15/09/18

41 bis, tortura sociale o lotta alla mafia? Verso il 28 settembre, con Nadia Lioce, con tutte e tutti i compagni prigionieri nelle carceri dell'imperialismo!




Pubblichiamo di seguito stralci del Convegno “Art. 41 bis ordinamento penitenziario. Insicurezza sociale e immanente stato di emergenza”, organizzato dalla Camera Penale di Roma, il 10 maggio 2018.
Da tutti gli interventi viene fuori ciò che da tempo diciamo: 41bis = tortura.
E questo lo grideremo con forza di nuovo nei presidi al Tribunale e al carcere dell'Aquila il 28 settembre, in occasione del processo a Nadia Lioce. 
Ma la reale finalità, il riversamento sulla società di questo regime speciale, emerge dalle motivazioni ministeriali di proroga del 41 bis alle e ai prigionieri politici rivoluzionari, che saranno trattate, in questo Convegno, da Caterina Calia, legale di Nadia Lioce, di cui pubblicheremo un altro giorno l'intervento.

Dal Convegno:

Maria Brucale (Responsabile della Commissione Carcere della Camera Penale di Roma).

"...nel 2016 il ministro Orlando aveva promesso una circolare che si occupasse del 41 bis e che se ne occupasse nel senso di eliminare tutte quelle vessazioni inutili... tutte quelle inutili compressioni dei diritti soggettivi...

Ecco, questa circolare non è mai arrivata, nel senso che poi, il due ottobre del 2017, è stata diramata una circolare, a firma appunto del dottor Santi Consolo... (essa) dà veramente il senso di quali siano quelle restrizioni di cui parliamo, quando diciamo che è un trattamento inumano e degradante che sfiora, quando non la definisce del tutto, la tortura. Perché questa circolare nei tanti punti - sono cinquantadue pagine di documento - si occupa di tutti gli aspetti della vita quotidiana del detenuto in 41 bis e li descrive minuziosamente, con una precisione che dà proprio l'idea della limitazione estrema. E quindi ci dice che per esempio le foto non possono essere affisse se non nel numero di una di un familiare di determinate misure;... poi ci dice delle impossibilità di parlare con qualunque altra persona, di rivolgere la parola al barbiere che sta tagliando loro i cappelli, o allo spesino che ha portato loro la spesa, o a quello che ha portato il pasto del giorno, insomma, tutta una serie di limitazioni che ti fanno pensare che si mira a togliere a queste persone l'individualità...
Fabio Gianfilippi,... autore di due importanti questioni di legittimità costituzionale... delle vessazioni che sembrano del tutto inutili...
In particolare una riguardava un divieto a un certo punto imposto, da una circolare ministeriale, che era quella per le persone detenute in 41 bis di ricevere dall'esterno libri, quotidiani, giornali e
quant’altro,  che si è tradotta sostanzialmente nell'impossibilità anche di studiare...
ce n'è un'altra, ancora in attesa di fissazione, che è molto importante anch'essa, perché nel 2009 la norma si è occupata anche della possibilità, per i detenuti in quel regime, di cuocere i cibi. Sembra anche questa una piccola cosa, ma immaginate una persona in cella per 22 - 23 ore in un giorno, il momento della cucina è un momento di grande vitalità emotiva, in cui ci si misura con un qualcosa di buono, qualcosa di creativo, qualcosa che sicuramente non è pericoloso, che però appunto consente alla persona detenuta di esprimere uno spazio emozionale. Ed è stato vietato a norma di legge..."

Rita Bernardini (Presidenza del Partito Radicale e di Nessuno Tocchi Caino)

"...Il regime del 41 bis è un regime fondamentalmente basato sull’isolamento, per impedire i contatti con la criminalità. E’ così che viene giustificato, anche se... vi è il sospetto che venga usato per altro, per il pentimento, per la collaborazione e quindi si avvicina di più al discorso della tortura, cioè io ti faccio vivere in quelle condizioni in modo che tu, poi, non sopportando questo regime per un tempo veramente illimitato, noi conosciamo persone ci stanno da 30 anni, quindi qualcosa veramente di impressionante, di intollerabile.
Però c'è stata un'ammissione da parte dello Stato italiano. Questa dichiarazione lo Stato italiano l'ha fatta all'ONU... Che cosa ha detto: Grazie a questa misura speciale, cioè il 41 bis, un numero crescente di detenuti ha deciso di cooperare con le autorità giudiziarie, fornendo indicazioni sulle organizzazioni criminali delle quali faceva parte. E’ proprio la tortura precisa, scritta e ripeto, non si conoscono limiti quando si fanno certi tipi di dichiarazioni.

Si dice “è stato uno strumento efficace di lotta alla mafia”, ma non è questo che deve fare un sistema giudiziario, non è questo che deve fare la magistratura. Questo lo devono fare le istituzioni, il Parlamento. Loro giustificano tutto questo perché è efficace ai fini della sicurezza e di aver dato un colpo grandissimo alla criminalità organizzata, cosa che vera per certi aspetti, ma gli stessi che dicono questo poi li senti in televisione a dirti che il fenomeno mafioso è diffusissimo, che ormai ha trovato altri strumenti, eccetera eccetera..."

Laura Longo (già Presidente del Tribunale di Sorveglianza di L'Aquila, PM del processo Thyssen)

Il 41 bis non è altro che espressione di una linea di tendenza, che si è affermata da oltre un ventennio in Italia, che dà alla sicurezza pubblica una centralità pressoché assoluta. Certamente la sicurezza è un bene costituzionalmente protetto, inutile ricordarcelo, legittima anche limitazione dei diritti, ma in un lessico costituzionale, come sottolineano costituzionalisti, non si deve dare alla sicurezza solo il significato di sicurezza pubblica, ma anche di sicurezza dei diritti... Ma chiediamoci quali sono i motivi che hanno dato questa centralità al tema sicurezza. Sono a mio parere squisitamente ed esclusivamente politici.

In un contesto, nel quale è sempre più forte il sentimento di insicurezza sociale, la sicurezza diventa fonte di legittimazione di politiche repressive e fonte di aggregazione politica del consenso. Ed allora... l'esigenza di sicurezza viene drogata, viene alimentata, viene enfatizzata, viene drammatizzata, perché il potere fa leva su questa esigenza, per questo tipo di interventi di carattere autoritario. E allora, passo ulteriore, quali sono le cause dell'insicurezza sociale? Perché in questo paese si avverte con tale forza questo sentimento? Da una parte ritengo derivino dallo smantellamento progressivo dello stato sociale, che ha ridotto le garanzie di quei diritti primari, con incremento esponenziale della povertà, quali sono la casa, il lavoro che non c'è o è precarizzato, la salute, l'assistenza della salute pubblica, l'istruzione ed altro, con conseguente produzione di quello che si chiama la criminalità di strada, della povertà.
Dall'altro questo sentimento di insicurezza certamente deriva anche da una criminalità organizzata aggressiva, forte, che domina interi pezzi del territorio nazionale e che attraverso il dominio territoriale si è infiltrata nel tessuto istituzionale e sociale...
Nel 2009, laddove c'è il 41 bis, ci sono una serie di norme che incidono anche sull'immigrazione, perché viene introdotto il reato di clandestinità. E sempre nel 2008 e nel 2009 si va a tutelare la sicurezza urbana. E come? Nel 2008 attribuendo ai sindaci poteri extra ordinem, di emanare ordinanze contingibili e urgenti a tutela dell'incolumità pubblica, cioè l'integrità, e della sicurezza, cioè la pacifica convivenza; ci si dovrebbe chiedere la pacifica convivenza a vantaggio di chi?
Nel 2009 stessa legge, 94 del 2009, introduce le cosiddette ronde, cioè la possibilità dei sindaci, di avvalersi di associazioni di cittadini, non armate, per la segnalazione di eventi che minacciano l'ordine e la sicurezza urbana e di disagio sociale. Anche qui c'è voluta la Corte costituzionale a ricordare che il disagio sociale non può essere ricondotto alla categoria “ordine e sicurezza pubblica”, perché impone strategie politiche che vadano a rimuovere quei fattori che il disagio creano..."

Riccardo De Vito (Presidente di Magistratura Democratica)

"...il 41 bis, de facto, rispetto al 41 bis de iure, tende sempre a scivolare fuori dalla Costituzione e quindi tende ad assumere quelle caratteristiche - spingere alla collaborazione, esercitare una pressione sul detenuto, che lo allontana dalla cornice costituzionale...
E’ anche vero, a proposito di tortura reale, che il 41 bis è per eccellenza appunto un luogo che si sottrae allo sguardo... e quindi è uno dei luoghi più sensibili alla tortura vera e propria e non è un caso che le uniche, tolti i casi delle vicende di ordine pubblico del G8 genovese... le uniche sentenze che riconoscono, quanto meno una violazione procedurale dell'articolo tre, e quindi riconoscono episodi di torture e trattamenti inumani e degradanti, sono i casi In Labita e Indelicato che riguardano il carcere 41 bis, che riguardano, in particolar modo, il carcere di Pianosa nel 1992... il 20 luglio 1992, i detenuti vengono trasferiti da Ucciardone a Pianosa, vengono fatti scendere da un elicottero e sottoposti poi a diverse torture che potrete trovare anche in queste sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo... il carcere ha una tendenza alla separatezza, come caratteristica dell'istituzione totale in sé... la costituzione di particolari sezioni e di reparti speciali all'interno degli istituti, l'adozione addirittura di un corpo di polizia dedicato esclusivamente al 41 bis (GOM), fa sì che le relazioni infrapersonali diventino ancora più opache all'interno degli istituti di 41 bis..."

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