Secondo una ricostruzione storica, ancora controversa ma attendibile, l'8 marzo, giornata di lotta internazionale delle donne, affonda le sue origini nei grandi scioperi di inizio secolo delle operaie tessili, in particolare il lunghissimo sciopero che vide protagoniste più di 20.000 camiciaie newyorkesi, durato dal 22 novembre 1908 al 15 febbraio 1909, che lottavano, nonostante la feroce repressione di polizia e padroni, contro le terribili condizione di lavoro, in particolare per la riduzione dell'orario di lavoro, l'uguaglianza salariale contro il lavoro minorile.
In una di queste fabbriche, in cui centinaia di operaie, anche di 12/15 anni, lavoravano costrette in spazi ridottissimi, con le porte sbarrate dal padrone per impedire furti, pause e soprattutto in quell'anno per impedire che scioperassero, divampò un incendio in cui 129 donne, morirono in pochi minuti. Le operaie cercarono di scampare al fumo alle fiamme scendendo dalle strette scale esterne che però si piegavano e cedevano per il peso e il calore. Decine di loro precipitarono sul selciato sottostante. Altre s'accalcarono contro le porte sbarrate dall'esterno; s'affacciarono donne urlanti e disperate. Salirono sui davanzali e si gettarono nel vuoto. Capelli e vestiti di molte erano in fiamme. L'interno della camiceria era un inferno. Le salme, dapprima allineate sui marciapiedi, verranno raccolte in semplici bare e identificate grazie a una scarpa carbonizzata, un bracciale, un dente, un anellino. Si è dovuto aspettare fino a quest'anno per identificare 6 di esse, di cui 3 italiane.
La Conferenza internazionale delle donne socialiste, tenutasi a Copenaghen dal 26 al 27 agosto 1910, approvò la proposta della comunista tedesca Clara Zetkin di istituire la Giornata Internazionale della Donna, in ricordo di queste operaie tessili. E la prima celebrazione avverrà l'anno successivo, 1911. Quello che è certo e va affermato con forza oggi contro la borghesia, ma anche il femminismo istituzionale e piccolo borghese, che l'8 marzo nasce dalla lotta delle operaie contro il doppio sfruttamento e la doppia oppressione del capitale, dei suoi governi, del suo Stato.
L'8 marzo diventa giornata internazionale delle donne grazie al movimento comunista internazionale e internazionalista. Un secolo di lotte e ribellioni proletarie e femministe per i diritti, per la parità, per l'emancipazione, contro il doppio sfruttamento e la doppia oppressione capitalista e patriarcale. Per un secolo di rivoluzioni, di "rivoluzione nella rivoluzione" delle donne, per una società libera da ogni oppressione: il Comunismo.
Proletari comunisti - Pcm Italia
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
8.3.2011
Uno sciopero al femminile, costruito dalle lavoratrici, da tutte le donne, operaie, precarie, disoccupate, immigrate, studentesse.
Uno sciopero su una piattaforma, parole d'ordine che esprimano l'insieme della nostra condizione di doppio sfruttamento e oppressione.
Uno sciopero per imporre sui posti di lavoro, nelle piazze, nelle scuole, il punto di vista delle donne, la doppia determinazione delle donne.
Una novità controcorrente anche per il sindacato e gli stessi lavoratori
Una lotta nuova, una rottura inaspettata da parte di padroni, governo Berlusconi,.
Contro
per
aderisci all'appello
In una di queste fabbriche, in cui centinaia di operaie, anche di 12/15 anni, lavoravano costrette in spazi ridottissimi, con le porte sbarrate dal padrone per impedire furti, pause e soprattutto in quell'anno per impedire che scioperassero, divampò un incendio in cui 129 donne, morirono in pochi minuti. Le operaie cercarono di scampare al fumo alle fiamme scendendo dalle strette scale esterne che però si piegavano e cedevano per il peso e il calore. Decine di loro precipitarono sul selciato sottostante. Altre s'accalcarono contro le porte sbarrate dall'esterno; s'affacciarono donne urlanti e disperate. Salirono sui davanzali e si gettarono nel vuoto. Capelli e vestiti di molte erano in fiamme. L'interno della camiceria era un inferno. Le salme, dapprima allineate sui marciapiedi, verranno raccolte in semplici bare e identificate grazie a una scarpa carbonizzata, un bracciale, un dente, un anellino. Si è dovuto aspettare fino a quest'anno per identificare 6 di esse, di cui 3 italiane.
La Conferenza internazionale delle donne socialiste, tenutasi a Copenaghen dal 26 al 27 agosto 1910, approvò la proposta della comunista tedesca Clara Zetkin di istituire la Giornata Internazionale della Donna, in ricordo di queste operaie tessili. E la prima celebrazione avverrà l'anno successivo, 1911. Quello che è certo e va affermato con forza oggi contro la borghesia, ma anche il femminismo istituzionale e piccolo borghese, che l'8 marzo nasce dalla lotta delle operaie contro il doppio sfruttamento e la doppia oppressione del capitale, dei suoi governi, del suo Stato.
L'8 marzo diventa giornata internazionale delle donne grazie al movimento comunista internazionale e internazionalista. Un secolo di lotte e ribellioni proletarie e femministe per i diritti, per la parità, per l'emancipazione, contro il doppio sfruttamento e la doppia oppressione capitalista e patriarcale. Per un secolo di rivoluzioni, di "rivoluzione nella rivoluzione" delle donne, per una società libera da ogni oppressione: il Comunismo.
Proletari comunisti - Pcm Italia
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
8.3.2011
***
mozione- volantino - petizione
PER LO SCIOPERO TOTALE DELLE DONNE
mozione- volantino - petizione
PER LO SCIOPERO TOTALE DELLE DONNE
Uno sciopero al femminile, costruito dalle lavoratrici, da tutte le donne, operaie, precarie, disoccupate, immigrate, studentesse.
Uno sciopero su una piattaforma, parole d'ordine che esprimano l'insieme della nostra condizione di doppio sfruttamento e oppressione.
Uno sciopero per imporre sui posti di lavoro, nelle piazze, nelle scuole, il punto di vista delle donne, la doppia determinazione delle donne.
Una novità controcorrente anche per il sindacato e gli stessi lavoratori
Una lotta nuova, una rottura inaspettata da parte di padroni, governo Berlusconi,.
Contro
- il "ritorno a casa" attraverso cassintegrazione, mobilità, licenziamenti
- lo sfruttamento in lavori precari, sottopagati
- la precarizzazione della nostra vita e un futuro senza luce per le giovani donne, le studentesse
- L'aumento dell'età pensionabile a 65 anni, che non considera il lavoro "usurante" in famiglia
- le discriminazioni per legge e per accordi su salari, assunzioni, licenziamenti
- la legge Gelmini che comporta tagli delle insegnanti e aumento del lavoro per le madri
- le "dimissioni in bianco" per liberarsi delle donne in maternità
- i tagli dei servizi sociali scaricati sulle donne, il carovita
- la legge Biagi che considerando le donne di serie B riduce per legge salari, diritti
- il nuovo contratto e il 'Libro verde’di Sacconi che legando il salario all'aumento dei tempi di lavoro, penalizzano soprattutto le donne
- le molestie sessuali, le violenze sui posti di lavoro
- la fatica, lo stress psicofisico, per il doppio lavoro, l'attacco alla salute e alla nostra vita
- la schiavizzazione delle immigrate utilizzate e poi cacciate da leggi razziste
- il Ddl Carfagna e la repressione e la emarginazione delle prostitute
per
- la trasformazione a tempo indeterminato di tutti i contratti precari
- aumenti salariali, pari salario a pari lavoro
- il divieto di indagine sulla nostra condizione matrimoniale, di maternità, sessuale
- via dal posto di lavoro per chi esercita violenze
- abbassamento dell'età pensionabile alle donne
- riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, come riconoscimento del doppio lavoro
- la riduzione dei ritmi, aumento delle pause sul lavoro, come difesa anche della nostra salute
- un salario di esistenza
- pagamento contrattuale e diritti delle attività lavorative fatte dalle precarie, studentesse delle Università
- la socializzazione dei servizi domestici essenziali
- la gratuità di asili, scuole, sanità, servizi sociali
- diritto di cittadinanza e uguali diritti salariali e normativi alle immigrate
- casa delle donne in ogni città
- nessuna persecuzione delle prostitute, diritto a tutte di servizi sociali, sanità gratuita
aderisci all'appello
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