02/09/18

"Uno come me in galera?"



E’ veramente troppo per un noto imprenditore di successo, proprietario di una catena di negozi di abbigliamento in via Emilia Est, frequentatore e amico di vip, della Parma bene. Un uomo, se così si può chiamare, che pensa di poter comprare ogni cosa.

E’ veramente troppo poco, diciamo noi, per Federico Pesci, ricco, potente e schifoso uomo, che insieme allo spacciatore nigeriano, anche lui nel suo libro paga, ha immobilizzato e poi tappato la bocca con un morso ad una ragazza di 21 anni. Una sorta di museruola, che le ha impedito di gridare e le ha fatto vivere il peggiore degli incubi che possa immaginare una donna.
 
La ragazza è stata frustata, torturata e violentata per 5 ore da queste due bestie, che nel mentre continuavano a farsi portare altra droga.

ll pronto soccorso di Parma ha dichiarato di non essersi mai trovato di fronte a una donna con delle lesioni di questo tipo: "Ha subito delle violenze brutali". La ragazza è piena di ecchimosi, dolorante, impossibilitata a camminare per le lacerazioni intime, e non riesce più a mangiare e deglutire per il morso che le bloccava la bocca.

I negozi di questo schifoso devono chiudere, i suoi beni devono essere sequestrati per risarcire la ragazza.


Federico Pesci non lo dimenticare la furia delle donne dovrai scontare!


Da FQ

Federico Pesci, accusato insieme ad uno spacciatore di aver seviziato e violentato per 5 ore la ragazza, su Facebook le scriveva: "Sono uno a posto". Oscurati i profili social inondati di insulti. L'imprenditore nel campo dell'abbigliamento è un volto noto nel Parmense: "Uno come me in galera?", il suo stupore al momento dell'arresto

“Uno come me in galera?”, è stata l’esclamazione di fronte a cronisti e telecamere di Federico Pesci, noto commerciante di Parma, arrestato con l’accusa di violenza sessuale e lesioni pluriaggravate per aver picchiato, stuprato e seviziato per almeno 5 ore una ragazza di 21 anni la notte del 18 luglio. L’imprenditore d’abbigliamento – parmigiano di 46 anni – ha adescato la donna su Facebook per poi abusarne, insieme al suo spacciatore, nella sua abitazione. “Sono uno regolare“, “sono uno apposto”, “nell’ambiente mi conoscono”, così le ha scritto sul social per convincerla ad uscire con lui per un aperitivo e poi condurla nel suo attico, dove la polizia ha trovato un borsone con vari strumenti di tortura. Stringhe di cuoio, cinture, e anche un un morso per tappare la bocca, alcune fruste altri oggetti usati per il bondage.
Ad eseguire il macabro piano  – secondo la ricostruzione della polizia e della Procura di Parma che hanno gestito le indagini –  era presente Wilson Ndu Aniyeme, 53 anni, spacciatore, dal 2011 irregolare in Italia. Anche lui un volto noto per chi in città fa uso di cocaina, e per gli abitanti della zona. Lo spacciatore nigeriano, infatti, era domiciliato nei pressi di casa Pesci. Una volta giunti in casa, Pesci ha contattato telefonicamente Aniyeme, chiedendogli di portare della cocaina. Insieme si sono drogati e per almeno 5 ore –  è il racconto degli inquirenti – hanno abusato della ragazza, riempendola di botte e seviziandola. Legata e imbavagliata, per tutta la notte la ragazza “ha subito delle violenze brutali”, hanno riferito gli investigatori. Non solo, mentre si consumavano le violenze, il commerciante ha continuato a contattare degli spacciatori per rifornirli ancora di droga. Quando poi la 21enne è stata liberata alle 7 del mattino, lo stesso 46enne, ha chiamato un taxi per farla riaccompagnare a casa. Solo una volta a casa, i genitori della ragazza alla vista delle ferite, dei dolori insopportabili e dell’incapacità di mangiare, l’hanno convinta a recarsi in ospedale. E lo stesso pronto soccorso di Parma ha dichiarato di non essersi mai trovato di fronte a una donna con delle lesioni di quel tipo.
I profili social dell’imprenditore che ha una nota catena di abbigliamento lungo la via Emilia, questa mattina erano pieni di insulti e minacce, tanto che sono stati chiusi. Gli stessi account pieni di immagini mondane, donne, bella vita che Pesci non nascondeva. Come riporta la stampa locale, l’uomo è un commerciante piuttosto conosciuto, attivo nel mondo della moda e noto anche nei locali della movida cittadina. “Sbam, come la porta del carcere dove sarai rinchiuso” hanno scritto sul suo profilo Facebook, rievocando il marchio che aveva lanciato.
“È una storia folle“, sono le poche parole che il 46enne ha detto mentre gli agenti della polizia penitenziaria lo fanno salire in automobile diretto in carcere. Parole a cui fanno seguito quelle di uno dei legali che assistono Pesci, Mario L’Insalata: “Prima di dare giudizi occorre vedere come sono andate le cose”. Per la squadra mobile “non si può escludere che altre persone siano state sottoposte allo stesso trattamento“.

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