»

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