Grande solidarietà a Pina Imbrenda,
Stefania Fantauzzi, Mimmo Destratis, Antonio Lamorte e a tutte e
tutti i delegati, iscritti Fiom della Fca Sata, di Termoli,
degli
altri stabilimenti ex Fiat, colpiti vergognosamente dalla
Cgil/Fiom.
per la loro attività sindacale.
Questa azione, che ne chiede
l'espulsione dalla Fiom, era già prevedibile nei mesi precedenti.
I nostri interventi alla Fca Sata di
Melfi, le discussioni avute con operaie e operai, delegati e
iscritti
Fiom nei mesi passati fino alla “marcia delle donne” dell'11
dicembre scorso, alla iniziativa per l'8 marzo di proposta di
piattaforma delle operaie, avevano già evidenziato come il
problema
che dava fastidio alla Direzione Fiom/Cgil era soprattutto
l'attività
che Pina e gli altri operai/Rsa stavano portando avanti tra le
operaie e gli operai alla Sata.
La Fiom nazionale già da questa estate
aveva assunto un atteggiamento all'interno della Sata e dato
indicazione ai suoi Rsa e iscritti di “stare fermi”,
evidentemente per non ostacolare la linea di unità con Fim, Uilm e
il tentativo di rilegittimarsi verso Marchionne.
Sembrava che gli operai non si
accorgessero neanche che c'era la Fiom in fabbrica. E questo in
una
situazione in cui era passato già di tutto tra gli operai, la
riduzione delle pause, l'aumento dei ritmi e dei carichi di
lavoro,
gli straordinari obbligatori...
La Fiom nazionale ha, quindi,
costantemente messo i bastoni tra le ruote ai pochi delegati,
iscritti che invece cercavano di fare, e li hanno fatti, scioperi
contro gli straordinari, contro le condizioni di insicurezza, ecc.
In questa situazione la questione
tuta,
al di là del merito, è andata a scoprire anche un “nervo
scoperto” della Fiom: la non attenzione verso la condizione
generale delle operaie; al di là di questionari e inchieste, che
però non si trasformavano mai né in indicazioni di lotta né in
organizzazione delle donne (anche la Fiom ha nominato solo una
operaia RSA alla Sata).
Qui la Fiom regionale e nazionale,
Landini, prima hanno risposto col silenzio, poi vedendo che la
raccolta firme si allargava ad altri stabilimenti, se n'è
appropriata ipocritamente, ma per affossarla, cercando di
chiuderla
con una inaccettabile mediazione con l'azienda.
Alla Fiom nazionale non andava bene il
protagonismo delle operaie, l'iniziativa indipendente.
La battaglia, quindi, andava
necessariamente portata avanti oltre e contro la Fiom, portando
avanti e rafforzando l'azione in fabbrica con le operaie e gli
operai.
Che la Fiom sia “staccata dai
lavoratori”, come ha detto qualche lavoratrice, non è affatto una
novità e le operaie e gli operai lo sanno fin troppo bene.
Per
questo, anche l'attacco attuale, pensiamo, che non debba
essere
gestito come uno scontro all'interno della Fiom su una
questione di
“democrazia” che ogni operaio/a che ha la testa sulle spalle
sa
bene che non esiste quando si abbandonano gli interessi e la
lotta in
fabbrica e fuori.
Pensiamo
che occorre ripartire da dove si è cominciati: la battaglia
sulle
pause, contro i carichi e ritmi di lavoro, per la sicurezza,
e,
perchè no, per il cambio della tuta (visto che la nuova tuta
grigio
chiaro ha tutta l'aria di una presa in giro).
NOI
SU QUESTE BATTAGLIE, COME ABBIAMO FATTO FINORA, CI SAREMO E
LE
FAREMO, CHE CI SIANO O NO ALTRE FORZE, via via che è
possibile e per
tutto il tempo necessario.
Riportiamo
la proposta di piattaforma diffusa alle portinerie Fca
Sata per l'8
marzo:
-
le pause devono tornare ad essere di 20 minuti l'una
-
i bagni delle operaie devono essere di più e più vicini alle
postazione di lavoro
-
riduzione dei carichi e ritmi di lavoro – No all'Ergo Uas
-
riduzione velocità delle linee per ridurre tempi e
ripetitività dei
movimenti
-
riposi nei giorni di sabato e domenica, senza riduzione del
salario
-
tutela della salute delle donne, miglioramento dei sistemi
di
sicurezza, a partire dai reparti nocivi (fumo, rumore, ecc);
richiesta agli Enti ispettivi di una verifica generale,
sotto il
nostro controllo!
-
ridurre la concentrazione di lavoratori su alcune linee,
perchè
anche questo ha a che fare con la dignità delle donne
-
rappresentanti donne dappertutto, Rsu, Rls, decise dalle
operaie
-
Assemblee
sindacali
retribuite delle operaie in più rispetto a quelle stabilite
Infine, sulla
tuta,
non ci rassegniamo. La Fca deve rispettare la nostra dignità!
UN
FORTE SALUTO!
Lavoratrici
Slai cobas per il sindacato di classe
Movimento
femminista proletario rivoluzionario
TA.
15.3.16
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