E’
veramente troppo per un noto imprenditore di successo, proprietario di una catena
di negozi di abbigliamento in via Emilia Est, frequentatore e amico di vip,
della Parma bene. Un uomo, se così si può chiamare, che pensa di poter comprare
ogni cosa.
E’
veramente troppo poco, diciamo noi, per Federico Pesci, ricco, potente e
schifoso uomo, che insieme allo spacciatore nigeriano, anche lui nel suo libro
paga, ha immobilizzato e poi tappato la bocca con un morso ad una ragazza di 21
anni. Una sorta di museruola, che le ha impedito di gridare e le ha fatto
vivere il peggiore degli incubi che possa immaginare una donna.
La ragazza è stata frustata, torturata e violentata per 5 ore da queste due
bestie, che nel mentre continuavano a farsi portare
altra droga.
ll
pronto soccorso di Parma ha dichiarato di non essersi mai trovato di fronte a
una donna con delle lesioni di questo tipo: "Ha subito delle violenze
brutali". La ragazza è piena di ecchimosi, dolorante, impossibilitata a
camminare per le lacerazioni intime, e non riesce più a mangiare e deglutire
per il morso che le bloccava la bocca.
I
negozi di questo schifoso devono chiudere, i suoi beni devono essere sequestrati
per risarcire la ragazza.
Federico
Pesci non lo dimenticare la furia delle donne dovrai scontare!
Da FQ
Federico Pesci, accusato insieme ad
uno spacciatore di aver seviziato e violentato per 5 ore la ragazza, su
Facebook le scriveva: "Sono uno a posto". Oscurati i profili social
inondati di insulti. L'imprenditore nel campo dell'abbigliamento è un volto
noto nel Parmense: "Uno come me in galera?", il suo stupore al
momento dell'arresto
“Uno
come me in galera?”,
è stata l’esclamazione di fronte a cronisti e telecamere di Federico Pesci, noto commerciante
di Parma, arrestato
con l’accusa di violenza
sessuale e lesioni
pluriaggravate per aver
picchiato, stuprato
e seviziato per
almeno 5 ore una ragazza di 21 anni la
notte del 18 luglio. L’imprenditore
d’abbigliamento – parmigiano di 46 anni – ha adescato la donna su Facebook per poi abusarne, insieme
al suo spacciatore,
nella sua abitazione. “Sono uno regolare“,
“sono uno apposto”, “nell’ambiente mi conoscono”, così le ha scritto sul social
per convincerla ad uscire con lui per un aperitivo e poi condurla nel suo
attico, dove la polizia ha trovato un borsone con vari strumenti di tortura. Stringhe di
cuoio, cinture, e anche un un morso per tappare la bocca, alcune
fruste altri oggetti usati per il bondage.
Ad
eseguire il macabro piano – secondo la ricostruzione della polizia e
della Procura di Parma che hanno gestito le indagini – era presente Wilson Ndu Aniyeme, 53 anni,
spacciatore, dal 2011 irregolare in Italia. Anche lui un volto noto per chi in città fa uso
di cocaina, e per gli
abitanti della zona. Lo spacciatore
nigeriano, infatti, era domiciliato nei pressi di casa Pesci. Una volta
giunti in casa, Pesci ha contattato telefonicamente Aniyeme, chiedendogli di
portare della cocaina.
Insieme si sono drogati e per almeno 5
ore – è il racconto degli inquirenti – hanno abusato
della ragazza, riempendola di botte e seviziandola. Legata e imbavagliata, per
tutta la notte la ragazza “ha subito delle violenze brutali”, hanno riferito gli investigatori.
Non solo, mentre si consumavano le violenze, il commerciante ha continuato a
contattare degli spacciatori per rifornirli ancora di droga. Quando poi la
21enne è stata liberata alle 7 del mattino, lo stesso 46enne, ha chiamato un
taxi per farla riaccompagnare a casa. Solo una volta a casa, i genitori della
ragazza alla vista delle ferite, dei dolori insopportabili e dell’incapacità di
mangiare, l’hanno convinta a recarsi in ospedale. E lo stesso pronto
soccorso di Parma ha dichiarato di non essersi mai trovato di fronte a una
donna con delle lesioni di quel tipo.
I
profili social dell’imprenditore che ha una nota catena di abbigliamento lungo la via Emilia, questa
mattina erano pieni di insulti e
minacce, tanto che sono stati chiusi. Gli stessi account pieni
di immagini mondane, donne, bella vita che Pesci non nascondeva. Come riporta
la stampa locale, l’uomo è un commerciante piuttosto conosciuto, attivo
nel mondo della moda e noto anche nei locali della movida cittadina. “Sbam, come
la porta del carcere dove sarai rinchiuso” hanno scritto sul suo profilo
Facebook, rievocando il marchio che aveva lanciato.
“È
una storia folle“,
sono le poche parole che il 46enne ha detto mentre gli agenti della polizia
penitenziaria lo fanno salire in automobile diretto in carcere. Parole a cui
fanno seguito quelle di uno dei legali che assistono Pesci, Mario L’Insalata: “Prima di dare
giudizi occorre vedere come sono andate le cose”. Per la squadra mobile “non si
può escludere che altre persone
siano state sottoposte allo stesso
trattamento“.
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