04/03/21

Dall'intervento della lavoratrice di Palermo Slai cobas sc nell'Assemblea lavoratrici e lavoratori combattivi del 20 febbraio

Lo sciopero delle donne dell’8 marzo è da un lato in continuità e dall'altro lato in sviluppo. In continuità perché ci sono già lotte in corso delle lavoratrici, delle donne, ci sono stati scioperi e manifestazioni recenti promossi dall'Assemblea delle lavoratrici e lavoratori combattivi; in sviluppo per fondere le lotte particolari e specifiche contro gli ulteriori doppi attacchi alle donne, sia sul lavoro che in casa, peggiorati nella fase di crisi/pandemia, con quelle che sono le lotte i bisogni generali. Dobbiamo dire con forza che tutta la vita deve davvero cambiare.

Dobbiamo riprendere nelle mani lo sciopero delle donne che è blocco del lavoro produttivo e riproduttivo, a partire sicuramente dai posti di lavoro, perché deve essere uno sciopero vero e non uno sciopero virtuale, uno sciopero on-line o che si riduce alle fiaccolate notturne.

Deve essere uno sciopero contro i padroni, contro il governo, e adesso è la prima risposta a questo governo Draghi che sicuramente, al di là delle parole e di qualche posto nel governo alle donne, accentuerà l'attacco sulla condizione di oppressione e sfruttamento della maggioranza delle donne. Uno sciopero contro lo Stato, uno sciopero contro gli uomini che odiano le donne. I femminicidi sono inevitabili in questo sistema capitalista patriarcale, perché esso è la vera causa dei femminicidi che ne sono il suo prodotto più marcio.

Uno sciopero di tutte le donne, del movimento femminista. Ma prima di tutto lo sciopero di chi è centrale nella lotta di classe delle donne; e centrali sono le operaie, le lavoratrici, tutte quelle che non ci stanno e che resistono.

Noi diciamo lotta a 360° perché tutta la vita deve cambiare, perché le donne vengono attaccate sul lavoro, sono attaccate perché devono fare più figli, sono uccise in casa e stuprate. Allora, l’oppressione delle donne è oppressione a 360°, è l'oppressione senz'altro, è l'oppressione totale che rispecchia tutte le oppressioni.

Ecco perché questo sciopero non può essere considerato un normale sciopero sindacale, seppur generale, e non deve essere considerato uno sciopero che si schiaccia solo su vertenze, anche se sono importanti nei nostri territori.

La lotta delle donne è centrale per combattere per una nuova società perchè non c'è alcuna possibilità di abbellire l'oppressione che subiamo sotto questo sistema.

Quindi questo sciopero, anche se parte dalle lotte reali e concrete di tutti i giorni, deve porre la prospettiva rivoluzionaria, in cui le donne devono essere in prima linea per rovesciare questo sistema capitalista che utilizza vecchio e moderno patriarcalismo.

Questa è una comprensione che si va acquisendo facendo. È una battaglia che non è scontata.

E quindi questo sciopero delle donne deve servire anche per scatenare la battaglia laddove non è compresà, dalle organizzazioni sindacali, dalle realtà politiche di lotta, anche quelle più combattive, che cosa è la lotta e delle donne, la questione delle donne.

Quindi lo sciopero delle donne dobbiamo impugnarlo come arma anche per scatenare questa battaglia laddove ancora la lotta e la questione delle donne non viene compresa nel profondo, nella sua importanza e viene derubricata solo a un punto di una piattaforma generale o solo a una generica questione di genere.

Ripartiamo dalla piattaforma delle donne/lavoratrici, che è una piattaforma che nasce dalle lotte reali, dalle inchieste dirette e indirette e che, quindi, non viene calata dall'alto, una piattaforma che si può arricchire, con le denunce, i bisogni, le lotte delle donne.

La costruzione dello sciopero delle donne deve essere ogni giorno, dobbiamo andare nei posti di lavoro, dobbiamo farlo conoscere e dobbiamo organizzare anche squadre di lavoratrici per farlo arrivare ovunque possibile, con tutti i mezzi possibili. Ma questa è una questione anche dei lavoratori perché lo sciopero delle donne deve essere sostenuto attivamente anche dai lavoratori.

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