11/03/11

Intorno allo "Sciopero delle donne"

Sono circolati su internet soprattutto l'8 marzo, e non solo alcuni articoli e messaggi dai quali viene fuori in alcune forme che almeno l'idea dello "sciopero delle donne" , da noi lanciato, inizia a passare... !

da www.lombardianews.it

Milano: "Uno sciopero delle donne per farci sentire"
«Il problema è che se le donne si fermassero per un’intera giornata, uno sciopero di tutta la popolazione femminile di questo paese, allora si che forse la nostra importanza verrebbe riconosciuta» commenta Lella Costa, attrice, volto televisivo e icona delle rivendicazioni sociali in materia, ai margini della tavola rotonda “Uguali e diverse: una prospettiva per lo sviluppo”, organizzata dall’ISMO a Milano proprio in occasione della festa della donna. «Madri, mogli, figlie: sono loro oggi a portare sulle proprie spalle quasi tutto ciò che ruota intorno, oggi, alla famiglia, dai piccoli da portare a scuola agli anziani da accudire, sopperendo a tutte le mancanze dello Stato» continua Lella Costa, «ci siamo posti degli standard molto alti, forse troppo, e per mantenerli corriamo tutto il giorno da una parte all’altra»....

Martedì 8/03/2011

da www.corriere.it
Riprendiamoci le mimose
LA PROVOCAZIONE
Propongo lo sciopero delle mogli E se le donne incrociassero le braccia? Immaginate uno sciopero delle donne invisibili, quelle che ogni giorno fanno andare avanti l’Italia, ma nessuno se ne accorge. Immaginate che decidessero di non eseguire lavori domestici, di cura di bambini e anziani, di disabili e malati. Immaginate che le donne si astenessero insomma da quelle attività non retribuite che svolgono quotidianamente. Ore di lavoro invisibile, che non entra nel Prodotto Interno Lordo, e quindi non è monetizzato né riconosciuto. Se anche gli immigrati hanno manifestato per rivendicare il proprio ruolo nella tenuta delle nostra società, sarebbe interessante vedere quanto velocemente si arriverebbe alla paralisi nazionale senza il lavoro delle donne invisibili. ... Uno sciopero del genere avrebbe conseguenze più devastanti di qualsiasi altra protesta mai vista in Italia. I disagi provocati dai taxisti? Gli agricoltori contro le quote latte? Le aquile selvagge di Alitalia? I treni fermi sotto Natale? I camalli di Genova? Il caos quando non vanno i mezzi pubblici? Niente al confronto con quello che accadrebbe se le donne non lavorassero più quei milioni di ore che ogni italiana svolge gratis, all’interno della famiglia e della società, per amore, per dedizione o semplicemente perché non può farne a meno, in assenza di servizi o altre persone a cui delegare. Quintali di biancheria sporca si accumulerebbero dentro le lavatrici, i frigoriferi rimarrebbero vuoti e le dispense agonizzanti, si consumerebbero decine di migliaia di cene a base di pizzette surgelate, hamburger e patatine fritte take away (con buona pace di Veronesi e dei nutrizionisti), frotte di bambini sarebbero abbandonati ai servizi sociali. E poi ancora centinaia di migliaia di letti da rifare, camicie non stirate e frigoriferi vuoti, dispense agonizzanti, case invase dai topi e dalle formiche, un esercito di anziani e disabili ricoverati in ospedale. Uno scenario da Day After, dove alla fine i sopravvissuti direbbero: ah, non ci eravamo accorti, ma siete fondamentali. Non ci eravamo accorti che ogni giorno una donna italiana lavora un’ora, venti minuti e mezzo più di un uomo (dati Ocse 2009). Che in un anno fanno 444 ore, ossia 55,5 giornate lavorative di otto ore. In breve, ogni uomo italiano è come se avesse due mesi di ferie in più rispetto a una donna...

Caterina Soffici
07 marzo 2010

da news.search.ch
Testo della notizia - Nazionale
Appello per uno sciopero delle donne 8.3.2011 17:06
Le disparità salariali fra i sessi sono ancora una realtà, 30 anni dopo l'adozione dell'articolo costituzionale sull'uguaglianza ed è per questa ragione che martedì, giornata internazionale della donna, i sindacati hanno lanciato un appello in favore di una giornata di azione e di sciopero, il 14 giugno. Tra le rivendicazioni figurano l'aumento degli stipendi minimi, più asili nido e il congedo paternità. La retorica domanda è: "Perché le donne dovrebbero accettare di guadagnare, in media, il 9,4% in meno se hanno identiche formazione, funzione, posizione ed esperienza professionale?"

da facebook
Oggi in Italia le donne continuano ad essere discriminate, maltrattate, emarginate sul lavoro , nella società e soprattutto in politica. Nessuno ci rappresenta. E io voglio dire BASTA con uno sciopero generale che ci unisca e ci ridia forza e determinazione per cambiare la condizione delle donne oggi in Italia. Per dire che non ci siamo FERMATE ma che crediamo ancora nei nostri diritti, quelli acquisiti e quelli ancora da acquisire. Per ribadire che non siamo merce di scambio, non siamo oggetti sessuali, non siamo disposte a subire l'indifferenza e la superficialità con cui ci tratta questo governo! SCIOPERO GENERALE per dire che le donne in Italia sono forti e URLANO il loro stato di diritto. il 2 GIUGNO (ma è già festa) il giorno in cui le 1946 le donne votarono in Italia per la prima volta. o il 17 Maggio data del referendum per l'aborto.
COSTRUIAMO UNA CATENA DI DONNE ITALIANE che non vogliono arrendersi. LA CATENA ROSA!

Informazioni di contatto e mail: chiaragnello@yahoo.it

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