Nel Bergamasco, diciassette
immigrate licenziate in lotta per il lavoro
Occupate nel ciclo dei rifiuti dalla Montello perdono il
posto col cambio d'appalto, battaglia in tribunale
Emanuela Carucci - Dom, 28/10/2018 - 18:04
Una situazione davvero
particolare quella di un gruppo di lavoratrici di Montello, un Comune in
provincia di Bergamo di appena 3mila anime.
Diciassette operaie impiegate
nella fabbrica - che porta lo stesso nome del paese - a dividere i
rifiuti per il riciclo, tutte immigrate, sono state licenziate
dopo il cambio dell'appalto. Erano occupate nella piccola azienda di rifiuti da
oltre dieci anni. Provengono da diverse nazioni: Pakistan, India, Gambia,
Senegal, Burkina Faso, Marocco, Albania, Brasile.
Lavoravano insieme ad altre
cinquecento persone. Un lavoro duro: in piedi durante tutta la turnazione a
seguire i ritmi dei nastri trasportatori per separare plastica o materiale
anche pericoloso. Nella fabbrica Montello SpA circa il 90% del personale è
assunto attraverso l'adesione a una società cooperativa.
Si tratta di un'ex acciaieria
riconvertita, nel 1996, a
fabbrica per il riciclo di rifiuti organici e plastica, con un investimento di
300 milioni di euro in vent'anni. Oggi tratta 600mila tonnellate l'anno di
organico e 200mila di plastica con un fatturato, solo nel 2017, di 125 milioni
di euro.
Secondo quanto dichiarano le ex
lavoratrici, oggi licenziate, il lavoro è stato negato "perché abbiamo
deciso di lottare per i nostri diritti, come quello del riconoscimento delle
otto ore di lavoro che devono essere pagate per otto ore effettive. Inoltre la
pausa di mezz’ora, a differenza di altre fabbriche, non ci viene retribuita.
Con altre decine di operaie abbiamo lottato in fabbrica e fuori, abbiamo
scioperato". Lo sciopero non ha portato a nessun accordo, ma solo ad una
vertenza davanti al giudice del lavoro per il recupero della mezz’ora di pausa.
Durante la causa, però, la
cooperativa EkoVar si è sciolta e Montello ha affidato l’appalto ad un’altra
cooperativa, la Selection. Anche se nell’accordo sindacale per il cambio
appalto c’è scritto, nero su bianco, che tutte le operaie della cooperativa EkoVar
devono passare alla nuova società, la Selection da due settimane si rifiuta
illegittimamente di assumere le diciassette operaie con la vertenza aperta.
Trattandosi, inoltre, di immigrate, queste, senza lavoro, rischierebbero anche
di non poter rimanere in Italia.
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