03/03/16

Alcune note sulla maternità surrogata

Dal blog Proletari Comunisti
 
1) Denunciamo e lottiamo contro la campagna di destra, fascista, integralista portata avanti dalla Lega di Salvini, dal Ncd, dai partiti di centro destra, dalla Chiesa, in generale dall'area del 'Family day'.
Questi partiti, forze, esponenti denunciano la maternità surrogata in nome di posizioni e concezioni di destra, familiste, del ruolo della donna come riproduttrice al servizio della "sacra famiglia: donna, uomo, bambino" e del sistema del capitale.
Sono contro l'utero in affitto con la stessa ideologia reazionaria, cattolico-integralista con cui sono contro il diritto d'aborto, la maternità come scelta della donna, la fecondazione artificiale, ecc.
Come sempre - vedi unioni civili e adozione del figlio del partner - coprono queste posizioni con la squallida ipocrisia sui bambini, sulla famiglia, che è diventata il luogo più pericoloso per le donne e i bambini.
Gli esponenti di queste forze, i preti, che ora alzano alte grida contro “l'utero in affitto”, contro l'uso del corpo delle donne povere, sono i primi che sfruttano spesso i corpi delle donne, fino alle bambine, col turismo sessuale.
QUESTO OGGI E' IL PRIMO FRONTE DI LOTTA DEL MOVIMENTO DELLE DONNE, la principale contraddizione antagonista sulla questione dei diritti delle donne.
Non si può prendere posizione contro la maternità surrogata senza schierarsi e lottare contro questa crociata da moderno medioevo, che è contro le donne, prima di tutto.
Il M5S lo collochiamo in questo fronte, per le posizioni ambigue, ma come risultato a sostegno di quelle della destra, già prese sulla questione adozioni nelle coppie omosessuali.

2) Il governo Renzi, il PD è parte ed effettivo regista di questo fronte. Renzi e le sue ministre hanno "giurato" ai loro compagni di merende che non vogliono parlare della "maternità surrogata", ma questo non c'entra nulla col rispetto del corpo delle donne e dei diritti delle donne. Visto che nel silenzio il 15 gennaio scorso, è passata una maxi multa alle donne che abortiscono fuori dalle strutture pubbliche, che va da 5 a 10mila euro, e che evidentemente colpirà tantissime donne, spesso le più povere, che sono costrette ad abortire negli studi privati, perchè l'obiezione di coscienza arriva, soprattutto al sud, anche al 90%. Visto come stanno peggiorando, col jobs act, i licenziamenti, la disoccupazione, le permanenti discriminazioni, il peggioramento dei servizi sociali, le condizioni di vita e di lavoro della maggioranza delle donne.

3) E' evidente che la maternità surrogata nella grande maggioranza dei casi è sfruttamento violento del corpo delle donne. E' espressione di una inaccettabile disparità, che è soprattutto di classe. In generale si tratta di un rapporto mercificato: c'è chi compra perchè ha i soldi, c'è chi vende perchè ha bisogno di soldi. Non lo chiede chiunque a una donna di fare un bambino, lo fa chi lo può chiedere perchè ha soldi.
Quindi non è affatto un rapporto di volontà alla pari. Non ci può essere in un sistema sociale basato sulla divisione in classi. Non ci può essere in un sistema in cui le donne sono condizionate e oppresse nel loro ruolo riproduttivo. E, in ogni caso, anche in una relazione non costrittiva, il “proprietario” del futuro bambino e la donna stanno inevitabilmente su due piani diversi: chi ha deciso, chi pone le condizioni, è chi vuole utilizzare l'utero di un'altra donna.
Nessuno può negare che la stragrande maggioranza delle maternità surrogate avvengono sfruttando la povertà delle donne, e soprattutto delle donne dei paesi del terzo mondo da parte di coppie o persone singoli dei paesi imperialisti – mettendo in luce, anche su questo. il rapporto di dominio, di oppressione, di rapina da parte dei paesi imperialisti verso le popolazioni dei paesi dipendenti. Nessuno può nascondere che su questo vi è una vera e propria industria, in cui le donne sono la forza-lavoro produttiva di una merce particolare: i bambini. Come scrive Bia Sarasini su Il Manifesto: “...i paesi asiatici, come l'India o il Nepal, sono una terra di predazione, fino al confinamento delle gestanti in cliniche che assomigliano a reclusori, per garantirsi la perfezione delle creature che devono nascere (se poi non piace, il bambino viene rifiutato). Sfruttamento, riduzione in schiavitù, vendita del corpo o pezzi di corpo”.
Questo, pone necessariamente l'obbligo di dire NO all'utero in affitto.
Coloro che parlano di “libera volontà”, che fanno mille distinguo, vogliono nascondere la realtà concreta, il fatto, materialistico, che finchè ci sono le classi, finchè c'è l'imperialismo e le popolazioni schiacciate da esso, finchè le donne, in qualsiasi latitudine del mondo, sono doppiamente sfruttate e oppresse, parlare di libertà è fare dello “spirito ad un funerale”, è voler dipingere di rosa, ma solo per sé, le tendine di un mega carcere in cui, più questo sistema sociale va avanti e più anche nei paesi cosiddetti “civili” le donne sono ricacciate a 50 anni indietro.

Chiaramente, se una donna volontariamente fa una gravidanza per altri, gratuitamente, è una scelta individuale (anche qui varrebbe, come qualcuno ha ricordato, lo slogan del movimento anni '70: “l'utero è mio e lo gestisco io”), ma questo non può in nessuna maniera cambiare la realtà generale.
Su questo, comunque, occorre sgombrare il campo dalle ipocrisie borghesi. Viene tanto e in tanti modi sfruttato, violentato il corpo delle donne, che i neofiti “difensori delle donne” non possono certo emergersi a difensori delle donne se il loro corpo serve per dare un figlio ad altri.

C'è inoltre un aspetto ideologico che in questo sistema sociale in cui la condizione di subordinazione delle donne è un anello centrale, non può essere ignorato: fare un figlio per altri o altre è l'espressione della considerazione del ruolo del corpo della donna come “macchina riproduttiva”, che il movimento delle donne ha sempre combattuto e combatte.
4) Nello stesso tempo, non siamo affatto d'accordo che vi debbano essere leggi che reprimano la maternità surrogata. Primo, perchè chi dovrebbe fare le leggi per reprimere sono gli stessi Stati imperialisti che portano avanti la massima oppressione istituzionalizzata verso le donne e i bambini, che massacrano donne e bambini (e mai come in questo periodo è vero, se pensiamo ai migranti, ai bombardamenti, alle guerre che anche l'Italia si appresta a fare e a guidare); secondo, perchè come, avviene per la prostituzione, per l'aborto clandestino, sono poi anche le donne che verrebbero colpite dagli interventi repressivi, diventando due volte vittime. Ma anche perchè in nome del dire No allo sfruttamento del corpo delle donne, che invece va avanti liberamente nei paesi del Terzo mondo come nei paesi imperialisti, verrebbe giustificata e legittimata una coercizione sempre e comunque della volontà delle donne; insieme ad una non distinzione tra lotta allo sfruttamento del corpo delle donne (vedi appunto turismo sessuale) e maternità surrogata in sé e per sé.

5) Così come non siamo d'accordo con alcune argomentazioni sul No alla maternità surrogata, che vengono dal fronte del femminismo borghese e piccolo borghese. Queste argomentazioni esprimono una concezione moralista e/o idealista della maternità, che, lo si voglia o no, fanno da altra faccia della “mistica della maternità” conservatrice/cattolica.
Una di queste argomentazioni, per esempio, riguarda il rapporto madre-figlio nei 9 mesi di gestazione che verrebbe “violentemente interrotto alla nascita e dall'affidamento del bambino ad altri”. Ma questo rapporto avviene realmente quando il bambino non è più dipendente dal corpo della donna; diversamente si finisce col dar ragione a tutta la canea borghese, clericale sui diritti dell'embrione, come già una “persona”.
D'altronde, il rapporto, i bambini lo possono costruire con chi li cresce, al di là se li hanno partoriti o meno. Ed è sbagliato scrivere - come fa l'appello di 'Se non ora quando': Se vengono programmaticamente scissi dalla storia che li ha portati alla luce e che comunque è la loro, i bambini diventano merce”. Facendo di fatto una sorta di idolatria della maternità, del legame, pre nascita, bambino/madre. Questo è sbagliato, e non ha alcuna base materialistica.
Il femminismo borghese, composto da “buone signore”, si “indigna”, ma non fa alcuna lotta contro il sistema capitalista, il suo Stato, i suoi governi, che per principio rendono le persone delle merci, o degli ingranaggi al servizio della suo profitto.

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