Il titolare
del dicastero della Famiglia è iscritto al comitato contro l'aborto. Che ha
indetto una manifestazione non solo per chiedere un referendum abrogativo della
legge ma per sostituirla con una che metta in carcere donne e medici. Sul palco
anche il segretario di FN Roberto Fiore
Il
ministro Lorenzo Fontana vuole abolire la 194. La ministra Giulia Bongiorno
vuol riscrivere il ddl Pillon sull’affido. Così, tra una adesione e una
spaccatura - contraddizioni in seno ai populisti, si potrebbe dire - la Lega
guida l’automobile dei diritti civili. Con una linea sua, che infiamma il
dibattito, dopo aver fatto sì che venissero cancellate, dal contratto di governo
gialloverde, tutte le parti del programma M5S che riguardavano questi punti,
dalle misure pro 194 (più consultori e sostegno a chi abortisce) al maggior
accesso alla procreazione assistita (c’era scritto di voler «garantire la
procreazione medicalmente assistita a tutte le coppie, senza discriminazioni di sorta tra la fecondazione autologa e quella
eterologa»). In particolare, in questi giorni al centro del fuoco sono Lorenzo
Fontana, ministro della Famiglia, che sottotraccia si batte contro la 194, e il suo amico e collega di partito, Simone
Pillon, il cui ddl ha provocato una spaccatura dentro il Carroccio. Ma andiamo
con ordine.
Questa riforma? «La vuole il
Capo»
Per
quel che riguarda il ddl Pillon critiche sono piovute sul testo dall’interno della
Lega. Una affollata riunione di gruppo a Palazzo Madama, infatti, ha visto per
la prima volta l’esame approfondito del testo, da parte di tutti. Senatori, ma
anche due ministri: quella della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, e
quello dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio. Circostanza insolita, la loro
presenza, che però testimonia l’interesse per la materia. Se, a quanto pare,
quello di Centinaio è dettato anche da questioni personali, per quel che
riguarda Bongiorno si tratta di un ritorno, visto che da parlamentare si è
sempre occupata di Giustizia. Martedì, dunque, l’avvocata avrebbe provato a
dare una sterzata al testo - capeggiando un gruppo di perplessi, soprattutto
donne. Criticando essenzialmente tre elementi. A partire dal “vulnus” di
riferirsi a un “minore”, genericamente, mentre c’è bambino e bambino, «un conto
è un neonato, un altro un ragazzo di 14», sarebbe stato l’argomento; secondo
elemento, la divisione aritmetica del tempo tra madre e padre che non tiene
conto dell’interesse dei figli: «ci vuole uno spazio» in cui valutare caso per
caso; terzo, la divisione tra due case, mentre bisognerebbe mantenere una forma
di sostegno per le donne che spesso - non lavorando proprio, lavorando meno,
lasciando il lavoro - risultano impoverite dal contributo dato alla famiglia. A
quanto raccontano, Pillon ha preso appunti, mentre c’è stato chi (ma le
versioni non concordano) nella riunione avrebbe invocato il fatto che «Salvini
vuole questa legge».
Punire le donne con 12 anni di
carcere
Un ministro
della Famiglia iscritto al Comitato No194. Eccolo, un nuovo punto da segnare
nell’elenco “Cose che voi umani”, in rapido aumento in questi tempi. Sta di
fatto che il prossimo 13 ottobre a Milano e a Caserta i sostenitori della
battaglia per abolire via referendum la legge del ’78, causa di quello che
definiscono un «olocausto dimenticato», si troveranno in piazza avendo tra i
sostenitori una alta carica politica: l’ineffabile Lorenzo Fontana, appunto.
Veronese, 38 anni, autore da eurodeputato di proposte come il sostegno dei
«beni culturali cristiani» o l’equiparazione tra maternità surrogata e tratta
di esseri umani, aveva già aderito in maggio (con Meloni e Giorgetti) alla
“Marcia per la vita” delle associazioni pro-life. Ma all’epoca il governo non
era ancora formato. Ora è diverso, il Comitato No194, che esiste dal 2009 e
dice di contare 30 mila iscritti, può fregiarsi della adesione del ministro.
Fontana la firmò nel 2011, davanti a una chiesa di Desenzano. Per abrogare via
referendum la 194, ma anche per sostituirla con una che punisca donna e medici
con una pena tra gli «8 e i 12 anni», come recita il testo disponibile sul
sito. All’appuntamento, a Milano, parlerà anche Roberto Fiore, segretario di
Forza Nuova, che non è nuovo alla battaglia, anzi ne ha fatto una cosa di
famiglia, essendo pure il figlio Alessandro portavoce di Pro-vita onlus.
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