(Dal blog tarantocontro)
Prima di tutto la più grande solidarietà alla bambina di Paolo VI di sei anni scaraventata dal balcone dal padre, a sua madre, a suo fratello, a tutti i suoi familiari. Speriamo tanto che possa al più presto uscire dal grave stato attuale di rischio per la vita.
Prima di tutto la più grande solidarietà alla bambina di Paolo VI di sei anni scaraventata dal balcone dal padre, a sua madre, a suo fratello, a tutti i suoi familiari. Speriamo tanto che possa al più presto uscire dal grave stato attuale di rischio per la vita.
Non pensiamo affatto che il quasi doppio omicidio da parte del padre, Luigi Trovatello che prima ha ferito il figlio di 14 anni e poi, tornato di nuovo in casa, ha gettato dal balcone la bambina, sia stato un "gesto folle", come parte della stampa/Tv dice.
Vi erano già stati vari maltrattamenti e lesioni in famiglia da parte dell'uomo, tanto che aveva perso la patria potestà sui figli; già vi erano stati tanti litigi del Trovatello con la ex compagna, madre dei bambini, dovuti alla recente separazione tra i due. L'odio verso la donna che ha voluto rompere la
relazione, questa volta si è riversato sui figli (ma è stato un caso che anche la donna, assente al momento dei tentati omicidi, non sia stata un'altra vittima).
Quanto
è successo nella nostra città, questa volta vicino a noi, non solo sentita in
Tv, è purtroppo quanto succede quasi ogni giorno, di uomini che non accettano
che la donna dica NO, che considera sua proprietà la compagna e i figli.
Noi abbiamo più volte, proprio come lavoratrici, come donne, fatto iniziative a Paolo VI, abbiamo detto soprattutto alle donne: organizziamoci, lottiamo per difendere le nostre condizioni di vita, i nostri diritti, lottiamo contro i responsabili delle Istituzioni locali e nazionali che ci lasciano in questo degrado del quartiere... in cui lo Stato, attraverso le Forze dell'ordine, si presenta solo per reprimere, senza mai dare una soluzione ai problemi di vita delle donne, dei giovani, dei lavoratori,dei disoccupati.
Noi pensiamo che anche per la libertà delle donne di rompere legami familiari violenti, criminali, dobbiamo ribellarci insieme, unirci per lottare. Perché nessuna donna sia sola.
Lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe
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