08/03/11

8 marzo a Perugia

Contro gli ostracismi della Regione Umbria all'utilizzo della RU486 come libera scelta delle donne in alternativa all'aborto chirurgico, contro la pesantissima presenza di obiettori di coscienza nei nostri ospedali che limita di fatto la piena applicazione della L194, contro una costante precarizzazione delle nostre vite, per un potenziamento dei Consultori che invece vedono minacciata la loro funzione fondamentale al fianco delle donne, perché nessuno ci debba più dire quando e se diventare madri, come ci dobbiamo muovere e divertire, per una vita libera dalla "sicurezza" del controllo e delle recinzioni, per una sicurezza fatta di reddito diritti felicità: L'OTTO M'ARZO E M'ARIVORTO!

Presidio martedì 8 marzo h.10 davanti la Regione Umbria (corso vannucci 96)

rumorose, colorate, scomposte, sfrontate, INDECOROSE E LIBERE!

Liberetutte


Per un'intera giornata di mobilitazione
Ore 10 Corso Vannucci
riprendiamoci ancora la città!
martedì 8 marzo presso Piazza della Reppublica dalle ore 16:00 alle ore 18:00

Ormai meno di una donna su due lavora, decine di migliaia sono le donne che hanno subito mobbing e molestie sessuali per ottenere e mantenere il posto lavoro, mentre dentro le mura domestiche, nell’ambito delle relazioni familiari e intime, assistiamo ad una crescita accelerata del fenomeno del femminicidio che rimanda ad una visione complessiva del fenomeno della violenza maschile sulle donne.
E’ poi evidente come la privatizzazione dei beni comuni, i tagli alla spesa sociale e la precarizzazione del lavoro siano attacchi diretti alla libertà e all’autonomia delle donne, perché è a loro per prime che si chiede di fare – gratuitamente, invisibilmente – da ammortizzatrici sociali per servizi di cura interni alla famiglia di cui il welfare non si fa più carico.
La continua mercificazione si somma agli interventi etici sui nostri corpi, dispiegando un orizzonte simbolico e normativo volti a riprodurre e a rafforzare tutti quegli sterotipi – vero movente dei femminicidi- che considerano le donne come naturalmente ancorate al ruolo di madre, moglie, curatrice della famiglia,oggetto riproduttivo e oggetto sessuale. Abbiamo dunque deciso discendere in piazza ciascuna/o con la propria soggettività, con i propri saperi e percorsi esperienziali: c’è chi proporrà performance, chi letture ad alta voce, e chi con cartelloni e striscioni richiamerà l’attenzione relativamente alle condizioni che pesano sulle nostre esistenze.
Ci riprenderemo ancora una volta il centro storico perché una città sicura è una città vissuta , rispondente ai bisogni e ai desideri di chi la vive; una città sicura è spazio comune,condiviso e dunque un luogo di socialità e di aggregazione.

Respingiamo con forza ogni attacco alla nostra autodeterminazione e pretendiamo libertà di scelta, servizi sociali, reddito e diritti!

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