08/03/11

8 marzo a Bologna

8 MARZO SIEMPRE! 8 MARZO OVUNQUE!

Siamo donne, femministe e lesbiche che da numerosi anni si incontrano in questa città con l’obiettivo di creare, per noi stesse e per le altre, nuovi contesti di libertà e autonomia e per difendere quelli già esistenti. Oggi 8 marzo 2011 cogliamo l'occasione per ribadire le nostre posizioni sulla situazione politica e culturale che caratterizza il nostro paese.

L’8 Marzo è la giornata della lotta delle donne che risale ai primi del ‘900, quando le operaie di un’industria tessile, che scioperavano per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare, morirono arse dalle fiamme perchè il proprietario bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Si scatenò un incendio e non poterono scappare. Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale da Rosa Luxemburg.

Lottiamo contro la violenza maschile sulle donne perché le conquiste delle donne non possono mai darsi per definitive.

Nel paese in cui viviamo abbiamo assistito sempre più alla fusione fra la bava di stato e la bava del “popolo”. Una bava che ha incollato fra loro gli uomini in una riconfermata solidarietà attraverso un meccanismo pericolosissimo che ha visto la politica di vertice coincidere con le volgarità da bar più squallide e maschiliste. Abbiamo visto ogni giorno la violenza delle istituzioni e quella domestica intrecciarsi indissolubilmente, da un lato primi ministri, ispettori dei CIE, super-sindaci, movimenti per la vita, medici obiettori, dall’altra i maschi violenti della vita quotidiana.

Abbiamo visto un vecchio che detiene il potere mediatico, economico e politico e il suo entourage di pezzenti e lacché, usare, ridicolizzare, sfruttare, scambiare, ignorare, affamare, condannare le donne. Il tutto in maniera plateale, solidale e trionfale potenziando e facendo riemergere un immaginario nel quale le donne possono essere spostate come marionette a seconda dei bisogni e delle esigenze maschili. Questo immaginario in proliferazione e putrefazione scomposta ha conseguenze concrete sulle nostre vite e ce le complica notevolmente.

Denunciamo l’attuale governo di destra e chi lo sostiene come responsabile di attacchi continuati alle donne: si vedano leggi come la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, l’impedimento dell’accesso alla RU486, la legge Gelmini che colpisce le donne come lavoratrici e come madri, le leggi e le ordinanze contro la prostituzione, il decreto Maroni sulla sicurezza che nasce strumentalizzando il corpo delle donne e rende la vita impossibile a tante provenienti da altri paesi ed ancora innumerevoli provvedimenti maschilisti. Sappiamo bene che i governi a seguire non risolveranno e forse neanche affronteranno le questioni che poniamo.

Non vogliamo ripartire da zero



Non vogliamo che sugli autobus le ragazze di 15 anni debbano scrollarsi di dosso persino i vecchi di 70 anni e noi, che abbiamo gli strumenti per non farci palpeggiare, non vogliamo vivere in trincea

Non vogliamo più che le donne muoiano ammazzate

Non vogliamo che le donne vengano deportate ed espulse

Non vogliamo che il mercato della prostituzione ci venga prospettato come unica possibilità professionale

Non vogliamo che ci venga imposta una famiglia: ogni donna deve godere della libertà di scelta in ordine al proprio corpo, al lavoro, alla sessualità e alla maternità a fronte di un’eteronormatività che ancora oggi vorrebbe imporre alle donne un unico destino di mogli e madri entro una famiglia cosiddetta naturale

Non vogliamo essere merce di baratto per scambi politici tra uomini



Vogliamo essere libere di scegliere

Vogliamo un sistema economico che non cannibalizzi le nostre vite

Vogliamo essere libere di camminare di giorno e di notte, in strade illuminate ed in vicoli bui

Vogliamo essere libere di ballare in piste affollate ed in piste deserte

Vogliamo essere libere di dire no ogni volta che non ci va e di dire si quando ci pare e piace

Vogliamo dire basta al Femminicidio

E cioè a maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, economica, patrimoniale, familiare e istituzionale

Come donne e lesbiche, rivendichiamo le nostre pratiche di presenza sul territorio, l’una a fianco all’altra, per parlare e rilanciare l’unità, la complicità, il sostegno, la forza e la lotta delle donne, consapevoli che la solidarietà tra donne è l’arma più efficace che ci possiamo giocare.

Buona lotta! Buona vita!

QUELLE CHE NON CI STANNO
FUORICAMPO LESBIAN GROUP
CLITORISTRIX FEMMINISTE E LESBICHE

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Il volantino di AMAZORA

8 marzo 2011

La disparità di potere tra i due sessi, gli unici riconosciuti della legge italiana, cioè uomini e donne, aumenta sempre di più; sia in termini di diritti che nei fatti, quindi in termini di potere effettivo che l’universo maschile patriarcale esercita sulle donne. La crescita del potere degli uomini su di noi e di rimando la perdita del potere delle donne è la logica conseguenza di decenni di controffensiva verso le istanze femministe e lesbiche e delle donne in generale.
Questo attacco al nostro diritto di esistere come persone con uguale valore e dignità, tende a farci sentire senza valore e capacità di decidere, sempre meno autonome.

Questo attacco si esercita: Sul lavoro; attraverso il mantenimento della disparità di salario a parità di mansione tra uomini e donne; attraverso l’aumento dell’età pensionabile delle donne e mantenendo relegate le donne al lavoro di cura dei famigliari e non. Attraverso la precarizzazione lavorativa delle donne.

Attraverso lo stupro e l’impunità di chi lo commette; stupri e violenze contro le donne in famiglia e per strada; stupri da parte delle forze dell’ordine nelle caserme o nei CIE (campi di concentramento per donne e uomini migranti). Stupri e violenze che non si possono denunciare nei confronti delle donne immigrate ricattate dal permesso di soggiorno.

Attraverso la paura del stupro che ci toglie le autonomie di movimento nelle città. Per ogni uomo che stupra tutti gli uomini aumentano il loro potere sulle donne, la violenza su ognuna di noi è una violenza fatta a tutte le donne, una minaccia che punta ad aumentare il controllo maschile su di noi. A non farci “girare” da sole.

Attraverso la “tratta” e la costrizione fisica, economica e culturale alla prostituzione.
Attraverso la costruzione mediatica di un ideale femminile che corrisponde unicamente al desiderio maschile. La trasformazione metodica dell’immaginario femminile che diventa complementare al desiderio di potere maschile.

Attraverso la distruzione della rete protettiva e di informazione che donne di diverse generazioni si trasmettevano tra di loro per proteggere le piccole e le giovani dalle violenze degli uomini e dal colonialismo culturale del patriarcato.

Attraverso il femminicidio. Attraverso l’uccisione sistematica di donne e ragazze da parte dei loro mariti, fidanzati, ex fidanzati, parenti vari, papponi, clienti e altri maschi vari, che, anche questi, il più delle volte restano impuniti.

Attraverso la strumentalizzazione della lotta delle donne da parte di partiti politici, di governi che strumentalizzano le nostre oppressioni per giustificare guerre o leggi razziste (vedi pacchetto sicurezza).

Attraverso la maternità obbligatoria e l’ideologizzazione della maternità come massima aspirazione femminile e l’imposizione di una cultura etero diretta e dell’eterosessualità obbligatoria.

Cosa si fa quando il potere che ti opprime è così grande e ben radicato? Cosa ci resta da fare?

Impariamo a prenderci i nostri spazi, impariamo a dire no!
Impariamo a non essere complici della nostra oppressione e degli oppressori e a unirci a quelle che si ribellano e che non vogliono più subire in silenzio.

Decolonizziamo i nostri corpi e le nostre menti, creiamo una cultura diversa


AUTODETERMINAZIONE, AUTODIFESA E SOLIDARITA’ TRA LE DONNE



AMAZORA autodifesa femminista e lesbica, Bologna 2011

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