Giovedì 25 marzo si è tenuto il presidio promosso dall’assemblea naz. donne/lavoratrici di Milano davanti al consolato turco. Siamo state accolte da un numero esagerato di polizia quattro furgoni blindati posizionati in modo da non poter avvicinarci alla sede del Consolato, uno schieramento di forze a dir poco esagerato.
Le attività legate alla Convenzione di Istanbul hanno sempre rappresentato un programma fondamentale per le associazioni di donne e gruppi femministi in Turchia che si sono immediatamente ribellate al ritiro dalla Convenzione stessa perché, come hanno affermato nelle manifestazioni: ritirare la firma dalla Convenzione significa legittimare femminicidi, stupri, attacco ai diritti delle donne.
Le imponenti manifestazioni che le donne turche hanno messo in piedi contro il governo fascista Erdogan che vuole il ritorno a casa delle donne, in nome dell'unità e integrità familiare in un paese in cui è molto alto il numero di femminicidi, violenze domestiche, stupri coniugali, spose bambine, mutilazioni genitali femminili, è chiaro che tale Convenzione era una nota di disturbo, anche se rimasta da sempre nel cassetto, anzi usata come una bandierina e tirata in ballo all'occorrenza da Erdogan per dimostrare e dichiarare al mondo i presunti avanzamenti nella parità di genere nel Paese, ora dice basta, si può rottamare.
Il significato di questo gesto è inequivocabile: si vuole un governo sempre più conservatore ed autoritario, e se pensiamo al contesto internazionale tutto ciò e gravissimo, proprio l'anno scorso il parlamento ungherese aveva votato contro la ratifica, mentre il governo della Polonia aveva annunciato di uscirne.
Siamo tutte coscienti che la Convenzione non possa fermare la violenza, ma il suo ritiro ha un significato politico chiaro e preciso che tutte le donne comprendono, nelle manifestazioni le donne turche hanno affermato: “Noi fermeremo il femminicidio”,
Le manifestazioni nel paese sono state tante e non si fermeranno e noi siamo con tutte loro, con tutte noi.
Le donne e compagne che hanno partecipato al presidio hanno parlato di tutte queste cose con chi si è fermato e voleva sapere, il momento più commovente è stato il racconto di un signore turco che ci ha raccontato del "nazismo" che avanza nel suo paese, come vengono trattate e considerate le donne, ci ha ringraziato nel sostegno e solidarietà alla lotta delle donne turche che, mentre dicono al governo Erdogan “ritira la decisione, rispetta la Convenzione”, affermano con determinazione che non sono disposte a tornare indietro «Non stiamo zitte, non obbediamo» e che solo la lotta delle donne potrà impedire di riportare indietro la ruota della storia.
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