Dal blog Proletari Comunisti
1) Denunciamo e lottiamo contro la
campagna di destra, fascista, integralista portata avanti dalla Lega
di Salvini, dal Ncd, dai partiti di centro destra, dalla Chiesa, in
generale dall'area del 'Family day'.
Questi partiti, forze,
esponenti denunciano la maternità surrogata in nome di posizioni e
concezioni di destra, familiste, del ruolo della donna come
riproduttrice al servizio della "sacra famiglia: donna, uomo,
bambino" e del sistema del capitale.
Sono contro l'utero in affitto con la stessa ideologia reazionaria, cattolico-integralista con cui sono contro il diritto d'aborto, la maternità come scelta della donna, la fecondazione artificiale, ecc.
Come sempre - vedi unioni civili e adozione del figlio del partner - coprono queste posizioni con la squallida ipocrisia sui bambini, sulla famiglia, che è diventata il luogo più pericoloso per le donne e i bambini.
Gli esponenti di queste forze, i preti, che ora alzano alte grida contro “l'utero in affitto”, contro l'uso del corpo delle donne povere, sono i primi che sfruttano spesso i corpi delle donne, fino alle bambine, col turismo sessuale.
QUESTO OGGI E' IL PRIMO FRONTE DI LOTTA DEL MOVIMENTO DELLE DONNE, la principale contraddizione antagonista sulla questione dei diritti delle donne.
Non si può prendere posizione contro la maternità surrogata senza schierarsi e lottare contro questa crociata da moderno medioevo, che è contro le donne, prima di tutto.
Il M5S lo collochiamo in questo fronte, per le posizioni ambigue, ma come risultato a sostegno di quelle della destra, già prese sulla questione adozioni nelle coppie omosessuali.
2) Il governo Renzi, il PD è parte ed effettivo regista di questo fronte. Renzi e le sue ministre hanno "giurato" ai loro compagni di merende che non vogliono parlare della "maternità surrogata", ma questo non c'entra nulla col rispetto del corpo delle donne e dei diritti delle donne. Visto che nel silenzio il 15 gennaio scorso, è passata una maxi multa alle donne che abortiscono fuori dalle strutture pubbliche, che va da 5 a 10mila euro, e che evidentemente colpirà tantissime donne, spesso le più povere, che sono costrette ad abortire negli studi privati, perchè l'obiezione di coscienza arriva, soprattutto al sud, anche al 90%. Visto come stanno peggiorando, col jobs act, i licenziamenti, la disoccupazione, le permanenti discriminazioni, il peggioramento dei servizi sociali, le condizioni di vita e di lavoro della maggioranza delle donne.
3) E' evidente che la maternità surrogata nella grande maggioranza dei casi è sfruttamento violento del corpo delle donne. E' espressione di una inaccettabile disparità, che è soprattutto di classe. In generale si tratta di un rapporto mercificato: c'è chi compra perchè ha i soldi, c'è chi vende perchè ha bisogno di soldi. Non lo chiede chiunque a una donna di fare un bambino, lo fa chi lo può chiedere perchè ha soldi.
Sono contro l'utero in affitto con la stessa ideologia reazionaria, cattolico-integralista con cui sono contro il diritto d'aborto, la maternità come scelta della donna, la fecondazione artificiale, ecc.
Come sempre - vedi unioni civili e adozione del figlio del partner - coprono queste posizioni con la squallida ipocrisia sui bambini, sulla famiglia, che è diventata il luogo più pericoloso per le donne e i bambini.
Gli esponenti di queste forze, i preti, che ora alzano alte grida contro “l'utero in affitto”, contro l'uso del corpo delle donne povere, sono i primi che sfruttano spesso i corpi delle donne, fino alle bambine, col turismo sessuale.
QUESTO OGGI E' IL PRIMO FRONTE DI LOTTA DEL MOVIMENTO DELLE DONNE, la principale contraddizione antagonista sulla questione dei diritti delle donne.
Non si può prendere posizione contro la maternità surrogata senza schierarsi e lottare contro questa crociata da moderno medioevo, che è contro le donne, prima di tutto.
Il M5S lo collochiamo in questo fronte, per le posizioni ambigue, ma come risultato a sostegno di quelle della destra, già prese sulla questione adozioni nelle coppie omosessuali.
2) Il governo Renzi, il PD è parte ed effettivo regista di questo fronte. Renzi e le sue ministre hanno "giurato" ai loro compagni di merende che non vogliono parlare della "maternità surrogata", ma questo non c'entra nulla col rispetto del corpo delle donne e dei diritti delle donne. Visto che nel silenzio il 15 gennaio scorso, è passata una maxi multa alle donne che abortiscono fuori dalle strutture pubbliche, che va da 5 a 10mila euro, e che evidentemente colpirà tantissime donne, spesso le più povere, che sono costrette ad abortire negli studi privati, perchè l'obiezione di coscienza arriva, soprattutto al sud, anche al 90%. Visto come stanno peggiorando, col jobs act, i licenziamenti, la disoccupazione, le permanenti discriminazioni, il peggioramento dei servizi sociali, le condizioni di vita e di lavoro della maggioranza delle donne.
3) E' evidente che la maternità surrogata nella grande maggioranza dei casi è sfruttamento violento del corpo delle donne. E' espressione di una inaccettabile disparità, che è soprattutto di classe. In generale si tratta di un rapporto mercificato: c'è chi compra perchè ha i soldi, c'è chi vende perchè ha bisogno di soldi. Non lo chiede chiunque a una donna di fare un bambino, lo fa chi lo può chiedere perchè ha soldi.
Quindi non è affatto un rapporto di
volontà alla pari. Non ci può essere in un sistema sociale basato
sulla divisione in classi. Non ci può essere in un sistema in cui le
donne sono condizionate e oppresse nel loro ruolo riproduttivo. E, in
ogni caso, anche in una relazione non costrittiva, il “proprietario”
del futuro bambino e la donna stanno inevitabilmente su due piani
diversi: chi ha deciso, chi pone le condizioni, è chi vuole
utilizzare l'utero di un'altra donna.
Nessuno può negare che la stragrande
maggioranza delle maternità surrogate avvengono sfruttando la
povertà delle donne, e soprattutto delle donne dei paesi del terzo
mondo da parte di coppie o persone singoli dei paesi imperialisti –
mettendo in luce, anche su questo. il rapporto di dominio, di
oppressione, di rapina da parte dei paesi imperialisti verso le
popolazioni dei paesi dipendenti. Nessuno può nascondere che su
questo vi è una vera e propria industria, in cui le donne sono la
forza-lavoro produttiva di una merce particolare: i bambini. Come
scrive Bia Sarasini su Il Manifesto: “...i paesi asiatici, come
l'India o il Nepal, sono una terra di predazione, fino al
confinamento delle gestanti in cliniche che assomigliano a reclusori,
per garantirsi la perfezione delle creature che devono nascere (se
poi non piace, il bambino viene rifiutato). Sfruttamento,
riduzione in schiavitù, vendita del corpo o pezzi di corpo”.
Questo, pone necessariamente l'obbligo di dire NO all'utero in affitto.
Questo, pone necessariamente l'obbligo di dire NO all'utero in affitto.
Coloro che parlano di “libera
volontà”, che fanno mille distinguo, vogliono nascondere la realtà
concreta, il fatto, materialistico, che finchè ci sono le classi,
finchè c'è l'imperialismo e le popolazioni schiacciate da esso,
finchè le donne, in qualsiasi latitudine del mondo, sono doppiamente
sfruttate e oppresse, parlare di libertà è fare dello “spirito ad
un funerale”, è voler dipingere di rosa, ma solo per sé, le
tendine di un mega carcere in cui, più questo sistema sociale va
avanti e più anche nei paesi cosiddetti “civili” le donne sono
ricacciate a 50 anni indietro.
Chiaramente, se una donna
volontariamente fa una gravidanza per altri, gratuitamente, è una
scelta individuale (anche qui varrebbe, come qualcuno ha ricordato,
lo slogan del movimento anni '70: “l'utero è mio e lo gestisco
io”), ma questo non può in nessuna maniera cambiare la realtà
generale.
Su questo, comunque, occorre sgombrare
il campo dalle ipocrisie borghesi. Viene tanto e in tanti modi
sfruttato, violentato il corpo delle donne, che i neofiti “difensori
delle donne” non possono certo emergersi a difensori delle donne se
il loro corpo serve per dare un figlio ad altri.
C'è inoltre un aspetto ideologico che
in questo sistema sociale in cui la condizione di subordinazione
delle donne è un anello centrale, non può essere ignorato: fare un
figlio per altri o altre è l'espressione della considerazione del
ruolo del corpo della donna come “macchina riproduttiva”, che il
movimento delle donne ha sempre combattuto e combatte.
4) Nello stesso tempo, non siamo
affatto d'accordo che vi debbano essere leggi che reprimano la
maternità surrogata. Primo, perchè chi dovrebbe fare le leggi per
reprimere sono gli stessi Stati imperialisti che portano avanti la
massima oppressione istituzionalizzata verso le donne e i bambini,
che massacrano donne e bambini (e mai come in questo periodo è vero,
se pensiamo ai migranti, ai bombardamenti, alle guerre che anche
l'Italia si appresta a fare e a guidare); secondo, perchè come,
avviene per la prostituzione, per l'aborto clandestino, sono poi
anche le donne che verrebbero colpite dagli interventi repressivi,
diventando due volte vittime. Ma anche perchè in nome del dire No
allo sfruttamento del corpo delle donne, che invece va avanti
liberamente nei paesi del Terzo mondo come nei paesi imperialisti,
verrebbe giustificata e legittimata una coercizione sempre e comunque
della volontà delle donne; insieme ad una non distinzione tra lotta
allo sfruttamento del corpo delle donne (vedi appunto turismo
sessuale) e maternità surrogata in sé e per sé.
5) Così come non siamo d'accordo con
alcune argomentazioni sul No alla maternità surrogata, che vengono
dal fronte del femminismo borghese e piccolo borghese. Queste
argomentazioni esprimono una concezione moralista e/o idealista della
maternità, che, lo si voglia o no, fanno da altra faccia della
“mistica della maternità” conservatrice/cattolica.
Una di queste argomentazioni, per
esempio, riguarda il rapporto madre-figlio nei 9 mesi di gestazione
che verrebbe “violentemente interrotto alla nascita e
dall'affidamento del bambino ad altri”. Ma questo rapporto avviene
realmente quando il bambino non è più dipendente dal corpo della
donna; diversamente si finisce col dar ragione a tutta la canea
borghese, clericale sui diritti dell'embrione, come già una
“persona”.
D'altronde, il rapporto, i bambini lo
possono costruire con chi li cresce, al di là se li hanno partoriti
o meno. Ed è sbagliato scrivere - come fa l'appello di 'Se non ora
quando': “Se
vengono programmaticamente scissi dalla storia che li ha portati alla
luce e che comunque è la loro, i bambini diventano merce”.
Facendo
di fatto una sorta di idolatria della maternità, del legame, pre
nascita, bambino/madre. Questo è sbagliato, e non ha alcuna base
materialistica.
Il femminismo borghese, composto
da “buone signore”, si “indigna”, ma non fa alcuna lotta
contro il sistema capitalista, il suo Stato, i suoi governi, che per
principio rendono le persone delle merci, o degli ingranaggi al
servizio della suo profitto.
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