Le lavoratrici degli asili, degli appalti comunali, delle scuole sfidando il divieto di sciopero, lavoratrici precarie, le studentesse, sono state le protagoniste delle iniziative nella giornata dell'8 marzo, dello sciopero delle donne, in questa giornata in cui in tutto il mondo le donne più sfruttate e oppresse scendono in lotta.
Oggi era concretamente visibile da un lato la "piazza di lotta", dall'altro le ipocrite iniziative di Comune, rappresentanti istituzionali, di professioniste, che offendono l'8 marzo e le donne.
Tanti operai,
soprattutto i giovani, hanno ascoltato attenti, hanno chiesto il
volantino; e lì dove qualche lavoratore faceva commenti stupidi: "ma cosa vogliono le donne... hanno già troppo agio...", venivano zittiti dai loro stessi compagni
di lavoro.
In piazza le lavoratrici in lotta, lavoratrici precarie, lavoratori appalti comunali dello Slai cobas sc, le rappresentanti delle studentesse, insieme a compagne del Mfpr, compagni della Fgc, di proletari comunisti, hanno tenuto un presidio combattivo, con interventi che hanno fatto sentire forte sia la voce della denuncia che dell'alternativa di una lotta contro l'intero sistema sociale che nega tutto, che scarica la pandemia, il disastro della sanità sulle famiglie e quindi sulle donne, ecc. Oggi negli interventi non si è parlato delle vertenze, delle lotte che quotidianamente fanno e continueranno a fare, ma del significato per le donne, lavoratrici dell'8 marzo, della sua origine/carattere proletario, rivoluzionario. Si è messa alla berlina chi oggi, come l'Usb con il sindaco Melucci, riduce tutta la questione delle donne a piantare un alberello di mimose; così come si è detto che le lavoratrici non hanno nulla a che fare con le signore del parlamento, del governo.
Forte è stata anche la
denuncia della Commissione di Garanzia sciopero che ha vietato lo
sciopero delle lavoratrici delle scuole, che negli altri anni hanno
costituito una componente significativa dello sciopero delle donne.
Un brindisi con vino ROSSO ha concluso la mattinata
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