Pontedera (Pi). Dopo la lunga lotta sul tetto di Palazzo Blu delle operaie precarie della Piaggio (forse) saranno assunte. Dopo la protesta al Palazzo Blu, la svolta; l'azienda apre la trattativa: «Anni con contratti a termine. Siamo fiduciose».
Un anno fa interruppero la loro protesta scendendo dal
tetto del Palazzo Blu di viale Africa (diventata una scuola e sede delle
vaccinazioni anti-Covid), dove erano rimaste per un mese a rivendicare
il lavoro. Oggi le operaie e gli operai precari della Piaggio, una
ventina, sono tornati dove tutto ha avuto inizio nella Giornata
internazionale della donna, per rivendicare il gap ancora troppo grande
tra uomini e donne in ambito lavorativo, e lo hanno fatto in un momento
importante, quando mancano poche settimane a quella che potrebbe
diventare una data storica per la loro vita. Tra poche settimane, entro
la fine del mese, la Piaggio sembrerebbe decisa ad aprire una trattativa
con le organizzazioni sindacali per il reintegro delle storiche
contrattiste a termine e degli operai entrati in azienda negli ultimi
due anni.
«Siamo fiduciosi che la trattativa possa riuscire a
mettere la parola fine ad una situazione diventata pesante- ha spiegato
Selmi, coordinatore regionale dell'industria della Usb -. Piaggio in
questi mesi ha registrato utili importanti e ha espresso chiaramente la
necessità di intraprendere un ricambio generazionale. Ora è il momento
per ridare dignità a queste lavoratrici e lavoratori». «Quella della
Giornata internazionale della donna rappresenta un momento di lotta
contro il divario ancora troppo pressante tra uomini e donne nel lavoro -
ha aggiunto Alessandra Benvenuti, sindacalista Usb Piaggio- in
particolare per quanto riguarda disparità di stipendi, trattamento e
condizione di maternità. Purtroppo la pandemia ha inasprito queste
criticità, alimentando licenziamenti e femminicidi. Temi, questi, che devono essere
sollevati non solo l'8 marzo ma ogni giorno».
«Il patriarcato e il capitalismo sono i più grandi virus
da combattere - ha concluso Benvenuti -. Queste contrattiste devono
essere reintegrate con contratti a tempo indeterminato».
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