In occasione della Giornata Internazionale della Donna anche Genova fa la sua parte: il collettivo Non Una Di Meno ha organizzato – a partire dalle ore 15:00 – un presidio dove ha sede il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca.
Tanti sono gli obiettivi della manifestazione, denominata “La scuola ha bisogno di cura adesso!”, che vede la partecipazione anche di altre realtà, quali: il collettivo di docenti In-segno, la rete E’ già settembre, il collettivo studentesco Come Studio Genova, nonché i sindacati S.I. Cobas Genova, Cobas Scuola Genova, e Slai cobas per il sindacato di classe.
Si va dall’aumento dei fondi alla scuola pubblica all’assunzione e stabilizzazione del personale precario, passando per l’eliminazione della Didattica a Distanza e delle così dette “classi pollaio”: a detta degli organizzatori le aule scolastiche non dovrebbero contenere più di quindici alunni ciascuna.
L’appuntamento è in via Giovanni Bertora, dove un certo numero di partecipanti si riunisce davanti all’Ufficio Scolastico provinciale, a pochi metri dalla sinagoga cittadina, per poi raggiungere l’entrata principale dell’edificio.
Qualche minuto dopo arrivano le militanti di Non Una Di Meno, munite di alcuni striscioni che ripetono le parole d’ordine della giornata contenute anche nel volantino unitario distribuito ai passanti: grazie ai nuovi arrivi, il presidio si gonfia sino ad essere formato da un centinaio di persone.
Particolarmente visibili, per la presenza delle loro bandiere, di alcuni cartelli recanti le loro rivendicazioni specifiche, e di uno striscione – “8 marzo sciopero! No licenziamenti! Salario e diritti per tutti” – sono i militanti del sindacato S.I. Cobas.
Tutti gli interventi riprendono la necessità della giornata di sciopero odierna, ringraziano i sindacati conflittuali presenti, e stigmatizzano il vergognoso comportamento della Commissione di Garanzia degli Scioperi.
Essa ha impedito alle lavoratrici della scuola di esercitare un diritto, costituzionalmente garantito, che però nei fatti è impedito da accordi firmati da sindacati che non si possono nemmeno definire tali non facendo, ormai da lungo tempo, gli interessi di chi dovrebbero rappresentare.
Corrispondenza da Stefano Ghio - Slai cobas per il sindacato di classe Alessandria/Genova
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