13/09/18

6-7 ottobre: assemblea nazionale NUDM a Bologna



Pubblichiamo l'info e l'appello delle compagne di NUDM di Bologna per l'assemblea nazionale del 6-7 ottobre.

Noi condividiamo nella denuncia, e quindi nello sviluppo della nostra mobilitazione, soprattutto la parte contro il governo e la situazione politica attuale che vede al potere il fascio-populismo razzista, di cui il sessismo è componente organica e necessaria; così come siamo d'accordo sulla non ritualità dello sciopero delle donne, vedendolo invece come "arma" viva da estendere e rendere sempre più combattiva.


MFPR


L’assemblea si terrà il 6-7 ottobre a Bologna. La struttura immaginata per l’assemblea nazionale del 6 e 7 ottobre è la seguente:
Primo giorno mattina: plenaria di apertura sulla nuova fase politica italiana e internazionale. Alla luce del cambio di governo e della deriva autoritaria e neoconservatrice generale, ma anche di un forte movimento femminista globale, discuteremo di quali nuove sfide e terreni di lotta comuni possiamo articolare. Pomeriggio: riunione in aree tematiche per definire campagne e obiettivi comuni. Qui le aree individuate sono: 1. Contrasto alla violenza maschile e di genere 2. lavoro e welfare 3. salute e autodeterminazione 4. migranti e antirazzismo; 5. riGENERIamociLIBERAmente contro la violenza sui corpi, i territori, gli animali. Le aree tematiche saranno meglio definite e preparate con il contributo delle assemblee locali che si riuniranno da qui ai prossimi giorni. In generale, non si tratta di riproporre i tavoli che hanno portato alla formulazione del piano, bensì di renderlo operativo nelle lotte, di individuare e condividere terreni di lotta e discorsi comuni e l campagne attorno ai quali organizzarsi nel medio periodo, dando continuità all'iniziativa politica di Non Una di Meno.
Secondo giorno plenaria finale su strumenti di lotta e campagne concrete, in particolare per quanto riguarda l'autunno e il 25 novembre e soprattutto lo sciopero dell'8 marzo. Tutte infatti hanno espresso la volontà di non ricadere in ritualità, utilizzando in particolare lo sciopero come fatto in Spagna, cioè come processualità da attivare immediatamente nei territori, come motore di allargamento, articolazione e sperimentazione di pratiche di lotta per estendere lo sciopero al lavoro riproduttivo, informale, nero.

Sabato sera dopo la prima giornata si riunirà il gruppo comunicazione.
Ci sarà un collegamento e uno scambio di saluti nella plenaria di domenica mattina 7 ottobre con l’assemblea femminista internazionale di Francoforte.
Si è inoltre pensato di coordinare l’iniziativa del 28 settembre per l’aborto libero e gratuito: le compagne argentine hanno proposto un panuelazo internazionale e noi possiamo declinarlo in relazione a quello che sta succedendo in Italia. Condivideremo un testo che ci permetta di avere un momento coordinato di visibilità anche verso l’assemblea nazionale.
Incolliamo di seguito il testo dell’appello discusso durante la skype call, che lanceremo domani per dare a tutte la possibilità di organizzare lo spostamento e diffondere la notizia.
Un abbraccio e ci vediamo a ottobre! 
Non una di Meno di Bologna e delle altre città riunite in skype call

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Non Una Di Meno chiama a raccolta tutte le energie che è stata capace di innescare e far esplodere in questi due anni di mobilitazione straordinaria e planetaria contro la violenza patriarcale che uccide, opprime, impoverisce. Questo movimento femminista, nato sulla spinta di una mobilitazione globale, ha organizzato due scioperi al fianco delle compagne di tutto il mondo e ha mostrato che è ancora possibile organizzarsi e ribellarsi contro il silenzio e la violenza creando una grande potenza collettiva. 

Questa forza viene dal movimento globale dello sciopero femminista, dalla lotta transnazionale per l'aborto libero e sicuro, "dalla furia e dall'euforia" delle nostre compagne argentine, in grado di fare di una protesta per la libertà di aborto una sollevazione globale, da milioni di donne che, partendo dal #metoo, hanno urlato #wetoogheter e hanno alzato la testa contro la violenza e le molestie subite, dalle migliaia di iniziative che abbiamo organizzato per affermare la nostra libertà sessuale e di movimento e il nostro rifiuto dello sfruttamento, in Italia e in tutto il mondo.

Il 6 e 7 ottobre Non Una di Meno si incontrerà nuovamente a Bologna per un'assemblea nazionale. Il presente reclama con urgenza la nostra presa di parola e azione. È in atto un feroce contrattacco patriarcale: dopo la vittoria alla Camera, il Senato argentino ha respinto la proposta di legge per l'aborto libero, sicuro e gratuito, scavalcando milioni di voci che hanno infiammato la piazza di Buenos Aires. La risposta alle manifestazioni che reclamano e difendono la libertà di abortire e quella sessuale, dalla Corea del Sud alla Polonia, dall'Italia al Cile, dagli Stati Uniti alla Tunisia, è una risposta che mira a schiacciare e addomesticare quella libertà attraverso una violenza sempre più intensa e politiche che mirano a riaffermare la divisione sessuale del lavoro e tutelare la famiglia come luogo di garanzia di ordine, riproduzione dei ruoli e disciplina della sessualità.

La posta in gioco di questo scontro è altissima anche in Italia. Stupri e femminicidi hanno scandito il tempo di quest'estate torrida trascorsa sotto il segno della violenza. I fatti di Brescia, di Parma e di Como hanno raggiunto l'onore della cronaca, mentre altri hanno continuato, e continuano, ad accadere, come sempre, fuori dal clamore mediatico. Questa violenza è usata per obbligarci a tacere, per intensificare il nostro sfruttamento nei luoghi di lavoro, per stabilire gerarchie sociali e sopprimere ogni aspirazione all'uguaglianza. 

Questa violenza è sostenuta dalla più sfacciata legittimazione istituzionale. Il governo ha già annunciato il suo impegno per restringere il più possibile l'autodeterminazione sessuale e riproduttiva delle donne e delle soggettività lgbtqi+; le misure proposte per tutelare padri e mariti, come quella sull'affido,  sono tentativi di impedire alle donne di liberarsi dall'oppressione familiare, se non al prezzo di impoverimento e precarizzazione; gli attacchi all'"ideologia di genere" nelle scuole pretendono di riaffermare, difendere e riprodurre ruoli e gerarchie sessuali; quelli agli spazi femministi e transfemministi sono parte di un programma che intende rispondere alla violenza maschile incrementando le misure di polizia e riducendo le possibilità di autodeterminazione delle donne; le politiche razziste di limitazione dei permessi di soggiorno umanitari e di chiusura dei porti legittimano gli stupri subiti dalle donne migranti e la violenza che accompagna il viaggio di chi si muove perché non accetta di essere soltanto un oggetto di violenza.

A tutto questo risponderemo con la forza della nostra iniziativa. Abbiamo affermato che la violenza maschile e di genere è una violenza strutturale. Per questo abbiamo abbracciato la pratica dello sciopero femminista, reclamando una trasformazione globale della società neoliberale e patriarcale. La nostra iniziativa non sarà di opposizione occasionale a questo governo e dovrà coinvolgere chiunque riconosca che, per combattere la violenza patriarcale e razzista che alimenta il nostro sfruttamento quotidiano, è necessario scegliere chiaramente da che parte stare. Ci incontreremo a Bologna per discutere di tutto questo: verso il prossimo 25 novembre abbiamo di fronte la sfida di alimentare il fuoco che ha reso grandiosa la presa di parola femminista contro la violenza maschile; verso il prossimo 8 marzo vogliamo immaginare lo sciopero senza farne un rito, ma producendo ancora uno o più momenti di rottura.

Abbiamo organizzato le due giornate di discussione come un momento di confronto aperto e diretto, individuando 4 terreni principali di riflessione e di analisi: il contrasto alla violenza maschile e di genere, in tutte le sue forme; il lavoro e il welfare, terreni su cui oggi si gioca la nostra lotta contro la precarietà e il lavoro gratuito, contro un impoverimento che per molte di noi rasenta o sfocia nell'indigenza e nell'assenza sia di forme di reddito diretto che di welfare; la salute e l'autodeterminazione, in tutti i suoi risvolti e per la libertà sessuale e di aborto; la lotta migrante e l'antirazzismo; lancio della campagna transfemminista di autodeterminazione riGENERIamociLIBERAmente contro la violenza sui corpi, i territori, gli animali.  

A partire da questi nodi, strettamente connessi tra loro e che rappresentano la sfida altissima con cui dobbiamo confrontarci, vogliamo ragionare sulle pratiche possibili da mettere in campo e su quelle già in sperimentazione, nonché sulla comunicazione politica necessaria a raccogliere le forze per organizzarci. Abbiamo la necessità di condividere parole d'ordine e priorità politiche capaci di rispondere all'urgenza del presente, perché non una di meno! continui a essere un grido globale di lotta e di liberazione. 
 


Blog nazionale comune con materiali condivisi, comunicati, grafiche, strumenti di comunicazione https://nonunadimeno.wordpress.com/


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