8 Marzo con le lavoratrici delle coop sociali
Solidarietà alla lavoratrice licenziata dopo la maternità
Solidarietà alla lavoratrice licenziata dopo la maternità
Questo 8 Marzo siamo perchè avanzi tra tutte le lavoratrici la consapevolezza che non solo uno sciopero generale è quanto mai necessario contro il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici, ma è necessario pure costruire uno SCIOPERO TOTALE delle donne per fermare i continui attacchi alla condizione delle lavoratrici da parte di governo, padroni, chiesa, mass media, Stato, 'Famiglia'.
Questo 8 Marzo portiamo tra le lavoratrici di Ravenna l'appello (che pubblichiamo di seguito) per COSTRUIRE INSIEME UNO “SCIOPERO DELLE DONNE” delle lavoratrici, disoccupate dello Slai cobas per il sindacato di classe e del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario in particolare in una realtà dove le discriminazioni nei confronti delle lavoratrici sono molto pesanti: quella delle coop sociali in cui le donne sono la maggioranza.
Questo 8 Marzo siamo a fianco della lavoratrice in provincia di Ravenna licenziata da una coop sociale dopo la maternità perchè non è un caso isolato ma la quotidianità, fatta di precarietà, di bassi salari, di discriminazione, di diritti calpestati, di mobbing.
La lavoratrice è stata licenziata e, con un figlio a carico, da ottobre non ha più percepito lo stipendio.
Il giudice Riverso le ha dato ragione e l'ha reintegrata al suo posto di lavoro ma per una lavoratrice che vince una vertenza ce ne sono centinaia che sono sfruttate e costrette a subire. Questa vicenda parla a tutte le lavoratrici.
La solidarietà è importante in un settore poco sindacalizzato dove le lavoratrici sono isolate e subiscono pesanti ricatti. Proprio per questo è ora di ribellarsi alla precarietà quotidiana di chi lavora nelle coop sociali, all'utilizzo sempre di più di lavoratori usa-e-getta con contratti precari a termine, alla politica di tagli continui allo stato sociale da parte dei governi che si traducono in tagli di ore e in cancellazione di posti di lavoro.
Lavoratrici, c’è bisogno del vostro protagonismo, di autorganizzazione, di rendervi indipendenti anche dai sindacati confederali complici nel mantenimento di questa situazione che continuano a firmare contratti a perdere sulla vostra pelle (salari da fame, contratto scaduto ancora una volta da quasi 2 anni, deroghe contrattuali), e che subite senza potere dire la vostra (è forse un caso che le uniche elezioni dei delegati dei lavoratori nelle coop sociali di Ravenna si sono fatte 19 anni fa?!).
Organizzati nello Slai Cobas per il sindacato di classe-coop sociali Ravenna
cobasravenna@libero.it
tel. 339/8911853
cobasravenna@libero.it
tel. 339/8911853
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L’appello PER LO SCIOPERO TOTALE DELLE DONNE
Uno sciopero al femminile, costruito dalle lavoratrici, da tutte le donne, operaie, precarie, disoccupate, immigrate, studentesse.
Uno sciopero su una piattaforma, parole d'ordine che esprimano l'insieme della nostra condizione di doppio sfruttamento e oppressione.
Uno sciopero per imporre sui posti di lavoro, nelle piazze, nelle scuole, il punto di vista delle donne, la doppia determinazione delle donne.
Una novità controcorrente anche per il sindacato e gli stessi lavoratori
Una lotta nuova, una rottura inaspettata da parte di padroni, governo Berlusconi.
Contro
- il "ritorno a casa" attraverso cassintegrazione, mobilità, licenziamenti;
- lo sfruttamento in lavori precari, sottopagati
- la precarizzazione della nostra vita e un futuro senza luce per le giovani donne, le studentesse
- L'aumento dell'età pensionabile a 65 anni, che non considera il lavoro "usurante" in famiglia
- le discriminazioni per legge e per accordi su salari, assunzioni, licenziamenti
- la legge Gelmini che comporta tagli delle insegnanti e aumento del lavoro per le madri
- le "dimissioni in bianco" per liberarsi delle donne in maternità
- i tagli dei servizi sociali scaricati sulle donne, il carovita
- la legge Biagi che considerando le donne di serie B riduce per legge salari, diritti
- il nuovo contratto e il 'Libro verde' di Sacconi che legando il salario all'aumento dei tempi di lavoro, penalizzano soprattutto le donne
- le molestie sessuali, le violenze sui posti di lavoro
- la fatica, lo stress psicofisico, per il doppio lavoro, l'attacco alla salute e alla nostra vita
- la schiavizzazione delle immigrate utilizzate e poi cacciate da leggi razziste
- il Ddl Carfagna e la repressione e la emarginazione delle prostitute
per
- la trasformazione a tempo indeterminato di tutti i contratti precari aumenti salariali, pari salario a pari lavoro
- il divieto di indagine sulla nostra condizione matrimoniale, di maternità, sessuale;
- via dal posto di lavoro per chi esercita violenze
- abbassamento dell'età pensionabile alle donne
- riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, come riconoscimento del doppio lavoro
- la riduzione dei ritmi, aumento delle pause sul lavoro, come difesa anche della nostra salute
- un salario di esistenza
- pagamento contrattuale e diritti delle attività lavorative fatte dalle precarie, studentesse delle Università
- la socializzazione dei servizi domestici essenziali
- la gratuità di asili, scuole, sanità, servizi sociali
- diritto di cittadinanza e uguali diritti salariali e normativi alle immigrate
- casa delle donne in ogni città
- nessuna persecuzione delle prostitute, diritto a tutte di servizi sociali, sanità gratuita
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