Dietro un grande striscione con su scritto “ 8 Marzo: per uno Sciopero totale delle donne contro governo, padroni, stato…” abbiamo inizialmente sfilato attraverso alcuni quartieri popolari portando con tanta determinazione e grinta un forte messaggio di lotta alle donne “normali”, quelle “ di tutti i giorni”.
Ad alcune giornaliste che sono venute al concentramento e che ci hanno chiesto incuriosite “ma come mai sfilerete in questi quartieri popolari e non nelle piazze ufficiali che solitamente si scelgono per le manifestazioni?” abbiamo risposto che noi siamo parte della maggioranza di donne proletarie, lavoratrici, precarie, disoccupate, casalinghe, studentesse, immigrate… che vivono in tante in questi quartieri, quelle donne i cui bisogni e necessità nei loro “bei discorsi” le tante parlamentari non ricordano mai tranne quando strumentalmente se ne servono per i loro scopi elettorali o contro cui le tante sindacaliste dei sindacati ufficiali sono complici degli attacchi che governo, padroni, stato… scagliano non solo in termini lavorativi ma anche in termini di vita vera e propria.
E la risposta dalle donne è arrivata incoraggiandoci nella protesta, tante donne si sono affacciate dai balconi e ci hanno salutato, diverse commesse sono uscite dai negozi e hanno solidarizzato prendendo volentieri il volantino/mozione/appello promosso dal Mfpr per la costruzione dello sciopero delle donne che contemporaneamente veniva letto e spiegato al microfono “uno sciopero al femminile, costruito dalle lavoratrici, da tutte le donne, operaie, precarie, disoccupate, immigrate, studentesse., uno sciopero su una piattaforma, parole d'ordine che esprimano l'insieme della nostra condizione di doppio sfruttamento e oppressione, uno sciopero per imporre sui posti di lavoro, nelle piazze, nelle scuole, il punto di vista delle donne, la doppia determinazione delle donne…” “Tutta la nostra vita deve cambiare!”
Arrivate dinanzi al mercato popolare del “Capo” dove ci siamo fermate per un po’ bloccando la strada antistante, donne e anche uomini che facevano la spesa sono venuti verso di noi applaudendo e unendosi alla denuncia contro il governo con le sue politiche antiproletarie e antipolari che per le donne si traducono in doppio attacco, non ultimo il recentissimo provvedimento di legge che il ministro Sacconi ha iniziato a discutere con i sindacati confederali, compreso la Cgil, sulla cosiddetta conciliazione per le donne dei tempi di lavoro con i tempi per la famiglia, che dietro l’ipocrita intenzione di “aiutare” le donne, in realtà non è altro che l’ennesima manovra a favore dei padroni per sfruttarle maggiormente sul lavoro al ribasso e contro le donne che di fatto si vorrebbero ricacciare a casa, da usare sempre di più come ammortizzatore sociale al posto dei servizi sociali che dovrebbe garantire lo Stato, donne da attaccare anche sul piano ideologico riportandole indietro in un moderno medioevo.
Un altro momento forte nel corteo si è avuto quando siamo passate davanti il tribunale dove sono stati denunciati i tanti episodi di violenza sessuale che nel nostro paese sono in continuo aumento contro le donne, le sentenze vergognose dei giudici che in diversi casi hanno assolto gli stupratori e i violentatori, vedi il grave caso dell’assoluzione dell’ispettore di polizia che aveva tentato di violentare Joy, una donna immigrata rinchiusa in un CIE che con grande coraggio insieme ad altre compagne si è ribellata ad una situazione di oppressione che per le donne migranti significa anche violenza per non parlare dell’ultimo caso di violenza sessuale in una caserma da parte di alcuni carabinieri e un vigile in servizio contro una donna arrestata: “Poliziotti e carabinieri non stuprano solo nei Cie ma anche nelle caserme”, “Vergogna! Vergogna!” , “Per ogni donna stuprata e offesa siamo tutte parte lesa!” “ contro la violenza dello Stato di polizia scateniamo la nostra doppia ribellione e lotta!” .
Ma è stato anche denunciato con forza come la violenza sulle donne in questo paese parte dall’alto, il governo Berlusconi in questo senso rappresenta la sintesi più marcia dell’uso/abuso del potere politico per usare/abusare del corpo delle donne diffondendo a livello di massa un humus maschilista, sessista, fascista che inevitabilmente si trasforma in violenza crescente contro le donne, “dal 13 febbraio, all’8 marzo e oltre… lottiamo per cacciare via Berlusconi e tutto il governo…!”
Lungo il corteo abbiamo anche salutato le tante e altre iniziative di lotta messe in campo oggi in diverse città da quella del Coordinamento donne di Trieste al presidio delle compagne, lavoratrici, disoccupate di Taranto a Melfi con le operaie della Fiat Sata, da Milano, a Ravenna, Perugia, Roma… ma un messaggio di solidarietà è stato lanciato anche alle tante donne che stanno lottando in prima linea nel mondo dalle rivolte popolari della Libia, Egitto, Tunisia, Algeria…, alle guerre popolari in India, Perù… contro un sistema sociale da trasformare totalmente.
Il corteo si è concluso alla prefettura dove una folta delegazione di donne e studentesse ha incontrato il prefetto cui sono state portate tutte le rivendicazioni della protesta.
Il corteo è stato sostenuto anche dalla presenza di lavoratori e precari che hanno condiviso la necessità e le ragioni della lotta.
8 marzo 2011
Lavoratrici/precarie/disoccupate Slai Cobas per il sindacato di classe
mozione- volantino – petizione
Uno sciopero al femminile, costruito dalle lavoratrici, da tutte le donne, operaie, precarie, disoccupate, casalinghe, immigrate, studentesse…
Uno sciopero su una piattaforma, parole d'ordine che esprimano l'insieme della nostra condizione di doppio sfruttamento e oppressione.
Uno sciopero per portare nei posti di lavoro, nelle piazze, nelle scuole, il punto di vista delle donne, la doppia determinazione delle donne.
Una novità controcorrente anche per il sindacato e gli stessi lavoratori.
Una lotta nuova, una rottura inaspettata da parte di padroni, governo Berlusconi…
Contro
- il "ritorno a casa" attraverso cassa integrazione, mobilità, licenziamenti;
lo sfruttamento in lavori precari, sottopagati
la precarizzazione della nostra vita e un futuro senza luce per le giovani donne, le studentesse
l'aumento dell'età pensionabile a 65 anni, che non considera il lavoro "usurante" in famiglia
le discriminazioni per legge e per accordi su salari, assunzioni, licenziamenti
la legge Gelmini che comporta massicci tagli ai posti di lavoro delle insegnanti, delle lavoratrici ATA e aumento del lavoro alle lavoratrici madri
le "dimissioni in bianco" per liberarsi delle donne in maternità, i tagli dei servizi sociali scaricati sulle donne, il carovita
la legge Biagi che considerando le donne di serie B riduce per legge salari, diritti
il nuovo contratto e il 'Libro verde' di Sacconi che legando il salario all'aumento dei tempi di lavoro, penalizzano soprattutto le donne
le molestie sessuali, le violenze sui posti di lavoro
la fatica, lo stress psicofisico, per il doppio lavoro, l'attacco alla salute e alla nostra vita
la schiavizzazione delle immigrate utilizzate e poi cacciate da leggi razziste
il Ddl Carfagna e la repressione e la emarginazione delle prostitute
per
la trasformazione a tempo indeterminato di tutti i contratti precari
aumenti salariali, pari salario a pari lavoro
il divieto di indagine sulla nostra condizione matrimoniale, di maternità, sessuale;
via dal posto di lavoro per chi esercita violenze
abbassamento dell'età pensionabile alle donne
riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, come riconoscimento del doppio lavoro
la riduzione dei ritmi, aumento delle pause sul lavoro, come difesa anche della nostra salute
un salario di esistenza
pagamento contrattuale e diritti delle attività lavorative fatte dalle precarie, studentesse delle Università
la socializzazione dei servizi domestici essenziali
la gratuità di asili, scuole, sanità, servizi sociali
diritto di cittadinanza e uguali diritti salariali e normativi alle immigrate
casa delle donne in ogni città
nessuna persecuzione delle prostitute, diritto a tutte di servizi sociali,
sanità gratuita
Anche io aderisco
scarica la mozione-petizione qui
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