"L’ESPOSIZIONE FEMMINILE A STRESS,
VIOLENZE E STALKING SUL LAVORO" - MA CONTRO QUESTO, NON
BASTANO ACCORDI TRA I VERI RESPONSABILI (I PADRONI) E I LORO
COMPLICI (OO.SS.), MA SERVE LA LOTTA DELLE DONNE!
MFPR
Da www.puntosicuro.it
L’ESPOSIZIONE FEMMINILE A STRESS,
VIOLENZE E STALKING
In occasione della festa dell’8 marzo un
articolo sulla sicurezza in ottica di genere: l’esposizione
femminile ai rischi psico-sociali, ai fattori di stress, al
mobbing, alle intimidazioni, alle molestie sessuali e alle
violenze sul lavoro.
Diverse pubblicazioni in questi anni
hanno segnalato come le patologie psichiche siano molto in
crescita tra le donne, con la depressione che è la principale
causa di disabilità tra i 15 e i 44 anni e una percentuale del 20%
di donne che usa ansiolitici (il 15% antidepressivi) contro il
9% degli uomini. E in alcune attività a prevalente occupazione
femminile, come l’attività infermieristica, la probabilità di
essere vittime di atti di violenze sul lavoro sono ben tre
volte superiori rispetto alle altre categorie di lavoratori.
La pubblicazione ricorda che la presenza
di stress nel mondo del lavoro è correlata a diversi fattori:
- il tipo di lavoro svolto
(problemi con attrezzature inadeguate, ripetitività dei
compiti, carico di lavoro eccessivo o insufficiente, lavoro a
turni o orari rigidi);
- la posizione nella gerarchia
organizzativa (immobilismo professionale e assenza di
prospettive, comunicazione carente, isolamento sociale o
fisico);
- la discriminazione; le
difficoltà di conciliare lavoro e vita privata; le molestie
sessuali.
E si segnala che rispetto ai colleghi
maschi, l’esposizione femminile a tali fattori di rischio è
molto superiore a causa delle discriminazioni subite sul
lavoro e delle maggiori responsabilità domestiche e familiari.
Monotonia, scarsa autonomia, orari
rigidi di lavoro, impiego in mansioni emotivamente gravose
(come accade per le infermiere o per le insegnanti che, ad
esempio, lavorano molte ore in piedi, in ambienti rumorosi,
fattori che già di per sé rappresentano un rischio per la
salute, spesso anche a contatto con bambini con disturbi),
sono tutti fattori di stress particolarmente onerosi per le
donne, proprio alla luce del ruolo sociale che ricoprono.
...le molestie sessuali (manifestazioni
verbali come battute a sfondo sessuale, non verbali come
sguardi fissi e prolungati, e fisiche, come i contatti fisici
non richiesti, ecc.) sono un fattore di stress percepito molto
più frequentemente dalle donne che dagli uomini e denunciato
dal 30-50% delle lavoratrici contro il 10% dei lavoratori,
secondo alcuni studi condotti dalla Commissione Europea Lavoro
e Affari Sociali.
Senza dimenticare che spesso le molestie
sessuali non vengono denunciate per paura di perdere il posto
di lavoro o per il timore di ritrovarsi emarginate dai
colleghi.
Anche le intimidazioni e il mobbing sono
fattori di stress, dagli accertati effetti sintomatologici sul
piano della salute fisica, mentale e psicosomatica della
vittima che li subisce, quali stress, depressione, diminuzione
dell’autostima, sensi di colpa, fobie, disturbi del sonno e
degli apparati digestivo e muscolo-scheletrico; anche questo
tipo di rischi è percepito con maggiore frequenza rispetto ai
colleghi uomini.
...gli ambienti più a rischio riguardo
alle violenze sono costituiti dal settore terziario, con
particolare riferimento alle aziende che operano nel settore
sanitario, dei trasporti, della vendita al dettaglio,
dell’istruzione e del settore dell’industria alberghiera.
...Concludiamo l’articolo presentando
brevemente una scheda di approfondimento del documento INAIL
dedicata allo stalking.
Infatti alcuni comportamenti come
telefonate, sms, e-mail, visite a sorpresa e perfino l’invio
di fiori o regali, possono essere graditi segni di affetto
che, tuttavia a volte, possono trasformarsi in vere e proprie
forme di persecuzione in grado di limitare la libertà di una
persona e di violare la sua privacy. E la persecuzione avviene
solitamente mediante reiterati tentativi di comunicazione
verbale e scritta, appostamenti e intrusioni nella vita
privata.
I contesti in cui si manifesta lo
stalking riguardano nella maggior parte dei casi la relazione
di coppia (55%), il condominio, la famiglia
(figli/fratelli/genitori), ma
nel 15% dei casi riguardano anche il posto di
lavoro/scuola/università.
ACCORDO QUADRO SU MOLESTIE E
VIOLENZE SUL LAVORO
02 marzo 2016 di Tiziano Menduto
Il 25 gennaio 2016 è stato recepito l’Accordo
quadro sulle molestie e sulla violenza sul luogo di lavoro
firmato tra Confindustria, CGIL, CISL E UIL”, il 26
aprile 2007.
L’importanza di questo Accordo
“volontario” nasce principalmente dalla rilevanza che in
questi anni di crisi congiunturale, di aumento delle
tensioni nelle aziende, di instabilità del mondo del lavoro,
ha assunto il tema delle violenze e delle molestie nei
luoghi di lavoro.
Quali sono i punti qualificanti? Che
conseguenze avrà l’Accordo recepito?
Per avere qualche risposta abbiamo
intervistato Giulia Barbucci che lavora nell’Area delle
politiche europee e internazionali della CGIL.
In particolare l’Accordo mira a
impedire e a gestire i problemi di prepotenza, molestie
sessuali e violenza fisica sui luoghi di lavoro. Esso
condanna tutte le forme di molestia e violenza e conferma il
dovere del datore di lavoro di tutelare i lavoratori contro
tali rischi. Le imprese sono tenute ad adottare una politica
di tolleranza zero contro tali comportamenti e a fissare
procedure per gestire i casi di molestie e violenza. I
ricorsi andranno esaminati e risolti rapidamente. Contro i
colpevoli saranno adottate misure adeguate, dall’azione
disciplinare fino al licenziamento, mentre alle vittime sarà
fornita assistenza nel processo di reinserimento.
Il ritardo delle parti sociali
italiane è dipeso, in parte, da un atteggiamento di chiusura
da parte delle organizzazioni datoriali.
L’Accordo si applica a tutti i luoghi
di lavoro e a tutti i lavoratori indipendentemente dalla
dimensione dell’azienda, della sua attività e tipologia
contrattuale.
L’Accordo afferma, inoltre, che le
molestie e la violenza sono causate da comportamenti
inaccettabili da parte di uno o più individui e che possono
avere forme differenti: fisiche, psicologiche e/o sessuali,
costituire un singolo episodio o avere un carattere più
sistematico, avere luogo tra colleghi, tra superiori e
subordinati o da parte di terzi, a partire da casi di minore
entità, fino a casi più gravi che richiedono l’intervento
delle autorità pubbliche.
Tra le misure previste,vi sono quelle
di aumentare la consapevolezza del fenomeno e la previsione
di formazione specifica, si applicano a tutti, lavoratori e
manager.
Inoltre le imprese hanno l’obbligo di
non tollerare molestie e violenza, quindi è necessario
definire specifiche procedure, compresa la nomina di una
persona di fiducia, decisa congiuntamente tra impresa e
lavoratori, che può essere un collega di lavoro o un esperto
esterno quale ad esempio uno psicologo del lavoro.
Nell’Accordo si affida alle parti
sociali sul territorio il compito di individuare le
strutture più idonee nell’assicurare una adeguata assistenza
a coloro che siano stati vittime di molestie o violenza nei
luoghi di lavoro, ferma restando la facoltà delle singole
imprese di adottare ulteriori specifiche soluzioni.
Nessun commento:
Posta un commento