27/10/18

L'ONU CONTRO IL DDL PILLON - LA DENUNCIA DEL MFPR

Affido condiviso, l’Onu contro il ddl Pillon: “È una grave regressione che alimenta discriminazione di genere”

di F. Q. | 26 ottobre 2018


In una lettera inviata al governo italiano le relatrici speciali delle Nazioni Unite, Dubravka Šimonović e Ivana Radačić, esprimono "profonda preoccupazione" per la proposta presentata dal senatore della Lega, che è attualmente all'esame della commissione Giustizia del Senato:
“Disposizioni che potrebbero comportare una grave regressione, alimentando la disuguaglianza e la discriminazione basate sul genere, e privando le vittime di violenza domestica di importanti protezione”. 

La missiva di sei pagine, pubblicata dall’Huffington Post e inviata dal Palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra, afferma che il decreto sarebbe “in contrasto con la Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia il 10 Settembre 2013″ e renderebbe “la mediazione obbligatoria problematica per un certo numero di motivi... secondo il ddl “sarà richiesto che il bambino, anche se vittima di violenza, veda/incontri il genitore violento o maltrattante come previsto dal testo, secondo il quale al bambino deve essere garantita una doppia genitorialità”. Inoltre “l’articolo 14 del ddl rende impossibile per le vittime di violenza, che siano genitore o figlio, fuggire dal luogo in cui si è verificata la violenza per trovare protezione e sicurezza”. L’Onu conclude spiegando all’esecutivo che apprezzerebbe “ricevere una risposta entro 60 giorni” 

IL DDL SULL'AFFIDO CONDIVISO ATTACCA FORTEMENTE LE DONNE - NON DEVE PASSARE!

Il disegno di legge avviato l'11 settembre a Palazzo Madama, primo firmatario Simone Pillon, che introduce l‘affido condiviso dei figli minori per i genitori divorziati, presentato insieme da Lega e M5S, è un esplicito attacco alle donne.
Esso è pienamente interno alle aberranti concezioni, posizioni politiche da moderno medioevo, alle minacce familiste, di attacco all'aborto, ecc. già espresse in varie occasioni, prima e all'atto della composizione del governo, in particolare da Salvini, dal Ministro della famiglia, Fontana, e condivise dal M5S. 
Con questo ddl alle donne, rese da questo Stato, da questi governi della borghesia, dai padroni, sempre più subordinate, discriminate, dipendenti economicamente, con condizioni di vita sempre più precarie, difficili, si vuole togliere anche l'assegno di mantenimento, scaricando di fatto tutto sulle donne, anche economicamente, il peso dei figli.
Un ddl che di fatto è uno strumento per impedire il divorzio. Per condizionare fortemente nelle scelte di libertà dai vincoli maritali le donne. Tante di più ora si troverebbero costrette a sopportare la relazione, anche se brutta, opprimente, violenta, per paura di non poter mantenere i figli. 
Così come è una chiara azione antidivorzio l'istituzione della figura del "mediatore". "I coniugi - dice il ddl - con figli minori per ottenere la separazione dovranno essere, per legge, seguiti da un mediatore familiare, che sarà a pagamento, con tariffe fissate dal ministero della Giustizia".
Ancora soldi che tante donne avranno difficoltà a pagare, in una situazione assurda in cui le donne dovrebbero pagare una figura istituzionale che ha il compito principale di non fare divorziare. 

Ipocritamente in nome del pari diritto a tenere i figli, di un rapporto "equilibrato e continuativo con entrambe le figure genitoriali", viene esaltata la concezione patriarcale che concede all'uomo diritti sulle donne, sui figli, e quasi niente doveri; nascondendo, tra l'altro, il fatto per cui l'affido dei figli alle donne è anche frutto dell'intreccio di condizioni storiche che continuno a scaricare sulle donne l'onere della famiglia, ma anche del disinteresse della maggioranza degli uomini ad occuparsi dei figli.
E' facile immaginare come ne approfitteranno molti uomini di questa rinnovata posizione, per imporre alle donne le catene del rapporto matrimoniale, o le condizioni in caso di separazione. 

Ipocritamente si parla di tutelare i diritti e interessi dei minori - "i figli avranno due case, doppio domicilio e tempo, equamente diviso, tra mamma e papà. Ciò significa che, salvo diversi accordi tra i genitori, i figli dovranno trascorrere non meno di 12 giorni al mese, compresi i pernottamenti, sia con la madre che con il padre,"garantendo il diritto dei figli di ricevere cura e assistenza da entrambi i genitori, trascorrendo con ciascuno di essi quanto più tempo possibile“ - ma in realtà i bambini/ragazzi vengono trattati come oggetti di proprietà, a cui è negata una libera scelta di dove stare, con chi stare, chi non volere, ecc. I bambini, così, non sono persone, con volontà, diritto di decidere, dato che il ddl prevede con il “piano genitoriale“, un vero e proprio progetto educativo che i genitori dovranno proporre, e in cui dovranno essere indicati anche i tempi di frequentazione, i percorsi educativi e scolastici, le vacanze...

Ma c'è un altro punto della legge che ha un segno molto pericoloso e preoccupante che agirebbe come strumento di ostacolo, repressione verso le donne che denunciano violenze, maltrattament. 
Si dice, infatti, che un genitore che dipinge male l'altro, cercando di mettergli il figlio o la figlia contro dovrà risarcire entrambi e potrebbe perdere anche la responsabilità genitoriale". della serie: subisci e stai zitta, altrimenti non solo paghi, ma ti verranno tolti i figli...
Non ci vuole la zingara per prevedere che anche questo diventerebbe un via libera alle violenze in famiglia da parte di uomini che si sentirebbero protetti dalla legge.

Come abbiamo detto, siamo all'evidente tentativo di riportare indietro le donne, a 50 anni fa, di cancellare la conquista soprattutto per le donne della legge sul divorzio del dicembre del 1970. 

Simone Pillon, il primo firmatario del disegno di legge, è noto  per essere tra i fondatori del comitato organizzatore dei Family Day e per le prese di posizione contro le unioni civili e l’aborto.
E' tutto dire! E si capisce abbastanza bene che dall'attacco al divorzio si passerà presto all'attacco al diritto d'aborto.

QUESTO DISEGNO DI LEGGE NON DEVE PASSARE.
APPOGGIAMO LE MOBILITAZIONI DELLE DONNE CHE GIA' SI ANNUNCIANO.


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