15/10/18

Tornando all'assemblea delle donne di Bologna - Dal resoconto delle compagne del MFPR di Milano e Taranto che hanno partecipato e sono intervenute



L'assemblea ha visto un'ottima partecipazione, soprattutto nella plenaria del sabato mattina - dove dal palco hanno annunciato oltre 600 partecipanti. Questa volta molte presenze di ragazze, giovani. Vi è anche un rinnovamento di collettivi, organismi.
La crescita del movimento delle donne, anche in termini di assunzione di responsabilità, continua e va avanti. In genere, le "vecchie realtà femministe" si sono tenute abbastanza defilate in favore delle nuove generazioni, ma tante delle prime mostrano disponibilità a mettersi al servizio delle nuove.

La questione centrale è la lotta contro il governo e la denuncia delle politiche fascio/razziste/sessiste.
In tutti gli interventi le donne sono sembrate abbastanza “cariche-gasate” contro il governo; nella maggior parte degli interventi si è detto che occorre costruire iniziative di contrasto alle politiche razziste e fasciste, sia a livello locale che nazionale, con manifestazioni più frequenti, non solo nelle date storiche. E nell'assemblea tante sono state le iniziative raccontate o annunciate nei vari territori.
Come frutto di questo clima combattivo è stato deciso uno "stato di agitazione permanente" da qui fino all'8 marzo, con il nuovo sciopero delle donne generalizzato.
Ma subito sono state decise le prossime mobilitazioni a carattere nazionale, il 13 ottobre a Verona, che sta diventando un laboratorio per la saldatura tra destra cattolica e figure istituzionali; il 10 novembre in tutte le città contro il Ddl Pillon e il nuovo grave attacco al diritto d'aborto.
Fino alla manifestazione principale, quella a Roma per il 25 novembre, che questa volta si svolgerà sabato 24.
Questa manifestazione, è stato detto dalle compagne del Mfpr e affermato anche da altre, non deve essere rituale, una "sfilata", deve essere fortemente antifascista e antirazzista, di attacco frontale e su tutti livelli alle politiche sessiste; deve assediare i luoghi principi della politica del governo: noi abbiamo proposto il Ministero di Salvini e lo stesso Palazzo del governo, perché, ha detto la compagna di Taranto del mfpr, vogliamo far cadere, bloccare il disegno di legge Pillon, bloccare il decreto sicurezza di Salvini; ma soprattutto è questo governo che deve cadere, non è possibile accettare tutte le infamie che stanno facendo per cui noi donne pagheremo molto di più.
Ed è stato frutto di questo clima combattivo che alla fine dell'assemblea del primo giorno, poiché si teneva a Bologna una manifestazione di Forza Nuova, una folta delegazione di donne è andata a manifestare contro, con gli striscioni esposti nella sala.

Si conferma quello che avevamo scritto: il movimento delle donne fin dalle elezioni è stato il movimento più continuo, coerente, determinato contro il fascio/razzismo/sessismo, il nuovo governo e le sue propaggini nel parlamento, nelle istituzioni locali.

Alcuni interventi hanno posto la "parola d'ordine" di praticare la disobbedienza civile, "noi siamo quelle che scioperano anche senza chiedere permesso". Su questo la compagna di Milano del Mfpr ha denunciato la sanzione che la Commissione di garanzia sciopero ha fatto alle lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe per non aver rispettato nello sciopero delle donne dell'8 marzo scorso la franchigia elettorale. Ma noi rivendichiamo la giustezza di rompere questi ingiusti divieti e critichiamo che chi non lo fa, come l'Usb che invece aveva subito accettato la franchigia, di fatto obbedisce a leggi che sempre più vogliono impedirci di lottare.
Quindi Sì alla "disobbedienza civile", assolutamente giusta e necessaria verso le leggi illegali, anticostituzionali - l'esempio chiaro è il Decreto sicurezza di Salvini, che prevede l'arresto per chi fa dei blocchi stradali, per le lotte per la casa, inasprimento delle pene previste per le normali pratiche di lotta e che sta già mettendo in atto un incremento della militarizzazione, con uso del taser, dello spray urticante, ecc.
Questo clima diverso, di elevamento della repressione - come ha raccontato la compagna di Milano del Mfpr l’abbiamo cominciato a toccare a Palermo il 22/9 con il brutale arresto di una nostra compagna solo perché stata volantinando ad una "manifestazione autorizzata"!
Quindi è necessaria una "disobbedienza attiva", in cui il movimento delle donne si ponga anche come esempio verso altri movimenti.
Come è stato detto, la miglior difesa è l’attacco. La Resistenza è donna e anche l’attacco.

Vi è stato chi ha parlato di analogie di questo governo con la Repubblica di Weimar, dei migranti che sono diventati i nuovi ebrei e che noi femministe siamo avanguardia contro il fascio-razzismo del governo, la risposta più coerente a fronte anche di una sottovalutazione a sinistra dei problemi.
Si è parlato della necessità di contrastare la penetrazione di fascisti, delle idee razziste tra le masse, nei quartieri; ma anche nelle scuole, in cui alcune studentesse hanno denunciato la presenza di luoghi comuni razzisti, la penetrazione di idee e dei fascisti, che trovano nella spoliticizzazione delle scuole il loro brodo di cultura; è stata giustamente posta la questione di non sottovalutare la specificità del Nord: se ha prodotto la Lega sarebbe bene si creassero gli anticorpi.

Il tavolo antirazzista ha ribadito il legame delle lotte delle donne con quelle antirazziste e antifasciste - femminismo=antirazzismo - stando nelle lotte dei migranti, e la necessità di costruire percorsi di lotta con le migranti per opporsi ad ogni tipo di frontiera, di oppressione. E' stato denunciato che vi è da un lato una continuità, dall'altro un cambio di passo del governo, il legame razzismo/patriarcato porterà più sfruttamento, più violenze verso le donne.

E' stata denunciata la relazione tra destra e integralismo, sia a livello nazionale che internazionale, si vuole tornare a ridurre le donne a madri, a far pesare come ricatto morale l'"identità cristiana".
In questo c'è il nuovo esteso, grave attacco al diritto d'aborto e alla Legge 194.
Tante hanno denunciato la situazione disastrosa della possibilità per le donne di abortire, in primis per la presenza dell'obiezione di coscienza. Su questo la compagna del Mfpr ha detto che è necessario fare la campagna per l’abolizione dell’obiezione di coscienza dalla Legge 194, noi difendiamo questa legge quando viene attaccata ma vogliamo il miglioramento della legge stessa; questo governo Salvini/Di Maio vuole attaccare la libertà di scelta in tema di maternità perché essa allude alla libertà di scelta delle donne a 360°. Quindi dobbiamo lottare strenuamente per difendere il diritto d'aborto.

Questo si lega, come è stato detto nel Tavolo lavoro welfare, alla subordinazione del ruolo delle donne a ruolo sociale di cura: siamo noi donne che sosteniamo il welfare. Il governo italiano riporta i rapporti sociali indietro: le donne non lavorano, devono stare a casa, fare i figli, quando per le donne il lavoro è anche trovare una dimensione sociale. Occorre, quindi, fare una battaglia sui diritti, e questo vale anche nei CCNL, dove se non lo facciamo noi donne non se ne parla.
Sempre in questo Tavolo è stato detto che occorre criticare il reddito di cittadinanza che in realtà diventa uno strumento oppressivo per donne, forzatamente casalinghe o part time.
Sono uscite, quindi, iniziative e proposte: questionario sulle violenze/molestie sessuali nei luoghi di lavoro - le manifestazioni di sessismo nelle fabbriche sono state denunciate nell'assemblea proprio dalle operaie; così come lavoratrici di sindacati di base hanno denunciato la presenza del sessismo anche nelle organizzazioni sindacali (l'Mfpr ha già cominciato ad avviare l'anno scorso un questionario/inchiesta sull'insieme delle condizioni di lavoro delle donne, con interessanti risultati).
Quindi è stata posta la necessità di sostenere le vertenze locali delle lavoratrici, la connessione delle lotte di diversi settori, reti regionali per vertenze, di riconquistare lo strumento dello sciopero come lotta dura, che blocchi la produzione.

Sulla questione di connettere le lotte, la compagna del Mfpr di Milano ha detto che noi abbiamo già avanzato in altre occasioni la proposta di organizzare una "Rete di lavoratrici in lotta". Ma già oggi questo deve voler dire sostenere le lotte in corso; e qui ha fatto appello ad essere al fianco della lotta delle operaie della Montello (BG) che hanno sciopero l’8 marzo dell'anno scorso per conquistare dei diritti che vengono loro negati: fondamentalmente pagate meno dei maschi, viene loro tolta dalla pausa una mezz’ora di retribuzione - queste operaie dicono: "lavoro 8 ore mi paghi 8 ore" - e oggi rischiano, con il cambio appalto, di essere licenziate, proprio perché si sono ribellate. Sono tutte migranti e quindi rischiano il doppio, come donne e come migranti.

Vi sono stati importanti interventi di donne degli altri paesi, come una compagna del Brasile che ha denunciato il "programma" di Bolsonaro il quale ha detto: ”Giusto che le donne guadagnino meno perché restano incinte… Bisognerebbe tornare alla dittatura militare in Brasile". Le donne in Brasile dicono: “Lui No!” ma aggiungono che la presidente donna non ha fatto una politica a favore delle donne.

Ultima questione, la compagna di Milano del Mfpr ha portato anche in questa assemblea la campagna in sostegno di Nadia Lioce, prigioniera politica rivoluzionaria che continua a ribellarsi e l'informazione sulla recente manifestazione a L'Aquila per il processo contro la battitura delle sbarre che fece Nadia Lioce per protesta contro il 41bis, e che ha visto il 28 settembre l'assoluzione di Nadia, a cui tanto ha contribuito la campagna avviata dal Mfpr. Una campagna che non si deve fermare e si deve allargare. Noi - ha detto la compagna - proponiamo una manifestazione al Ministero di Grazia e Giustizia, allargandola a tutte le forme di repressione, condizioni delle detenute nelle carceri.

In conclusione, questa assemblea è stata positiva e le prime mobilitazioni, come quella a Verona del 13 ottobre, lo confermano.
Occorre, secondo noi, mettere maggiormente l'accento sul carattere fascista del governo Salvini/Di Maio, perché il razzismo e il sessismo derivano da esso e nello stesso tempo non dimenticare la denuncia/smascheramento del populismo, che è l'arma, il cancro per la penetrazione tra le masse del razzismo, fascismo.

Movimento femminista proletario rivoluzionario

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