08/03/16

Per un 8 Marzo di lotta e resistenza di tutte le donne del mondo, Jin jiyan azadi – donna vita libertà Kurdistan

Viva la resistenza di Sur ( Amed) e di Cizre

Quest’ anno per la prima volta dal dopoguerra le lavoratrici e le precarie scioperano contro lo sfruttamento nei posti di lavoro, condizioni di lavoro disumane e schiavizzanti per molti settori della produzione capitalistica, ma anche contro l’ intero sistema sessista- eterosessista e patriarcale dominante, fatto di violenza e femminicidi, sia in famiglia che da parte delle istituzioni totali dello stato. Questo sciopero e questa giornata di lotta la vogliamo dedicare a tutte le donne che resistono e  in particolare alle donne curde che tutti i giorni lottano contro il potere degli apparati militari, delle forze speciali, della polizia,  dei mercenari e dei servizi segreti.

Il genocidio del popolo curdo si sta consumando giorno dopo giorno davanti ai nostri occhi, nell’ indifferenza totale di tutti e nella sensazione umiliante di non riuscire almeno neanche a rompere questo silenzio assordante. Negli ultimi quattro mesi più di 400 civili e in particolare donne e bambini sono stati massacrati dalla macchina da guerra di un capo di stato –erdogan- che di fatto è un assassino e criminale di una guerra sporca. Ma dall’ altra parte ci sono le donne curde organizzate materialmente e ideologicamente, combattono con le armi, con le agenzie stampa, con gli scioperi della fame, con le barricate e le marce, con le bandiere bianche quando cercano di recuperare i corpi dei loro figli, con le manifestazioni e sit-in in tutta Europa, con  la conoscenza e coscienza multiculturale, ecologista e femminista e soprattutto con la determinazione a non lasciare la propria terra e ritornare per ricostruire sulle macerie della guerra. Adesso Cizre è come Gaza e Kobane, completamente distrutta e spopolata, dove si sono consumati atroci crimini di guerra, 186 civili sono stati massacrati e bruciati vivi mentre cercavano rifugio in alcuni scantinati, abbiamo ascoltato i loro ultimi appelli quasi in diretta. Adesso uno alla volta quelle persone, quei nomi  sono cadaveri bruciati che non si possono neanche identificare. I militari hanno di nuovo esposto i corpi nudi e torturati di due donne combattenti per le strade e hanno diffuso le loro immagini in tutti i social-media, così come avevano già fatto con la guerrigliera Ekin Wan questa estate. Ma le donne stanno ritornando in città ed hanno già iniziato a ricostruire la loro vita e il loro sogno di libertà con la rivoluzione e l’ autogoverno. Cosi come per Kobane adesso la mezza luna rossa curda  un’ associazione per i diritti umani ha lanciato un appello per sostenere la ricostruzione e il ritorno delle persone a Cizre. Le democrazie occidentali, il parlamento europeo, la corte internazionale per i crimini di guerra, l’ONU e tutte le più importanti istituzioni a livello mondiale sono diventate con il loro silenzio complici di questi massacri e genocidi.  Solo i popoli autorganizzati dal basso possono sostenere chi sta lottando per la propria autodeterminazione e libertà, con le donne in prima linea in tutti i settori della società. E’ importante ritornare alla solidarietà concreta da questa giornata. Proprio in questo momento altri 200 civili sono intrappolati in uno scantinato nel quartiere di Sur ad Amed, rischiano in ogni momento di essere massacrati, perché stanno resistendo alla distruzione delle forze speciali, non possiamo fare finta di niente e dobbiamo fermare quest’ ulteriore massacro in corso.

Continuiamo a lottare unite e con forza contro chi ci vuole annientarci moralmente e fisicamente, seguiamo l’ esempio delle compagne curde,organizziamoci qui e ora perché non possiamo fare diversamente.

Siano i padroni e gli assassini a bruciare vivi!

Jin jiyan azadi – donna vita libertà

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